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Cronaca

Sarah Scazzi: quel silenzio d'agosto che ha ucciso Avetrana

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Tempo di lettura 13 minuti Avvocato Gentile: "Sabrina: Il provvedimento della Corte lo dice chiaramente che fino al settembre 2017 il termine non perde efficacia"

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di Angelo Barraco

Avetrana – Era il 26 agosto del 2010, il sole batteva a picco sui tetti delle case e sulle auto parcheggiate ai bordi delle strade asfaltate, il silenzio veniva spesso interrotto dal frinire delle cicale che trasformavano l’atarassia di quelle calde giornate in un concerto che la natura omaggiava generosamente e senza pretendere nulla in cambio. Siamo ad Avetrana, un Comune della Provincia di Taranto, in Puglia. Sarah Scazzi, una ragazza di 15 anni che vive con la sua famiglia in quelle strade silenziose del sud Italia, è una ragazza allegra, spensierata e alle 14.30 circa si incammina verso casa della cugina Sabrina Misseri con la quale aveva intenzione di recarsi al mare. Ma il breve tragitto che separa la casa della famiglia Scazzi dalla casa della famiglia Misseri sembra improvvisamente dilatarsi a dismisura poiché la 15enne non arriva a casa della cugina e quest’ultima, non vedendola, fa uno squillo ma a vuoto, il tentativo successivo da irraggiungibile. La macchina investigativa parte immediatamente e le forze dell’ordine, con l’ausilio di unità cinofile, perlustrano casolari, canali e pozzi alla ricerca della ragazza ma le ricerche danno esito negativo. Vengono ascoltate diverse persone presso la caserma di Manduria con il tentativo di ricostruire gli ultimi momenti della giovane, viene ascoltata la cugina Sabrina. Viene esclusa sin da subito l’ipotesi dell’allontanamento volontario  e in un primo momento viene ritenuta attendibile, da parte degli investigatori, l’ipotesi del sequestro di persona e si pensa che Sarah, uscita da casa, sarebbe stata affiancata e costretta a salire all’interno di un’autovettura. Si azzarda l’ipotesi di un possibile collegamento tra la scomparsa della giovane e quella del 39enne Antonio Sammarco, avvenuta a Manduria, che dista esattamente 10 km da Avetrana ma gli inquirenti escludono sin da subito ogni possibile collegamento tra i due casi. Le ricerche vengono intensificate e il Viminale rende noto che il Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse ha provveduto nell’attivare i canali necessari affinché venga ritrovata Sarah. Spunta intanto un testimone, che dichiara gli inquirenti di aver visto Sarah Scazzi ad Avetrana prima della sua scomparsa nel tratto di strada tra Via Raffaello Sanzio fino a Via Grazia Deledda, vicino casa della famiglia Misseri, dove c’era Sabrina che l’aspettava per andare al mare. L’uomo rende testimonianza agli inquirenti qualche giorno dopo, poiché apprende la notizia della scomparsa della giovane sfogliando il giornale e ricorda quel momento, la sua testimonianza viene comunque ritenuta attendibile e da nuovi spunti alle indagini. Il 14 settembre del 2010 i Carabinieri di Avetrava e il pm titolare dell’inchiesta decidono di ascoltare Concetta Serrano Spagnolo, madre della giovane scomparsa, per avere maggiori delucidazioni in merito ad alcune frasi pronunciate nel corso della trasmissione Rai “Pomeriggio sul 2” in cui la donna si era espressa con questi toni: “Io posso escludere tutti e accusare tutti. Investigassero su familiari che sapevano che Sarah quel giorno doveva andare al mare”. Il 29 settembre del 2010 avviene una svolta sul piano investigativo poiché viene rinvenuto il cellulare di Sarah in contrada “Tumani” a sette chilometri da Avetrana. Parzialmente bruciato, senza batteria e sim è stato rinvenuto in mezzo ad un cumulo di cenere vicino al ciglio della strada. A trovare il telefonino è stato Michele Misseri, zio della giovane nonché padre di Sabrina e Valentina che ha ricostruito il momento topico raccontando di aver dimenticato un cacciavite nell’uliveto dove aveva lavorato il giorno precedente con un amico e dopo aver visto il cellulare, che ha riconosciuto grazie ad un lucchetto, ha chiamato la figlia Valentina ed è tornato a casa. Ha riferito agli inquirenti quanto accaduto conducendoli sul luogo del ritrovamento e alla domanda in merito al fatto se avesse visto Sarah il 26 agosto lui ha risposto di no, riferendo che si trovava in cantina perché il trattore non partiva.
 
