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ROMA – 400 militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, con il supporto di elicotteri ed unità cinofile, stanno eseguendo – nel Lazio, in Calabria e in Sicilia – un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di 51 persone (50 in carcere e 1 ai domiciliari), appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti, con base nella Capitale.
All’esito
delle indagini coordinate dalla D.D.A.
capitolina, gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo
di Polizia Economico-Finanziaria hanno smantellato uno strutturato
sodalizio dedito al traffico di cocaina
e hashish, capeggiato dai pregiudicati Fabrizio PISCITELLI (classe
1966 – il capo ultrà ucciso il 7 agosto
scorso al Parco degli Acquedotti) e Fabrizio FABIETTI (classe 1977).
FABIETTI, in particolare, si colloca sulla scena
criminale quale importante broker del narcotraffico
capitolino, dotato di qualificate relazioni sia sul fronte degli approvvigionamenti di
droga – risultando in affari con soggetti contigui a organizzazioni di matrice
mafiosa (cosca di ‘ndrangheta BELLOCCO),
quali i fratelli Emanuele (classe 1986) e Leopoldo COSENTINO (classe 1983), entrambi
destinatari del provvedimento cautelare – sia rispetto a un nutrito “portafoglio clienti”.
Questi
ultimi rappresentano gli acquirenti
all’ingrosso che, a loro volta, sono i referenti/responsabili di
sotto-gruppi criminali che
riforniscono le diverse “piazze” di spaccio di quartiere, esercitando il business della droga sull’intero territorio della Capitale (con
basi a Nord nel quartiere Bufalotta,
a Est nei quartieri San Basilio, Colli Aniene, Tor Bella Monaca e Borghesiana,
a Sud nei quartieri Tuscolano e Romanina, a Ovest nei quartieri Ostia e Primavalle)e nelle zone
limitrofe (comuni di Frascati, Ardea e Artena), secondo una vera e propria logica imprenditoriale di divisione
dei compiti.
Suggestiva
l’espressione con la quale FABIETTI manifesta a un sodale l’influenza
esercitata sul mercato illegale capitolino: “…la devo dà a tutta Roma …”.
Parallelamente
alle attività illecite strettamente connesse al traffico di droga, le indagini hanno
consentito di ricostruire il ruolo di Fabrizio
PISCITELLI, alias “Diabolik”,
il quale, comunque coinvolto nella compravendita di stupefacenti, si ergeva a figura di riferimento nel “controllo” del
territorio, nonché di garanzia e affidabilità dell’associazione, che si avvantaggiava
della sua leadership.
PISCITELLI godeva, infatti, di un particolare
riconoscimento nella malavita e operava avvalendosi di soggetti, alcuni dei
quali coinvolti anche nella presente associazione dedita al traffico di droga [Ettore ABRAMO alias “Pluto” (classe 1966), Aniello MAROTTA (classe 1976), Alessandro TELICH (classe 1987)], che
fanno parte di una frangia ultrà di
tifosi di cui era divenuto capo.
Le
investigazioni hanno fatto emergere uno spaccato delittuoso che vede il
sodalizio di narcotrafficanti evolversi
e costituire una “batteria di picchiatori” (“…oh
gli ho preparato una macchina, li
massacriamo tutti eh…”)
composta da soggetti appositamente incaricati dell’esecuzione di
attività estorsive per il recupero dei crediti maturati nell’ambito del
traffico di droga, mediante l’impiego della violenza, non escludendo l’uso
delle armi (“…vabbè spariamogli, che dobbiamo fare?…).
Una batteria che agisce in concreto: sono
almeno due gli episodi di estorsione con metodi violenti ricostruiti. Il primo
ai danni di un vecchio
compagno di cella di FABIETTI che,
responsabile di non aver onorato un pregresso debito di droga di circa 100.000 euro, diviene vittima di una
brutale aggressione, prima di cedere alle richieste dei vertici del sodalizio.
Il
secondo episodio estorsivo matura, invece, nei confronti di altri due soggetti
già noti alle cronache giudiziarie per i loro trascorsi nel settore del
narcotraffico. Ancora una volta, dopo le minacce di morte, gli associati
riescono a farsi promettere la dazione di 90.000 euro.
