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Roma, raccolta rifiuti: si rischia collasso e commissariamento. Cacciatore e Robilotta fanno il punto della situazione

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Roma è diventata la città dell’eterna emergenza rifiuti costretta a fare i conti con la scarsità di impianti per smaltire la spazzatura e con un piano industriale da riscrivere.

E la Regione Lazio è a un passo dal commissariare il Campidoglio per scegliere dove realizzare gli impianti dei rifiuti. Anche se è stato aperto un ultimo flebile canale di trattativa tra Regione e Roma Capitale, per trovare un’intesa last minute.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 12/12/2019

Intanto sono scaduti i 7 giorni concessi alla sindaca Raggi per prendere una decisione, sulla base della relazione con 7 zone, da Falcognana a Monte Carnevale, giudicate idonee dai tecnici, compresi quelli indicati dal Comune.

Ma la posizione dell’amministrazione pentastellata è chiara: no al termovalorizzatore. Una dichiarazione totalmente all’opposto di quanto prevede invece il piano che sta preparando l’Ama, la partecipata del Comune.

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L’intervista al consigliere regionale Marco Cacciatore Presidente Commissione Rifiuti trasmessa nella puntata di Officina Stampa del 12/12/2019

E no anche a siti di stoccaggio e discariche in via emergenziale, come ha chiesto la Pisana nell’ordinanza del 27 novembre.

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L’intervista al giornalista Donato Robilotta, già amministratore Regione Lazio trasmessa nella puntata di Officina Stampa del 12/12/2019

Da parte dei grillini c’è “la disponibilità a realizzare gli impianti di trattamento e/o smaltimento, che si rendessero necessari, solo a seguito dell’approvazione del nuovo piano Rifiuti della Regione”. Cioè l’anno prossimo. Ma la postilla sembra un modo per prendere tempo, anche se dal 15 gennaio chiuderà una delle discariche che serve la città, Colleferro.
E la raccolta sembrerebbe dunque destinata al collasso. Martedì l’assise capitolina ha approvato l’ordine del giorno per “escludere un termovalorizzatore dal piano di Ama”.

L’ad Stefano Zaghis a questo punto sembra orientato a virare sulle discariche, magari sfruttando proprio gli ordini che dovrebbero arrivare dalla Regione, anche se il rischio, ha chiarito il manager nelle riunioni con Raggi, è che aumenti la Tari.

L’unico atto su cui l’Aula ha votato all’unanimità è un documento di Fratelli d’Italia, sostenuto dai 5Stelle, contro la discarica a Falcognana. Che però resta la più accreditata per la Regione, tanto che il Pd non ha votato. A favore di una discarica anche Stefano Vignaroli, il grillino che presiede la Commissione parlamentare sulle Ecomafie.

Ama sta continuando a trattare con la Regione, tanto che martedì mattina si è svolto un vertice con l’AD Zaghis che ha chiesto di rinnovare l’accordo per portare i rifiuti in Abruzzo e di attivare un’intesa con la Sardegna.

Restano due scenari

La Regione, a partire dall’assessore ai Rifiuti, Massimiliano Valeriani, attiva i poteri sostitutivi, nomina un soggetto attuatore e ordina ad Ama di realizzare la discarica (Falcognana) e uno o due centri di stoccaggio.
Ma potrebbe anche esserci uno scenario diverso: Raggi fa ricorso al Tar contro l’ordinanza della Regione. In caso di sospensiva, la città va in emergenza e a quel punto è il governo a commissariare.

A Roma, un netturbino su tre è “inabile” a salire sui camion della nettezza urbana

Lo rivela un report dell’Ama, l’azienda municipalizzata che gestisce i rifiuti nella Capitale. Su 4.300 operatori ecologici, oltre 1.500 sono inidonei a svolgere la loro mansione: in tasca hanno un certificato medico secondo cui non possono di fatto eseguire le loro mansioni. Il tasso di assenteismo sfiora il 15%.

L’amministratore delegato di Ama Stefano Zaghis ha affidato al nuovo direttore del Personale Marcello Bronzetti l’incarico di riconvertire più netturbini inabili possibile: 200 faranno gli “spazzini di quartiere”, per gli altri sono in arrivo a breve nuove mansioni. Inoltre, si intensificheranno le visite mediche e si assumeranno altri 350 dipendenti. Obiettivo abbassare l’età media, che oggi è intorno ai 50 anni.