La macchina investigativa si muove senza sosta e vengono ascoltate quattro persone come informate sui fatti, tra cui Sabrina Misseri e Mariangela, amica che con l’auto sarebbe dovuta andare al mare con entrambe. Il 6 ottobre 2010 è una giornata decisiva per l’inchiesta poiché Michele Misseri, a seguito di un incessante interrogatorio, confessa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio della nipote Sarah. Riferisce agli inquirenti di aver strangolato la nipote nel garage della sua casa e di aver occultato il cadavere il giorno stesso della scomparsa. Il corpo di Sarah Scazzi viene rinvenuto dagli inquirenti dopo che Michele Misseri da precise indicazioni in merito al luogo dell’occultamento. Concetta Serrano è in collegamento diretto con il programma “Chi l’ha visto?” proprio nella casa della famiglia Misseri quando apprende la notizia che gli investigatori stanno cercando il corpo. La donna ha appreso la tragica notizia qualche ora dopo. Il comandante dei Carabinieri di Taranto ha dichiarato che Sarah Scazzi “non ha subito violenza sessuale prima di morire” e in merito a Michele Misseri il Procuratore di Tarando ha riferito: “ha confermato di aver ucciso la povera fanciulla e ha indicato il posto dove il cadavere era stato da lui nascosto; ci ha portati sul posto e, quindi, ci ha consentito di fare i dovuti accertamenti”. Il gip convalida a Michele Misseri il fermo a seguito dell’interrogatorio di garanzia. Vengono a lui contestati i seguenti reati: sequestro di persona, omicidio volontario, vilipendio e occultamento di cadavere. Aveva inoltre confessato agli inquirenti che aveva già tentato avances sessuali con la nipote che l’avrebbe uccisa mediante strangolamento a seguito di un respingimento. Le tv e i giornali conoscono Avetrana e “Lo zio Michele”, intitolando pagine giornaliere con esperti del settore che propongono interviste esclusive a vicini, parenti ai fini di individuare la verità all’interno di una matassa tutta da sbrogliare. Zio Michele ha tenuto nascosto il cellulare della nipote dopo il delitto, in un’occasione avrebbe tentato di farlo ritrovare abbandonandolo per circa un’ora in un supermercato poco distante da una caserma dei Carabinieri ma nessuno lo ha prelevato e allora lo ha nuovamente ripreso. Dalle indagini scientifiche svolte sul telefonino di Sarah sono emerse impronte digitali di diverso tipo, intanto zio Michele diventa un fiume in piena che muta le sue dichiarazioni aggiungendo sfumature e/o cambiandole, cadendo in contraddittorio e talvolta risultando anche poco credibile. Viene ascoltata Sabrina Misseri e dopo sei ore d’interrogatorio presso la caserma di Manduria viene fermata con l’accusa di concorso in omicidio, accusata inoltre di sequestro di persona, omicidio volontario in concorso ma la giovane respinge le accuse. Sul finire di ottobre del 2010 il gip convalida il fermo per Sabrina Misseri e nelle pagine dell’ordinanza del Gip di Taranto si apprende che i motivi cautelativi riguardano il pericolo di inquinamento delle prove e pericolo di fuga inoltre si legge che Sarah è stata uccisa “nella cantina del garage con una corda: un reato che si è compiuto ''in tre momenti''. Secondo il Gip c’è stata “la volontà di realizzare l'evento delittuoso, la consapevolezza di tutti i concorrenti e la coscienza e la volontà di contribuire al verificarsi del reato”. Si legge in alcune dichiarazioni del medico legale riportate sui quotidiani dell’epoca che “le lesioni riscontrate sul collo della vittima sono compatibili anche con l'azione di una persona di sesso femminile, non particolarmente gracile”. Il 20 ottobre gli inquirenti ascoltano il testimone Ivano Russo, un amico di Sarah e di Sabrina. Nel novembre 2010 Michele Misseri si autoproclama unico responsabile del delitto, gli inquirenti intanto analizzano il traffico telefonico si Sabrina Misseri per ricostruire il delitto, principalmente nella fascia oraria che va dalle 14.20 alle 14.39 del 26 agosto 2010 e secondo tale ricostruzione e gli sms intercorsi, il delitto sarebbe avvenuto in un arco temporale di 7 e 4 minuti. Ma gli indizi di colpevolezza su Sabrina sono tanti e la decisione è una sola: deve restare in carcere. Il mistero rimane l’arma del delitto poiché si parla inizialmente di una corda e successivamente di una cintura: Misseri, nel corso dell’interrogatorio del 5 novembre, riferisce che l’arma del delitto è una cintura. Il 6 novembre gli inquirenti si recano nella villetta in Via Deledda  e sequestrano 49 cinture. I Carabinieri del Ris di Roma individuano su alcune di esse macchie ematiche, una di esse viene indicata dallo stesso Michele Misseri come arma del delitto nel corso dell’interrogatorio del 5 novembre. Nel gennaio del 2011 Zio Michele, rinchiuso nel carcere di Taranto, cambia versione e discolpa Sabrina che lui stesso aveva accusato. L’uomo, attraverso un epistolario, riferisce di aver subito un ricatto e di essere stato “costretto” a fare altri nomi ma non spiega chi lo avrebbe ricattato.
 
