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Roma

ROMA, ISTITUZIONI E CRIMINALITA' ORGANIZZATA: TUTTI I PARTICOLARI DELL'OPERAZIONE "TERRA DI MEZZO"

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Tempo di lettura 6 minuti Documentati rapporti anche con l'ex sindaco Gianni Alemanno

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Redazione

Roma – Il R.O.S., unitamente ai Comandi dell’Arma territorialmente competenti, sta eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 37 indagati per associazione di tipo mafioso , estorsione, usura, corruzione, turbativa d’asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l’aggravante delle modalità mafiose (art. 7 L. 203/1991) e per essere l’associazione armata. 

Ulteriori 40 indagati a piede libero, raggiunti da un’informazione di garanzia emessa dalla Procura Distrettuale Antimafia per i medesimi reati, sono sottoposti a perquisizione locale e personale. 

Contestualmente, nell’ambito di un parallelo procedimento di prevenzione, sulla base degli elementi investigativi raccolti da questo Raggruppamento, il locale Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza, a seguito di ulteriori accertamenti economico-patrimoniali,  sta eseguendo il sequestro dei beni riconducibili agli indagati, emesso dal Tribunale di Roma, per un valore complessivo di 204 milioni di euro. 

Gli interventi interessano le province di Roma,  Latina e Viterbo.

I provvedimenti scaturiscono da un’attività investigativa avviata nel 2012 dal Raggruppamento, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di un’organizzazione mafiosa radicata nella Capitale, facente capo a CARMINATI Massimo , pluripregiudicato, già appartenente all’organizzazione terroristica dei N.A.R. e strettamente legato allo storico sodalizio criminale denominato “Banda della Magliana”, nonché coinvolto in diverse vicende processuali afferenti a gravi ed eclatanti episodi delittuosi . 

Le indagini hanno accertato l’operatività di una ramificata e pervasiva struttura mafiosa, “Mafia Capitale” che, nel tempo, ha assunto caratteri di originalità, differenziandosi significativamente dalle cosiddette mafie tradizionali. Avvalendosi dello storico legame con esponenti dell’estrema destra romana, alcuni dei quali divenuti esponenti politici o manager pubblici, il sodalizio si è gradualmente dimensionato in un’organizzazione  di tipo evoluto, dedita alla sistematica infiltrazione del tessuto economico ed istituzionale, con una struttura tipicamente mafiosa ed un apparato in grado di gestire i diversificati interessi illeciti. In particolare, per quanto attiene alla mafiosità del sodalizio, sono stati acquisiti tutti gli elementi che ne caratterizzano la sussistenza, con riferimento alla struttura gerarchizzata, alla segretezza e al rispetto del vincolo associativo, all’assistenza legale fornita agli affiliati detenuti ed ai familiari, alla disponibilità di armi ed, in primo luogo, all’utilizzo del c.d. metodo mafioso connotato dall’esercizio di un forte potere intimidatorio.   

In tale ambito, sono emersi anche gli stretti rapporti con esponenti apicali di organizzazioni di altissimo profilo criminale operanti nella Capitale, quali: 

il clan camorrista facente capo a SENESE Michele, radicato a Roma sin dagli anni ’80 e dedito al traffico internazionale di sostanze stupefacenti; 

il clan CASAMONICA, attivo nel quadrante sud-est della città e dedito ad una vasta gamma di attività delittuose, in particolare usura e riciclaggio; 

DIOTALLEVI Ernesto , già appartenente alla Banda della Magliana con compiti di riciclaggio dei capitali illeciti, e DE CARLO Giovanni , subentrato al primo nello scacchiere delinquenziale romano; 

proiezioni del clan mafioso catanese di SANTAPAOLA; 

un gruppo di rapinatori albanesi particolarmente agguerrito e pericoloso. 

