SANITA’ TAGLI DA 10 MILIARDI: LA STOCCATA DI GINO STRADA, “OSPEDALI COME AZIENDE”

Sul colpo grosso che il maxiemendamento cucito sulla sanità pubblica italiana andrebbe a tagliare 10 miliardi di euro in 5 anni, Gino Strada di Emergency propone una ricetta

 

di Cinzia Marchegiani

C’è veramente da riflettere su come il Ministro della salute voglia indorare una pillola davvero amara in merito al maxiemendamento che taglierebbe 10 miliardi di euro al servizio sanitario nazionale, falciando i così ribattezzati "esami inutili"  o "ricoveri inappropriati". la Lorenzin parla di misure di efficientamento, le quali porteranno risparmi da poter reinvestire nel settore. Difficile credere a questa versione quando in Italia si sa, fare la prevenzione è un miraggio, figuriamoci curarsi quando c’è una patologia cronica, non parliamo poi delle continue chiusure di ospedali che fanno diventare un malato, un errante in cerca di una struttura sanitaria. Una biglia impazzita che cerca nosocomi dove poter partorire o pegigo ancora disperati in corsa per la vita dopo un attacco cardiaco.

L’ANAOO (Associazione Medici e Dirigenti del SSN) invece fa presente che il Ministro della Salute deve aiutare a sciogliere il dilemma, parlando di risparmi pari a 10 miliardi in 5 anni da investire su voci che elenca nel dettaglio. L’associazione accusa che in questo frullatore mediatico è stata inserita l’idea della esistenza di sprechi enormi, per lo più legati al comportamento irresponsabile se non fraudolento dei medici, che alimentano l’iperconsumismo delle prestazioni sanitarie con la medicina difensiva e precisa: “In riferimento alla quale nessuno assume l’impegno a fare uscire dai cassetti delle Commissioni parlamentari il ddl sulla responsabilità professionale portandolo ad una rapida approvazione. Spetta al Ministro dire, ai cittadini, agli operatori, al Parlamento, una parola chiara sulle reali intenzioni del governo di cui fa parte, coerente con il riconoscimento che ‘non c’è più niente da tagliare’ in un sistema che spende per la sanità meno della Grecia con risultati migliori della Germania. E a chiunque abbia a cuore le sorti di un servizio sanitario pubblico e nazionale di farsi sentire. La mobilitazione unitaria di chi utilizza la sanità, come i cittadini ed i pazienti, e di chi produce salute, come i medici e gli altri professionisti sanitari, programmata per il prossimo autunno trova ulteriori e più forti motivazioni. Pagare di meno l’IMU e di più le visite mediche e i farmaci, distruggere diritti incomprimibili delle persone che costituiscono un prezioso patrimonio sociale, non ci sembrano obiettivi degni di un Paese civile”.

Stoccata di Gino Strada di Emergency. Ospedali trasformati come Aziende, dove esiste solo il Profitto. Sul maxiemendamento che taglia il respiro non solo a malati, ma aggredisce la libertà deontologica dei medici di decidere in base alle proprie competenze e conoscenze mediche esami, visite e/o addirittura ricoveri arriva la riflessione di Gino Strada, impegnato in ogni angolo del mondo a portare sollievo e assistenza medica, laddove non esistono strutture sanitarie o nei paesi dove vi sono emergenze sanitarie straordinarie. Gino Strada alla domanda “Ma quanto deve “costare” la ‪‎sanità‬?” risponde a voce alta, facendo tutti partecipi alla sua riflessione: “A mio avviso, l’unica risposta intelligente (e carica di giustizia) è: quanto serve, quanto serve per curare al meglio le persone che ne hanno bisogno. Tutte. IdeaImente, non un euro in più, né un euro in meno. I rapporti ufficiali, invece, ci dicono che circa 10 milioni di italiani non possono curarsi come dovrebbero, perché non se lo possono più permettere. La spesa sanitaria italiana è di poco superiore ai 100 miliardi di euro annui. Troppi? Pochi? Chissà. La ‘spesa sanitaria’ è però il costo per lo Stato, o meglio per la collettività, del ‘sistema sanitario’, non è quanto viene speso per curare le persone. C’è molto di più in quei 100 miliardi l’anno. Certamente ci sono un uso poco razionale delle risorse e la dannosa ‘medicina difensiva’ a dilapidare danaro pubblico. C’è però una cosa nella sanità che costa più di tutto il resto e che viene ostinatamente censurata: ‘il profitto’. In tutte le sue forme, nelle strutture pubbliche come in quelle private “convenzionate”, che ormai da noi funzionano esattamente nello stesso modo. Aziende, non più Ospedali. Il profitto stimato nel settore della sanità si aggira attorno ai 25 miliardi di euro annui. E se si iniziasse a “tagliare” da lì? Con i soldi risparmiati dando vita ad ospedali non-profit, cioè a strutture che abbiano come obiettivo le migliori cure possibili per tutti e non il pareggio di bilancio, si potrebbe ricostruire una vera sanità pubblica, cioè un servizio totalmente gratuito, di alta qualità…e molto meno costoso”.

L'Italia si sta repentinamente trasformando in un paese dove è difficile dimostrare i propri diritti, e laddove esistono, occorre rispettare priorità stabilite a monte, dove la salute rappresenta un elemento superfluo rispetto ai profitti generati da ben altre dinamiche che nelle priorità di certo con vi è la tutela dello stato sociale.