ROMA, SAN CAMILLO. ASSOTUTELA DENUNCIA LA REGIONE LAZIO PER INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Redazione

Roma – "Non avevamo dubbi: la chiusura dell’ospedale Forlanini ha provocato disastri incalcolabili. Il più macroscopico è la condizione in cui si trovano attualmente i pazienti ricoverati all’Ucri, l’unità di cure residenziali intensive, dedicata a persone in stato vegetativo e di minima coscienza, bisognose di un’accurata assistenza e particolari servizi”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che rievoca il momento dell’inaugurazione del reparto presso il Forlanini e i motivi che portarono a tale scelta. “Nel 2011 si scomodò perfino il presidente della Repubblica Napolitano – che insieme al ministro della Salute Fazio, a Renata Polverini e all’allora direttore generale Aldo Morrone, aprì la strada ai primi 8 posti letto, che sarebbero dovuti diventare 30, per pazienti sfrattati da una struttura privata poco distante. Secondo quanto riferito da uno stretto collaboratore dell'allora presidente regionale, fu un tentativo di rilancio dell’ospedale di Monteverde, per evitare quella chiusura da tutti paventata e che Zingaretti non ha avuto alcuna remora a praticare in modo scriteriato lo scorso 30 giugno. – incalza Maritato – Con le spalle al muro, minacciati di vedere i propri congiunti buttati per strada, i parenti dei ricoverati Ucri sono stati costretti ad accettare l’insano ricatto regionale. Adesso i loro cari si trovano stipati in uno stanzone del sesto piano del padiglione Puddu al San Camillo, privi di qualsiasi assistenza residenziale, senza fisioterapia, logopedia e altri servizi indispensabili alla loro assistenza. AssoTutela denuncerà la Regione Lazio e la direzione ospedaliera per aver causato quella che si configura come una vera e propria interruzione di pubblico servizio. Biechi motivi economici a detrimento del diritto alla salute”, assicura Maritato.