Nel corso delle indagini, è stata accertata la consumazione di estorsioni, aggressioni e intimidazioni in danno di imprenditori e  commercianti non disposti a scendere a patti con il sodalizio, nonché l’erogazione di prestiti a tassi usurari ed il conseguente recupero dei crediti con azioni violente o minacce. Lo stesso controllo su attività imprenditoriali connesse alla gestione di appalti pubblici è stato ottenuto, in taluni casi, mediante la forza di intimidazione del sodalizio. In alcuni casi, imprenditori si sono di fatto posti a disposizione del sodalizio, pur mantenendo un relativo margine di autonomia gestionale.  

In tale contesto, è emerso il ruolo dell’imprenditore pregiudicato Salvatore BUZZI , il quale, tramite una rete di cooperative sociali, gestiva gli interessi economici dell’associazione criminale in diversificati settori destinatari di appalti e finanziamenti del Comune di Roma e delle aziende municipalizzate . Sulla base delle disposizioni fornite dal CARMINATI, il BUZZI ha intessuto rapporti con pubblici amministratori, funzionali agli interessi delle imprese del sodalizio, occupandosi personalmente della gestione della contabilità occulta e della creazione di flussi finanziari illegali, utilizzati per alimentare un ramificato sistema corruttivo, in favore soprattutto di protagonisti della vita politica e amministrativa di Roma Capitale. 

In particolare, sono stati documentati rapporti, tra gli altri, con: 

l’ex Sindaco di Roma ALEMANNO Gianni  ed il relativo capo della segreteria LUCARELLI Antonio , nonché con l’allora consigliere comunale (attualmente consigliere regionale) GRAMAZIO Luca  e SCOZZAFAVA Angelo , già direttore del V° Dipartimento, Promozione Servizi Sociali del Comune di Roma , funzionali all’assegnazione di finanziamenti ;

CORATTI Mirko  e FIGURELLI Franco , rispettivamente Presidente e Capo Segreteria dell’Assemblea Capitolina, interessati per l’aggiudicazione del bando di gara AMA riguardante la raccolta del multi materiale, nonché per sbloccare pagamenti sui servizi sociali forniti al Comune di Roma e, infine, pilotare la nomina del nuovo Direttore del V Dipartimento.

Anche nel Consiglio Regionale, a seguito del mutamento degli equilibri, si registrano rapporti con alcuni esponenti dell’area di maggioranza.

In questo senso, assume rilievo la figura di Eugenio PATANÈ,  attuale Consigliere Regionale (gruppo consiliare del P.D.) nominato il 26.03.2013.

In relazione a tale figura istituzionale, BUZZI a più riprese affermava di aver ricevuto imponenti richieste di denaro e di averne erogate in misura molto minore con riguardo alla gara Ama del 2013.

1. In relazione all’utilizzo di persone giuridiche per la realizzazione dei programmi delittuosi dell’organizzazione, le indagini hanno consentito di distinguere le imprese partecipanti a gare pubbliche direttamente riconducibili al sodalizio, da quelle esterne, funzionali al riciclaggio ed alla creazione di fondi extracontabili destinati ai compensi degli stessi sodali ed alla corruzione di pubblici ufficiali, incaricati di pubblico servizio ed esponenti politici. Su tale fronte, è stato accertato, come il sodalizio fosse interessato alle commesse ed ai finanziamenti del Comune di Roma Capitale e delle relative municipalizzate, nella gestione dei campi nomadi, delle strutture riservate agli stranieri richiedenti asilo ed ai minori non accompagnati, nonché nella raccolta dei rifiuti e manutenzione del verde pubblico. Attraverso la corruzione di esponenti politici ed amministrativi, le società controllate dall’organizzazione indagata hanno così ottenuto diversi appalti , condizionando le rispettive gare attraverso la conoscenza anticipata del contenuto dei bandi o, in alcuni casi, concorrendo addirittura alla stessa stesura. Nei citati settori imprenditoriali, l’interesse veniva rivolto anche ad altri Comuni della Provincia di Roma, quali Sant’Oreste , Morlupo e Castelnuovo di Porto, adottando le medesime metodologie corruttive, sino anche a modificare offerte già depositate e superare così aziende concorrenti. I fondi neri destinati alle tangenti per gli esponenti delle strutture politico-amministrative interessate e alla retribuzione dei membri del sodalizio venivano ricavati con l’emissione di fatture per operazioni inesistenti che, a seconda delle società emittenti, determinava diversificate modalità di remunerazione. In particolare: 

