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Roma

ROMA, ROS SGOMINA CELLULA DELL'ISIS: "AUTOBOMBA CONTRO GLI INFEDELI"

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Tempo di lettura 3 minuti Due le ordinanze per associazione con finalità di terrorismo

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Redazione

Operazione anti-Isis, a Roma, dei carabinieri del Ros. Due le ordinanze per associazione con finalità di terrorismo: una è stata notificata in carcere al macedone di 41 anni Vulnet Maqelara, alias Carlito Brigande, già detenuto, mentre l'altra è a carico di un tunisino di 29 anni, Firas Barhoumi, un foreign fighter che si troverebbe in Iraq. Un terzo straniero – il ventiseienne macedone Abdula Kurtishi, evaso da un carcere del suo Paese ed in contatto con Brigande – è stato arrestato la scorsa notte nella capitale per evasione e possesso di documenti falsi.

L'inchiesta prende le mosse da un'intuizione investigativa dei carabinieri della Compagnia di Roma Centro, in occasione dell'arresto, lo scorso novembre, di Carlito Brigande, nell'ambito di un normale servizio di controllo del territorio. L'uomo era ricercato dall'autorità giudiziaria macedone per reati contro la persona ed il patrimonio, ma nel corso della perquisizione della casa dove si rifugiava, effettuata subito dopo l'arresto, l'attenzione dei carabinieri è stata richiamata da alcune lettere scritte a mano, con frasi in arabo, e da alcune fotografie che facevano sospettare una sua adesione al radicalismo islamista. Per questi motivi è stato immediatamente coinvolto il Ros, il reparto dell'Arma specializzato nelle indagini antiterrorismo, i cui accertamenti – consistiti in pedinamenti e intercettazioni, nell'analisi di documenti, materiale informatico, tabulati telefonici e telematici – hanno portato a risultati importanti.

In particolare è emerso che nei giorni immediatamente precedenti al suo arresto Brigande era in contatto via chat con Firas Barhoumi, che già in quel periodo si trovava in Iraq come foreign fighter a combattere tra i terroristi dell'Isis. Brigande, radicalizzato da Barhoumi durante un periodo di detenzione comune, tra la fine del 2014 e l'inizio del 2015, sarebbe stato in procinto di partire per l'Iraq per unirsi alle milizie del Daesh. E Barhoumi, come emerge dalle conversazioni tra i due, si sarebbe offerto come volontario per compiere, sempre in Iraq, una missione suicida con un'autobomba contro gli "infedeli". L'operazione antiterrorismo del Ros si è conclusa la scorsa notte quando, con la collaborazione dei carabinieri del comando provinciale, è stato arrestato il macedone Abdula Kurtishi. Questi, ricercato in ambito internazionale perchè evaso da un carcere del suo Paese dove scontava una condanna ad otto anni per rapina, fin dall'inizio dell'indagine era risultato essere in stretto contatto con Brigande. In Italia – dove è arrivato lo scorso ottobre, dopo essere transitato in diversi Paesi europei – si avvaleva di documenti falsi e identità fittizie. E' stato quindi arrestato per evasione e possesso di documenti falsi, ma le indagini sono ora finalizzate ad accertare un eventuale suo supporto alla 'causa' jihadista. Su ordine della procura di Roma sono state poi compiute una serie di perquisizioni nei confronti di altre persone risultate in contatto con gli indagati coinvolti nell'inchiesta.

"Prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro i 'kuffar' (miscredenti (ndr)". E' questo uno dei messaggi vocali rintracciati dai carabinieri del Ros che il tunisino Firas Barhoumi, foreign fighter che si trovava in Iraq, manda al macedone Carlito Brigande, in Italia, in procinto per partire per il teatro di guerra iracheno dove si sarebbe unito – secondo l'accusa – ai terroristi dell'Isis. I due, che tra loro parlano in italiano, sono entrambi destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare della magistratura di Roma per associazione con finalità di terrorismo. Il 20 ottobre 2015 Barhoumi manda a Brigande un messaggio audio tramite il software Telegram con cui invita il 'fratello' a raggiungerlo in Iraq. Questa la conversazione, così come riportata nell'ordinanza del gip. Barhoumi: …andrà tutto bene inshallah…anche se tu vuoi venire qua… posso sistemare tutto per te. Basta che tu fai un programma così anche con documento falso così tu puoi venire inshallah. Brigande: ..fratello mio, ma io già sono pronto se… mi puoi scrivere le strade, le cose, come faccio, da dove cerco inshallah piano piano di arrivare là. Barhoumi: …basta tu cerca per venire a Turchia resto ci penso io per te hai capito? Basta che tu venire a Turchia, hai capito? Brigande: Ok fratello cerco questo mese inshallah… cerco di venire più presto. Barhoumi: …per me io ho segnato… uno… per una operazione suicida, vuol dire prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro i kuffar (miscredenti, ndr) inshallah. Però se mi dici una promessa che tu venire dopo un mese io posso allontanare la data dell'operazione. Lo stesso 20 ottobre, dopo aver contattato un'utenza macedone, Brigande contatta nuovamente Barhoumi. "Ho parlato con un amico mio, aspetto la.. la risposta. Serve un po' di tempo, inshallah, dieci giorni, venti giorni, inshallah… appena lui giusta, ha detto che prendo l'aereo e vado lì dove hai detto tu, inshallah.

