Connect with us

Cultura e Spettacoli

Roma, palazzo Braschi: oltre 700 giocattoli antichi alla mostra “Per Gioco”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 5 minuti
image_pdfimage_print

La grande selezione della Collezione capitolina esposta fino al 10 gennaio 2021

ROMA – Fino al 10 gennaio 2021 le sale espositive del Museo di Roma a Palazzo Braschi presentano un ambiente magico e ricco di sorprese in occasione della mostra Per Gioco. La collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina, inizialmente programmata a partire dal 29 aprile 2020 e sospesa a causa dell’emergenza sanitaria, ricca di oltre 700 esemplari di giocattoli antichi appartenenti alla Collezione capitolina animano infatti 22 sale al primo piano del museo, accompagnando i visitatori attraverso un percorso espositivo suddiviso per aree tematiche.

Gli esemplari esposti sono principalmente riferibili agli anni compresi tra il 1860 e il 1930, la cosiddetta “età d’oro” del giocattolo. A questi si aggiungono la casa di bambole della Regina di Svezia, di fine ‘600, e i giocattoli più antichi della collezione: due bambole di epoca pre-incaica del XIV- XV secolo, di cui una che raffigura una madre con il figlio in braccio.

Una curiosità: la Collezione è nata da una passione dello svedese Peter Pluntky, che ha raccolto tra il 1970 e il 1999 una quantità pari a 10664 pezzi, per un totale di 33.000 componenti, molto distanti tra loro per gusto ma di un’epoca precisa, e conosciuta come l’età d’oro del giocattolo che va dal 1860 al 1930. Gli esemplari, davvero unici nella fattura e nella varietà, hanno affascinato anche il collezionista perugino, Leonardo Servadio, che li acquistò nel 1999, arricchendo e ampliando questo patrimonio immaginativo e artigianale di ulteriori elementi: tanto che oggi sono 32 le tipologie rappresentate per 99 categorie merceologiche. Visti in dettaglio, attraverso un ideale tour virtuale, le case di bambola (che sono 37) e i loro ricercati e favolosi accessori (circa 5000) iniziano il neofita e l’appassionato a un percorso nello stupore. Più della metà dei giocattoli sono di fabbricazione tedesca, un quarto di produzione svedese, il resto si divide tra manifattura francese, italiana, inglese e americana.

Non sembri strana l’attenzione per il giocattolo nelle terre del Nord Europa: in fondo, costituivano una utile distrazione per i bambini nelle lunghe serate invernali…

I sei nuclei tematici in cui si articola il percorso espositivo – la città e la campagna, giochi di strada e di cielo, il bambino in movimento, la famiglia, il lavoro, il viaggio – comprendono tipologie differenti di oggetti ludici: aerei e navi, castelli, edifici rurali, automobili, treni, case di bambola, bambole, lanterne magiche, oggetti del circo e del luna park, quadri, libri, giochi di strada, oggetti di trasporto per bambini e giochi di movimento (slittini, monopattini, bici, carrozzine, cavalli a dondolo), giochi didattici sul lavoro artigianale (filande, cucine in ghisa, caldaie e vapore).

Lungo le 22 sale espositive del primo piano del museo, le macchine gioiose – sorta di “Wunderkammer” per bambini e adulti che accolgono giocattoli reali ma anche virtuali – si alterneranno a percorsi labirintici che consentiranno una visione “ravvicinata” e dinamica dei giocattoli esposti.

La prima sezione è dedicata al tema della famiglia, di cui fanno parte 79 bambole disposte in un ideale giardino e 15 case di bambola, con un’installazione per “la casa di bambola regale” appartenuta alla Regina di Svezia. Un esempio della prima fase storica delle case di bambole (XVI e XVII secolo), prerogativa delle élites auliche e aristocratiche, è fornito da uno dei più preziosi reperti della collezione in esposizione, la casa d’epoca barocca, ritenuta con certezza la più antica che si conosca della Scandinavia, ordinata nel 1686 dalla regina madre Ulrika Eleonora, moglie del re Karl XI, all’ebanista d’origine tedesca Burchard Precht per la figlia Hedvig Sophia. Al pari di altri esempi precoci, come una casa databile intorno al 1700 che si conserva presso il Nordiska Museet di Stoccolma, anche nel lussuoso manufatto ordinato dalla sovrana l’unico ambiente a essere rappresentato era originariamente non la sala del trono, e nemmeno il salone da ballo, ma la cucina!

Una delle case esposte, alta quattro piani – costruita artigianalmente nel 1914 da John Carlsen, fratello della piccola proprietaria – possiede ancora un ascensore funzionante realizzato con parti di meccanismi di orologi.

Procedendo, si ammirano giochi di ambito urbano e rurale, con circa 70 edifici, castelli e ponti, botteghe, un faro, case e poi stalle, fattorie e animali. È poi la volta di aeroplani e navi, con un aliante e un grande aquilone, e dei giochi da strada, con trottole, corde, fionde, palle, tiro a segno, pattini a rotelle.

Seguono circa 60 pezzi collegati al tema del lavoro, con giochi ispirati alle varie attività economiche dell’epoca pre-industriale o degli albori della civiltà industriale. Sono filande, telai, motori elettrici, cucine, giochi di costruzioni e meccani, che nel passato avevano la funzione di sviluppare nei bambini competenze artigianali, artistiche e domestiche.

Il percorso continua con una selezione di 60 automobiline, tra cui le automobili tedesche in miniatura degli anni ’30, e un’installazione con piccoli automi, giochi di strada e carri in miniatura trainati dai cavalli. Non mancano le macchine a vapore, piccole caldaie e trenini, alcune lanterne magiche, giochi di visione, con una quarantina di oggetti legati al divertimento, tra i quali elementi del circo – clown giocolieri, circo itinerante con automi – e del luna park (gioco del calcio, galoppatoio, mutoscopi ovvero giochi legati alla visione del pre-cinema) e tre carillon.

Affascinante anche la biblioteca dei ragazzi con 84 libri della collezione selezionati tra libri pop-up, libri “parlanti” e favole.

Nell’ultima sala, un video di animazione di circa sette minuti presenta una storia ispirata agli oggetti della collezione: in un mondo in miniatura prendono vita i giocattoli colti in dettagli anche minimi, sullo sfondo della città immersa nelle sue attività quotidiane. Il video è stato realizzato dall’artista Francesco Arcuri – video maker curatore di tutti i percorsi visivi della mostra –con due tecniche di animazione: stop motion e animazione digitale 2D. L’intero allestimento è corredato da pannelli esplicativi sul significato del gioco, sulla storia della collezione, con informazioni più dettagliate sui pezzi di maggior valore.

In occasione della mostra tutti i giocattoli sono stati sottoposti ad accurati interventi di manutenzione e restauro, ad opera della Sovrintendenza capitolina con la collaborazione di Zètema Progetto Cultura e dello specialista Cataldino Saracino.

La mostra è accompagnata da un breve catalogo dal titolo “Per gioco. Guida alla collezione dei giocattoli antichi della Sovrintendenza Capitolina” a cura di Emanuela Lancianese e di Amarilli Marcovecchio, con un saggio introduttivo di Filippo Tuena. La mostra – che fa parte di Romarama, il programma culturale di Roma Capitale – è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, la cura di Emanuela Lancianese, il progetto di allestimento e scenografia di Enzo Pinci, gli effetti sonori e multimediali del video artista, designer e musicista Francesco Arcuri.

L’accesso alla mostra è consentito nel rispetto delle linee guida formulate dal Comitato Tecnico Scientifico per contenere la diffusione del Covid-19, come indicato nella scheda informativa della mostra. È consigliata la prenotazione con il preacquisto del biglietto sul sito www.museiincomuneroma.it. Per i possessori della MIC card è previsto l’ingresso alla mostra con biglietto ridotto, previa prenotazione gratuita allo 060608.

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

Continua a leggere

Cultura e Spettacoli

Musica contemporanea e poesia: Paolo Cavallone presenta il suo libro “Suoni Ulteriori”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

10 aprile, alle ore 15, a Roma nella sede dell’Associazione Stampa Romana
 
 
Un viaggio nella “poesica” del compositore Paolo Cavallone, tra musica contemporanea e poesia. E’ quanto prevede la presentazione di “Suoni Ulteriori”, il volume scritto dallo stesso Cavallone, tra i compositori italiani più apprezzati a livello internazionale, che sarà presentato mercoledì 10 aprile, alle ore 15, a Roma nella sede dell’Associazione Stampa Romana (Piazza della Torretta, 36 – 1° Piano).
 
L’ingresso è libero. All’incontro, oltre all’autore, interverranno il presidente della Consulta uffici stampa dell’Associazione Stampa Romana, Antonio Ranalli, il musicista e filologo Valerio Sanzotta e rappresentanti delle istituzioni. Alcuni estratti del volume saranno letti dal giornalista Angelo Martini.
 
L’opera, edita dal Gruppo Santelli Poetica, contiene 46 testi poetici che l’autore ha composto nell’arco di 24 anni. L’opera si arricchisce della presentazione del giornalista e scrittore Giuseppe M. Gnagnarella e della prefazione del musicologo Renzo Cresti.
 