Le indagini proseguono serrate e gli inquirenti sono alla ricerca di un’autovettura bordeaux-amaranto che sarebbe passata davanti casa Misseri ben due volte il 26 agosto alle ore 14.45. Ma la posizione di Sabrina Misseri resta invariata nei primi mesi del 2011 poiché viene rigettato il ricorso presentato dai difensori contro l’ordinanza con la quale il gip aveva respinto la scarcerazione, successivamente viene anche rigettata dal Gip del Tribunale di Taranto la richiesta di incidente probatorio in merito a due lettere inviate da Michele Misseri alle figlie dove la scagionava. Il 23 febbraio del 2011 i Carabinieri arrestano Carmine Misseri e Cosimo Cosma, rispettivamente fratello e nipote di Michele Misseri. I due vengono accusati di concorso in soppressione di cadavere. Secondo una prima ricostruzione fatta dagli inquirenti, il giorno del delitto il corpo di Sarah Scazzi viene trasportato dal garage di Via Deledda nelle campagne per essere poi nascosto nel pozzo. Dalle indagini emergono due telefonate di Misseri al fratello Carmine e al nipote che sarebbero, secondo gli inquirenti, indicative del tentativo dell’uomo di coprire i due che lo avrebbero aiutato nella soppressione del cadavere. Quindi secondo gli inquirenti i due avrebbero aiutato Michele a disfarsi del corpo e dai tabulati telefonici relativi al 26 agosto 2010 emerge un’interazione tra i fratelli Misseri di cinque telefonate. I difensori presentano ricorso e i due uomini tornano in libertà che nel marzo del 2011 sono indagati a piede libero. La madre di Cosma, nel corso di un’intervista datata 8  marzo, aveva dichiarato: “Perché non arrestano a Cosima Serrano? Che sa tutto. E perché non é indagata? E' lei l'autrice di tutto, lei sa tutto”. Il 23 marzo 2011 i giudici del Tribunale del Riesame di Taranto scrivono nelle motivazioni relative alla scarcerazione di Carmine Misseri e Cosimo Cosma che non andavano arrestati il 23 febbraio scorso, malgrado vi fossero a loro carico indizi di colpevolezza in ordine al reato di concorso in soppressione di cadavere. Le indagini proseguono senza sosta e gli inquirenti sequestrano due compressori dal garage di casa Misseri, l’uomo inoltre aveva fatto menzione di un compressore in riferimento alla caduta di Sarah che avrebbe battuto la testa dopo lo strangolamento. Su uno degli oggetti appartenuti a Sarah viene rinvenuto del dna e nel mese di aprile vengono convocate quattro persone e viene chiesto loro di poter prelevare il Dna. Una di esse è Cosima Serrano, Carmine Misseri, Cosimo Cosma,  c’è poi Ivano Russo. Cosima però si rifiuta perché non era stata avvertita e non vi era il suo avvocato. Tale richiesta da parte della Procura nasce a seguito del ritrovamento di un Dna diverso rispetto a quello delle persone accusate. Il 26 maggio 2011 la svolta, Cosima Serrano e Sabrina Misseri sono accusate in concorso, sequestro di persona, omicidio premeditato e soppressione di cadavere di Sarah Scazzi. L’accusa contro Cosima nasce da un racconto fatto da un fioraio che riferisce di aver visto la donna far entrare Sarah in macchina con forza, due giorni dopo ha ritrattato dicendo però che si trattava di un sogno. Per entrambe è stata notificata la custodia cautelare in carcere. Dalle ricostruzioni dagli inquirenti è emerso un dato che cambia notevolmente la prospettiva della vicenda poiché il delitto non sarebbe avvenuto in garage ma in casa. Franco Sebastio, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, ha riferito all’Ansa: “Abbiamo continuato a lavorare raccogliendo una notevole quantita' di nuovi elementi. Continuiamo a lavorare per completare il mosaico di questa vicenda. Ricordo che c'e' sempre la presunzione d'innocenza”. Nell’ordinanza di custodia cautelare per Cosima e Sabrina si legge: “Sarah Scazzi è stata strangolata all'interno dell'abitazione della famiglia Misseri, circa tra le 14 e le 14 e 20. A quell'ora, in quell'edificio (comprensivo, in tal definizione, sia dell'abitazione in senso proprio che del garage), c'erano Michele Misseri, sua moglie Cosima Serrano, e la loro figlia Sabrina: tra costoro, quindi, bisogna cercare l'assassino, o gli assassini, della ragazzina” continua “per uccidere qualcuno tanto più se si tratta di un'adolescente di 15 anni e di una persona di famiglia, nonché di un'azione lesiva non esauritasi 'uno momento' bensì protrattasi – come hanno convenuto, almeno su questo punto, tutti i consulenti medici delle parti – per non meno di un paio di minuti, occorre avere un motivo ed anche piuttosto cogente. E Sabrina Misseri lo aveva, lo ha taciuto ed ha tentato, con ogni mezzo, di tenerlo nascosto agli inquirenti: la sua gelosia per Ivano Russo, del quale era innamorata ma non completamente ricambiata, e che temeva le venisse soffiato dalla più avvenente cugina, ormai non più bambina”. Per il gip, Cosima Serrano ha avuto “un nitido e decisivo concorso morale nel delitto, sotto il profilo del rafforzamento del proposito omicidiario della figlia Sabrina”. Il Gip prosegue inoltre che Cosima Serrano: “ha offerto alla figlia un contributo, quantomeno agevolatore, nella realizzazione dell'omicidio, e va perciò ritenuta concorrente in tale reato”. Il cadavere sarebbe stato soppresso da Sabrina Misseri, Cosima Serrano e Michele Misseri. Su richiesta della Procura di Taranto, il 30 maggio 2011 il gip del Tribunale di Taranto dispone la scarcerazione per Michele Misseri. La Procura ha ritenuto che siano attuate le misure cautelari in merito al capo d’imputazione contestato.
 
