Rosatellum: oggi la legge elettorale approda in senato

La legge elettorale arriva in aula al Senato (l’appuntamento è alle 11) tra le proteste della sinistra, di Mdp e del Movimento 5 Stelle che ieri hanno abbandonato i lavori della commissione Affari Costituzionali che, uno dopo l’altro, col parere negativo di relatore e governo, ha bocciato gli emendamenti presentati al testo. Oggi in assemblea, le proposte di modifica sono circa 200: 48 riguardano le minoranze linguistiche e sono quindi suscettibili di voto segreto. “E’ impensabile affrontare venti/quaranta voti segreti”, ha spiegato il sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento Luciano Pizzatti ai giornalisti che gli chiedono se il governo porrà la questione di fiducia sul Rosatellum. “E’ già autorizzata – ha osservato – la decisione è solo politica”.

 

Alla Camera sono stati tre i voti di fiducia, a palazzo Madama potrebbero arrivare a sei, uno per ogni articolo del testo. A quel punto l’unico rischio da evitare è quello della mancanza del numero legale (la metà più uno degli aventi diritto al voto) che, con Fi e Lega (favorevoli al Rosatellum) fuori dal’aula, i partiti che si oppongono alla legge elettorale potrebbero provare a far saltare. Ma gli espedienti per evitare sorprese ci sono: dal soccorso dei 14 senatori di Ala, a un numero consistente di senatori in congedo (il regolamento ne consente fino a 32) o assenti per incarico avuto dal Senato o per la loro carica di ministro che non verrebbero computati per il numero legale. “Dopo aver fatto il massimo sforzo per motivare i nostri emendamenti, abbiamo capito che non ci sono margini di modifica.

 

I primi voti sulle pregiudiziali di costituzionalità presentate da Mdp e pentastellati saranno nel pomeriggio. Speranza: si eviti ulteriore violenza Parlamento L’auspicio è che oggi in Senato sulla legge elettorale si eviti la fiducia, sarebbe un errore gravissimo, una vera violenza nel Parlamento. Bisognerebbe permettere al Senato di discutere”. Lo ha detto Roberto Speranza, esponente di Mdp, ospite di “Circo Massimo” su Radio Capital. “Noi chiediamo due modifiche essenzial: evitare un Parlamento di nominati, e il voto disgiunt. Questo di oggi è un passaggio decisivo”, ha aggiunto. Sit- in di protesta oggi davanti al Senato “Dopo la forzatura gravissima della fiducia sulla legge elettorale alla Camera, il Pd e il governo non pensino di mettere la fiducia anche al Senato. Sarebbe un atto arrogante e prepotente”. Lo affermano i capigruppo di Sinistra Italiana Giulio Marcon e Loredana De Petris che annunciano la partecipazione dei gruppi parlamentari di Sinistra Italiana, oggi, alla manifestazione contro il Rosatellum, promossa dal Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, a partire dalle ore 16 nella piazza Corsia Agonale, di fronte a Palazzo Madama. “Il Senato – proseguono i capigruppo di Sinistra Italiana -, deve modificare e migliorare una legge elettorale altrimenti inaccettabile. Una legge che ci consegna un Parlamento fatto di nominati e che toglie ai cittadini la libera scelta di eleggere i propri rappresentanti. Un vero e proprio imbroglio”.

 

70 gli emendamenti presentati dal M5S Sono 70 gli emendamenti depositati in aula al Senato dal Movimento 5 Stelle alla legge elettorale. In sintesi, viene spiegato, sono state ripresentate una serie di proposte emendative di analogo tenore rispetto a quelle già presentate presso la Camera dei deputati. Alcune modifiche hanno come obiettivo quello di ridurre gli effetti delle storture dalla proposta in esame e a cercare di creare contraddizioni nella maggioranza: l’introduzione del voto di preferenza; l’introduzione di una doppia scheda per distinguere l’elezione dei candidati nella parte maggioritaria dei collegi uninominali da quella quelli della parte proporzionale delle liste plurinominali; l’introduzione dello scorporo dei voti che hanno già ottenuto rappresentanza nei collegi uninominali affinché non si violi il principio di uguaglianza degli elettori; l’introduzione del voto disgiunto sulla stessa scheda tra candidati uninominali e liste plurinominali; il divieto delle pluricandidature; l’obbligo per le forze che vogliano unirsi in coalizione di presentarsi agli elettori con lo stesso programma e con un unico leader; la modificazione delle disposizioni speciali sul Trentino Alto Adige (con particolare riguardo al Senato); la previsione di accorgimenti per evitare che i collegi uninominali siano disegnati su designazione del Governo o di limitare la discrezionalità in tale operazione; il divieto di indicare quale ‘capo politico’ chi, in base alle leggi vigenti e quindi anche alla c.d. Legge Severino, non possa essere candidato come parlamentare o che non possa assumere incarichi di governo. Se infatti il ‘capo politico’ è di fatto il candidato a svolgere il ruolo di Presidente del Consiglio, sembra una frode elettorale indicare per questo ruolo chi non può neanche candidarsi a deputato o che comunque non potrebbe assumere quel ruolo per espressa previsione di legge; la previsione dell’esenzione del pagamento del bollo e dei diritti per chi richieda il certificato del casellario giudiziale e del certificato dei carichi pendenti, per favorire la formazione di ‘liste pulite’; proposte varie per garantire la trasparenza e l’affidabilità del voto, sulla base della nostra proposta a prima firma Nesci; come indicato nella parte relativa ai vizi di costituzionalità, la legge è a nostro giudizio gravemente a rischio di incostituzionalità.

Ma data la prossimità delle elezioni non sarà possibile, per mere ragioni di tempo, che la Corte costituzionale si esprima sulla legge prima del voto, con la conseguenza che la sua sentenza potrebbe arrivare nuovamente nel corso della legislatura, producendo nuovamente Parlamento ‘illegittimo’; pertanto non potendo introdurre con legge ordinaria un controllo di costituzionalità vero e proprio abbiamo proposto che sia previsto comunque un ‘parere’ della Corte costituzionale; la soppressione della cosiddetta “norma Verdini” che consentirebbe, un cittadino residente di Italia, di candidarsi in un collegio della circoscrizione Estero.