ROMA, METRO C: L'ANTICORRUZIONE INVIA LA RELAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI

di M.L.S.
Roma
– Giunta ad un costo complessivo di 3 miliardi e 739 milioni di euro, con un aumento dei costi di 692 milioni, la metro C è in lizza per essere eletta l'opera pubblica più costosa di sempre. Tra le molteplici varianti in corso d'opera, la carenza di mirati accertamenti archeologici e le innumerevoli vicissitudini che hanno portato il Comune di Roma a versare milioni e milioni di euro nei confronti del consorzio Metro C, nella giornata di venerdì l'Anac presenta la sua relazione alla Corte dei Conti. Secondo l'Authority, la metro c capitolina desta sospetti, tanti da far sembrare l'opera in sé un suicidio. Nello specifico, Anac, in una delibera approvata dal Consiglio dell'Autorità guidata da Raffaele Catone afferma di: “Ritenere l'operato della Stazione appaltante – cioè Roma metropolitane- non coerente con i principi di trasparenza e di efficienza per aver messo a gara un progetto di tale rilevanza in carenza di adeguate indagini preventive, per una parte molto estesa del tracciato, senza tener in debito conto i pareri espressi dalla Soprintendenza archeologica”.

A vantaggio del consorzio metro C.
L'anticorruzione, inoltre, sottolinea come:”Le modifiche introdotte in sede contrattuale appaiono a vantaggio del Contraente generale- in questo casoorzio m il consorzio Metro C-avendo comportato una riduzione degli oneri di prefinanziamento a carico dello stesso e una riprogrammazione delle attività, con anticipazione di opere apparentemente meno complesse, di contro a una, di fatto, mancata accelerazione delle attività di competenza di Metro C”.

Linea T2 fonte di riflessione. L'Anac, inoltre, richiama “I soggetti coinvolti ad assumere ponderate decisioni circa il prosieguo dell'opera, atteso che, per la tratta T2 – quella che dovrebbe intercorrere tra Piazzale Clodio Clodio/Piazza Mazzini e Piazza Venezia- allo stato di fatto sono ancora concretamente da valutare tempi e costi di esecuzione nonchè la stessa possibilità di realizzazione”. In tal caso, adeguate indagini pregresse sulla linea C avrebbero disincentivato la progettazione della T2, che per passare sotto il centro della Capitale troverebbe ostacoli evidenti di natura archeologica, valevoli per la disdetta dei lavori dettata dai costi esorbitanti e dalla scarsissima fattibilità.
Chi risponderà di ciò alla Corte dei Conti?