ROMA, NUOVO CINEMA AQUILA: UN GIOCO DI COOPERATIVE DIETRO LE QUINTE

di Maurizio Costa

ROMA – La storia del Nuovo Cinema Aquila comincia intorno agli anni ‘70, quando la struttura entra nel giro della Banda della Magliana, diventando un cinema a luci rosse. Finalmente, nel 2004, il Comune di Roma lo espropria alla mafia e lo affida, tramite bando pubblico, ad una cooperativa sociale, la Sol.Co., rappresentata dal signor Mario Monge.

Fin qui tutto bene: normalmente la pratica per affidare beni espropriati è proprio questa.

Nei nostri tabella precedenti è esposta tutta l’inchiesta, punto per punto (http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9743 e http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=9861).

La storia – Dal 2004 al 2008, il cinema rimane chiuso per i lavori di ristrutturazione, costati 2 milioni di euro, eseguiti dal Dipartimento XIX del Comune di Roma.

Il 23 maggio del 2008, il Comune affida alla Cooperativa Sol.Co. la gestione del Nuovo Cinema Aquila. La struttura, essendo un bene espropriato alla mafia, per legge, doveva essere utilizzato come “luogo dove svolgere attività di educazione al cinema” e quindi doveva perseguire scopi sociali ben definiti, come l’aggregazione giovanile e l’autoproduzione culturale.

Il fatto – La convenzione che affidava il bene alla Sol.Co. aveva delle regole ben chiare che, se non fossero state rispettate, avrebbero causato la revoca della convenzione stessa. Per esempio, “l’immobile o parti dell’immobile – si legge nel testo – non possono essere dati in locazione a soggetti terzi anche per brevi periodi”; inoltre, all’articolo 24, si stabilisce che “il concessionario (la Sol.Co. n.d.r.) non può trasferire ad altri il godimento del bene in uso, né subconcederlo, né cambiare la destinazione per cui è stato concesso”, pena la revoca della concessione.

Sono state rispettate queste leggi? No.

Una nuova cooperativa – L’undici aprile 2011, nasce la “N.C.A. Società Cooperativa Sociale (ONLUS)”, fondata dallo stesso Mario Monge, già presidente del Consorzio Sol.Co. (che comprende la omonima cooperativa sociale), e anche da Fabio Meloni, presidente della Cooperativa Sociale Sol.Co. Questa N.C.A., essendo una ONLUS, non deve avere scopo di lucro. La società, come si legge nel suo atto costitutivo, nasce per svolgere attività di produzione cinematografica, convegni, rassegne e gestione di strutture culturali, museali e sale cinematografiche. 

Questa nuova cooperativa è formata dai lavoratori del Cinema stesso che, versando una quota di 200 euro, entrano nella N.C.A., insieme ai già citati Monge e Meloni.

Qui arriviamo al punto. Il 30 luglio del 2013, il Consorzio Sol.Co., che gestiva il Cinema attraverso la cooperativa Sol.Co., affida, tramite accordo, la gestione del Nuovo Cinema Aquila alla N.C.A., andando, naturalmente, contro le regole del bando e della convenzione con il Comune di Roma.

La cosa buffa è che questo accordo sancisce la trasmissione della gestione del bene dalla Sol.Co, capitanata da Mario Monge e Fabio Meloni, alla N.C.A., con presidente Meloni e Monge nel Cda.

Difatti, il Cinema è stato dato ad una cooperativa diversa da quella che aveva vinto il bando comunale. Sui biglietti del cinema compare ben visibile il nome della N.C.A., che, come recita il tagliandino, è organizzatrice e titolare del Sistema.

Il retroscena – Dal suddetto contratto, inoltre, emerge che la N.C.A. deve pagare 12.000 euro l’anno, oltre l’Iva, alla Sol.Co. fino al 22 maggio 2018. L’articolo numero sei di questo contratto non fa altro che gettare oscurità sulla vicenda: “Il personale designato allo svolgimento delle attività – si legge nel testo – deve mantenere nei confronti di qualsiasi persona non autorizzata la riservatezza per quanto attiene a informazioni riservate.”

L’N.C.A. comincerà a gestire il cinema nel 2014, ottenendo dal Comune di Roma 40.000 euro come impegno di spesa. Da aprile del 2014 il cinema è della N.C.A., contravvenendo alle leggi del bando e del Comune.

Stipendi – Da informatori, abbiamo ricevuto notizie, registrate, che i dipendenti non prenderebbero stipendi da almeno 3 o 4 mesi. Tra l’altro, una persona che ha lavorato nel cinema per 2/3 anni, in nero, sarebbe stata licenziata via mail dai gestori del cinema.

La gestione sembrerebbe un po’ oscura e la situazione si aggraverebbe dopo queste dichiarazioni anonime.

Gli spazi di un articolo non ci permettono di continuare, ma tra una settimana pubblicheremo altri dati importanti intorno a questa vicenda.