Connect with us

Roma

ROMA: TRASPORTI ANCORA IN TILT. ATAC TRA SCIOPERI BIANCHI E LA VOGLIA DI CAMBIARE REGISTRO

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 4 minuti I problemi, causati per lo più dallo sciopero bianco dei conducenti, hanno dato vita alla collera dei pendolari bombardati da attese interminabili e, oltretutto, ad un guizzo punitore dell'Atac.

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 4 minuti
image_pdfimage_print

di Matteo La Stella


Roma – Continuano inalterati i disagi che nella prima decade e mezzo del mese di luglio hanno imperversato sulle linee della metropolitana capitolina, condannando i malcapitati pendolari ad un inizio luglio fatto di bagni di sudore, ire e bocconi amari da ingoiare alla vista degli schermi che indicano i tempi di attesa posti sulle banchine. I problemi, causati per lo più dallo sciopero bianco dei conducenti, hanno dato vita alla collera dei pendolari bombardati da attese interminabili e, oltretutto, ad un guizzo punitore di Atac, già in subbuglio per le tante lacune amministrative, che nella giornata di martedì ha tagliato le teste, si fa per dire, di 4 macchinisti dissidenti, dopo averne denunciati altri 10 nei giorni passati per interruzione di pubblico servizio. Una discesa libera quella dell'azienda per i trasporti che continua a puntare verso lo strapiombo mettendo il piede fuori solo per accentuare la spinta verso il collasso, invece di intentare un cambio di rotta al quale potrebbe essere costretta il 22 luglio prossimo.

I disagi. Quello di mercoledì è solo l'ultimo episodio in ordine cronologico di quello che è lecito definire un servizio di “immobilità”: consueti ritardi per le linee A e B della metropolitana, frequenza ridotta ad una corsa ogni 30 minuti sulla linea Roma-Lido con bus sostitutivi tra Porta San Paolo e Lido Centro ed un'unica fermata attiva tra i due poli, Acilia. Sulla Roma-Viterbo, invece, 30 corse sbarrate per la gioia di tutti i fruitori. Ma il servizio-disservizio colpisce già da tempo: ritardi eclatanti il 13 luglio su entrambe le linee sotterranee della metropolitana, o l'11 luglio, quando sulla linea B della metro capitolina i convogli passavano con cadenza di 30 minuti, e poi il 9 luglio e via dicendo. Un'odissea per i pendolari, che se fossero provvisti di bussola e mappa impiegherebbero meno tempo a solcare i tunnel che si sparpagliano qualche metro sotto l'urbe con i loro piedi. Ma i mezzi pubblici dovrebbero essere un servizio di diritto, calpestato da chi questo servizio non lo offre affatto, ma se lo fa pagare profumatamente.

Conducenti in sciopero bianco. Il rallenty del metrò romano, secondo l'inchiesta interna condotta da Atac, sarebbe dettato dalla nuova tendenza dei macchinisti a dichiarare inagibili i treni ad inizio corsa, nel bel mezzo delle manovre di prova. I convogli depennati per malfunzionamento sarebbero triplicati rispetto al giugno scorso ed addirittura quadruplicati se si accosta l'odierna situazione a quella del luglio 2014. Per gli 007 aziendali si tratta di una misura tutt'altro che casuale. L'ammutinamento sarebbe approntato dai macchinisti perchè sottoposti al controllo elettronico della presenza in servizio, obbligo entrato in vigore nella giornata del 1° luglio scorso. Inutili gli accordi dell'azienda con le sigle sindacali di Cgil, Cisl e Uil, lo sciopero bianco continua, e allora la chitarra scordata della municipalizzata, che naviga in acque torbide dopo l'approvazione di bilancio rinviata per buchi grandi come palle di cannone, suona l'ultima canzone tagliente. Tagliare i rami secchi, queste le parole che accompagnano la canzone della strumento sgangherato di Atac. Un atto intimidatorio che arriva sulla scia dell'avvio, negli ultimi giorni, di 10 provvedimenti disciplinari nei confronti di altrettanti conducenti, accusati di interruzione di pubblico servizio in questo inizio luglio di caos. Bravata che potrebbe costare il licenziamento ai macchinisti sovversivi.

I 4 licenziati. Per i 4 rami, dipendenti del settore metro-ferri, troncati dalla motosega Atac è stato applicato l'articolo 46 del Decreto sui trasporti del 1931. Sospensione dal servizio e dalla retribuzione, in poche parole il licenziamento. Lavoratori modello? No, tutt'altro. Nei loro curriculum richiami disciplinari sull'onda delle motivazioni più disparate: dagli abusi della legge 104, alla violazione dei permessi per malattia ai comportamenti scorretti in servizio. Per uno dei licenziati, sindacalista e conducente, il taglio sarebbe stato anche dettato dal rifiuto di timbrare il cartellino elettronico all'inizio e alla fine del turno, come previsto in prima battuta dalla riforma del contratto decentrato voluta dai vertici Atac. Sempre la stessa riforma, ad un altro punto vede lo stop dal primo agosto dei salari accessori, fino ad ora distribuiti a iosa e che invece saranno dislocati tra i più produttivi, oltre all'aumento delle ore di guida dei conducenti, che dovranno passare dalle 736 ore medie annue alle 950, per allineare Roma con lo standard nazionale delle grandi città come Milano.

