Connect with us

Cronaca

SAN TEODORO: IN TRIBUNALE CONTRO I CAMION IN MARE

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 6 minuti La Signora è difesa dall’Avvocato Giacomo Frazzitta

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 6 minuti
image_pdfimage_print

di Angelo Barraco
 
Marsala – Si è svolta presso il Tribunale di Marsala la terza udienza per abusivismo edilizio che vede da un lato la Signora Ombretta Nizza, titolare del lido tre Torri di San Teodoro. La Signora è difesa dall’Avvocato Giacomo Frazzitta. La parte Civile nel processo è la ditta Sosalt Spa. Quest’estate abbiamo avuto modo di intervistare la Signora Nizza e il Signor De Vita. Il nostro approfondimento in merito alla questione di San Teodoro-Isola Lunga è nata in modo casuale in seguito ad un’intervista che facemmo ai proprietari che, accompagnati dall’avvocato Giacomo Frazzitta, ci hanno spiegato la situazione del lido e i problemi che hanno avuto negli anni, facendoci vedere anche le foto dei camion che passavano in acqua, lasciavano solchi enormi, carburante, c’erano camion che prendevano fuoco in acqua. Noi siamo stati alla terza udienza, ecco cosa è successo.
 
Il processo si è svolto in una piccola aula del Tribunale di Marsala, spoglia nell’estetica ma con un pubblico attento e colorito, che ha ascoltato con molta attenzione tutta l’udienza. Erano tre i testi del pubblico ministero che dovevano essere ascoltati: D’Alì, Arena e Mancuso. L’unico presente in aula che ha risposto alle domande del Pubblico Ministero e dell’Avvocato Giacomo Frazzitta è stato il Sergente Mancuso che, dopo aver letto la formula, ha a rispondere al PM. La prima domanda riguardava il tipo di accertamento svolto presso il lido di San Teodoro. Il Sergente ha spiegato che a gennaio 2011 si sono recati presso il lido San Teodoro per accertarsi che in un periodo al di fuori della stagione balneare fossero state rimosse le strutture presenti in acqua poiché la consessione –precisa il Sergente- la concessione era dal 1 maggio al 30 settembre. Le domande si alternano con incursioni del Giudice con il fine di puntualizzare alcuni elementi già descritti, la parola passa nuovamente al pubblico Ministero che chiede maggiori dettagli sulla concessione e sull’accertamento svolto (24 gennaio 2011). Si va poi sullo specifico e il PM chiede quanto era esteso il lembo occupato dalla Signora Nizza, si continua con domande mirate sull’azione delle forze dell’ordine e viene chiesto al Sergente se fu fatta un’ingiunzione di sgombero dell’area, e viene confermata tale circostanza. Si parla in dettaglio dello sgombero e della verifica di esso. 
 
Dopo 15 minuti esatti dall’inizio del processo tocca all’avvocato Frazzitta, l’aula è piena, tutti sono attenti, sia gli avvocati presenti in aula in attesa delle udienze successive e sia gli spettatori curiosi. L’avvocato Frazzitta inizia con una serie di domande ma la prima è il fulcro di tutto. “Nel 2011 procede a fare questo accertamento, sollecitato sulla base di quali elementi. Perché vi recate presso la ditta della Signora Nizza”. L’avvocato puntualizza chiedendo se c’era un esposto a tal proposito. Risponde Mancuso che è a conoscenza di questo esposto fatto dalla ditta Sosalt, l’avvocato Frazzitta chiede “a firma di chi questo esposto”, il Sergente risponde Studio Legale Scimemi. Le domande si fanno più fitte e nel dettaglio, si inizia a parlare di argomenti che avevamo affrontato nell’intervista fatta con i gestori del lido e l’avvocato Frazzitta, proprio l’avvocato chiede cosa analizzava lo studio a loro. Inoltre si scava ancor di più nei dettagli per capire meglio come mai veniva permesso a dei camion di passare in un tratto di mare, in una riserva naturale. Viene chiesto al Sergente da Frazzitta che ruolo riveste attualmente, che mansione svolge. L’uomo attualmente è un militare ma all’epoca dei fatti si occupava di demanio. L’attenzione è tanta e il silenzio in aula è glaciale, qualche sussurro ma la concentrazione di tutti e sulle parole di Frazzitta e del militare. L’avvocato chiede di spiegare come doveva avvenire il trasporto del sale. Il militare spiega che il trasporto del sale era autorizzato dall’ex provincia –Frazzitta chiede “con quale autorizzazione”- chiede inoltre al militare se abbia mai visto l’autorizzazione dell’ente provincia regionale, la tensione in aula è tanta e la risposta del militare è “probabile”. L’avvocato chiede da dove a dove era questa autorizzazione –che lui non ricorda- per il trasporto del sale, il militare spiega che era dall’Isola Lunga fino a San Teodoro. Inoltre l’avvocato chiede se c’era un ponte che consentiva tale passaggio ma il militare spiega che il passaggio avveniva nel guado, ovvero nel tratto di mare che separa l’isola lunga da San Teodoro. Il militare conferma che la zona in cui avvenivano i passaggi dei camion è una Riserva naturale. L’avvocato chiede se la riserva naturale è una zona marina protetta, e Mancuso conferma ciò. Inoltre Frazzitta chiede se i motoscafi possono permanere, la risposta in merito alla domanda è se autorizzati alla navigazione si. Ma l’avvocato incalza con le domande, ponendone una che fa riflettere e fa guardare negli occhi tutti i presenti: “il codice della navigazione cosa prevede in caso di collisione in mare tra camion e motoscafo?”, la risposta che arriva “non credo sia contemplato”, ma l’avvocato incalza e chiede ancora chi in questo caso non deve stare in quel luogo tra il motoscafo e il camion, si crea una certa difficoltà tra le parti e il militare non da subito la risposta ma l’avvocato ripete la domanda e il militare risponde “Secondo me il camion”. L’avvocato chiede al militare se intervenivano per impedire ai camion il passaggio in una zona marina protetta, la risposta che da il militare è che l’autorizzazione dovrebbe essere della provincia. 
 
Quando abbiamo intervistato i gestori del lido e l’avvocato ci hanno fatto vedere chiaramente come i camion passavano in acqua e come c’era una dispersione di olio e come addirittura i camion si incendiavano anche in acqua. La domanda che pone l’avvocato è se c’erano controlli in merito ad eventuali perdite di olio, di carburante o se i camion avessero una struttura anfibia per poter attraversare una riserva naturale. Ma agli atti non risulta nessuna ordinanza. L’avvocato chiede se le ordinanze, rispetto alle autorizzazioni, erano propedeutiche al passaggio. L’ultima ordinanza risulta del 07/2009, e Frazzitta chiede a tal proposito cosa disciplinava questa ordinanza sotto il profilo del passaggio dei mezzi. Disciplinava il transito dei mezzi in una zona marina protetta. “Avete mai verificato le condizioni di questi automezzi? Se si infiammavano in pieno mare? ”, chiede l’avvocato, il militare risponde “probabilmente i colleghi…” dicendo inoltre che lui direttamente non li ha svolti. Frazzitta torna al 2011 e chiede se havevano ricevuto novizia da parte della Capitaneria di Porto di Trapani di un grave illecito che era stato commesso fino ad allora, quindi tutto questo-puntualizza Frazzitta- nasce perché il militare dice che ci sono delle strutture che impediscono il passaggio dei camion. L’avvocato chiede se hanno ricevuto una nota da parte della Capitaneria di Porto di Trapani in cui si invitava ad intervenire definitivamente sugli automezzi della ditta Renda che lavoravano per conto della Sosalt per il trasporto del sale, visto che c’era la presenza sull’Isola lunga di una costruzione che determinava l’ennesimo illecito in tutta la vicenda chiede inoltre di spiegare se era a conoscenza dell’indagine,  dell’abuso edilizio all’Isola lunga, della gettata di cemento e dell’agevolazione che dava agli automezzi. Il militare parla di uno scivolo di cemento che serviva per agevolare la discesa dei camion. Viene inoltre puntualizzato che lo scivolo viene sequestrato, Frazzitta chiede se malgrado il sequestro gli automezzi abbiano proseguito la loro attività e il militare risponde di non sapere. Il sequestro preventivo è datato il 29 dicembre 2012, però i fatti risultano accertati nel febbraio 2011, e l’avvocato a tal proposito chiede solleva il punto fondamentale che nel momento in cui impedivano ai camion di passare già erano a conoscenza che non potevano passare. Si passa poi nuovamente al lido di San Teodoro e si parla delle strutture e dell’intervento fatto per la rimozione delle strutture in acqua che, come detto dal militare, erano strutture ludiche, amache. L’avvocato poi chiede: “Quindi quando voi siete andati erano queste che creavano problemi ai camion dell’avvocato Scimemi?” il militare conferma.  Frazzitta chiede se l’avvocato Scimemi nella nota dichiarò la presenza di uno scivolo abusivo, ma il militare non ricordava. 
 
L’altro punto del dibattimento è servito per fare chiarezza sul tempo dato alla signora per lo spostamento dei giocattoli collocati in acqua, al militare viene chiesto ciò, ovvero quanto tempo viene dato alla signora e il militare riferisce che “no no la regione”. Nell’aula intanto gli umori sono tanti, la concentrazione, l’attenzione, tutti che osservano e ascoltano il processo in corso. Frazzitta torna alle domande: C’è stato da parte dell’assessorato l’ingiunzione di sgombero, a questa ingiunzione di sgombero voi fate- chiede l’avvocato- un sopralluogo? Il militare risponde di si. In seguito viene chiesto e puntualizzato il fatto che dopo l’ingiunzione di sgombero non c’erano più ostacoli per il passaggio dei camion. il militare legge gli atti che provano ciò e l’avvocato ribadisce chiedendo che quindi dopo l’ingiunzione di sgombero non c’erano più passaggi per il passaggio di camion, l’uomo risponde “a decorrere dal giorno dell’accertamento”. Chiede nuovamente se il tempo sia stato correttamente adempiuto e risponde no perché la regione dava alla signora 2 giorni per togliere tutto. L’avvocato chiede al militare: “La signora Nizza, aveva chiesto nel settembre 2010 il prolungamento della concessione da stagionale ad annuale?” il militare risponde che aveva chiesto il mantenimento della concessione. L’avvocato chiede allora di spiegare la differenza tra mantenimento e prolungamento della concessione demaniale. Dopo la spiegazione si verifica quanti metri quadrati di concessione aveva la signore per il mantenimento e il militare legge le carte che includono la passerella in legno e i giochi per i bambini. Frazzitta chiede se oltre al mantenimento annuale la signora avesse chiesto nel settembre 2010 la concessione annuale delle strutture, il militare non sa rispondere a questa domanda. L’avvocato ha chiesto se il 9 settembre 2010, all’ufficio circondariale marittimo venne depositata una richiesta per lo svolgimento di  attività velistiche a San Teodoro, il militare a tale domanda riferisce “non posso rispondere…”. Frazzitta chiede infine di quant’era la concessione demaniale marittima che consentiva l’abilità balneare, di circa 702. L’udienza è alle battute finali, l’avvocato chiede del mantenimento della concessione annuale e chiede se qualora non viene data risposta in merito a questa questione c’è il silenzio assenzio, il militare risponde no. La prossima udienza è a dicembre, come si evolverà la situazione? Noi ci saremo. 

Continua a leggere
Commenta l'articolo

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Cronaca

Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

Continua a leggere

Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo

Tempo di lettura 2 minuti

image_pdfimage_print

I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



Continua a leggere

Cronaca

Settimo Milanese, tenta di violentare due minorenni : in manette un 22enne

Pubblicato

il

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura < 1 minuto
image_pdfimage_print

A Settimo Milanese, i Carabinieri della locale Stazione hanno arrestato, in esecuzione ad una ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Milano, su richiesta della locale Procura della Repubblica, un ventiduenne di nazionalità ecuadoriana, ritenuto responsabile del reato di tentata violenza sessuale ai danni di due minori, una classe 2010 e l’altra 2012, entrambe residenti in quel centro.

La misura scaturisce dall’attività investigativa, avviata dalla Stazione di Settimo Milanese nel mese di gennaio del 2023, che ha consentito di ricostruire in maniera dettagliata due distinti episodi avvenuti rispettivamente il 30 gennaio 2023 ed il 19 febbraio 2024 e che hanno visto quali vittime le due ragazze.

Dalle indagini condotte si è accertato che la prima vittima, mentre stava passeggiando con il proprio cane, veniva pedinata dall’uomo che dopo averla raggiunta all’interno dello stabile condominiale in cui la stessa vive, la avvicinava in prossimità dell’ascensore ed improvvisamente iniziava a stringerla a sé con la forza. In tale circostanza solo la pronta reazione della ragazza che riusciva a divincolarsi dalla presa riusciva ad interrompere il proposito delittuoso dell’uomo.

Nel secondo caso gli accertamenti investigativi espletati hanno consentito di appurare che lo stesso soggetto, con un’azione criminale pressoché identica, aveva avvicinato un’altra ragazza minore all’uscita da scuola, pedinandola fino all’ingresso del condominio in cui la stessa abita e dopo essere salito con quest’ultima all’interno dell’ascensore, all’apertura delle porte l’uomo, con una mossa repentina, la afferrava per il maglione tentando di tirarla verso di sé. Anche in questo caso la pronta reazione della minore, che riusciva a guadagnare la fuga, aveva consentito di evitare ulteriori conseguenze.

L’arrestato è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari, come disposto dalla competente Autorità Giudiziaria.

Continua a leggere

SEGUI SU Facebook

I più letti