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Redazione Lazio

Roma, sicurezza: alla Regione audizione con i presidenti del quarto e sesto municipio

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Tempo di lettura 3 minuti Roberta Della Casa e Roberto Romanella intervenuti in commissione speciale criminalità sulla situazione nei loro quartieri

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Redazione

ROMA – La commissione speciale sulle infiltrazioni mafiose e sulla criminalità organizzata del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Baldassarre Favara, ha incontrato oggi Roberta Della Casa e Roberto Romanella, presidenti, rispettivamente, del quarto e del sesto municipio di Roma Capitale, per relazionare sullo stato della sicurezza e sui fatti criminali nei loro quartieri, anche alla luce della relazione del capo della Polizia in commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie dello scorso 10 gennaio. Dall’audizione sono emerse valutazioni in parte coerenti con il resoconto di Franco Gabrielli nella commissione parlamentare, ma anche nuove indicazioni sulla situazione che riguarda soprattutto quartieri come San Basilio (quarto municipio) e Tor Bella Monaca (sesto municipio).
 
Entrambi i presidenti, in apertura dei loro interventi, hanno sottolineato come il poco tempo a disposizione dal loro insediamento alla carica di presidenti di municipio (circa 7 mesi) non abbia ancora consentito di intraprendere azioni di contrasto basate su programmi di lungo periodo, essendo stati impegnati maggiormente a fronteggiare le emergenze. Entrambi hanno concordato come sia necessario invece mettere in campo iniziative e programmi di lungo periodo per contrastare il degrado e il verificarsi di fatti criminali in alcune zone dei due municipi in questione. Su questo punto, i due presidenti hanno annunciato una serie di iniziative che saranno avviate nei prossimi mesi, con particolare riferimento alle attività di biblioteche e teatri.
Nel corso della sua relazione, Roberta Della Casa ha definito “riduttivo” parlare solo di San Basilio, visto che in quel quartiere “vive solo il 6 per cento dei 180mila abitanti del municipio”, ha detto. Dopo aver tuttavia fatto riferimento alla presenza di gruppi criminali dediti allo spaccio di droga e alle difficoltà di controllo del territorio a San Basilio – a suo dire aggravate anche dalla conformazione urbanistica del quartiere, che rende difficile persino l’accesso in alcuni gruppi di case – Della Casa ha però indicato nella corruzione il problema principale del suo municipio. La presidente ha infatti spiegato che al suo insediamento ha trovato una situazione di “cattiva amministrazione” che permea molte attività, con particolare riferimento alle cooperative coinvolte nell’inchiesta “Mondo di mezzo” che sono “ancora presenti e operanti, in virtù di bandi precedenti”, ha detto Della Casa.
 
Roberto Romanella ha centrato la sua relazione sulle difficoltà di gestione di un municipio con “300mila abitanti, suddiviso in quartieri-satellite lungo le tre direttrici Collatina-Prenestina-Casilina, divisi da ampie zone di campagna – ha detto – in cui si possono trovare rifiuti di ogni genere”. Difficoltà alle quali, secondo Romanella, si aggiungono altre criticità come la presenza di persone ubriache in alcuni quartieri, agevolata dall’apertura 24 ore su 24 di alcuni esercizi che vendono frutta e verdura ma anche alcolici (circostanza che il presidente ha dichiarato di aver più volte segnalato alle forze dell’ordine). Altra criticità denunciata da Romanella è stata quella dell’assenza di appalti per la manutenzione di strade, edifici e spazi pubblici, che lo ha costretto a dedicarsi quasi esclusivamente alla gestione delle emergenze in questi primi 7 mesi di mandato. A tal proposito, il presidente del sesto municipio ha sottolineato come sia stato complicato ma determinante intervenire con un appalto sulla manutenzione delle case popolari. Valorizzazione dei beni archeologici lungo la via Prenestina e programmi di “rinascita culturale”, sono le soluzioni proposte da Romanella contro il degrado urbano e civico in cui versano alcune zone del suo municipio.
 