L’operatività
del sodalizio è garantita e supportata anche dal ricorso a propri sistemi di
comunicazione all’avanguardia, quali sono quelli forniti dall’associato Alessandro
TELICH, già tratto in arresto nell’ottobre del 2013 per aver favorito la
breve latitanza di PISCITELLI. TELICH, alias “Tavoletta”, è un tecnico informatico, titolare di una società
con sede a Dubai (Emirati
Arabi Uniti), operante nel settore del controspionaggio industriale e delle
telecomunicazioni, che esegue bonifiche
sulle autovetture e nelle abitazioni degli associati, fornisce sistemi di
comunicazione criptati che convogliano i dati presso server ubicati negli Emirati, così da
rendere il sistema ancora più impenetrabile agli investigatori.
La costante e immediata
disponibilità di rilevanti somme di denaro permette all’organizzazione
criminale di ottenere condizioni economiche favorevoli nel corso delle
trattative promosse con i fornitori dello stupefacente. Potendo pagare con la
formula “subito e cash”, il prezzo ottenuto è sempre vantaggioso e il “giro”
si allarga a dismisura, anche perché il sodalizio garantisce poi la
consegna “a domicilio” da parte di Fabrizio
BORGHI (classe 1977) e Daniela Viorica GERDAN (classe 1980).
Accanto ai promotori del
sodalizio, si affianca una schiera di acquirenti
“all’ingrosso”che, in ragione
dello stabile rapporto di fornitura che li lega, sono considerati parimenti
associati all’organizzazione, garantendole costanti disponibilità
economiche, fondamentali per la sua esistenza e operatività.
Tra
questi spiccano i fratelli Nicolas ed
Emiliano PASIMOVICH (entrambi classe 1985), originari del Sudamerica ma
residenti sul litorale pontino. I due sono tra i più affidabili acquirenti
selezionati dal FABIETTI, cui si
aggiungono Adnan IBRAKOVIC (classe
1981), Stefano PICCIONI (classe 1971), Paolo SALVEMINI (classe
1977), Stefano CONIGLIO (classe 1983), Adamo CASTELLI (classe
1967), Angelo BARTOCCI (classe 1963), Giuliano CAPPOLI (classe
1993), Abramo DI GUGLIELMO (classe 1980) e Sabatino DI
GUGLIELMO (classe 1968) – questi ultimi due contigui al clan dei CASAMONICA – Roberto
MONTANARO (classe 1961) e Marco TRIPODI (classe 1976).
Nonostante
l’elevato numero degli associati (trentadue), l’organizzazione criminale è
comunque aperta alle nuove occasioni di profitto generate dai soggetti che
ruotano attorno ad essa. Questi ultimi, che siano fornitori occasionali [come i
fratelli COSENTINO o Maurizio CANNONE (classe 1973)],
acquirenti saltuari [Gianluca ALMAVIVA (classe 1979), Marco DE
VINCENTIIS (classe 1979), Fabio DE TOMMASI (classe 1962), Ruben ALICANDRI
(classe 1977), Danilo PERNI (classe 1970)] ovvero, ancora, corrieri
e factotum arruolabili all’occorrenza
[Umberto SCARPELLINI (classe 1974), Marco ADAMO (classe 1980) e Luigi
CENTI (classe 1974)], riconoscono il sodalizio e ne individuano
un’opportunità di investimento.
Nell’ambito
delle indagini, svolte nel periodo febbraio-novembre 2018, è stata ricostruita
la compravendita di circa kg. 250 di cocaina e kg. 4.250
di hashish, per un valore complessivo stimato “al dettaglio” di circa
120 milioni di euro.
L’attività
repressiva nel contempo condotta ha consentito di evitare che parte dello
stupefacente (oltre kg. 60 di cocaina e circa kg. 3.800 di hashish)
venisse immessa sul mercato. In occasione dei sequestri operati sono state
tratte in arresto, in flagranza di reato, 18 persone tra corrieri e fiancheggiatori.
L’associazione
poteva contare su un flusso costante di
droga proveniente dal Sud America (cocaina da Colombia e Brasile) e dal Nord Africa (hashish dal
Marocco), garantito dai fornitori abituali, quali Dorian PETOKU (classe
1988), Francesco Maria CURIS (classe 1961) e Alessandro SAVIOLI (classe 1961), tutti destinatari dell’odierna ordinanza.
Le azioni di contrasto
assicurate nel corso delle indagini, suggellate dall’esecuzione dell’odierno
provvedimento cautelare emesso dal Tribunale di Roma, costituiscono la
testimonianza dell’impegno profuso dalle Fiamme Gialle nella tutela della
legalità e nel contrasto ai traffici illeciti.
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