SAN CESAREO: CONFERENZA SERVIZI COMPLESSO SAN GIUSEPPE A PORTE CHIUSE

 

Quello che emerge tra le righe e l’incapacità di questa nazione di tutelare con fondi specifici, dei beni storici di inestimabile valore e si debba innescare una battaglia dove non verrà comunque tutelata questa straordinaria scoperta… sempre e solo problemi di denaro!


Con l'articolo la video Interviste a:

dr Alessandro Betori, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

Sig.ra Elisa Capo Presidente associazione (I love San cesareo) presenti anche  Comitato di Difesa del Territorio Colli Prenestini e Castelli Romani)

 

di Cinzia Marchegiani

San cesareo (RM) – Come da agenda, ieri 23 settembre 2014, presso il comune di San Cesareo si è svolta la prima Conferenza dei Servizi indetta per l’approvazione del nuovo complesso parrocchiale “San Giuseppe” che dovrebbe sorgere adiacente e forse su una parte dei resti della villa imperiale di Cesare e Massenzio, inserendosi nel PIN (Piano Integrato d’Intervento) “La Pietrara”.

Davanti al municipio sin dalla prima mattina erano presenti i rappresentati di due associazioni attive nel territorio, “I love San Cesareo” e il “Comitato di Difesa del territorio, Colli Prenestini e Castelli Romani”. Quest’ultima associazione proprio lo scorso 19 marzo 2014 aveva inviato un esposto alla Direzione Regionale per i Beni Paesaggistici del Lazio il 19 marzo 2014 oltre che per conoscenza al comune di San Cesareo, al Presidente della FAI e al Nucleo di Polizia Tributaria di Roma, cui avevano aderito anche I Love San Cesareo e Retuvasa.

Ad assistere all’importante incontro come auditori, atteso da tempo, non sono stati autorizzati ne associazioni ne giornalisti. Viene letta la legge che regola la partecipazione che nel dettaglio richiama ad una memoria da presentare in tempo anticipato dove devono essere specificate le motivazioni che giustifichino la presenza alla conferenza dei portatori di interessi comuni.

Le porte si chiudono e solo i tecnici rimangono all’incontro tranne uno, il sig Gino Mistura, proprietario del terreno e titolare di una delle ditte che dovrebbe costruire il complesso faraonico a La Pietrara. L’ufficiale di polizia, della Questura di Frascati farà rispettare la legge e il sig. Mistura attenderà fuori, come gli altri la fine della seduta tecnica. L’osservatore Italia (redazione Lazio) segue da vicino questa giornata e intervista la presidente dell’associazione “I Love San Cesareo”, Elisa Capo, che potete ascoltare nel servizio video all’interno dell’articolo oppure cliccando su questo link [http://youtu.be/LqeGJIsevDU]. La stessa spiega il motivo della loro presenza e il pressante controllo su questo progetto che si vorrebbe costruire su un terreno che ha dato alla luce i resti di un valore inestimabile del Ninfeo e dei mosaici attribuiti alla Villa Imperiale di Cesare e Massenzio: ”abbiamo più volte fatto richiesta scritta protocollata nei giorni precedenti per partecipare all’incontro, ma senza alcun riscontro ufficiale.

Oggi abbiamo riformulato la richiesta ma l’architetto Vincenzo Maia, leggendo alcuni tabella di legge ha spiegato che non siamo portatori di interessi diretti del progetto, e quindi non potevamo partecipare.” Elisa Capo spiega ai nostri microfoni che vogliono essenzialmente il rispetto totale dei ritrovamenti, e chiaramente del vincolo diretto e l’istituzione di quello indiretto… e ci tengono a precisare che non sono contro la costruzione della chiesa ma solo della sua costruzione assieme agli edifici lì…poiché inficerebbe l’importanza di questo ritrovamento e che non diventino l’abbellimento di quei palazzi. I cittadini devono poter andare a visitare i ritrovamenti senza dover passare dalla chiesa che potrebbe essere anche chiusa, ma dovrebbero essere organizzati come un museo, ci sono molti progetti che potrebbero essere sviluppati assieme alla cittadinanza. Elisa Capo di certo non la manda a dire, e critica fortemente la modalità con cui è stata convocata la Conferenza dei servizi:” oggi è stata data la prova che qui a San Cesareo la trasparenza non è di casa e si cerca di allontanare i cittadini”.

Anche se il funzionario responsabile della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, il dr Alessandro Betori non voleva rilasciare alcuna intervista, al termine della riunione tecnica ha fornito alcune informazioni. Va precisato che l’architetto Vincenzo Maia ha garantito che sarà inviato il verbale della seduta. Ai nostri microfoni il dr Betori, [Per vedere l'intervista al dr Betori cliccare qui] presente tra l’altro al “XX Colloquio alla AISCOM” dello scorso 19-22 marzo 2014, dove è stato evidenziato l’incredibile unicità di questi reperti, (come citato dal documento a firma del consigliere del comune di San Cesareo, Dario Pasqualini del M5S) spiega alcuni passaggi: Il P.I.N (Piano Integrato d’Intervento (La Pietrara) e la chiesa sono sue cose indipendenti..

Quello che si è chiarito è che non è un’opera compensativa, quindi non c’è un’interdipendenza per cui se non si fa la chiesa, non si fa l’edificazione. L’unica cosa che posso dire che una risposta definitiva da parte della mano pubblica sul problema della villa di Massenzio ci debba comunque essere, questo è sicuro. “ Riguardo alla buffer zone, il dr. Betori spiega che qualora la chiesa dovesse essere realizzata, e vanno estesi i sondaggi ed eseguiti: ”le indagini sono da concludere anche dalla parte della via Labicana, lì ancora non c’è alcuna certezza che non ci siano ritrovamenti”.

Termina così la prima Conferenza dei Servizi su un’opera certamente molto dibattuta, quello che emerge tra le righe e l’incapacità di questa nazione di tutelare con fondi specifici, dei beni storici di inestimabile valore e si debba innescare una battaglia dove non verrà comunque tutelata questa straordinaria scoperta… sempre e solo problemi di denaro!

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