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Roma

ROMA: ORA MARINO LANCIA L'ALLARME IMMIGRATI. QUANDO SI DICE GIOCARE D'ANTICIPO…

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Tempo di lettura 3 minuti il sindaco-chirurgo ha preso coscienza dell'emergenza immigrazione, dedicandole un'intervento durante l'audizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema dell'accoglienza.

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di Matteo La Stella

Roma – Come un neonato che scopre il mondo dall'alto del suo seggiolone, anche il sindaco Ignazio Marino inizia a fare i conti con la realtà che lo circonda: quella dell'Urbe. Durante l'audizione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti andata in scena martedì mattina, il sindaco-chirurgo ha infatti preso coscienza dell'emergenza che affligge una città povera di risorse in materia, dedicando un suo intervento all'argomento. Lancia l'allarme il pargolo di palazzo Senatorio, ormai non più neonato, che dall'inizio della sua carica sembra aver brancolato nel buio, quasi fosse bendato, incapace di reagire ma soprattutto di captare le esigenze della capitale lanciata alla deriva. Durante il suo mandato l'albero del Campidoglio si è spezzato più volte, ha perso rami secchi durante la tempesta, mentre i più fragili si allontanavano per colpa dalla sua leadership dormiente.

Dopo un biennio, però, la sveglia del sindaco inizia a suonare e, tra rimpasti e potenziamenti, la sua giunta riprende forma, sospinta dalla corrente Pd che gli regala l'ennesima iniezione di fiducia. Ora la benda sembra cadere, donando nuovamente la vista ad Ignazio Marino che scopre l'Urbe per la prima volta. A due anni dall'inizio della carica-soprammobile, il primo cittadino inizia a vedere la situazione che alberga in città, nulla di nuovo per chi vi ha passeggiato almeno una volta negli ultimi anni.

“Meglio tardi che mai – verrebbe da esclamare – il sindaco ha finalmente gli occhi per guardare". Ma ogni angolo di Roma grida vendetta, inascoltata da troppo tempo. Non è un videogioco, e anche lo fosse Ignazio Marino avrebbe già perso tutte le sue “vite da sindaco”. Riprovare non basta, la capitale ha bisogno di certezze e capi saldi, e gli atteggiamenti del suo numero 1, frutto del “doping Pd”,  non fanno che annichilire ancora di più la sua persona, che agisce di polso solo a pochi centimetri dal baratro, prima di tornare all'inconsistenza che ha sempre contraddistinto il suo operato.

 

Marino e la scoperta dell'emergenza immigrazione. Ignazio Marino, neo-vedente, si affaccia alla questione migranti sottolineando come Roma non sia in grado di accogliere migranti per la carenza di strutture e di denaro. Davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta presieduta da Gennaro Migliore, il sindaco-medico ammette:”Sì, è vero che a Roma c'è un sovraffollamento ed è così condivisa da me questa opinione che alcune settimane fa, partecipando a una riunione convocata dal ministro dell'Interno, ho sottolineato come Roma, che è la seconda città di accoglienza per le persone che arrivano sulle nostre coste, non possa accogliere il 18-20% delle persone che arrivano nel nostro Paese: non abbiamo le strutture né le risorse economiche per farlo". Alla luce di questo, il sindaco ha poi continuato dipingendo la partita dell'immigrazione come:”Una sfida straordinaria del nostro secolo” anche se, subito dopo, si è detto preoccupato per il possibile propagarsi delle malattie. ”Sono molto preoccupato per gli aspetti igienico-sanitari e per questo ho sollevato il problema in più occasioni per i miei timori perchè molti migranti giungono da territori dove ci sono ceppi di tubercolosi resistenti a molti antibiotici. Una preoccupazione-ha continuato il sindaco “premuroso”- importante sia per queste persone e anche per la diffusione delle malattie infettive a cui il nostro sistema immunitario non è più preparato nel nostro Paese. I ministri dell'Interno e della Salute mi hanno rassicurato dicendomi che ci sono 5 livelli di controlli, una risposta molto rassicurante”. 

 

La Danese punta a chiudere il centro Baobab. Sullo stesso fronte si è mosso l'assessore alle politiche sociali di Roma Capitale, Francesca Danese, che durante l'audizione di martedì mattina ha parlato di sigilli per un centro d'accoglienza:”Il Baobab era una struttura che faceva parte dell'accoglienza cittadina. Il centro è stato attivo fino ad aprile poi abbiamo chiuso tutte le partite, anche economiche, quindi non abbiamo più pagato affitto perchè in una parte della struttura c'erano dei rilievi igienico-sanitari. Il proprietario vorrebbe continuare il percorso per conto proprio ma noi puntiamo a chiudere la struttura per quanto concerne il nostro intervento in termini di ulteriori risorse”. L'assessore, inoltre, punta a portare in Campidoglio una nuova delibera che consentirà alle associazioni di riprendere in mano la gestione delle sedicenti residenze:”Si tratta un accordo – incalza l'assessore – siglato tra Questura, Prefettura e i dipartimenti Anagrafe e Politiche sociali  ma con un impegno in più che garantisca che le persone a cui vanno date queste residenze poi effettivamente siano seguite e conosciute, e dovranno certificare più volte durante l'anno che frequentano l'associazione di riferimento. Questo ci permetterà, ad esempio, anche di dare il buono casa e l'assistenza sanitaria a tutte quelle persone che hanno lo status di rifugiato e che hanno un permesso di soggiorno scaduto, andando così a migliorare il processo d'integrazione. C'è stato un tavolo in Prefettura, ora la delibera è pronta e sarà un provvedimento che farà ulteriore chiarezza”. Che dire: sembra proprio l'ennesima manovra insolvente.

Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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