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Formello, terremoto in Comune: nasconde detonatori per bombe in casa: arrestato il marito di una Consigliera comunale di maggioranza

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Nasconde in casa due detonatori per bombe non facili da reperire sul mercato e tre cartucce per fucili. Per questo motivo è stato arrestato Domenico Verbicaro, marito di Anna Stella, quest’ultima consigliera comunale che siede tra i banchi della maggioranza nel comune di Formello situato alle porte di Roma.

L’uomo è accusato di detenzione illegale di armi

Tutto è nato da una perquisizione fatta lo scorso 4 marzo dai carabinieri della Stazione di La Storta in casa della consigliera comunale a seguito di una segnalazione relativa la presunta detenzione di sostanze stupefacenti.

Nell’abitazione, i militari hanno trovato una piccola quantità di marijuana nella disponibilità del figlio 33enne della coppia e notavano un atteggiamento insofferente da parte di Domenico Verbicaro che tentava di nascondere una scatola. A quel punto i carabinieri hanno preso in mano il pacco e trovato all’interno i due detonatori grandi quanto un chiodo lungo e le tre cartucce. Per Verbicaro è quindi scattato l’arresto con l’accusa di detenzione illegale di armi.

L’uomo è poi risultato avere una parentela con un nipote in rapporti con i clan della ‘ndrangheta stanziali a Roma nord e interrogato dagli investigatori non ha voluto spiegare la provenienza di quel materiale compromettente.

È stato quindi condotto in carcere dove si trova tuttora in attesa di sviluppi investigativi che dovranno ricostruire per quale motivo avesse nella sua disponibilità gli inneschi di bombe che possono essere anche al tritolo. L’accusa al momento è detenzione abusiva di munizionamento e di materiale esplodente.

Il sindaco della cittadina Gian Filippo Santi al momento non ha preso alcuna decisione, anche se in consiglio comunale la notizia dell’arresto ha fatto molto rumore, se non altro per le implicazioni che potrebbe avere sul piano politico.

L’operazione dei carabinieri del Gruppo di Ostia è stata portata a termine all’inizio del mese nell’ambito di un’indagine più vasta.

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Metropoli

Campagnano Romano, dammi i soldi o ti brucio il locale: in manette 33enne del posto

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CAMPAGNANO ROMANO (RM) – In manette un 33enne di Campagnano Romano accusato di estorsione. Ad arrestare l’uomo, lo scorso mercoledì, i Carabinieri della locale Stazione.

Il 33enne si è presentato presso un noto ristorante di Campagnano e, in evidente stato di alterazione, ha iniziato a minacciare il gestore del locale pretendendo che gli consegnasse del denaro. Nonostante il fermo rifiuto opposto dalla vittima, l’uomo non ha desistito dai propri intenti, minacciando di bruciare il locale qualora non avesse ottemperato alla richiesta.

Nel tentativo di evitare che il 33enne passasse dalle parole ai fatti la vittima ha consegnato all’uomo una somma di denaro che, sebbene esigua, è servita a placarne la violenza.

Nel frattempo però il titolare del ristorante aveva avvertito i Carabinieri dell’accaduto e i militari, intervenuti immediatamente, sono riusciti a bloccare il 33enne mentre cercava di allontanarsi con i soldi appena intascati e lo hanno arrestato.

Lo scorso 17 marzo l’uomo è stato giudicato con rito direttissimo presso il Tribunale di Tivoli, che ha convalidato l’arresto applicando la misura degli arresti domiciliari.

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Roma

Roma, donna accoltellata in strada: arrestato il compagno per tentato omicidio

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ROMA – I Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Roma hanno arrestato un uomo 36enne, gravemente indiziato del reato di tentato omicidio ai danni della compagna, una donna di 40 anni originaria di Cuba.
 
Intervenuti in via Fruschelli, dove una telefonata al 112 aveva segnalato una donna ferita in strada che perdeva sangue, i Carabinieri si sono trovati difronte la vittima che presentava due tagli da coltellate nella zona lombare. Chiamati i soccorsi la donna è stata trasportata in codice rosso all’ospedale Sant’Eugenio. Nel frattempo i Carabinieri hanno raccolto la sua denuncia in cui ha riferito di essere stata poco prima ferita dal compagno. 
 
Subito i militari si sono portati presso l’abitazione dove i due vivevano ed hanno rintracciato il compagno, 36 anni, romano, trovato in stato di alterazione psico-fisica per cui si è reso necessario condurlo in ospedale, ancora in vestaglia. Scattata la perquisizione, è stato subito trovato un coltello da cucina, ancora sporco di sangue che è stato sequestrato. I sanitari che hanno prestato le prime cure all’uomo hanno trovato dell’hashish nella tasca della vestaglia e l’hanno consegnata ai Carabinieri per cui l’uomo verrà anche segnalato all’Ufficio Territoriale del Governo, quale assuntore di sostanze stupefacenti. Sul posto sono intervenuti i Carabinieri della 7^ sezione del Nucleo Investigativo di Roma per i rilievi tecnico scientifici.
 
L’uomo è stato condotto presso il carcere di Regina Coeli dove il Gip del Tribunale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica, ha convalidato l’arresto e disposto per lui la misura della custodia cautelare degli arresti domiciliari senza braccialetto elettronico.
 



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