La triste condizione di Atac. Una voragine da 141 milioni di deficit registrata nel 2014, oltre ai 58 milioni di passivo generati dagli indici di redditività e produttività nel primo quadrimestre del 2015. Le acque torbide che imprigionano la municipalizzata, costretta già a rimandare l'approvazione del bilancio 2014, tracciano le linee di un'azienda che non può stare a galla. La data della svolta, però, è quella del 22 luglio, quando l'assemblea dei soci approverà il bilancio della municipalizzata. A quel punto l'amministratore delegato Danilo Broggi potrà considerare la sua missione compiuta: evitato il crack dell'azienda, la palla potrebbe passare tra i piedi del nuovo direttore generale, Francesco Micheli, che in carica da due mesi detiene già una forte approvazione da parte del Campidoglio, e che di conseguenza potrebbe ricoprire più vesti ai piani alti di Atac. Ancora nessuna notizia ufficiale, ma se Broggi lasciasse la vetta tutti i poteri in mano all'attuale ad verrebbero delegati a Micheli, già responsabile delle aree gestionali e di business dell'azienda, ed unica figura apicale che negli ultimi giorni si sia scagliata contro lo sciopero bianco dei macchinisti. Nel caso in cui Micheli salisse sul trono si lavorerebbe per accelerare il piano industriale del quadriennio, per tagliare i dirigenti e per passare il personale dagli uffici al servizio su strada. 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Redazione Lazio

Roma, disservizio al centralino dell’Ospedale Sant’Andrea: cittadini frustrati dall’impossibilità di comunicare con i medici

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti
image_pdfimage_print

Nell’era della comunicazione istantanea, il contatto telefonico rimane un’ancora fondamentale per la salute pubblica. Tuttavia, per molti cittadini romani, ottenere assistenza medica attraverso il centralino dell’Ospedale Sant’Andrea si è trasformato in un incubo. Numerose segnalazioni riportano disservizi persistenti che impediscono ai pazienti di raggiungere i medici desiderati.

Uno degli ostacoli principali risiede nella fase iniziale della chiamata. I cittadini, quando cercano di inserire il nome e il cognome del medico con cui desiderano parlare, si trovano improvvisamente interrotti da un crollo improvviso della linea. Stessa storia quando si intende inserire tra le scelte proposte, il solo cognome del medico. Questo malfunzionamento, seppur apparentemente banale, assume proporzioni significative quando si considera l’urgenza delle comunicazioni mediche.

La frustrazione dei cittadini è palpabile, con molti che hanno riportato di aver tentato di contattare il centralino più volte, solo per essere continuamente interrotti nel loro intento.

L’accesso ai servizi sanitari è un diritto fondamentale, e il persistere di queste difficoltà mina la fiducia nella capacità del sistema sanitario di fornire assistenza tempestiva e adeguata.

Un aspetto particolarmente sconcertante è rappresentato dal fatto che alcuni pazienti hanno registrato la loro esperienza, documentando il disservizio.

In alcune di queste registrazioni si può sentire chiaramente il momento in cui la linea cade, dopo che l’utente ha inserito la scelta di poter del nome e cognome del medico desiderato. Questa evidenza tangibile solleva interrogativi sulla natura e la portata del problema, evidenziando la necessità di un’indagine approfondita.

Il Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea rappresenta un punto di accesso cruciale per i pazienti in cerca di assistenza medica. Pertanto, è essenziale che vengano adottate misure correttive immediate per risolvere questo problema. La trasparenza e la comunicazione aperta con il pubblico sono altrettanto importanti. I cittadini devono essere informati sui progressi nella risoluzione del disservizio e sulle misure adottate per evitare che si ripeta in futuro.

In un momento in cui la salute pubblica è al centro dell’attenzione globale, è imperativo che le istituzioni sanitarie agiscano con tempestività ed efficacia per garantire che i servizi essenziali siano accessibili a tutti i cittadini. La situazione al Centralino dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma richiede un intervento immediato e coordinato per ripristinare la fiducia del pubblico e garantire che nessun paziente venga lasciato senza assistenza a causa di problemi tecnici evitabili.

Continua a leggere

Roma

Roma, ragazza cade dalla terrazza del Pincio

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Una 20enne è precipitata dal muro perimetrale della terrazza del Pincio, al centro di Roma, per circa 5 metri di altezza finendo sul terrazzamento sottostante. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno recuperato la ragazza con un’autoscala. La giovane è stata portata in ospedale in stato cosciente. L’allarme è scattato intorno alle 7 quando alcuni passanti hanno sentito dei lamenti provenire da una scarpata. Non si esclude che sia caduta diverse ore prima del ritrovamento. Da chiarire la dinamica dell’accaduto.

Continua a leggere

Litorale

Tor San Lorenzo, tiene oltre 11 chili di droga in cantina: arrestato 40enne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura < 1 minuto

image_pdfimage_print

I Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Anzio hanno arrestato un 40enne del Marocco gravemente indiziato del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali.
A seguito di numerosi servizi perlustrativi nel territorio del comune di Ardea – frazione Tor San Lorenzo, i Carabinieri hanno notato che l’indagato, già noto per i suoi precedenti, da qualche mese, aveva aperto un negozio di abbigliamento e aveva un tenore di vita particolarmente alto.
Individuata l’abitazione dell’uomo, i Carabinieri hanno deciso di eseguire una verifica. Nel corso della perquisizione domiciliare, i militari hanno trovato la chiave di una cantina di pertinenza e, una volta avuto accesso all’interno, hanno rinvenuto un trolley pieno di sostanze stupefacenti.
Nel dettaglio, vi erano oltre 11 kg di hashish, divisi in panetti, e circa 170 g di cocaina. Durante le operazioni, il 40enne ha opposto resistenza e tentato di darsi alla fuga ma è stato prontamente bloccato e arrestato. Nella circostanza, due Carabinieri hanno riportato lesioni guaribili in dieci giorni.
Sequestrati anche 2.760 euro in contanti, un bilancino di precisione e vario materiale per il confezionamento in dosi. L’arrestato è stato condotto presso la casa circondariale di Velletri, a disposizione della locale Autorità Giudiziaria.



Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti