La netta presa di posizione dei sindaci, che hanno
fatto proprie le rimostranze del Comitato
Pendolari della RomaNord, ha sortito gli effetti sperati. Dai preposti uffici
della Regione Lazio, ente
proprietaria delle infrastrutture ferroviarie, sarebbe partito un siluro che
avrebbe indotto Atac a ripristinare buona
parte dei treni soppressi ricadenti, nella tratta extraurbana della Roma-Civita Castellana-Viterbo. Quella
più critica.
Nella lettera al vetriolo inviata l’11 gennaio, i
sindaci Patrizia Nicolini (Sacrofano), Riccardo Travaglini (Castelnuovo
di Porto), Ermelindo Vetrani (Riano), Fabio Di Lorenzi (Rignano)
e Ettore Iacomussi (Morlupo) avevano “fortemente invitato”
Regione e l’Azienda Capitolina “a ripristinare sulla Ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo
i treni da tempo soppressi sulla tratta extraurbana, che stanno creando enormi
disagi agli utenti che quotidianamente utilizzano la ferrovia per raggiungere
il posto di lavoro e le scuole”, facendo seguito “alla nota del 7 gennaio u.s.,
inoltrata a questa Amministrazione dall’Assessore Pasquale Annunziata del XV
Municipio di Roma Capitale”. Sottolineano inoltre “la assoluta necessità di
organizzare quanto prima un tavolo con Atac per la risoluzione definitiva della
questione”.
Il Comitato Pendolari ha giocato un ruolo importante in questa vicenda
Iniziativa che è stata accolta favorevolmente dal
Comitato: “li ringraziamo a nome dei pendolari”, recita la nota pubblicata
sulla pagina Facebook all’indomani, “perché almeno stanno iniziando a dare
seguito alle tante nostre richieste di manifestarsi e di farsi parte attiva,
per fare in modo che il nostro e vostro treno resti integro e fruibile a lungo.
Non ci dobbiamo fermare”.
E dato il chiasso suscitato, e il bando regionale di
prossima pubblicazione concernente la messa a gara delle concesse che preme,
Atac non ha potuto fare altro che rimediare. A stretto giro di boa. Stamattina,
18 gennaio, dalla Direzione dell’Esercizio è partito un fonogramma epistolare (n.11/2019 RV) avente per oggetto “effettuazione
treni soppressi”. “Si porta a conoscenza del personale interessato”, si legge
nel documento, “dell’effettuazione dei seguenti treni – previsti nell’Orario di
Servizio – a far data dal 21/01/2019”.
I treni ripristinati sono quattro: l’804 (Catalano-Viterbo delle ore 7.40),
l’809 (Viterbo-Catalano delle ore
9.03), il 304 (Montebello-Catalano delle
ore 12.08) e il 305
(Catalano-Montebello delle ore 10.33). “Si ribadiscono – fino a nuovo ordine –
le soppressione dei treni 303 e 306 previste nel Fonogramma n. 4/2019 RV del 4 gennaio.
Le soppressioni nella tratta extraurbana
Che qualcosa si sia mosso nei piani alti della Regione, lo si deduce scorrendo proprio quest’ultimo fonogramma, emesso sempre dalla Direzione dell’Esercizio. Con quale informava il personale che “a far data dal 7 Gennaio torna in vigore l’Orario di Servizio invernale” e, inoltre, ribadiva la soppressione dei treni 804-809-304-305. Treni che oggi, a distanza di pochi giorni, sono stati magicamente e rapidamente reintegrati. Coincidenze? Non proprio, perché arrivando alla fine del documento si scopre che nell’orario in vigore sono stati inseriti due treni straordinari nella tratta urbana, uno alle 9.38 (Flaminio-Montebello) l’altro alle ore 13.10 (Montebello-Flaminio). E per di più in orario di morbida, nonostante la conclamata crisi dell’extraurbano.
Vien da pensare, infatti, che al momento Atac non aveva alcuna intenzione di mettere le mani alla linea alta, oltre Montebello, e che soltanto la compattezza dei Pendolari e dei Sindaci – seguita da una scampanellata regionale – gli abbia fatto cambiare idea. Come giusto che sia.