Costume e Società

Tex Willer, 75° anniversario della prima uscita in edicola: il Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedica un francobollo

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Un francobollo ordinario appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano”, è stato dedicato a Tex Willer, nel 75° anniversario della prima uscita in edicola, relativo al valore della tariffa B pari a 1,25 euro. Emesso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy  il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta bianca, patinata neutra, autoadesiva, non fluorescente. Il bozzetto a cura di Sergio Bonelli Editore con disegni di Aurelio Galleppini e ottomizzato dal Centro Filatelico della Produzione dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.
 
La vignetta raffigura il popolare eroe dei fumetti western Tex Willer in sella al suo cavallo rampante sullo sfondo di un tipico paesaggio del Far West, creato da Sergio Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini. In alto a sinistra è presente il logo Tex.
 
Completano il francobollo la legenda “75 ANNI”, la scritta “ITALIA” e l’indicazione tariffaria “B”.
 
L’annullo primo giorno di emissione sarà disponibile presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Castelfidardo (AN).
 
Il francobollo e i prodotti filatelici correlati, cartoline, tessere e bollettini illustrativi saranno disponibili presso gli Uffici Postali con sportello filatelico, gli “Spazio Filatelia” di Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Roma 1, Torino, Trieste, Venezia, Verona e sul sito filatelia.poste.it.
 
Per l’occasione è stata realizzata anche una cartella filatelica in formato A4 a tre ante, contenente una quartina di francobolli, un francobollo singolo, una cartolina annullata ed affrancata, una busta primo giorno di emissione e il bollettino illustrativo, al prezzo di 25 euro.
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Costume e Società

Lotta contro chi bestemmia: la crociata di un bar del Trevigiano

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Multa a chi bestemmia nel locale: accade nel Bar Sport di Castello di Godego (Treviso) per iniziativa dei gestori.

Un vaso in vetro che serviva per le caramelle, come riporta il Gazzettino, ora viene utilizzato dai gestori Daniele, Michela e la figlia Camilla Muledda per inserire una multa simbolica che va da 1 a 5 euro.

Il contenitore è stato strategicamente posizionato sopra il bancone del bar con il cartello delle sanzioni. L’iniziativa è partita circa un mese fa e il vaso si sta lentamente riempiendo.
I titolari sottolineano che nulla è fatto per i soldi ma per ricordare che la bestemmia è effettivamente perseguibile come illecito. “Il denaro è solo un pretesto – chiariscono – quasi un gioco per invitare i nostri clienti a stare attenti con le parole e ancor di più con le bestemmie”.
Il mese trascorso con il vaso in bella vista, dicono ancora, è stata una sorta di sperimentazione che ha dato risultati positivi. “La cosa che ci ha colpito favorevolmente – ammettono – è che parecchi avventori hanno messo un euro solo per solidarietà con la nostra iniziativa”. 

Fino al 1999, la bestemmia in Italia era prevista dal codice penale come reato, inserita fra le contravvenzioni «concernenti la polizia dei costumi». La formulazione originaria (del 1930) dell’articolo 724 del codice penale puniva solo l’offesa alla religione cattolica, ma nel tempo maturò la convinzione che tale limitazione fosse lesiva del principio di uguaglianza: si sostenne che per effetto del Concordato del 1984 era caduto lo status di «religione dello Stato» e con esso la differenziazione fra i diversi credi religiosi. Si iniziò perciò a discutere se prevedere anche l’offesa ad altri credi.

Con la sentenza 18 ottobre 1995, n. 440 della Corte costituzionale si estese la condotta sanzionabile all’offesa alla divinità venerata in ogni credo religioso, non più solo a quella venerata nella religione cattolica. La corte sostenne: «si impone ormai la pari protezione della coscienza di ciascuna persona che si riconosce in una fede, quale che sia la confessione religiosa di appartenenza» e dichiarò così l’illegittimità costituzionale dell’art. 724, primo comma, del codice penale, cioè quello che definiva il Cattolicesimo religione di Stato («o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato»).

Dal 1999 la bestemmia non ricade più tra i reati: è considerata un illecito amministrativo, essendo stata depenalizzata con la legge 25 giugno 1999, n. 205. La versione attuale (vigente al 2021) dell’articolo 724 c.p. (“Bestemmia e manifestazioni oltraggiose verso i defunti”) è la seguente:

«Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità [o i Simboli o le Persone venerati nella religione dello Stato], è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309. La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti. (parte dichiarata costituzionalmente illegittima)»

L’oltraggio rivolto alla Madonna o ai santi è stato ritenuto non sanzionabile in quanto questi non sono divinità: con questa motivazione infatti il 6 novembre 1996 la pretura di Avezzano ha prosciolto un imputato al quale era stato contestato il fatto di aver bestemmiato in pubblico il nome di Dio e della Madonna: limitatamente alla bestemmia nei confronti di Dio il reato è stato considerato estinto per prescrizione (essendo avvenuto il 12 agosto 1993), mentre per la bestemmia nei confronti della Madonna l’imputato ha ottenuto l’assoluzione in quanto «il fatto non è previsto dalla legge come reato».