le società riconducibili a soggetti esterni al sodalizio, a fronte dei pagamenti ricevuti, restituivano all’organizzazione criminale denaro contante per la creazione di fondi extracontabili, utilizzati per i pagamenti illeciti;

le società direttamente controllate dall’organizzazione criminale, gestite anche con l’utilizzo di prestanome, attraverso transazioni reciproche riuscivano a canalizzare ingenti somme di denaro agli stessi sodali e a soddisfare le esigenze di reimpiego dei proventi illeciti.

Nel corso delle indagini, si delineavano i ruoli dei principali soggetti ai quali il CARMINATI  aveva affidato la responsabilità del controllo dei diversi settori economici. In particolare: 

Salvatore BUZZI, amministratore e coordinatore di varie società cooperative, incaricato di seguire le gare pubbliche e corrompere i politici e gli amministratori di turno;

Fabrizio Franco TESTA , che curava, dall’interno delle strutture politico-amministrative, gli interessi dell’organizzazione criminale;

Carlo PUCCI , deputato a seguire gli appalti ed i relativi pagamenti destinati alle cooperative del sodalizio dall’Eur Spa, di cui è dirigente, e dall’ATI Marco Polo. 

Un altro degli amministratori pubblici di riferimento per Salvatore BUZZI, durante il periodo della Giunta ALEMANNO, risultava Franco PANZIRONI , amministratore delegato della municipalizzata deputata alla gestione della raccolta dei rifiuti nella capitale (AMA). Vantando uno strettissimo rapporto con l’allora Sindaco, il PANZIRONI, a fronte del periodico pagamento di tangenti e di versamenti in favore di Fondazioni della sua stessa area politica, si è reso disponibile per l’aggiudicazione di appalti, lo stanziamento di fondi del Comune di Roma e lo sblocco dei relativi pagamenti alle società cooperative controllate dal sodalizio. L’intervento sull’AMA risulta essere avvenuto anche grazie alla corruzione del Direttore Generale Giovanni FISCON  e a contatti dei citati GRAMAZIO e TESTA all’interno dello stesso consiglio di amministrazione.

Per quanto attiene alla nuova consiliatura, sono stati documentati rapporti di BUZZI con il Presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko CORATTI  ed altri amministratori ed esponenti politici. 

Gli ulteriori approfondimenti in direzione degli interessi del sodalizio nella gestione dei centri di accoglienza, istituiti nell’ambito dell’emergenza migratoria del 2011  hanno evidenziato il ruolo del Consorzio ERICHES 29 , facente capo al citato BUZZI, di cui venivano documentati i rapporti con Luca ODEVAINE  e Mario SCHINA , finalizzati ad ottenere il trasferimento di immigrati presso le strutture controllate, nonché tra il BUZZI ed un altro imprenditore, Sandro COLTELLACCI . La gestione dell’emergenza immigrati è stato un ulteriore settore nel quale il sodalizio indagato si è infiltrato con metodi corruttivi, alterando da un lato i processi decisionali pubblici, dall’altro i meccanismi fisiologici di allocazione delle risorse economiche della Pubblica amministrazione. 

Le indagini, in particolare, hanno accertato un complesso meccanismo corruttivo, documentando i ruoli di ODEVAINE, nella sua qualità di appartenente al Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, SCHINA quale intermediario, BUZZI e COLTELLACCI, deputati a seguire gli aspetti amministrativi. In tale ambito, emergeva la responsabilità dell’ODEVAINE e dello SCHINA nel compimento di atti contrari ai doveri del loro ufficio, in violazione dei doveri di imparzialità della Pubblica amministrazione, a fronte di una retribuzione mensile rispettiva di 5000 e 1500 euro. In particolare per:

orientare le scelte del citato Tavolo tecnico, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dalle imprese e cooperative riconducibili a BUZZI e COLTELLACCI;

comunicare i contenuti delle riunioni e le posizioni espresse dai rappresentanti delle istituzioni nel predetto Tavolo  di coordinamento nazionale;

esercitare pressioni per l’apertura di centri in località gradite al gruppo BUZZI.

