Scempio a Pordenone: uccide moglie e figlia a colpi di accetta, Pm chiede ergastolo

di Angelo Barraco

Pordenone – Nel corso dell’udienza svoltasi con rito abbreviato, il Pm Federico Facchin della Procura di Pordenone ha chiesto l’ergastolo per Abdelhadi Lahmar, marocchino di 40 anni che ha ucciso la moglie di 30 anni e la figlia di 7 anni a colpi di accetta nell’aprile del 2015. E’ stato scelto il rito abbreviato per consentire all’uomo l’applicazione di uno sconto di pena poiché l’omicidio pluriaggravato prevede l’isolamento diurno. La parte civile che rappresenta l’associazione “Voce Donna” ha chiesto un risarcimento simbolico di un euro, il difensore dell’uomo ha chiesto invece la predominanza delle attenuanti chiedendo la pena minima applicabile. Per il 28 ottobre è prevista la sentenza. "Questa è la cronaca di una morte annunciata" così dichiararono le amiche della cameriera 30ennne uccisa brutalmente a colpi di accetta il 15 aprile del 2015 nella sua camera da letto dal marito  Abdelhadi Lahmar, che ha scatenato una violenza inaudita anche contro la figlia Hiba di 7 anni, uccidendola nel sonno con un coltello. Le amiche della donna ricordano: “Dal 2010 quell'uomo la perseguitava e lei aveva provato in ogni modo a troncare la relazione. Negli ultimi mesi la situazione si era sopita solo perché lui era in Marocco e riceveva ogni mese gran parte dello stipendio di Touria. I soldi non gli bastavano mai: la chiamava e chiedeva denaro, minacciandola che, diversamente, una volta in Italia, gliela avrebbe fatta pagare”. Il movente di tale furia omicida è legato ad un fatto passionale poiché l’uomo non ha accettato che la relazione con la donna fosse finita. Era rientrato dal Marocco dopo cinque mesi e pochi giorni prima la donna aveva chiesto di poter essere inserita in un programma di protezione tramite un’associazione che si occupa di tutela di tutelare le donne rimaste vittima delle violenze domestiche. La donna doveva entrare nella struttura ma l’appuntamento era saltato all’ultimo momento. La donna inoltre temeva che il marito, qualora lei avesse avviato le pratiche per la separazione, portasse la figlia in Africa. L’uomo era stato convocato in caserma ed era stato ammonito verbalmente, lui però aveva rassicurato i militari dicendo che il problema era stato ingigantito . La donna era pronta per lasciare la case e recarsi presso la struttura che l’avrebbe protetta, era pronta per ritirare i risparmi in banca e ricominciare una nuova vita ma l’uomo tutto ciò non glielo ha permesso poiché ha impugnato l’accetta e l’ha uccisa. Prima ha massacrato la moglie, poi è entrato nella stanza della piccola Hiba che dormiva e l’ha sgozzata nel sonno. L’uomo ha chiamato poi il 113 consegnandosi alla Polizia, per i soccorritori "E' stata una mattanza".