Ancora, il 29 luglio 2007, il procuratore di Bologna ha presentato richiesta di archiviazione in ordine a una denuncia per vilipendio a carico di un’associazione gay che aveva allestito, nella stessa città, uno spettacolo considerato offensivo verso la Madonna. Il 13 novembre la richiesta di archiviazione è stata accolta dal GIP del tribunale di Bologna, tuttavia dal mondo cattolico (ma anche da alcuni ambienti liberali sono arrivate critiche sia all’attuale quadro legislativo, che viene considerato inadeguato, sia al procuratore stesso, che sarebbe stato troppo fiscale nell’applicare la legge. Sostanzialmente la contestata inadeguatezza starebbe nel fatto che il legislatore vorrebbe tutelare la sensibilità religiosa dei credenti, tuttavia le leggi vigenti non permettono di sanzionare la bestemmia rivolta alla Madonna, che è una figura fondamentale del culto cattolico e alla quale il sentimento religioso di molti fedeli è fortemente legato. Infatti, come spiegato anche dal GIP di Bologna, l’articolo 404 del codice penale sanziona l’oltraggio alla religione mediante vilipendio di cose legate al culto, ma non delle figure (Madonna, santi, profeti ecc.) oggetto del culto stesso. Quindi è sanzionabile un’ingiuria pubblicamente rivolta a una statua della Madonna, ovvero rivolta a un simulacro, e non si sanziona invece l’oltraggio alla Madonna in sé che, non essendo divinità, non ricade nell’ambito del succitato articolo 724 che regolerebbe altrimenti questo genere di reato.

Un altro fronte di critica all’attuale quadro legislativo sulla bestemmia, completamente diverso dal precedente, deriva dal pensiero laico e umanista. Secondo alcuni (ad esempio la UAAR), il reato di bestemmia è giudicato anacronistico e legato a una volontà del legislatore di garantire una posizione di privilegio alle organizzazioni religiose, compromettendo inoltre la libertà di pensiero e di critica garantita dalla Costituzione italiana:

«I recenti interventi della Corte costituzionale, del Parlamento e del Governo non hanno risolto l’assurdità di una tutela legale della bestemmia. Oltre a essere diventata, in alcuni casi, quasi un intercalare, va riaffermato con forza che la bestemmia, al giorno d’oggi, non rappresenta altro che la tutela giuridica di “persone” la cui esistenza è indimostrabile. Nel 2014, persino dall’Onu sono emerse richieste di abrogare ogni legislazione anti-blasfemia.»

A questo proposito, in una sentenza della Corte di cassazione del 27 marzo 1992, sull’articolo 724 si stabilisce che

«… assurdo e fuori di luogo è il voler ricondurre la bestemmia alla manifestazione del pensiero e alla libertà costituzionalmente garantita di tale manifestazione (sia sotto il profilo dell’art. 21 che dell’art. 19 che, del primo, costituisce specifica enunciazione). Ciò che, invero, vien sanzionato, con la norma in questione, è il fatto di bestemmiare con invettive e parole oltraggiose: non la manifestazione di un pensiero, ma, una manifestazione pubblica di volgarità. Ed è pur superfluo il rilievo che, comunque, il diritto di libera manifestazione del pensiero trova il suo limite proprio nel divieto delle manifestazioni contrarie al buon costume (art. 21, ultimo comma, Cost.): le manifestazioni, cioè, perseguite, appunto, in concreto, dalle norme sulla polizia dei costumi.»