Pur esprimendo lo stesso carattere di mafiosità delle organizzazioni tradizionali, il sodalizio indagato ha adottato nel tempo un modello organizzativo perfettamente inserito nei delicati equilibri del contesto amministrativo e politico della Capitale. Parallelamente, evitando un indiscriminato ricorso alla violenza, sono stati consolidati i rapporti con le altre strutture criminali capitoline. 

In definitiva, dall’indagine è emerso come la struttura mafiosa indagata si sia posta quale vera e propria cerniera tra ambienti criminali e settori istituzionali ed economici romani, definita in un’intercettazione dallo stesso Massimo CARMINATI come “mondo di mezzo” . L’espressione utilizzata sintetizza efficacemente come tale spazio costituisse un’area di confine tra i due diversi  “mondi”, quello legale e quello illegale, in grado di garantire le relazioni funzionali al conseguimento degli interessi del sodalizio.

Castelli Romani

Genzano di Roma, Infiorata 2023: gli ospiti, il tema e le date

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Manca davvero poco e andrà in scena la manifestazione tra le più antiche d’Italia che nasce ai Castelli Romani, l’area a ridosso di Roma Sud: la tradizionale Infiorata di Genzano. Arrivata alla 245 edizione l’evento di quest’anno si terrà il 10, 11 e 12 giugno.

Le fonti bibliografiche narrano che nell’anno 1792 fu realizzata su iniziativa del Sacerdote Don Angelo Loffredi la prima vera e propria infiorata che non era più una comoda “via ricoperta semplicemente di fiori sparsi alla rinfusa” ma “una via di fiori spogliata dai petali scelti e posati con tale disposizione artistica da formare nei propri colori qualsiasi disegno e figura”. Il Comune di Genzano di Roma dunque, organizza da oltre due secoli una grande manifestazione popolare che accomuna arte fede e cultura. L’Infiorata di Genzano è oggi considerata uno dei più grandi tappeti policromi del mondo; si svolge su una superficie di 1.890 metri quadri e si estende per 250 metri lungo l’antica Via Livia, oggi via Italo Belardi. Ogni anno attira una media di 150 mila visitatori con dei picchi registrati di 200 mila presenze. La scelta delle date non è casuale ma ricalca quelle del Corpus Domini. Entusiasta il sindaco di Genzano Carlo Zoccolotti per le novità e i temi trattati: «Il tema che l’amministrazione ha scelto quest’anno porta il titolo “Io sono l’Altro”. Una scelta che vuole riportare al centro della riflessione la fratellanza, l’accoglienza e l’amore per il prossimo. Il passo tratto dal vangelo secondo Giovanni, preso a testimonianza della scelta, riporta infatti: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la propria vita per i propri amici». D’ispirazione anche lo scrittore Italo Calvino, nella ricorrenza del centenario della nascita, e il libro “Momo”, scritto proprio a Genzano da Michael Ende, nel cinquantesimo anniversario della pubblicazione.Il tappeto floreale lungo via Italo Belardi si comporrà di 15 quadri, più quello iniziale e quello finale sulle scalette un quadro rotondo ispirato all’opera “Momo” da posizionarsi in piazza Tommaso Frasconi. Elaha Rahgozar è l’artista ospite dell’Infiorata, una giovane e apprezzata pittrice afgana. Oggi Elaha vive a Parigi dove il padre ha ottenuto una cattedra all’Inalco (Institut national des langues et civilisations orientales), le sue opere sono ospitate presso la Casa internazionale delle Donne a Roma, con un progetto di raccolta fondi finalizzato a destinare il ricavato della vendita delle opere al finanziamento del corridoio umanitario organizzato per supportare altre giovani artiste impossibilitate a lasciare l’Afghanistan. Il sindaco evidenzia: «L’invito a collaborare con queste giovani artiste e con altri musicisti e pittori provenienti dall’Afghanistan – dice – è per noi espressione concreta degli intenti che guidano le nostre scelte amministrative volte all’accoglienza e alla valorizzazione dello scambio culturale». Qualche numero. I tappeti floreali sono della misura di 11 metri per 7. Ci sarà anche quadro floreale di 4 metri per 5 davanti alla Collegiata della Santissima Trinità e, per la prima volta, un quadro anche dentro la chiesa, largo 1,5 metri e lungo 40 metri. Intanto questo fine settimana c’è l’Infiorata dei Ragazzi, il 27 e 28 maggio, su via Bruno Buozzi.

