SARAH SCAZZI, PARLA LA MADRE: "POTREI PERDONARE SABRINA"

di Daniele Rizzo

Il 26 agosto saranno quattro anni esatti dalla morte di Sarah Scazzi, uno degli eventi di cronaca che ha più scosso l’Italia negli ultimi anni. Per l’omicidio della quindicenne di Avetrana (TA) sono stati condannati all’ergastolo la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano, mentre otto anni sono quelli che la Corte d’assise ha inflitto allo zio di Sarah, Michele Misseri, reo di soppressione di cadavere. Tre giorni fa è tornata a parlare anche la madre della giovane di Avetrana, Concetta Serrano, sorella di Cosima. Lo ha fatto con parole dure, che parlano della sorella come di una donna “d’acciaio”, una donna che manterrà per sempre il segreto su quello che successe la maledetta mattina del 26 agosto in Via Deledda. Ma lo ha fatto anche con parole dolci verso la nipote, Sabrina. 

Lei ha ormai ventisei anni, ad attenderla c’è una vita in carcere, ma potrebbe essere recuperata se solo si pentisse; Concetta ha anche dichiarato che in tale eventualità sarebbe pronta ad incontrarla tra le quattro mura della cella ed a perdonarla, ma è consapevole del fatto che questo non succederà mai, e la colpa è della madre (Cosima) che esercita un dominio psicologico troppo forte sulla figlia.
Il dominio psicologico, già. Era chiaro sin dall’inizio della storia che la famiglia “Misseri” fosse tale solo su carta, e che a comandare fosse invece la componente Serrano della famiglia. Concetta, donna dal pugno di ferro che ha più volte manipolato i suoi familiari per proteggerli dall’assurdità di quell’omicidio. E’ Concetta che ha mosso le pedine sul tavolo e guidato i suoi familiari verso il silenzio e l’omertà, fino a quando il più debole della famiglia, il marito Michele, non ha ceduto davanti l’interrogatorio degli inquirenti.


Proprio Michele ha fatto crollare il flebile castello di carte costruito dalla moglie, rivelando tutti (o quasi) i particolari della vicenda. Un uomo particolare lo zio Michele: per proteggere i familiari si è prima assunto tutte le colpe, poi ha ritrattato e ha accusato moglie e figlia. Un atteggiamento ambiguo che ha incuriosito tutti gli osservatori della vicenda e che può essere spiegato tramite un clamoroso retroscena svelato un mese fa: dai colloqui di Misseri con la psicologa consulente della difesa sarebbe emerso che lo zio di Sarah ha un passato fatto di abusi e violenze. Questo non basterebbe a spiegare l’omicidio di Avetrana ma certamente farebbe luce su alcune dinamiche interne alla famiglia Misseri.


Intanto il 31 luglio la Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla difesa di Sabrina con il quale si chiedeva che la pena potesse essere trasformata in detenzione domiciliare. Ma un “no” secco è arrivato dalla Suprema Corte, che ha visto in Sabrina una persona “portatrice di accentuata pericolosità e propensa a delitti”. La cugina di Sarah è stata accusata di ben quattro delitti: sequestro di persona, omicidio, occultamento di cadavere e calunnia. Tutti ricorderete inoltre le numerose comparsate televisive in cui piangeva la scomparsa della cugina, prima che si scoprisse la verità. Una ragazza dunque giovane ma di una freddezza e di una lucidità capace di far impallidire al solo ricordo. Chi si sente di dar dunque torto alla Cassazione?