Michele Misseri però continua a dichiararsi responsabile dell’atroce delitto della nipote e nel corso della trasmissione “Matrix” dichiara: “L'ho presa di spalle, lei non ha fatto nessun urlo, niente. Io i miei nervi li ho scaricati tutti su Sarah, tutti”, inoltre ha aggiunto: “Sto malissimo. Perché gli innocenti stanno in carcere e io che sono il colpevole sto fuori". E: "Mia moglie non c'entra. Non mi credono”. Emergono intanto i risultati in riferimento agli accertamenti eseguiti sui compressori e altro materiale sequestrato in casa Misseri ed emerge che la giovane non è stata uccisa nel modo raccontato da Michele Misseri in una delle lettere datate 9 febbraio e inviate al suo Avvocato, in cui scriveva di aver ucciso la nipote con una corda e nel cadere aveva battuto la testa contro il compressore. La Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna a otto anni di reclusione per Michele Misseri, marito di Cosima Serrano e padre di Sabrina, per concorso in soppressione di cadavere. Durante l’inchiesta Michele Misseri si era in un primo momento autoaccusato del delitto.La vicenda che riguarda la morte di Sarah Scazzi è torbida, impregnata di mistero e nebulosa. Anni di processi, accuse reciproche, ritrattazioni e persino autoaccuse che però non hanno sbrogliato la matassa su quei fatti avvenuti il 26 agosto del 2010, ma hanno ulteriormente complicato la vicenda, portando a tanti “se”, tanti “ma” e poche certezza. ATaranto la Corte di assise d’appello si è ritirata in camera di consiglio, per cosa? Per la sentenza di secondo grado sull’omicidio di Sarah Scazzi. Sabrina Misseri e Cosima Serrano invece sono in cella, nella parte opposta della città e sperano che la sentenza si ribalti rispetto al primo grado che non è stato clemente con loro e che le ha condannate all’ergastolo per omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Il 15 giugno c’è stata l’arringa della parte civile e di Michele Misseri e Carmine Misseri. Il primo a parlare in aula è stato l’avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi. Nella scorsa udienza, la Procura Generale ha chiesto, dopo oltre otto ore di requisitoria, la condanna in primo grado all’ergastolo per Sabrina Misseri e per la madre Cosima Serrano. Sabrina Misseri ha rilasciato anche delle dichiarazioni spontanee in aula e ha “Non l'ho uccisa, so io quanto sono addolorata”, in seguito a queste parole è scoppiata a piangere. Il sostituto pg Antonella Montanaro ha detto che Sarah Scazzi è stata “ strangolata in casa Misseri con una cintura da Cosima e Sabrina”, quindi il delitto sarebbe stato commesso da due persone, di cui una persona “tratteneva Sarah e l'altra la strangolava”. Un omicidio con “dolo d'impeto, non con premeditazione”. All’udienza per la morte di Sarah Scazzi non ha partecipato Cosima Serrano, ha rinunciato. Il pg ha la conferma delle condanne per gli altri imputati, partendo da colui che ha fatto ritrovare il cadavere della piccola Sarah e colui che negli anni è stato al centro di mille polemiche; Michele Misseri. Per lui è stata chiesta la conferma della condanna ad 8 anni per la soppressione di cadavere. E’ stato chiesto il non luogo a procedere per Cosimo Cosma, che è deceduto un anno fa. Per lui erano stati chiesti sei anni per soppressione di cadavere. Il Pg dice durante l’udienza: “Sarah è una sorella, dire Sabrina. Peccato che Sarah quasi nella stessa giornata dice che 'è una stronza', peccato che Sabrina dicesse che Sarah 'si vende per due coccole'. Sarah non era più la 'cosa' di Sabrina da quando aveva cominciato a frequentare il suo gruppo. Sarah diventa la rivale di Sabrina e nella sua testa vuole prendere il suo posto con Ivano Russo”. Proprio Ivano sarebbe il movente e a tal proposito dice che “Lei lo voleva, lui giocava: è il dramma personale di Sabrina, la sua frustrazione, Sabrina era ossessionata da Ivano, come dimostrano i 4.500 sms scambiati tra i due da gennaio ad agosto 2010”. L’accusa sostiene che il cadavere viene portato in garage, Sabrina intanto rimane in casa per far ritardare l’amica Mariangela Spagnoletti e Michele Misseri e Cosima Serrano trasportano il cadavere portano il cadavere attraverso l’ingresso posteriore della casa. Si parla anche dei depistaggi messi in atto dalla famiglia, dalle dichiarazioni autoaccusatorie che mutavano spesso, tranne l’unica veritiera che riguarda il ritrovamento. Inoltre in auto sono state proiettate le immagini del corpo di Sarah Scazzi, ritrovata la notte che va tra il 6 e il 7 ottobre 2010, esattamente 42 giorni dopo la sparizione. Michele Misseri era impassibile a quelle immagini, Sabrina singhiozzava. Dopo il verdetto, esattamente dopo 13 mesi, sono state depositate le motivazioni della sentenza che sono racchiuse in 1277 pagine. Secondo alcune indiscrezioni e voci iniziali, in ritardo nel deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado,  avrebbe potuto portare alla scarcerazione per decorrenza del termine massimi di custodia cautelare per Sabrina Misseri, condannata all’ergastolo insieme alla madre Cosima Serrano. Il 15 ottobre è scaduto il termine in assenza di sentenza definitiva, ben sei anni dopo: Sabrina può tornare in libertà?
 