I due presidenti hanno poi risposto alle domande poste dai consiglieri regionali su singole questioni che interessano i loro municipi. Marta Bonafoni (Si-Sel) ha chiesto chiarimenti su una possibile declassificazione della biblioteca “Aldo Fabrizi” a San Basilio e poi su quali proposte a carattere sociale e culturale la presidente Della Casa intende mettere in campo. Fabrizio Santori (FdI) ha auspicato da parte dei due presidenti posizioni contrarie all’eventualità che il prefetto di Roma individui nei loro municipi zone da destinare alla creazione di punti di accoglienza di immigrati, con particolare riferimento al Tecnopolo su via Tiburtina e a Torre Spaccata, ricevendo rassicurazioni in tal senso. Gian Paolo Manzella (Pd) ha suggerito di puntare su bandi aventi ad oggetto la creatività, che stanno dando buoni risultati a livello regionale, come strumento per fronteggiare degrado e disagio sociale. Fabio De Lillo (Cuoritaliani) ha auspicato lo sblocco dei bandi comunali, fermi a causa dell’inchiesta che ha coinvolto Roma Capitale. Gianluca Perilli e Silvana Denicolò (M5s), infine, hanno messo in evidenza la buona amministrazione nei primi 7 mesi di mandato, esortando i due presidenti a proseguire nell’opera di risanamento e di rilancio nei due municipi.

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Cultura e Spettacoli

Viterbo, a palazzo Scacciaricci si presenta il Movimento “SpazioTempismo”

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Saranno per la prima volta uniti nell’opera artistica il Tempo, lo Spazio e la
rappresentazione multi-prospettica del soggetto con l’evidenza della continuità del
trascorrere del flusso dell’intervallo tra una prospettiva e l’altra. L’idea di
SpazioTempismo nasce nel 2010 da un’intuizione di Enzo Trifolelli che supportato poi
da Giampiero Ascoli, intraprendendo studi e ricerche, hanno ampliato e sviluppato il
tema dello Spazio e del Tempo che nella storia dell’arte ha radici profonde,
concretizzando il nuovo concetto e strutturando l’omonimo Movimento artistico.
Nell’ambito del Festival ViterboImmagine2023 lo SpazioTempismo ha avuto la sua
affermazione con l’esposizione di 34 opere di 24 artisti.
L’inaugurazione – con ingresso libero – si aprirà alle 18,00 presso Il Palazzo
Scacciaricci, una Torre-Loggia che sovrasta il caratteristico portico della Piazza S.
Pellegrino, nel suggestivo quartiere medievale, nel cuore del centro storico di Viterbo.
Enzo Trifolelli verrà introdotto da Silvio Merlani titolare della Galleria Chigi e, dopo
una breve ma interessante descrizione del concetto di SpazioTempismo, aprirà un
confronto con i presenti: artisti, appassionati dell’arte e non solo, sul nuovo concetto
e Movimento Artistico “SpazioTempismo”, per approfondire i temi inerenti.
Nella splendida cornice dell’evento, è previsto anche l’intervento della Critico d’Arte
Barbara Aniello che parlerà delle opere esposte e del Concetto SpazioTempistico.
All’esposizione saranno presenti molte opere realizzate con il Concetto dello
SpazioTempismo da alcuni dei seguenti artisti: Emanuela Artemi, Luciana Barbi,
Sergio Barbi, Simona Benedetti, Carlo Benvenuti, Nello Bordoni, Stefano Cianti, Alessia
Clementi, Pippo Cosenza, Raffaela Cristofari, Daniele Del Sette, Francesca Di Niccola,
Paola Ermini, Sheila Lista, Gino Loperfido, Francesca Mazzone, Matilde Mele, Arialdo
Miotti, Francesco Persi, Cecilia Piersigilli, Enzo Trifolelli, Tullio Princigallo, Rita

Sargenti, Alessandro Scannella, Giampietro Sergio, Paolo Signore, Carla Sozio, Jennifer
Venanzi, Alessio Zenone.
All’inizio dell’incontro saranno distribuite delle piccole brochure che illustrano il
concetto e che, assieme al link web (QR code), conducono alla più ampia descrizione
dell’idea. Sulla brochure web sono presenti anche immagini di opere in pittura,
scultura, Digital Art, installazioni e altorilievi.
La Mostra sarà visitabile, con ingresso libero, dal 20 aprile fino al 5 maggio 2024 dal
martedì al venerdì dalle 16,30 alle 19,30 e sabato, domenica e festivi dalle 10,00 alle
12,30 e dalle 16,00 alle 19,30.
Gli organizzatori dell’Evento e fautori del Movimento Artistico “SpazioTempismo”
invitano tutti i lettori a visitare la Mostra per ammirare le opere in SpazioTempismo
esposte.

