ROMA: UNA COCA COLA PER RISANARE I BENI CULTURALI

 

di Maurizio Costa

Roma – I soldi per la cultura non bastano più. Le casse del Comune di Roma non riescono a sostenere la forte pressione e quindi cedono. Tutta l'Amministrazione Capitolina, già con l'ex Sindaco Alemanno, ha sempre cercato di mettere delle toppe che ricoprissero il danno o la vistosa mancanza di fondi. Qui si parla, soprattutto, dei beni archeologici di Roma, i più importanti del mondo, i più famosi e anche i più affascinanti. Come è gia accaduto con il Colosseo, affidato a Della Valle per le operazioni di ristrutturazione e ripulitura, il Sindaco di Roma, Ignazio Marino, non cambia il modus operandi; infatti, il primo cittadino è alla ricerca di capitale straniero per risanare e mantenere i beni culturali della Capitale.

A Davos, in Svizzera, durante un forum con vari Sindaci riguardo al World Economic Forum, Marino ha incontrato il ceo di Coca-Cola, Muhtar Kent, ed anche l'ad di "McKinsey", una compagnia di consulenza americana. Lo scopo è stato quello di trovare finanziamenti stranieri per valorizzare il parco archeologico di Roma ed aprire una fondazione di "fundraising" che incentivi le aziende estere ad investire proprio nella Capitale.

Anche il viaggio negli USA del Sindaco aveva lo stesso obiettivo. Roma si appresta a diventare un porto dove investire soldi stranieri. Il vero scoglio da superare è, come sempre, il tempo. Quanto ci vorrà per trovare questi investitori? La domanda non è semplice. Intanto i romani dovranno buttare giù tanti rospi, ed abituarsi all'idea che probabilmente quella fontana, quell'arco o quell'anfiteatro non saranno di "proprietà" loro, ma di un qualche riccone a stelle e strisce. Se questa ricerca di capitali, però, dovesse portare ad un miglioramento delle condizioni dei beni archeologici, allora ben venga.