È difficile separare la poesia dalla musica perché in Paolo Cavallone prendono vita contemporaneamente: non vi è un prima e un dopo, un distacco, ma si formano insieme. Potremmo azzardare il termine “poesica”, poesia/musica contratte in un’unica parola, arti che pur conservando le loro naturali caratteristiche si penetrano attraverso il suono e il ritmo, indistinguibili e imprescindibili l’una dall’altra. Dal suono di una vocale o di una frase nasce la musica, la quale è già contenuta in quella parola e in quel verso. Non è una questione di creare una poetica o una drammaturgia, il fatto è che poesia/musica sono connaturati alla sensibilità, alla forma mentis di Cavallone o meglio egli diviene la sua poesia/musica. Un suono senza tempo (“Spirali”), intrasonico polifonico (“Madrigale”), ci regala Cavallone, corpo dello spirito (“Corpo”), vivo raro (“Sorriso”). “Per onestà / nella purezza dell’intenzione / dell’immaginazione” (“Ero Dandy e non sapevo”), ci dona la dolcezza delle emozioni (Stanze), in “Rivelazioni” meditate e fulminee, in un percorso di vita e d’arte più unico che raro, profondo e originale. Il libro si arricchisce della copertina tratta dall’opera “Il vento dell’ovest” della pittrice Emma D’Alessandro.
 
Paolo Cavallone (Sulmona, 1975) è uno dei maggiori compositori di oggi. Affianca a una formazione musicale di alto prestigio la laurea in Lettere all’Università dell’Aquila dove studia Letteratura Italiana con Walter Siti. L’apertura di senso del suo pensiero compositivo, nell’ideazione del concetto di possibilità applicato alla creazione musicale, è divenuta canone estetico di riferimento. Fra le collaborazioni ricordiamo: Siemens Foundation, Dilijan Music Series di Los Angeles, Orchestre National de Bretagne, Orchestra della Toscana, EOC ensemble, Pascal Gallois, Rohan De Saram, Roberto Fabbriciani, Magnus Andersson, Marco Guidarini, Daniel Kawka e Andrea Lo Vecchio. In qualità di regista ha realizzato il film di animazione d’arte “Magasin de métaphores”. Già collaboratore di ricerca all’Università di New York e professore di orchestrazione alla Victoria University di Wellington (Nuova Zelanda), è titolare della cattedra di Elementi di Composizione al Conservatorio Vivaldi di Alessandria. I suoi lavori sono pubblicati da RAI COM e da MEP e sono disponibili su dischi Tactus e Albany Records.
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

Cultura e Spettacoli

Viterbo, grande successo per il concerto di Pasqua

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

Grandissima risposta della città che ha accolto l’invito a partecipare al concerto di Pasqua organizzato dall’Associazione XXI secolo. In una chiesa della Verità gremita, gentilmente accolti da don Elio, si sono accomodate centinaia di persone, tra cui l’assessore Patrizia Notaristefano e Marcello De Marchi, fratello di Rosanna, scomparsa due mesi fa, a cui era dedicato il concerto e in particolare il Requiem.
 
Tre le parti dello spettacolo pasquale: la prima con la sola orchestra sinfonica EtruriÆnsemble che, diretta dal maestro Fabrizio Bastianini ha proposto la Sinfonia n. 40 di Mozart con la consueta esecuzione impeccabile e coinvolgente; è poi venuto il momento della dedica, con l’ingresso dell’ensemble vocale Il Contrappunto, la quale, accompagnata all’organo da Fabrizio Viti e alla viola da  Nico Ciricugno, sempre diretti dal maestro Bastianini, ha pregato in note in onore dell’amica Rosanna, con il meraviglioso Requiem di Puccini, composto per ricordare il grande Giuseppe Verdi. Un’emozione palpabile che si è riflessa negli occhi dei presenti.
 
Il concerto si è chiuso con l’esecuzione straordinaria di uno Stabat Mater realizzato con l’opera di ben otto compositori, Bononcini, Dvorak, Frank, Jenkins, Kodaly, Pergolesi, Poulenc, Verdi. Un vero mosaico di note spiegato Anna Rollando, nel doppio ruolo di violista dell’orchestra e mediatrice musicale. “Lo Stabat Mater richiama come ‘stava la madre dolorosa davanti alla croce’ – ha precisato Anna -, una preghiera davanti al mistero della morte del figlio, vissuto però con la speranza della fede. L’eccezionale esecuzione odierna presenta varie composizioni, di varie epoche, che vanno a comporre la preghiera completa. Immaginate un insieme di colori che vanno a dipingere una magia, raccontando qualcosa di intimo. Si parte con Pergolesi, in una sorta di cornice che apre e chiude le esecuzioni, per poi affrontare tutti gli altri compositori, dedicate sempre a Cristo sulla croce fino ai contemporanei, che si spingono alla ricerca di Dio e al confronto dell’uomo con la morte. Tanti stili diversi che insieme creano qualcosa di migliore, come la musica può creare, davvero, un mondo migliore”.
 
Parole seguite dalla musica, che ha confermato la straordinarietà del progetto del Maestro Bastianini, un incanto per il pubblico che ha seguito e apprezzato decretando un lunghissimo applauso finale.
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti