ROMA, CHIUSURA DELL’ANELLO FERROVIARIO: VERO O FINTO?
di Silvio Rossi
Non credono alle parole pronunciate dal sindaco Ignazio Marino, sulla chiusura in tempi brevi dell’anello ferroviario nella capitale, abituati ai ripetuti annunci non seguiti da provvedimenti reali, gli associati al CESMOT, associazione che studia il trasporto pubblico locale, con una particolare attenzione per le linee su ferro, pensano che i 120 milioni stanziati dalla Commissione Trasporti della Camera per la soluzione all’annoso problema sono certamente una notizia positiva, ma non determineranno l’apertura a breve del tratto ferroviario in questione.
Ne abbiamo parlato col Presidente, Omar Cugini:
Il sindaco Marino ha parlato di giornata storica. È così?
Assolutamente no. Di giornate storiche ce ne saranno state decine finora, ma i treni ancora non passano. E la famosa cura del ferro annunciata anche dai passati sindaci è rimasta molto sulla carta Si potrà parlare di giornata storica quando vedremo passare il primo treno. Non vorrei che siano, ancora una volta, parole al vento.
Perché, pensate che non si realizzerà la chiusura dell’anello?
La chiusura dell'anello non può avvenire in tempi brevi in quanto non è stato ancora risolto il nodo degli insediamenti abusivi, sia lato Tor di Quinto, sia lato Roma Aurelia. Senza dimenticare che per chiudere l'anello serve comunque realizzare un Ponte sul Tevere e una stazione d'interscambio con la Roma Nord a Tor di Quinto se lo si vuole rendere funzionale. Sono “solo” 20 anni che se ne parla e ancora non si fa nulla.
Intanto però si può riaprire il tratto fino a Vigna Clara.
Sì, però si tratterebbe di un tratto con una sola stazione, con costi comunque elevati e benefici dubbi. E in ogni caso dovrebbe essere la Regione, committente del servizio ferroviario, a decidere se e come fare dei servizi su Vigna Clara. Vorremmo sapere cosa ne pensa l'Assessore Civita.
Qual è secondo voi l’intervento più urgente da realizzare per risolvere il problema della mobilità cittadina?
Intanto aprire prima possibile la tratta fino a San Giovanni della Metro C. E tornare a investire sul tram, mezzo ecologico per eccellenza, cantierizzando le famose linee promesse. In vista dell'imminente Giubileo, occorre portare anche il bifilare filoviario da Porta Pia a termini, per risolvere l'annoso problema della carenza di vetture filoviarie per i noti problemi alle batterie, e sbloccare la penosa vicenda della filovia di Via Laurentina. Roma ha bisogno di mobilità, ma ha bisogno di meno chiacchiere e più fatti concreti