Roma, Malborghetto: dopo 7 anni ancora vietato usare l’acqua per uso potabile. Raggi firma ordinanza fino al 31/12/2021

Prorogato fino al 31.12 2021 il divieto per uso umano dell’acqua proveniente dalla rete idrica degli acquedotti ex Ente Maremma in località Malborghetto, località sulla Flaminia all’estrema periferia del Municipio XV di Roma.

L’ordinanza di divieto è stata emessa dalla Sindaca Virginia Raggi dopo sette anni dal primo provvedimento emanato da Ignazio Marino.

Un problema quello dell’acqua con presenza di arsenico e di una rete idrica fatiscente, che anche la giunta della Sindaca Raggi non è riuscita a risolvere a distanza di oltre 4 anni dalla sua elezione, costringendo oltre 60 famiglie, corrispondenti ad un numero ancor maggiore di persone, a rifornirsi di un bene primario mediante recipienti propri presso un serbatoio di emergenza installato dall’Acea a ridosso della ferrovia “Roma Nord “ tra via Barlassina e via Arcore.

Una vicenda che definire da terzo mondo appare eufemistico, soprattutto se si considera che parliamo di un territorio ricompreso all’interno della Capitale e tenendo conto del fatto che tale inaccettabile situazione si trascina ormai da circa venti anni, da quando , con la riforma dell’ex Ente Maremma, venne istituita L’Arsial (Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’ Innovazione Agricola del Lazio).

Da allora i beni immobili, acquedotti e strade, realizzati all’epoca della riforma agraria dall’ex ente maremma, avrebbero dovuto essere presi in carico dai comuni territorialmente competenti, in forza di specifiche norme di legge statali e regionali.. A tutt’oggi però i residenti di Malborghetto continuano a subire sulla loro pelle una situazione insostenibile alla quale si aggiunge anche una vergognosa condizione di abbandono delle sedi stradali, anch’esse mai prese in carico dal Comune di Roma .

“Appare indecoroso e non degno di una Capitale occidentale –ha dichiarato Andrea Simonelli in rappresentanza dei cittadini della zona – che un bene primario come l’acqua e il diritto alla mobilità siano negati o fortemente compromessi per l’inefficienza politico amministrativa del Comune di Roma e della Regione Lazio. E se per gli acquedotti sono almeno chiare le responsabilità e gli interlocutori istituzionali –prosegue Simonelli- per le strade si assiste ad un balletto indecente di rinvii di responsabilità tra la Regione Lazio (ARSIAL), Comune di Roma e Municipio XV, che rendono ancor più avvilente e inaccettabile il protrarsi di questo stato di abbandono”. “Anche su quest’ultimo argomento è giunto il momento che si faccia chiarezza e il Comune prenda in carico le strade ex Ente Maremma in ottemperanza alle vigenti norme di legge, mentre la Regione Lazio –conclude Simonelli- trasferisca al Comune le risorse necessarie per la loro messa a norma.”

Sull’argomento è intervenuto anche Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale : “Gravissimo che ancora la rete idrica risalente alla riforma agraria, anni ’50, è in eternit e questo potrebbe contribuire a causare proprio la presenza di arsenico nell’acqua o comunque di sostanze inquinanti”.

“Sono 7 anni che prorogano l’ordinanza con la motivazione di dover definire aspetti tecnico amministrativi senza fare di fatto nulla di concreto. . Peraltro ci si chiede –prosegue Benvenuti- se essendo vietata l’acqua per uso umano, debba ritenersi vietato anche l’uso in agricoltura e zootecnica vista la presenza di allevamenti nella zona. In questo caso perché non vi nell’ordinanza alcun trasparente chiarimento che pertanto lascia dubbi ed incertezze”.

“Necessario procedere in tempi rapidi a garantire ai cittadini interessati acqua pubblica senza arsenico o altre sostanze tossiche , quindi fuori dai parametri di conformità, e ridare –conclude Benvenuti- al più presto servizi e dignità ad una zona che vorremmo ancora una volta ricordare fa parte della Capitale”.