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Roma

ROMA, LA RESA DI NIERI: GIUNTA MARINO ALLA DERIVA IN DIREZIONE "RIMPASTONE"

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Tempo di lettura 3 minuti Dopo le dimissioni di Luigi Nieri, il vicesindaco capitolino che ha sventolato bandiera bianca nel tardo pomeriggio di martedì, la giunta Marino imbarca acqua da ogni dove.

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di Matteo La Stella

Roma – Dopo le dimissioni di Luigi Nieri, il vicesindaco capitolino che ha sventolato bandiera bianca nel tardo pomeriggio di martedì, la giunta Marino imbarca acqua da ogni dove. Non c'è terra all'orizzonte neanche a scrutarlo con il cannocchiale e la nave del “Campidoglio” continua a perdere pezzi, compromessa dalla recente tempesta giudiziaria legate all'inchiesta su “Mafia Capitale” e dalle dimissioni delle ultimissime settimane.

Dopo la burrasca, però, non splende il sole, anzi: la nebbia lambisce ciò che resta dell'imbarcazione, spinta verso il "rimpastone tappa buchi" dalle “correnti decisionali”, la democratica e poi quella targata Gabrielli, che indirizzano con forza la nave non guidata da capitan Marino, che c'è, ma non ha abbastanza polso per dirigere il timone, ultimo appiglio utile per mantenersi a bordo, tanta è la paura di finire in acqua.

Certo è che al sindaco la nave piace poco: preferirebbe al timone il manubrio della sua bicicletta, più ecologica e facile da guidare anche senza particolari attitudini e attributi, qualità che gli sarebbero tornate utili per evitare di consegnare la sua nave in pasto alle correnti e agli squali e quelli che gli servirebbero ora, indipendentemente dalla decisione di Alfano, per alzare i tacchi, consapevole che senza ciurma, né leadership, né nave, nessuna manovra potrà essere quella giusta, ad eccezione delle dimissioni che dopo anni di inconsistenza, decisioni sparate con il bersaglio alle spalle e tante pedalate, conserverebbe nell'uomo Ignazio Marino un po' di dignità, destinata a dissolversi definitivamente quando gli scogli spezzeranno in due lo scafo della nave-giunta, nascosti dalla nebbia fino all'ultimo istante, e la caduta in acqua sarà di quelle memorabili, da prima pagina anche per lui, che ormai fa scalpore solo per la fama da collezionista di messaggi minatori, o per le ultime smentite sul “rimpastone” ora più che mai palesemente necessario per salvare le apparenze e mantenere il posto al timone, solo da spettatore.

Nieri si dimette.
L'ultimo fulmine che ha colpito la nave-giunta romana è senza dubbio la ritirata del vicesindaco Luigi Nieri, scivolato giù dal Monte Capitolino senza alcun evidente preavviso. Le avvisaglie delle rassegnate dimissioni del numero 2, però, c'erano già da tempo: dopo mesi passati nel limbo dell'amarezza e dei tormenti, nell'ultima parte della sua carica da vicesindaco Nieri era finito all'angolo, pressato dalle richieste del Pd per un nuovo vice-Marino, divenute sempre più altisonanti con l'avvento del “rimpastone” figlio dell'imminente "fase 2" dell'esecutivo. A questo si erano sommate anche le polemiche che avevano investito Nieri per i presunti contatti con la coop di Salvatore Buzzi, emerse dalla relazione prefettizia oltre ai tanti dissidi che ultimamente imperversavano anche con i suoi di Sel, dove la protezione cantata per il vicesindaco, a suon di barricate promesse, era andata via via scemando. Per questo, in un caldo pomeriggio di metà luglio, in vista del "rimpasto” a cui si avvia la giunta Marino, Nieri ha deciso di deporre le armi, onde evitare inutili spargimenti di sangue nei giorni avvenire. Composto è salito in Campidoglio per comunicare la sua decisione al sindaco-medico che non è riuscito a farlo desistere. Dimissioni:”Irrevocabili, anche se non sono indagato” ha precisato l'uscente vicesindaco. “Luigi ora mi ha comunicato la sua decisione di volersi sentire libero, per rispondere con tutta la forza necessaria alla continua delegittimazione di cui è bersaglio”, ha spiegato Ignazio Marino, molto legato al vendoliano. Dunque, quelle di Nieri seguono altre dimissioni che hanno contribuito a rendere la nave un rottame alla deriva nel giro di pochi giorni: prima del segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello, poi del collaboratore di Marino Mattia Stella. Senza contare, poco più indietro nel tempo, l'abbandono dell'assessore alla Casa Daniele Ozzimo, del presidente dell'assemblea capitolina Mirko Coratti e di diversi consiglieri finiti in manette per l'inchiesta di Mafia Capitale, oltre all'annunciato ritiro dell'assessore ai Trasporti Guido Improta.

Arriva la “fase 2”, A.A.A. vicesindaco cercasi.
L'unica chance per mascherare il fallimento resta ora, per Marino, il “rimpasto” del suo esecutivo mutilato, suggellato a più riprese dalla corrente dem. Il sindaco vuole fare in fretta, e dopo la caduta dell'ennesimo pezzo conta di mettere un punto entro la fine di luglio. Il problema è che nessuno crede più nel suo progetto, difficile da avallare già agli albori, destinando Marino a fare incetta di:” No, grazie” da parte dei parlamentari Pd interpellati, ancorati al seggio data l'impossibilità della doppia carica. La prima in lista per sostituire Nieri è Lorenza Bonaccorsi, renziana fedele ritenuta da molte la persona giusta. La democratica però non ci pensa proprio a raggiungere il Campidoglio, che potrebbe raggiungere solo nel caso in cui dal piano più alto di casa Pd arrivassero delle sollecitazioni a fronte di una richiesta d'aiuto da parte del sindaco. Altro personaggio ben lontano dalla carica in Aula Giulio Cesare è Matteo Orfini, Commissario del Pd capitolino e figura chiave nei giorni più difficili del buio sul Campidoglio. Da altre direzioni giugnono i nomi del magistrato Alfonso Sabella, divenuto assessore alla legalità per mano del sindaco-chirurgo dopo la tempesta giudiziaria per “Mafia Capitale”, quello di Fabio Melilli, segretario regionale dem, oppure di Roberto Morassut, ex assessore all'urbanistica per il comune di Roma. Chi se la sentirà di puntare tutto sulla partita di Ignazio Marino? Non si sa. Nessuno punterebbe sapendo già di aver perso. 

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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