Meta, la holding proprietaria di Facebook e Instagram, ha reso noto di non aver raggiunto un accordo con la Siae per il rinnovo della licenza sul diritto di autore. Di conseguenza sui social vengono bloccati o silenziati i brani che rientrano nel repertorio Siae, gli altri continuano ad essere disponibili. ”Una decisione unilaterale che lascia sconcertati”, dichiara la Società degli autori ed editori italiani. “Abbiamo accordi di licenza in oltre 150 paesi nel mondo, continueremo a impegnarci per raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”, ribatte la società di Mark Zuckerberg. “No al far west, i colossi rispettino le opere d’ingegno e la sovranità legislativa degli Stati”, sottolinea il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano che aggiunge: “La indiscutibile libertà di mercato va esercitata all’interno di regole condivise e rispettate da tutti: è il fondamento di una convivenza pacifica e produttiva”. “La scelta di Meta è un danno enorme che preoccupa” dice il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’informazione a all’editoria, Alberto Barachini. Meta per consentire l’uso della musica sui social, che rende più accattivanti i post di creator e influencer, stringe accordi sul copyright con i titolari dei diritti musicali in tutto il mondo. Nel territorio europeo ha partner in Spagna, Francia, Germania, Svezia, Regno Unito e Turchia. La rottura con la Siae rappresenta un precedente mondiale per il colosso di Menlo Park. Ha un impatto sui Reels (i video brevi su Facebook e Instagram), sul flusso delle notizie di Instagram, e sulle Storie di Facebook e Instagram. Su Facebook i contenuti impattati vengono bloccati, su Instagram silenziati. “Purtroppo non siamo riusciti a rinnovare il nostro accordo di licenza con Siae – rende noto Meta – da oggi avvieremo la procedura per rimuovere i brani del loro repertorio nella nostra libreria musicale. Continueremo a impegnarci per raggiungere un’intesa che soddisfi tutte le parti, crediamo sia un valore per l’intera industria musicale permettere alle persone di condividere e connettersi sulle nostre piattaforme utilizzando la musica che amano”. ”A Siae viene richiesto di accettare una proposta unilaterale di Meta prescindendo da qualsiasi valutazione trasparente e condivisa dell’effettivo valore del repertorio – ribatte la Società degli autori ed editori italiani – Tale posizione, unitamente al rifiuto da parte di Meta di condividere le informazioni rilevanti ai fini di un accordo equo, è evidentemente in contrasto con i principi sanciti dalla Direttiva Copyright per la quale gli autori e gli editori di tutta Europa si sono fortemente battuti. Siae ha continuato a cercare un accordo con Meta in buona fede, nonostante la piattaforma sia priva di una licenza a partire dal 1 gennaio 2023″. Per Mogol, presidente onorario di Siae e celebre autore e compositore, la battaglia in difesa degli autori “è sacra, queste piattaforme guadagnano miliardi e sono restie a pagare qualcosa”. L’industria musicale, attraverso il suo presidente Enzo Mazza, auspica che “Siae e Meta trovino presto un accordo nell’interesse del crescente mercato musicale in Italia e degli aventi diritto”. “Chiediamo che Meta riapra immediatamente in buona fede un tavolo negoziale con Siae”, gli fa eco il presidente della Federazioni Editori Musicali, Paolo Franchini. L’associazione influencer, in una nota, auspica “che il dialogo tra le due realtà abbia un epilogo costruttivo”, nella convinzione che, “specialmente per quanto concerne le professioni creative, sia importante ripristinare il precedente stato dell’arte”. Infine, rilievi anche da parte di Soundreef, gestore indipendente dei diritti d’autore. “Sappiamo che il take down dei brani da parte di Meta sta riguardando anche il repertorio integralmente amministrato da Soundreef e i repertori esteri – sottolinea il gruppo – È evidente che l’esito della trattativa tra Meta e Siae sta danneggiando tutte le società di collecting operanti, in Italia e non. Stiamo contattando entrambe le parti per capire come l’intera negoziazione sia stata condotta e stiamo lavorando per ripristinare sulle piattaforme Meta tutti i brani di cui amministra totalmente i diritti”.
Apple Music Classical è, come suggerisce il nome, un’app tutta dedicata alla musica classica, con un catalogo composto da oltre 5 milioni di brani a cui si affiancano le biografie dei principali compositori e approfondimenti sulle opere. Per l’offerta di musica classica, il colosso di Cupertino ha badato soprattutto alla qualità: alcuni brani potranno infatti essere ascoltati con risoluzione Hi-Res Lossless, ossia la migliore possibile oggi su dispositivi della Mela, con migliaia di registrazioni composte con audio spaziale, più avvolgente. Apple Music Classical offrirà inoltre una serie di ritratti digitali ad alta risoluzione completamente restaurati di molti dei più grandi compositori della storia. Si tratta di lavori, spiega la società, “appositamente commissionati a un gruppo eterogeneo di artisti e artiste. Le immagini fondono la ricerca storica con i colori e i riferimenti artistici del relativo periodo classico. I risultati mostrano un’attenzione ai dettagli, portando il pubblico faccia a faccia con i volti più importanti della musica classica”. L’app offre la possibilità di effettuare ricerche per compositore, opera, direttore d’orchestra o anche per numero di catalogo, per trovare immediatamente registrazioni specifiche. Al momento, non è prevista una versione per iPad o Mac ma solo su iPhone con sistema operativo iOS 15.4 o successivo. Nel corso dei prossimi mesi, Music Classical arriverà anche su Android. Il download è gratuito ma sarà richiesto un abbonamento Apple Music per la fruizione. In un breve video introduttivo l’azienda di Tim Cook definisce l’app “a new dawn in classical music”. Sicuramente questa operazione fa bene a tutto il “mondo classica”. Le persone che utilizzano prodotti Apple sono prevalentemente giovani, grandi consumatori di musica e pieni di curiosità, per i quali la piattaforma propone una serie di playlist capaci di intercettare i loro gusti. Anche il mondo discografico, ancora troppo legato al disco fisico e ai tanti costi, può trarne benefici. Non solo. C’è la possibilità che aumentino gli spazi per nuovi e promettenti progetti. Apple pare stia già facendo accordi con artisti di musica classica e istituzioni musicali per offrire contenuti e registrazioni esclusive. Bisogna capire se l’azienda vuole lanciarsi stabilmente anche nel mondo della produzione approcciandosi con la stessa strategia usata per Apple TV: produrre poco a livello quantitativo ma di altissimo livello qualitativo.
L’Amministrazione comunale di Frascati ha incontrato il nuovo presidente del Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati, al quale la sindaca Francesca Sbardella ha augurato un sereno e proficuo lavoro nella valorizzazione delle eccellenze del territori. Una guida autorevole quella che si ritrova il Consorzio, grazie alla grande esperienza di Caporicci, presidente della storica cantina Gotto D’Oro.
Caporicci alla guida del Consorzio saprà senz’ altro restituire il giusto peso ai vini del territorio valorizzandone la qualità come meritano anche sul piano Nazionale e internazionale. Ci si aspettano novità e iniziative nei prossimi mesi. Buon lavoro a Luigi Caporicci!