Noi de L’Osservatore D’Italia ne abbiamo parlato con l’Avvocato Nicodemo Gentile, legale della famiglia Scazzi. 
 
– Il 15 ottobre è scaduto il termine di sei anni dall’arresto di Sabrina Misseri: il ritardo del deposito delle motivazioni della sentenza di secondo grado possono comportare la scarcerazione di Sabrina? Perché si era parlato di questa ipotesi…
No, assolutamente no perché gi da più tempo la Corte d’Appello ha sospeso i termini di decorrenza della custodia in carcere che sono stati prorogati almeno con certezza fino a settembre 2017. Fino a settembre 2017 i termini sono stati prorogati già d’ufficio quindi il problema non si pone, è un falso problema.
 
–  Qual è la situazione attuale di Sabrina Misseri e Cosima Serrano?
Sabrina: sotto il profilo della misura cautelare, sicuramente è una misura che non perderà efficacia prima del settembre 2017. Il provvedimento della Corte lo dice chiaramente che fino al settembre  2017 il termine non perde efficacia quindi entro quel periodo va fatto il processo di Cassazione 
 
Noi de L’Osservatore D’Italia abbiamo parlato anche con la Dottoressa Rossana Putignano, psicologa clinica, psicoterapeuta psicoanalitica, responsabile divisione di psicodiagnosi e neuropsicologia forense del crime analysts team. 
 
"In una intercettazione ambientale del 10 aprile 2011, avvenuta in carcere tra Michele e Cosima  vi è una sorta di “chiarimento” in merito alla dichiarazione di Michele di aver abusato del cadavere subito dopo il decesso di Sarah, una dichiarazione che all’epoca sconvolse un po’ tutti. Non sarà centrale nella risoluzione del caso ma per lo meno, a mio avviso, spiega , seppur parzialmente, una dinamica familiare in cui Misseri non sembra propriamente essere una vittima di questo sistema."
 
Cosima: “ah, è vero allora?”

Michele: “no, non è vero che l’avevo violentata…”

Cosima: “ma la prima sera perché dicesti che l’hai fatta….”

Michele: “no, siccome che io l’ho fatat trovare nuda, io non sapevo se era vergine o no. Sabrina diceva che si faceva con tutti..si baciava con tutti si sedeva…”

Cosima: “Va bè si abbracciava così…”

Michele: “però una volta che io l’ho fatta trovare nuda, chi mi poteva dire a me che era stata violentata o no….  “
 
Tratto da: (R.Bruzzone," Segreti di famiglia.Il delitto Scazzi", Aracne Editore, 2013)

"Da questa intercettazione traspare un Misseri attivo in questa storia, che si muove con preciso intento di depistare ma su questo punto i criminologi potranno essere molto più esaustivi di me nel mostrare come e perché Misseri avesse fornito agli inquirenti oltre 10 versioni diverse tra loro. Quello che vorrei sottolineare di Misseri, per quello che mi compete nel ruolo di psicologa, è il fatto di aver creduto letteralmente a tutto quello che Sabrina raccontava di Sarah. E’ possibile Sabrina abbia enfatizzato ogni comportamento di Sarah mossa dalla gelosia nei suoi confronti e che Misseri abbia travisato nel tempo tutto quello che ha sentito in famiglia sul conto di Sarah. Ad es. il comportamento di “baciarsi con tutti” di Sarah deve essere stato visto dal Misseri come un comportamento superficiale e segno di una labilità sessuale di Sarah; complici devono essere stati anche l’ingenuità d Misseri e il retroterra culturale paesano al quale appartiene Misseri. Sarah invece era una bambina, dolce, dal viso angelico, pura, che stimolava probabilmente essa stessa a farsi abbracciare e coccolare, ad essere protettivi nei suoi confronti così come probabilmente lo è stato Sabrina finché non ha iniziato a vederla come una vera e propria rivale.  Per quanto riguarda Cosima, sembra che lei non abbia mai dato eccessivo peso a quanto riportato in famiglia da Sabrina, dimostrando una buona aderenza alla realtà o, quanto meno, una certa furbizia; in parole povere, a mio avviso, Cosima non avrebbe mai potuto inventare di sana pianta una affermazione così inverosimile.  La vicenda di Sarah è una storia che si articola nell’ambito familiare e, a mio avviso, non ci si può spostare più di tanto dalla figura di Misseri che si è mosso, sin dal primo momento, al fine di coprire qualcosa; che sia stato un incidente o un omicidio questo non posso dirlo io ma spetta ai periti lavorare affinché si faccia luce una volta per tutte sulla responsabilità di ciascun attore".
 
