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Redazione Lazio

ROMA: L’INCHIESTA SHOCK SULLA SANITA’ (3 PUNTATA)

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Tempo di lettura 2 minuti Dai pronto soccorso ai "lenti soccorso"… nonostante Zingaretti

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LEGGI ANCHE:  ROMA: L’INCHIESTA SHOCK SULLA SANITA’ (2 PUNTATA) / ROMA: L’INCHIESTA SHOCK SULLA SANITA’ (1 PUNTATA)

 

Il nostro inviato è stato oltre 9 ore al pronto soccorso del policlinico Umberto I registrando tutti i disservizi e vivendo sulla propria pelle l’estenuante attesa alla quale sono sottoposti i malati ogni giorno

 

di Matteo La Stella

Roma – C'era una volta il pronto soccorso, braccio ospedaliero utile ad accogliere malati in emergenza, ma soprattutto utile a scongiurare la stessa emergenza assicurando il diritto alla salute ad ogni cittadino in tempi brevi. Oggi invece l'evoluzione vergognosa del sistema sanitario laziale ha dato vita ad una modalità tutta nuova di affrontare la il bisogno dei malcapitati cittadini : il “Lento soccorso”, dove le risposte alle domande d'aiuto impiegano 10 ore ad arrivare.

Soprattutto nella capitale, i cittadini che accusano un qualsivoglia sintomo o patologia devono mettere in conto una dose smisurata di pazienza, poiché nel limbo del pronto soccorso si è abbandonati a se stessi per ore, in attesa di essere visitati, curati o per lo meno presi in considerazione.

Sembra quasi che la cura sia affidata al tempo che si passa in sala d'attesa, più che al personale medico. Pochi giorni fa, il Sindaco di Roma Ignazio Marino accusava il Ministro della salute Beatrice Lorenzin, intervenuta nella capitale per le condizioni igieniche pressoché assenti negli istituti scolastici, di prendersi cura anche dei pronto soccorso, fonte per lui di grande preoccupazione , che condannano i cittadini a “tempi d'attesa e sofferenze inumane”.

Peccato che la sanità romana sia nelle mani del suo compagno di partito Nicola Zingaretti, al quale fino ad oggi si può riconoscere solo il merito di vantare una sensazionale oratoria, poichè la classifica de L'Osservatore d'Italia parla chiaro e mostra come i cittadini che entrano in pronto soccorso debbano attendere non meno di 5 ore. Se poi alla sfortuna dei problemi fisici si somma la “sfiga” di essere etichettati con un codice “verde” la questione si fa ancor più complicata.

Il nostro tentativo è stato quello di classificare alcune strutture capitoline, prese a campione in giornate feriali, mediante l'utilizzo di referti medici di pronto soccorso, in base alla reattività con cui il paziente viene trattato.

In terza posizione troviamo il pronto soccorso dell'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea, DEA (Dipartimento Emergenza Accettazione) di primo livello, che ci assicurano avere un rapido metodo di accettazione, compensato successivamente da un'attesa che si attesta intorno alle 5 ore per il referto. L'argento va al DEA di secondo livello del San Giovanni Addolorata, che mediante un'ingolfata accettazione, stipa i pazienti in sala d'attesa per metterli al corrente delle loro condizioni solo 8 ore dopo il loro ingresso. Imperversa primo della classe il Policlinico Universitario Umberto Primo, emblema dei “Lento soccorso” romani, dove il paziente ci confida di aver passato più di un'ora, in piedi e in mezzo alla corrente provocata dalle porte scorrevoli per effettuare l'accettazione ed essere indirizzato alla sala d'attesa.

Quì si parla di un'attesa pari a più di 9 ore, con l'ingresso documentato alle 20:06 come le dimissioni, che arrivano addirittura alle 5:19. Se poi vi si aggiunge l'ora persa in accettazione si raggiunge quota 10 ore.

A cosa serve dunque un articolo costituzionale che annovera la salute tra i diritti fondamentali del cittadino quando poi lo stesso è condannato ad interminabili attese, condite dall'aumento di ansia e paura. La malattia non attende, i tempi medici devono accorciarsi garantendo ad ogni cittadino una diagnosi in tempi dignitosi.

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Cronaca

Cerveteri, oli esausti e rifiuti pericolosi in un’autofficina: sequestrata l’intera area e denunciato il titolare

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I Carabinieri della Stazione di Cerveteri, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Forestale di Civitavecchia, nonché del personale A.S.L. e Ufficio Tecnico e Polizia Locale di Cerveteri hanno svolto un’attività ispettiva presso un’autofficina.
Nel corso del controllo sono emersi gravi violazioni, sia sul piano amministrativo che su quello ambientale: non solo l’esercizio verificato è risultato privo delle previste autorizzazioni e comunicazioni agli Enti preposti, ma l’area ove il medesimo sorge è risultata caratterizzata dalla presenza di varie tipologie di rifiuti, soprattutto olii esausti, speciali e pericolosi, non adeguatamente trattati come invece previsto dalla vigente normativa di settore.
Il titolare dell’attività, immediatamente sospesa, è stato pertanto segnalato per i vari profili di responsabilità sia all’Autorità Giudiziaria che a quella sanitaria, mentre l’intera area interessata è stata posta sotto sequestro.

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Cronaca

Monterotondo, ladre in azione: arrestate 3 giovani donne

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MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno denunciato tre giovani donne di origini romene, appartenenti all’insediamento spontaneo di via Tiburtina a Roma, gravemente indiziate del reato di ricettazione.
Dopo una segnalazione di furto giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in un supermercato eretino dove hanno fermato tre donne nel tentativo allontanarsi, dopo essere state notate mentre cercavano di impossessarsi di alcuni prodotti dagli scaffali.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di rintracciare il veicolo utilizzato dalle fermate, all’interno del quale i Carabinieri hanno rinvenuto un grosso quantitativo di prodotti alimentari asportati da un altro supermercato.
Le donne, non avendo fornito una valida giustificazione sulla provenienza della merce, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Tivoli per il reato di ricettazione, ed è stato notificato loro il provvedimento di allontanamento dal comune di Monterotondo, emesso dal Questore di Roma, con divieto di ritorno per 3 anni.

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Roma

Roma, minacciato al collo con due bottiglie di vetro e costretto a consegnare lo smartphone: in manette due uomini

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ROMA – I Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo hanno arrestato due cittadini romani – di 31 e 36 anni, entrambi già noti alle forze dell’ordine – gravemente indiziati dei reati di rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Un giovane, 22enne romano, ha denunciato di essere stato avvicinato da due uomini a lui sconosciuti che, in evidente stato psicofisico alterato, lo hanno afferrato al collo e minacciato con due bottiglie di vetro, facendosi consegnare lo smartphone per poi allontanarsi, in via di Boccea altezza metro Cornelia. Richiesto aiuto al 112, tramite alcuni passanti, sono interventi sul posto i Carabinieri della Stazione Roma Madonna del Riposo che grazie alla descrizione fatta dal giovane e tramite la localizzazione del telefono asportato, hanno individuato i due sospettati nei pressi della fermata metropolitana “Battistini”.
Alla vista dei militari, gli indagati hanno spintonato i Carabinieri al fine di darsi alla fuga ma sono stati bloccati. Con loro avevano ancora la refurtiva che è stata riconsegnata al 22enne.
Presso le aule di piazzale Clodio, il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e ha disposto per i due la misura cautelare degli arresti domiciliari.

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