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Castelli Romani

Rocca di Papa, dai Pc alla penna e calamaio? Ballottaggio o viaggio nel tempo?

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Rocca di Papa – Il comandante della Polizia Locale di Nemi e funzionario di Roma Capitale Gabriele Di Bella, per circa 3 anni comandante della Municipale e responsabile dell’Ufficio Risorse Umane di Rocca di Papa fino allo scorso 29 novembre torna sull’argomento del completo abbandono della macchina organizzativa del comune collinare.

“Mi chiedo dove sono finiti tutti i leoni da tastiera che mi attaccavano sui social, mentre cercavo di sistemare le situazioni precarie e di completo abbandono che ho trovato in Comune, dal punto di vista amministrativo, tecnologico e organizzativo con mezzi e strutture che non venivano aggiornate da decine di anni. Ora che la macchina amministrativa è ferma completamente da alcuni mesi, e addirittura si rischia di perdere quanto fatto di buono negli anni precedenti. Di recente, afferma Di Bella, ho saputo che i nuovi computer e l’adeguamento tecnologico stipulato a prezzi convenienti, grazie ad una collaborazione intrapresa con una azienda leader di Roma, dopo regolare bando, rischiano di andare persi: “Si potevano acquistare 50 computer a poche migliaia di euro, come da stipula precedente da me redatta, invece è stata rinnovata la proroga con l’azienda al doppio della spesa per le casse comunali, senza studiare le carte amministrative“.  Un fatto gravissimo che potrebbe portare al prossimo inquilino del palazzo comunale a trovarsi senza pc e con penna e calamaio non per sua colpa.

I fatti sono molto chiari: quando Di Bella arriva nel 2019trova sulla sua scrivania polvere e scartoffie. Chiede formalmente un computer ma senza ottenere risposta quando diventa Responsabile delle Risorse Umane riscontra un situazione ai limiti della legalità o fuori, tra cui programmi senza licenze, mancata informatizzazione e carenza di strumenti. Con le poche risorse in bilancio individua sul Mepa la possibilità di noleggio Pc con possibilità di riscatto. Il contratto ha scadenza 31/12/2022. Una corrispondenza con la società in data 15 novembre chiarisce i passi futuri: con 7 mila euro si riscattano i computer che diventano del Comune. La proroga è scaduta il 31 marzo 2023. Quindi ci si chiede a che titolo sono all’interno del Comune quei Pc? Qual’è adesso il contratto e l’impegno di spesa visto che per legge è possibile una sola proroga? Chi garantisce poi la manutenzione resta un vero e proprio mistero se si pensa che il prossimo fine settimana si tiene un ballottaggio elettorale. Il venerdì prima del week end elettorale c’è stato un guasto nel sistema informatico e anche l’impossibilità di stampare documenti e tessere elettorali. Chi ha riparato il guasto e quando? “Il Comune – aggiunge Di Bella – non può essere sicuramente gestito come fosse casa propria. Ci sono delle regole sugli appalti da rispettare, bisogna agire con trasparenza e nel rispetto delle norme altrimenti si incorre in problemi seri. In attesa di risposte – prosegue il Comandante Di Bella – mi auguro che il Prefetto Giannini voglia adottare le dovute precauzioni al fine di garantire il corretto svolgimento del prossimo ballottaggio elettorale“.