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Metropoli

Bracciano, violenta aggressione all’ospedale: panico tra medici e pazienti

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BRACCIANO (RM) – Sono stati momenti di tensione quelli vissuti da medici e pazienti all’ospedale Padre Pio. I Carabinieri della Sezione Radiomobile della
Compagnia di Bracciano hanno arrestato un cittadino italiano di 52 anni, con precedenti,
gravemente indiziato del reato di resistenza a Pubblico Ufficiale. L’uomo, in visita a dei
parenti presso l’Ospedale Padre Pio di Bracciano, in evidente stato di alterazione, aveva
aggredito fisicamente e minacciato il personale sanitario, inveendo anche contro i visitatori
presenti. A seguito dell’evento è stato richiesto l’intervento del 112, appurando che lo
stesso soggetto, pochi minuti dopo si era allontanato per poi importunare il personale di un
vicino supermercato. A seguito delle immediate ricerche i Carabinieri della Compagnia di
Bracciano hanno individuato l’uomo che, restio al controllo, li ha aggrediti, minacciandoli.
All’esito dell’attività il 52enne è stato arrestato in flagranza di reato e condotto presso il
carcere di Civitavecchia. In data 10 aprile 2024 l’arresto è stato convalidato ed è stata
disposta da parte dell’Autorità giudiziaria la custodia cautelare in carcere.
Si comunica il tutto nel rispetto dei diritti dell’indagato (da ritenersi presunto innocente in
considerazione dell’attuale fase del procedimento, fino a un definitivo accertamento di
colpevolezza con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca
costituzionalmente garantito.

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Roma

Droga a Roma, shaboo nei biscotti iraniani

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ROMA – I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attività d’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma – Gruppo reati gravi contro il patrimonio e gli stupefacenti, stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” ed oppio.
L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.
Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento ed osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza  a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino Iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto ed avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i “galoppini” ed i fornitori di shaboo di stanza in Iran.
Proprio nei confronti di colui che viene considerato il capo e della moglie – anche lei membro del gruppo con compiti logistici ed operativi – i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito a dicembre 2021 una perquisizione disposta dalla Procura della Repubblica che ha permesso di rinvenire e sequestrare all’interno di un appartamento 2,3 kg di shaboo e 1,4 kg di oppio, abilmente occultati nel doppio fondo di confezioni, completamente integre, di dolci tipici dell’Iran, comportando l’arresto della coppia.
La successiva analisi degli apparati telefonici sequestrati alla coppia ha poi permesso di ricostruire il canale di approvvigionamento dello stupefacente sintetico che veniva prodotto in Iran ed inviato in Italia, grazie alla collaborazione in terra persiana di un sodale non compiutamente identificato, che avvalendosi dell’inconsapevole apporto di alcuni turisti iraniani diretti a Roma, che mettevano a disposizione una porzione del proprio bagaglio, convinti di aiutare dei connazionali a portare in Italia “i sapori” della loro terra (i biscotti appunto), importavano in Italia lo stupefacente rischiando inoltre, se arrestati in Iran, la pena capitale. Una volta in Italia, lo stupefacente sotto forma di prodotti dolciari, veniva ritirato dalla madre o dalla moglie del capo dell’organizzazione e stoccato in depositi prima di essere immesso sul mercato capitolino sfruttando la manodopera a basso costo offerta da cittadini filippini e bengalesi.
È stata dunque ricostruita l’importazione di ben 21 kg di shaboo e 3 kg di oppio nel periodo ricompreso tra aprile e novembre 2021, e la successiva commercializzazione anche al dettaglio, e cristallizzata la posizione di 13 indagati a vario titolo per i reati di spaccio, detenzione ed importazione dall’estero di sostanze stupefacenti.
Nel corso dell’attività, a riscontro delle indagini, i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro hanno eseguito 6 arresti in flagranza di reato, convalidati, sequestrate sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo”, per un peso complessivo di oltre 3 kg, del tipo oppio per un peso complessivo di kg. 1,5 nonché la somma in contanti di 25.000 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio.
Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari, per cui gli indagati sono da ritenersi innocenti fino ad eventuale sentenza definitiva.

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