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1 mese faon
L’incontro ha preso il via con i saluti istituzionali da parte di Giancarlo Frascarelli, Consigliere della Città Metropolitana, che ha evidenziato l’importanza di promuovere politiche concrete per sostenere le lavoratrici. Il problema, infatti, riguarda numeri allarmanti: in Italia, una donna su cinque lascia il lavoro dopo il primo figlio e una su due al secondo, dati che riflettono un sistema ancora poco attento alle esigenze familiari.
A dare ulteriore spessore alla discussione è stata la testimonianza personale di Eleonora Cecere, che ha raccontato le difficoltà vissute in prima persona nel cercare di conciliare carriera e vita familiare. Il suo intervento ha toccato profondamente il pubblico, dimostrando quanto il percorso di una donna possa essere segnato da ostacoli e sacrifici, spesso imposti da un contesto lavorativo poco flessibile.
Il dibattito si è arricchito con gli interventi di numerosi esperti e rappresentanti istituzionali. I saluti istituzionali in apertura lavori sono stati affidati a Nicola Procaccini co-presidente del gruppo ECR al Parlamento europeo.
Carlo Ciccioli, Europarlamentari, e Alessandro Palombi, Parlamentare della Repubblica, hanno analizzato il problema da una prospettiva politica, mettendo in evidenza come il tema della conciliazione tra lavoro e famiglia debba essere affrontato con interventi legislativi mirati. Giancarlo Righini, Assessore al Bilancio e Agricoltura della Regione Lazio, pur non riuscendo a partecipare per imprevisti istituzionali, ha ribadito il suo impegno e vicinanza al tema in quanto l’attuale quadro economico può rendere ancora più complesso il percorso lavorativo delle madri.
Durante l’incontro, Micol Grasselli e Chiara Iannarelli, Consigliere della Regione Lazio, hanno portato la loro esperienza, ribadendo la necessità di creare un ambiente lavorativo più inclusivo. Filomena D’Antini, Consigliera Nazionale di Parità, ha affrontato il problema della discriminazione di genere nel mondo del lavoro, evidenziando come il divario salariale e la carenza di servizi di supporto rappresentino ancora una barriera per molte donne. L’analisi si è arricchita grazie all’intervento di Romina Lanza, avvocato cassazionista del Foro di Roma, che ha illustrato gli aspetti giuridici legati alle tutele per le lavoratrici madri, e di Silvia De Filippi, sociologa, che ha esaminato i condizionamenti culturali che spesso portano le donne a dover scegliere tra carriera e famiglia.
L’evento ha avuto anche un’importante dimensione etica e spirituale, con la presenza di Monsignor Vincenzo Mamertino, della Diocesi Santa Rufina, il quale ha ricordato come la società nel suo complesso debba farsi carico della responsabilità di garantire alle donne il diritto a una carriera senza dover sacrificare la maternità. L’aspetto comunicativo del problema è stato approfondito dalla giornalista Chiara Rai, che ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi, mentre M. Grazia Villano, Corporate Manager della OMI, industria aerospaziale e aeronautica, ha portato una prospettiva aziendale, parlando delle sfide e delle strategie per rendere le imprese più inclusive.
Tra i temi affrontati nel corso della discussione, grande attenzione è stata riservata al gap salariale, alle difficoltà economiche che spesso costringono le donne a rinunciare al lavoro, alla salute psicologica delle lavoratrici e ai limiti imposti da una cultura ancora fortemente sbilanciata a sfavore delle madri. Le proposte emerse hanno evidenziato la necessità di potenziare i servizi per l’infanzia, favorire la flessibilità lavorativa e garantire un maggiore accesso alle opportunità di crescita professionale per le donne.
L’evento ha rappresentato un’occasione di confronto preziosa, capace di stimolare una riflessione collettiva su un tema che tocca da vicino il futuro del Paese. Grazie all’impegno di Mirta Paganelli e di tutti i relatori intervenuti, si è aperto un dibattito che non può rimanere confinato alle sole sedi istituzionali, ma deve tradursi in azioni concrete per garantire a tutte le donne il diritto a realizzare se stesse, senza dover rinunciare a nulla.
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