 

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Castelli Romani

Monte Porzio Catone, “Ho fatto tornare bambino un intero paese”: l’intervista esclusiva alla Presidente della Pro Loco

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Virna Cupellini, classe 1989, mamma di Ginevra, 11 anni, e Francesco, 9 anni (quasi 10, ci tiene a precisarlo) da più di un anno la nuova presidente della Pro Loco Monte Porzio Catone

L’abbiamo incontrata in uno dei bar centrali del paese a due passi da quel “Garibaldine”, come dicono in paese, che è l’emblema ed il simbolo di questa associazione.

Una ragazza solare, molto attiva (quello che sottolineiamo è che per fare da “fori porta” ,l’arco di ingresso al paese, al bar ha saluto ed abbracciato una decina di persone segno tangibile di una grande popolarità e di una simpatia prorompente)

Virna, ci diamo del tu, oppure?

Ma certo che si .. in fondo è una chiaccheriata che faccio assai volentieri con te.

Allora subito giù dritto con le domande: ma chi te l’ha fatto fare?

(mi guarda subito con il suo sorriso e mi dice):
Pensa, quando mi fanno questa domanda mi scoccio un po’ … ti spiego.
Negli ultimi anni mi avevano chiesto in tanti di diventare presidente.
La morte improvvisa di Carmelo (
Carmelo Santoro ex presidente n.d.s.) che era stato per anni il cuore della Pro Loco ed il successivo periodo del Covid aveva rallentato moltissimo le attività della Associazione. C’era bisogno di una nuova spinta, di nuova benzina.
Tante le volte che in Paese mi chiedevano di prendere in mano questo gruppo già collaudato da anni di esperienza.
Gli impegni personali, il lavoro, la famiglia e chi più ne ha più ne metta mi avevano sempre fatto rispondere, anche se a malincuore, no.
Poi, questo lo sanno in pochi, una mattina mi chiama il sindaco
(Massimo Pulcini n.d.s.) e mi dice che alcuni monteporziani avevano chiesto al presidente della Pro Loco di Monte Compatri di dargli una mano per il Carnevale.
Non te lo nascondo il mio “orgoglio” monteporziano ha avuto la meglio ed ho detto un SI convinto e forte.

Quindi mi stai dicendo che è colpa di quel nostro “pazzo” amico comune Claudio Monti (presidente della Pro Loco Monte Compatri n.d.s.) se oggi tu ti trovi qui?

Avoja! Sua e di Emanuele Carli (altro esponente della Pro Loco di Monte Compatri n.d.s.) che incontrai in quei giorni successivi al mio SI perché si offrirono di darmi una mano per preparare quel primo evento, il Carnevale Monteporziano del 2023, che facemmo assieme a loro.
Una sorta di “guerra” tra paesi all’insegna dell’allegria e della spensieratezza.
Quindi non è stato un “chi me lo ha fatto fare” ma è stata una scelta al momento giusto, all’occasione giusta: una sana follia scatenata da un’altra sana follia.

Continuo con l’ironia: hai evitato una “guerra di coriandoli” tra paesi?

(sorride di cuore) Lo puoi dire forte!
Ti immagini le reazioni: ao’ i monticiani che ce vengono a insegna’ a festeggia’ carnevale!
Sarebbe stato uno smacco davvero enorme per tutti noi
(continua a sorridere facendo davvero comprendere come il suo ruolo la riempia di gioia e di carica) e – aggiunge ridendo – ho evitato che Monte Porzio fosse invasa dai coriandoli monticiani

E poi ancora:

… nel mio cuore resta indelebile l’immagine che ho di me bambina.
Un paese sempre in festa. Luci, colori, fantasia, una sana spensieratezza che riempiva davvero il cuore a grandi e piccini. Ecco perché ho voluto “mettermi in gioco”.

Carnevale 2023

Ma dopo il dolce … un po’ di “amaro” me lo consenti? Anche la Pro Loco di Monte Compatri è stata oggetto di qualche polemica e Claudio mi ha risposto con una frase che, personalmente, ho incorniciato. Lui mi disse: quelli che fanno polemica sono talmente pochi che il loro rumore non ci da alcun fastidio.
Fai tuo questo pensiero?

Certo che si – risponde decisa – anzi aggiungo che io sono, da sempre, una donna che accetta critiche, consigli, suggerimenti ma debbono avere un qualcosa di propositivo.
Se nascono solo con lo scopo di denigrare, distruggere non hanno nessun senso in quanto non è sicuramente facile poter accontentare o soddisfare tutti, si agisce nel modo migliore e, ovvio, se ci sono idee in più sono la prima ad accettarle e metterle in atto.
Ma remare solo contro, permettimi, non ha senso e soprattutto non serve a nulla.

Secondo te, oggi, hanno ancora un senso le varie Pro Loco?

Guarda necessariamente hanno dovuto cambiare la loro collocazione, mi spiego meglio.
Un tempo nascevano per organizzare esclusivamente le sagre, le feste patronali, etc. oggi debbono diventare un po’ la Vetrina del Paese.
Debbono fare in modo che le varie associazioni, enti, presenti sul territorio si trasformino in tessere di un mosaico capace di diventare l’istantanea del Paese e la Pro Loco deve essere capace di mettere queste tessere una di fianco all’altra.
Ti dico una cosa: in questi giorni a Monte Porzio c’è stata Orchidee dal Mondo. Per la prima volta in assoluto la Pro Loco ha dato la disponibilità a collaboratore mettendo le proprie risorse a disposizione della Associazione che da oltre 20 anni gestisce questo evento di natura internazionale.
Quello che io ed i ragazzi e le ragazze vogliamo fare è essere un po’ la benzina a tutte quelle che possono essere le attività di rilancio culturale, turistico, di immagine del nostro paese.
Lo so, è uno sforzo immane ma non te lo nascondo: quando un evento finisce mi manca quella adrenalina che nasce proprio dal coinvolgimento.
Può sembrare paradossale: uno stress che a me crea sorrisi e voglia di divertirmi.

