ROMA, GIOVANE SEQUESTRATA E COSTRETTA A PROSTITUIRSI. DUE BENGALESI IN MANETTE

di Matteo La Stella


Roma –
All'alba di lunedì, gli uomini del commissariato Viminale sotto la direzione del Dott. Antonio Pignataro hanno messo il punto alla prigionia di una giovane donna, sequestrata da una coppia di bengalesi che, nel loro appartamento, la costringevano a prostituirsi.
A denunciare la scomparsa della donna alla Polizia, il fidanzato che non riceveva notizie della stessa da circa una settimana. Dall'allarme del ragazzo sono così partite le indagini che hanno portato gli agenti a numerosi sopralluoghi e altrettanti accertamenti.

Poi la svolta. Nelle prime ore della giornata di ieri, gli uomini del commissariato Viminale sono riusciti ad individuare l'appartamento in zona Roma sud in cui la vittima era sequestrata. A farla prigioniera, una coppia di cittadini bengalesi, marito e moglie di 29 e 27 anni. La ragazza, appartenente alla stessa comunità della coppia, era stata facilmente avvicinata in un bar di Piazza dei Cinquecento. Quì i coniugi le avevano offerto un lavoro come baby sitter e un alloggio migliore rispetto a quello che già la ospitava. Convinta a seguirli nel loro appartamento, la donna era stata malmenata e minacciata di morte nel caso in cui avesse tentato la fuga, prima di essere costretta a prostituirsi.
In una stanza dell'appartamento, dunque, è iniziata l'agonia della giovane prigioniera che ha tentato più volte di chiedere aiuto ai clienti con cui entrava in contatto, ricevendo dagli stessi ulteriori violenze ed umiliazioni durante i rapporti sessuali.


Individuato l'appartamento della coppia di aguzzini, gli agenti della Polizia sono entrati in azione riuscendo a liberare la giovane. All'interno del locale è stata confiscata un'ingente quantità di denaro, oltre a del materiale utilizzato per le prestazioni sessuali.
Per i coniugi bengalesi sono scattate le manette con le accuse di sequestro di persona, riduzione in schiavitù e induzione alla prostituzione. Intanto, continuano le ricerche di quei clienti che non hanno accolto la richiesta d'aiuto da parte della giovane denunciando il fatto, ma al contrario hanno continuato ad infierire su di lei con violenza.