ROMA, MAFIA SOLIDALE: DATI SHOCK SU AFFIDAMENTI DIRETTI

 

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di Maurizio Costa

Roma Capitale
– Continua l'inchiesta de “L'Osservatore d'Italia” sullo scandalo di Mafia Capitale, nel nostro caso ribattezzata Mafia solidale, che ha travolto l'amministrazione comunale di Roma. Il dipartimento delle Politiche Sociali, della Sussidiarietà e della Salute di Roma ha pubblicato tutte le gare d'appalto del 2013, seguendo gli adempimenti dell'Autorità di Vigilanza sui Contratti Pubblici (Avcp).

Dal primo dicembre 2012 al 31 dicembre 2013, il dipartimento ha sottoscritto 1040 gare d'appalto per progetti che rientrano nell'ambito del sociale. Molti di questi sono stati vinti dalle cooperative controllate da Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, come il “Consorzio Eriches” e la “Cooperativa 29 giugno”. Tra i vincitori delle varie gare rientra anche il “Consorzio Sol.Co.” di Mario Monge, che gestisce il Nuovo Cinema Aquila.

La maggior parte di queste gare riguardano progetti socialmente utili, come la creazioni di centri di accoglienza per immigrati o la pulizia dei campi rom della capitale. Il problema è che su 1040 appalti, ben 398 sono stati affidati direttamente dal comune di Roma, cioè senza gara di appalto pubblica. Questa procedura ha visto molte cooperative che poi sono rientrate nello scandalo di Mafia Capitale. La legge permette di affidare direttamente i servizi, fino a determinate cifre, ma il comune di Roma avrebbe attuato questa norma troppe volte, favorendo, seppur inconsapevolente le presunte attività mafiose di Buzzi e Carminati. La “Cooperativa 29 giugno”, per esempio, ha ottenuto due appalti affidati dal Comune attraverso una delibera dirigenziale, per la bonifica ambientale fognaria del villaggio La Barbuta e del Candoni, che ospitano le popolazioni rom. Questi due appalti hanno portato nelle casse della cooperativa di Buzzi 30mila euro, senza contare un altro appalto da 86mila euro in fase di liquidazione.

Anche la cooperativa “Eriches 29”, che rientra sempre nell'impero di Carminati e Buzzi, si è vista affidare appalti con la procedura negoziata.     Per gestire l'accoglienza delle madri con figli minori il Comune di Roma ha utilizzato l'affidamento diretto per “ragioni di natura tecnica o artistica ovvero attinenti alla tutela di diritti esclusivi”, secondo il Codice sugli appalti. Per questo motivo, la "Eriches" ha ricevuto 215mila euro dilazionati in un anno. Sempre con la stessa modalità, la cooperativa collegata a Buzzi ha ricevuto 561mila euro per l'accoglienza notturna per persone adulte, singole italiane e straniere apolidi in grave condizione di disagio economico, familiare e sociale. La "Eriches" ha percepito anche 16mila euro, con affidamento diretto, per l'emergenza neve del 2013. Avevano ragione a dire che gli immigrati fruttavano più della droga: in un anno, la cooperativa collegata a Buzzi ha ricevuto quasi 2 milioni di euro affidati direttamente con una delibera dirigenziale, per la gestione del villaggio Pontina in località Monte Melara. La maggior parte di queste gare d'appalto sono state fatte anche dalla giunta di Ignazio Marino, che da giugno del 2013 amministra la
capitale.

Su 1040 gare, meno di venti sono state effettuate attraverso una procedura pubblica e aperta a tutte le altre cooperative. Infatti, ben 571 appalti sono stati concessi con la procedura negoziata, che prevede comunque una scelta di operatori invitati alla partecipazione dal comune di Roma. Il consorzio di cooperative “Sol.Co.” di Mario Monge, che gestisce anche il Nuovo Cinema Aquila, ha vinto più di 30 gare attraverso l'affidamento ristretto: il comune, infatti, ha invitato solamente un numero di operatori ristretto. In questa maniera, il Sol.Co. ha ricevuto quasi 150mila euro in un anno per vari progetti, come “Porte Sociali”, “Servizio accoglienza” e il monitoraggio dei servizi migranti e per l'inclusione sociale.

Il Codice sugli appalti pubblici stabilisce che una gara di affidamento può essere espletata senza bando se sussiste un'urgenza oppure nel caso in cui nessuno presenti delle offerte adeguate. In questo caso, però, il Comune dovrebbe comunque consultare almeno tre operatori per poi scegliere il migliore secondo principi di trasparenza e di utilità. Inoltre, una stessa cooperativa può vincere un bando per un massimo di tre anni consecutivi e solo se la gara ha le stesse caratteristiche dichiarate nel primo bando.
Di esempi come questi ce ne sono a centinaia: basta consultare il sito del Comune di Roma. La pratica dell'amministrazione capitolina è legale, ma sono i numeri a parlare: con tutta probabilità il metodo dell'affidamento diretto è stato usato eccessivamente dal dipartimento delle Politiche Sociali. In questo modo, l'amministrazione ha fatto proliferare le associazioni di stampo mafioso, che avrebbero lucrato sugli immigrati e sui progetti socialmente utili organizzati dall'amministrazione comunale. Parliamo di milioni di euro che potevano essere investiti sicuramente in maniera differente.