Si legge nei suoi occhi davvero qualcosa di unico, una luce particolare.

Nel mentre venivamo al bar mi hai parlato della bambina che è in te, mi spieghi meglio: è collegata alla tua scelta nell’accettare il ruolo di Presidente della Pro Loco?

Certo! Il tram tram quotidiano delle nostre vite smorsa quell’entusiasmo che io, da mamma, vedo negli occhi dei miei figli quando si gettano a capofitto nelle loro attività.
Quando insieme agli altri vivo questi eventi ho gli stessi occhi dei miei figli. Riesco a far tornare a vivere quella Virna bambina colpita dalle luci, dai colori, dai profumi, dalle emozioni.
E ti dico che già a quella prima edizione del Carnevali lessi negli occhi di molti miei coetanei, e non solo, quella stessa luce.
Posso dirti con estrema franchezza che avevamo fatto tornare un intero paese “bambino”

Tra pochi giorni Monte Porzio andrà al voto. C’è qualcosa che vuoi dire ai candidati?

Non necessariamente. Perché siamo un paese fortunato.
La collaborazione con l’amministrazione attuale nasce da un rapporto di rispetto reciproco e soprattutto dalla volontà condivisa di fare il Bene del Paese e vale lo stesso con le attuali forze di opposizione che apprezzano il nostro lavoro anzi lo sostengono proprio nell’ottica davvero super partes che la Pro Loco rispecchia.
Noi non facciamo attività di partito, consentimelo.
Noi siamo una libera associazione di liberi cittadini che si mettono a disposizione della collettività con amore ed entusiasmo quindi sappiamo bene che il nostro impegno verrà sempre messo al centro di ogni azione amministrativa della nostra Città.

Tu e Claudio siete quasi ormai delle “leggende” nei vostri comuni: ma mi spieghi sta cosa della Festa dei Folli come vi è venuta in mente?

(sorride a crepapelle)

La festa dei folli 2023

È voce comune che noi siamo il “Paese dei Matti” allora perché limitarci solo al Carnevale per mostrare tutto ciò? Anni fa l’Associazione Carnevale Enzo Torreggiani creò il Carnevale Estivo. Dopo quello invernale realizzato grazie alla spinta di Claudio ed Emanuele tanta gente mi ha chiesto di riportare in auge anche quello estivo. E da lì l’idea di fare nascere la Festa dei Folli proprio per far in modo che questa “sana follia contagiosa” potesse colorare ancora una volta le calde giornate d’estate. Debbo dirti che ha avuto un successo insperato e soprattutto ha portato in piazza centinaia di persone. Anche perché poteva sembrare una follia tentare di eguagliare ciò che il carnevale monteporziano aveva sempre fatto fino a quel momento.
Però, noi, folli ce semo de natura, e allora VAAAAI! Ed è stato TOP!
Quella è stata praticamente la consacrazione del mio impegno nei confronti della mia comunità e del mio paese!
Siamo il “Paese dei Matti”? Quindi non potevamo evitare di farlo.

Che dirti, vorrà dire che questa estate mi dovrò sdoppiare per festeggiare con te e con Claudio?

Guai a mancare – mi risponde – sorridendo.

Festa dei Folli a parte che cosa bolle nel pentolone della Pro Loco di Monte Porzio?

Il mio sogno è quello di aumentare le feste e gli eventi.
I commercianti, le varie associazioni e i cittadini stanno rispondendo con un immenso entusiasmo.
Facendo la lista parto con un evento che dovrebbe svolgersi a breve con la società Iperico (la società che gestisce il museo del Vino n.d.s.) abbiamo in cantiere un evento enogastronomico.
Poi la Festa dei Folli, in più volevo coinvolgere la Banda e far tornare la loro festa, Sant’Antonino, l’Estate Monteporziana, ciò tutta una serie di eventi che, come ti dicevo prima, potessero tornare a far risplendere ogni istante il nostro stupendo paese.
Vuoi che te lo dica con uno spot? Voglio trasformare il “grigiore” di molte giornate in un turbinio di colori … chiedo troppo?

Il calciobalilla umano in piazza 2023

Hai le idee davvero molto chiare e quello che entusiasma è la tua forza e quella formidabile “Virnabambina” che alberga in te.
Io amo chiudere le mie interviste così: ho la bacchetta magica puoi far avverare un desiderio per la tua famiglia ed uno per Monte Porzio: cosa chiedi?

Oddio, non ero preparata.
Beh, per la mia famiglia visti i momenti che viviamo chiedo serenità perché oggi assistiamo ad un mondo davvero pieno di mille e più incertezze.
Per Monte Porzio ti posso rispondere con un mio sogno?