Il comandante e funzionario della Polizia Locale Gabriele Di Bella, in partenza per l’Emilia Romagna,  come da richiesta del suo Comando di Roma, per dare aiuto e sostegno nelle operazioni di soccorso torna anche sul discorso delle assunzioni di personale e delle progressioni verticali su cui aveva lavorato per far assumere e promuovere il personale cercando di migliorare la professionalità della macchina amministrativa. 

“Le due deleghe che avevo come comandante della Municipale e responsabile del personale, assegnatemi dalla giunta, dopo il pensionamento del mio predecessore, le ho portate a termine con passione e nell’interesse dell’amministrazione pubblica e del personale tutto, come nello spirito e nell’indirizzo dell’intera giunta e sindaco in primis. Ci tengo a precisare che con il mio cessare dall’incarico per volere del commissario prefettizio giunto in Comune per la caduta del sindaco e dell’amministrazione comunale, dalla sera del 29 novembre, non ho potuto partecipare alla commissione esaminatrice per le progressioni professionali verticali. Quindi è fuori luogo accusare il sottoscritto di non aver contribuito a far crescere il personale alle categorie professionali superiori, come scrive qualcuno sui social, in quanto non ne facevo parte. Anzi ci tengo a precisare, che mi era stato detto che il responsabile del personale, quando ero ancora in carica, non avrebbe potuto partecipare alla commissione esaminatrice, quando ne ha invece come da normativa vigente pieno titolo. E difatti in quella nuova composta dal commissario prefettizio e segretario comunale ; il mio sostituto attuale nelle due deleghe che avevo (polizia locale e personale), ne ha poi fatto parte. Con le carte alla mano posso dire questo; forse era solo il mio nome e la mia persona che non era gradita in quella commissione, per motivi legati a questione politiche da parte di qualche ex componente della giunta decaduta, non certo per le normative vigenti . Per concludere, dice un sempre combattivo Di Bella, sono in attesa, con l’arrivo del nuovo prefetto di Roma Giannini, di essere ricevuto, per portare all’attenzione degli organi superiori competenti le situazioni anomale che in questi mesi sono accadute ed ho riscontrato al Comune di Rocca di Papa. Che hanno arrecato danno alle casse comunali e all’intera macchina amministrativa, situazione amministrativa comunale che il sindaco eletto si ritroverà a gestire, partendo da sotto zero, trovando un Comune privo di figure importanti e professionalmente preparate per portare avanti virtuosamente un Ente Pubblico, visto il fuggi fuggi di molti qualificati dirigenti e funzionari verso altri comuni avvenuti in questi ultimi mesi”.  Nei prossimi giorni il comandante Di Bella, illustrerà in una conferenza stampa, anche altre situazioni a suo dire anomale che ha riscontrato tra le carte e documenti alla mano in suo possesso.

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Cronaca

Roma, Palazzo Marina apre al pubblico

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Sabato 27 e domenica 28 maggio, la Marina Militare partecipa alla 11a edizione della manifestazione di architettura, arte e cultura denominata Open House Roma, aprendo le porte di Palazzo Marina alla cittadinanza e offrendo visite guidate gratuite.
 
Open House Roma è un evento annuale che consente l’apertura gratuita di circa 200 siti di qualunque epoca della Capitale, notevoli per le loro caratteristiche architettoniche e solitamente inaccessibili, con visite guidate gratuite. La Marina Militare, grazie a Open House, ha la possibilità di mostrare ai cittadini con quale passione mantiene e valorizza questo patrimonio storico, artistico e culturale. Una visita che porta gli ospiti a scoprire i luoghi caratteristici della sede dello Stato Maggiore della Marina: dal cortile interno al monumentale Scalone d’Onore, dai lunghi corridoi screziati dai marmi all’elegante Biblioteca Storica, fino ad arrivare alle imponenti ancore nere provenienti dalle corazzate austroungariche Teghettoff e Viribus Unitis, simbolo della vittoria italiana sul mare nella Prima Guerra Mondiale, che per i romani rendono Palazzo Marina il “Palazzo delle Ancore”. 
 
