SALINA, MONUMENTO A TROISI: TRA DEGRADO E INCURIA UN'OPERA DESTINATA ALL'ESTINZIONE

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di Vincenzo Giardino

Salina (Me) – Approdati a Santa Marina di Salina, località di una delle isole Eolie, si percorre un pontile al termine del quale è posizionato una sorta d’involucro nel quale è immersa la bicicletta d’epoca usata da Massimo Troisi nel film il postino e a fronte dell’involucro la locandina dell'ultimo lavoro del grande attore e regista napoletano, che risulta devastata da qualche incivile, mentre sul retro un fondo di materiale cementizio, anch’esso rovinato dalla umana idiozia di chi ha ritenuto opportuno apporre scritte di vario genere. Così si presenta, quello che voleva essere il monumento celebrativo dedicato a Massimo Troisi e inaugurato nel 2013 con il quale si sarebbe voluto evocate l’ultimo film “Il Postino” che avrebbe meritato gli l’Oscar per tutte le candidature. È notorio che un monumento è concepito per durare nel tempo, possibilmente per resistere alle intemperie e tutti gli agenti atmosferici dai quali può essere rovinato, di solito lo si progetta anche pensando a tutelarlo da atti vandalici, ma per questo monumento non si è avuta nessuna considerazione di questi fattori con i risultati, sotto gli occhi dei turisti e degli abitanti dell’isola, appena descritti e documentati con le foto allegate all'articolo.

La bicicletta, che vuole essere il principale simbolo del monumento, è già stata aggredita dalla salsedine che nel giro di qualche anno finirà di corroderla totalmente, visto che l’opera è stata realizzata nelle immediate vicinanze del mare. Anche la targa posta a terra è ormai diventata illeggibile, come anche l’insegna verticale.
Attualmente questo monumento, che dovrebbe commemorare Troisi, sembra più destinato a cancellarne la memoria e se non si correrà ai ripari tra qualche tempo diventerà solo un fastidioso ingombro da rimuovere, vanificando l’entusiasmo e l’iniziativa di coloro che l’hanno voluta, oltre a gettare a mare i soldi spesi per realizzarla.

"È auspicabile che l’attrice messinese Maria Grazia Cucinotta, – dice un turista – che è stata a buon titolo la madrina della cerimonia d’inaugurazione del monumento, si rechi a breve a Salina per assistere a tale scempio e protesti, visto che anche il suo nome compare in bella mostra sul monumento". Sicuramente non sarebbe stato complicato completare questa opera pensando anche ad una protezione con una struttura trasparente e ispezionabile, visto che oggi l’alta tecnologia dei materiali offre soluzioni molteplici ed economiche.

Chi ha progettato quest’opera avrebbe dovuto tenere in considerazione i fattori ambientali e umani che hanno danneggiato il monumento e intuire che una struttura del genere sarebbe stata bene all’interno di un’area protetta e non su un pontile a ridosso del mare.