Vai …

Allora sono bambina passo l’arco arrivo sulla piazzetta della Chiesa e la vedo scintillante di colori, di luci, di brillantini, sono colpita dal calore che le centinaia di persone che riempino la piazza mi trasmettono, riesco addirittura a toccare le emozioni di tutti.
Non so se riesco a spiegare questa mia visione, questo mio sogno.
Ecco io vorrei che questo accadesse ogni volta che noi monteporziani facciamo una festa, un evento: vivere insieme questa magia.

Il sorriso di Virna diventa ancora più contagioso e credo che non vi sia nessuna immagine più bella per chiudere questa nostra chiacchierata.
Ci salutiamo con un abbraccio e credo che sia davvero importante continuare a far rivivere, ogni tanto, quel bambino che ognuno di noi ha dentro l’anima.
Basta poco … sognare ma con cuore ed occhi aperti.

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Cronaca

Andria, blitz nei negozi e ristoranti: boom di “lavoratori in nero”

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Numerosi i controlli effettuati dai militari dell’Arma a diversi esercizi commerciali bar e ristoranti nel centro di Andria dove sono state rilevate sanzioni amministrative e ammende per un totale di circa 20.000 euro.
Nei giorni scorsi i Carabinieri della Compagnia di Andria, coadiuvati da personale del Nucleo
Ispettorato del Lavoro eseguivano delle attività ispettive in alcuni ristoranti del comune di
Andria dove venivano riscontrate diverse violazioni del Testo Unico Sicurezza sul Lavoro,
entrato in vigore nel 2008, che costituisce indubbiamente il principale riferimento legislativo sul tema della sicurezza dei lavoratori.
Gli articoli contestati sono diversi e riguardano principalmente l’omessa sorveglianza sanitaria e la formazione dei lavoratori nonché la presenza di alcuni lavoratori senza relativo contratto, i cosiddetti “lavoratori in nero”, privi della tutela assicurativa contro gli infortuni e le malattie
professionali.
Sono state elevate sanzioni amministrative e ammende pari a circa 20.000 euro e nel contesto
ispettivo veniva applicato anche il provvedimento della sospensione dell’attività imprenditoriale a seguito degli accertamenti dei lavoratori irregolari e gravi violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Continueranno nei prossimi giorni i controlli da parte dei militari in tutta la Provincia BAT al
fine di ridurre, soprattutto con l’inizio della stagione estiva, il fenomeno del lavoro a nero.

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Cronaca

Roma, blitz all’alba di Carabinieri e Polizia: in manette 11 persone:

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I reati contestati sono di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti
 
 
Dalle prime luci dell’alba, nelle province Roma, Viterbo e Frosinone, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma e gli agenti della Polizia di Stato del I Distretto Trevi Campo Marzio stanno dando esecuzione a un’ordinanza, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma, che dispone misure cautelari nei confronti di 11 persone, gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di rapina, estorsione, sequestro di persona a scopo di estorsione, riciclaggio di denaro, spaccio di sostanze stupefacenti.
 
L’attività di indagine, nata nell’ottobre 2022, trae origine dalle denunce di un soggetto, consumatore di sostanze stupefacenti, che aveva maturato con i propri spacciatori un debito che non era riuscito più a onorare, generando le violente reazioni di questi ultimi. In particolare, l’attività d’indagine, durata oltre un anno, ha consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’esistenza di un gruppo criminale, operante nel quartiere romano di Cinecittà, di cui farebbero parte gli indagati e di documentare come questi ultimi fossero soliti operare delle violente ritorsioni nei riguardi degli acquirenti di droga morosi.
 
Sono stati raccolti elementi indiziari per cui in alcuni episodi le vittime venivano trasportate all’interno delle abitazioni di alcuni sodali ove venivano percosse e minacciate con una pistola puntata alla tempia al fine di obbligarle a effettuare i pagamenti, anche attraverso bonifici bancari. Talvolta, poiché si era esaurito il “plafond” giornaliero presso la banca, venivano sequestrati e malmenati tutta la notte, in attesa di poter effettuare altri bonifici il mattino seguente. Nei casi in cui non riuscivano a ottenere il denaro preteso, le minacce venivano estese anche ai familiari dei malcapitati.
 
L’analisi del flusso di denaro estorto (oltre 300.000 euro) ha permesso di identificare tutti i beneficiari dei bonifici bancari in soggetti ritenuti vicini al soggetto più autorevole del gruppo criminale, Daniele Salvatori e di documentare le attività finalizzate al reimpiego e al riciclaggio del denaro che dai vari conti correnti veniva, tramite ulteriori bonifici o attraverso il prelievo in contanti, trasferito ad altri beneficiari.
 
A Daniele Salvatori, classe 1977, già noto alle forze dell’ordine, il 12 giugno 2023, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma avevano già notificato un fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma, per l’estorsione ai danni di un trentaseienne residente nella provincia di Frosinone e dei suoi familiari. A conferma della pericolosità e della spregiudicatezza del destinatario del provvedimento restrittivo, in data 03.10.2022, il Salvatori era stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Sezione Radiomobile di Cassino (FR), poiché sorpreso nei pressi dell’abitazione delle vittime in possesso di un’arma clandestina.
 
Privo di virus.www.avast.com



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