Roma, continua l’agonia dei lavoratori della RomaTPL: i sindacati: “Uno scempio”

ROMA – “Non più parole, ma solo parolacce”. È granitico il commento di Claudio De Francesco della Faisa-Sicel, intervenuto con una sull’annosa vertenza che vede di nuovo protagonisti il personale della RomaTPL: “Uno scempio”, prosegue, “e pensare che questa Amministrazione aveva promesso ai lavoratori l’internalizzazione”. Impegni, quelli assunti dai pentastellati capitolini, trite e ritrite, che si sono sciolti come la neve al sole.

Nelle
ultime ore la vicenda si è ulteriormente aggravata, infatti, come anticipato
nei giorni scorsi dalle colonne de L’Osservatore,
ai lavoratori della società romana si sono sommati, da ieri (10 gennaio), quelli
del Consorzio Cotri, socio
paritetico della RomaTPL. Altri 800 dipendenti circa, spalmati nelle rimesse
degli azionisti, rimasti al pari dei colleghi a bocca asciutta per quanto
concerne le spettanze di dicembre (ormai ampiamente superato).

Silenzio
assoluto dal Comune secondo i diretti interessati, che esprimono “sdegno” e “delusione”
nei confronti di chi, nel MoVimento romano, aveva sposato la causa durante la campagna
elettorale, paventando soluzioni rapide e indolore, che poi sono sistematicamente
cadute nel dimenticatoio. Anzi, in realtà qualcosa è successo, e, specificatamente,
a maggio dello scorso anno, quando, in piena crisi aziendale, l’ennesima, il
Campidoglio, con un blitz nell’Assemblea Capitolina, ha concesso la proroga del
servizio a RomaTPL fino a gennaio 2020, infilandola tra le pieghe della quinta
variazione di bilancio.

“Le Scriventi denunciano il mancato pagamento delle retribuzioni nella Società RomaTpl, le criticità inerenti la scarsa manutenzione dei mezzi, l’aumento delle aggressioni fisiche e verbali nei confronti dei conducenti e l’utilizzo improprio della disciplina”. Recita il documento di CGIL, CISL e UIL.  “Inoltre si aggiungono”, prosegue, “la mancata regolarizzazione dei versamenti al Fondo Complementare diCategoria “Priamo”, la mancata copertura economica delle cessioni del quinto dello stipendio, la decisione unilaterale di disdetta dell’accordo denominato “E.R.G.” (Elemento retributivo Giovani) e del contributo regionale dei 306,00 € annui, accordo sindacale del 09/03/2004 non più erogato dall’anno 2009 ad oggi. Per quanto sopra, le scriventi aprono le procedure di raffreddano e conciliazione nella Società”. Come aveva fatto l’USB il giorno prima.

David Nicodemi