Le visite sono su prenotazione (www.openhouseroma.org/node/5621) e l’ingresso avviene dall’entrata in Lungotevere delle Navi 17 (lato Ancore), dalle ore 09.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle 18.00 (ultimo ingresso) in entrambi i giorni. In occasione dell’evento è disponibile un punto informativo presso il quale ricevere materiale promozionale e conoscere i prodotti editoriali della Marina Militare come il Notiziario della Marina, Rivista Marittima e i volumi dell’Ufficio Storico, insieme al personale di Forza Armata che illustrerà le opportunità professionali che questa offre.
 
Approfondimenti:
Palazzo Marina si erge sulle sponde del Tevere a ribadire la naturale e storica vocazione marittima dell’Italia e a ricordare come la penisola abbia conquistato un ruolo preminente nella storia ogni qual volta abbia investito sul mare, assecondando la sua geografia. Questo è il messaggio che l’edificio “trasmette” da oltre 90 anni attraverso la sua posizione e attraverso un programma iconografico (e quindi comunicativo) espresso fin dalla facciata e poi ribadito all’interno, nel susseguirsi degli ambienti di rappresentanza. Palazzo Marina fu inaugurato il 28 ottobre 1928 e autorizzata la sua costruzione con Legge speciale del 18 luglio 1911. L’’edificio, destinato ad ospitare il Ministero della Marina, in base al “policentrismo delle sedi” imposto da Giolitti, non fu allineato con gli altri palazzi della Difesa su via XX Settembre ma fu “destinato” al quartiere Flaminio, che offriva, all’epoca, nuovi spazi e nuove prospettive all’espansione della città.
L’ubicazione in prossimità del Tevere, e in particolar modo del porto fluviale (poi Scalo de Pinedo) fu ritenuta di valore simbolico tale da indurre il Governo Giolitti a investire solo per il Ministero della Marina – la cui costruzione era giudicata urgente giacché gli spazi nella temporanea sede nel Convento di Sant’Agostino erano insufficienti – denaro pubblico nell’acquisto da privati del terreno su cui edificare il palazzo, mentre per tutti gli altri dicasteri coevi impose tassativamente l’utilizzo di aree demaniali. La vicinanza al fiume, infatti, colloca il Palazzo della Marina in una “ideale e anche fisica continuità tra il Tevere navigabile e il mare” e rimanda all’identità marinara che Roma, attraverso il suo fiume – e sua antica via per il Mediterraneo -, ha sempre rivendicato, ponendosi alla stregua di Venezia e Genova. Genova, Roma e Venezia sono, infatti, i nomi iscritti sulle tre finestre monumentali dell’avancorpo centrale della facciata di Palazzo Marina sul Lungotevere: sono i simboli dell’Imperium Maris italiano nella storia che vengono menzionati anche all’interno dell’edificio, sia nelle decorazioni pittoriche di Antonino Calcagnadoro, Giuseppe Rivaroli, Pieretto Bianco, Pio e Silvio Eroli, sia nelle arti applicate realizzate da Umberto Bellotto. Il palazzo,eretto appositamente per la Marina Militare (all’epoca Regia Marina) e ad essa esclusivamente dedicato, “parla” di mare attraverso iscrizioni, simboli, raffigurazioni e quello straordinario “ordine architettonico marinaro” che il suo progettista, Giulio Magni, inventa per l’occasione. Vero e proprio unicum per la sua intonazione navale, Palazzo Marina offre l’occasione di percorrere un viaggio simbolico e storico a ritroso attraverso le glorie d’Italia sul mare, dalla Grande Guerra all’antica Roma. Un percorso che, nel lungo periodo di gestazione dell’edificio, ha assunto la sua definitiva configurazione nel giugno 1929, quando furono posizionate in facciata le ancore delle corazzate austroungariche Teghettoff e Viribus Unitis,
 



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