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Cronaca

Venezia, ecco le nuove regole per accedere in città

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La Giunta comunale veneziana ha approvato l’emendamento con il testo finale della delibera che istituisce il “Regolamento per l’istituzione e la disciplina del Contributo di accesso, con o senza vettore, alla Città antica del Comune di Venezia e alle altre Isole minori della Laguna”. La delibera ora sarà inviata alle commissioni competenti e andrà in Consiglio comunale per la sua approvazione il prossimo 12 settembre. Il provvedimento fissa le linee guida per l’introduzione di un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici, con la definizione di principi generali, esclusioni, esenzioni, controlli e sanzioni, attraverso una piattaforma multicanale e multilingua che sarà resa disponibile a breve. L’obiettivo è quello di disincentivare il turismo giornaliero in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e unicità della Città. La sperimentazione per il 2024 sarà per circa 30 giornate, che verranno definite dalla Giunta con un apposito calendario nelle prossime settimane. In linea generale, si concentrerà sui ponti primaverili e sui week end estivi. Nello specifico si è stabilito che il Contributo di accesso dovrà essere corrisposto da ogni persona fisica, di età superiore ai 14 anni, che acceda alla Città antica del Comune di Venezia, salvo che non rientri nelle categorie di esclusioni ed esenzioni. In linea generale, il contributo sarà richiesto ai visitatori giornalieri. A norma di legge, non dovranno pagare il Contributo di accesso i residenti nel Comune di Venezia, i lavoratori (dipendenti o autonomi), anche pendolari, gli studenti di qualsiasi grado e ordine di scuole e università che hanno sede in Città antica o nelle Isole minori, i soggetti e i componenti dei nuclei familiari di chi risulta aver pagato l’IMU nel Comune di Venezia.
 
Esenzioni
 
Sono esentati dal pagamento del Contributo di accesso coloro che soggiornano in strutture ricettive situate all’interno del territorio comunale (turisti pernottanti), i residenti nella Regione Veneto, i bambini fino ai 14 anni di età, chi ha necessità di cure, chi partecipa a competizioni sportive, forze dell’ordine in servizio, il coniuge, il convivente, i parenti o affini fino al 3° grado di residenti nelle aree in cui vale il Contributo di accesso, ed una serie ulteriore di esenzioni previste nel Regolamento. Dopo l’approvazione del Consiglio Comunale, infatti un’ulteriore delibera di Giunta definirà, oltre alle giornate interessate dal contributo, specifici dettagli e declinazioni, come ad esempio l’esenzione per tutte le isole minori della Laguna, le fasce orarie di validità del contributo e il valore dello stesso, che inizialmente sarà posto a 5 euro. In quella delibera, la Giunta definirà anche le modalità di prenotazione obbligatoria per alcune categorie di esenzione, in modalità smart e telematica. Ad esempio, tutti i residenti in Veneto non pagheranno alcun contributo, ma avranno l’obbligo di prenotarsi sul portale apposito.
 
“Dopo aver ascoltato i cittadini, attraverso una consultazione online, e aver recepito alcune indicazioni nella fase di confronto interna al Consiglio comunale abbiamo elaborato un’integrazione alla versione originaria del Contributo d’accesso – spiega l’assessore al Turismo Simone Venturini – L’abbiamo fatto nella convinzione che l’idea di prenotabilità della città dovesse essere la più partecipata possibile. Ci poniamo così come apripista a livello mondiale, consapevoli dell’urgenza di trovare un nuovo equilibrio tra i diritti di chi a Venezia ci vive, ci studia o ci lavora e di chi visita la città. Per questo, in determinati periodi e in alcune giornate, si rende necessaria una gestione dei flussi innovativa, in grado di porre un freno al turismo giornaliero. Da oggi inizia un percorso che intraprendiamo con umiltà, consapevoli che ci saranno problemi da risolvere e ostacoli da superare. Nessuno ci ha indicato la strada prima, la stiamo tracciando noi nella convinzione che la gestione del turismo è una priorità per il futuro della nostra città. Una città che rimarrà sempre aperta a tutti. La sua prenotabilità non è infatti uno strumento per fare cassa (anzi, permetterà di coprire solo i costi del sistema) ma garantirà ai residenti una qualità della vita migliore e ai turisti pernottanti una visita in grado di regalare emozioni più vivide. Dopo un lungo e difficile iter è arrivato il momento di agire concretamente, come siamo abituati a fare”. “Con la massima umiltà saremo pronti a correggere il provvedimento, con una serie di delibere di Giunta,  finalizzate alla definizione delle modalità operative del Regolamento – prosegue l’assessore al Bilancio Michele Zuin – Si tratta di un punto di svolta rilevante nella gestione dei flussi turistici di Venezia, sperimentale,  per questo avvieremo un confronto continuo e diretto con tutte le categorie economiche e sociali per monitorare assieme gli effetti a breve e medio termine, in un’ottica di coinvolgimento di tutti gli interessati. Le esenzioni rispondono a norme di buon senso per garantire l’accesso a Venezia a chi lavora, studia, ha i propri affetti, ha esigenze sanitarie o deve recarsi per necessità nel capoluogo della Regione, che ospita tantissime funzioni amministrative. Il messaggio che vogliamo dare è che Venezia è accessibile, aperta, ma i visitatori, sia nazionali che internazionali, devono comprendere che serve una programmazione per gestire al meglio l’equilibrio tra residenzialità e turismo”
Privo di virus.www.avast.com



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