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Castelli Romani

Sequestro dell’immobile del sindaco di Nemi e della consorte: indagini per abusi edilizi e utilizzo incentivi statali

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La mattina di martedì 18 marzo, gli uomini della Compagnia della Guardia di Finanza di Velletri comandati dal Capitano Alessandro Bruno hanno eseguito il sequestro preventivo di un immobile di proprietà del sindaco di Nemi, Alberto Bertucci, e di sua moglie.

L’operazione è stata condotta nel centro storico del paese e ha visto la notifica del provvedimento emesso dal GIP del Tribunale di Velletri alla presenza dei coniugi. Il fatto ha suscitato sgomento tra i cittadini.

L’inchiesta sugli abusi edilizi e utilizzo incentivi statali

Alberto Bertucci e sua moglie risultano attualmente sotto indagine da parte della Procura di Velletri per presunti abusi edilizi e utilizzo incentivi statali. L’inchiesta ha preso avvio da un esposto presentato da un residente di Nemi, il quale ha denunciato interventi edilizi realizzati dai coniugi senza il consenso degli altri comproprietari delle parti comuni dell’edificio, tra cui facciata, tetto e sottotetto.

Secondo l’esposto, i lavori avrebbero comportato la demolizione di porzioni comuni dell’immobile, inclusa una canna fumaria degli anni ’50, utilizzata da un’attività commerciale situata nello stesso stabile. Inoltre, sarebbero stati realizzati un balcone e interventi sui solai senza le necessarie autorizzazioni del Genio Civile, oltre all’annessione del sottotetto alla proprietà dei Bertucci. Gli inquirenti stanno inoltre valutando se alcuni lavori siano stati effettuati usufruendo di incentivi statali.

L’ostacolo alla visibilità del provvedimento

Dopo l’apposizione del sigillo di sequestro sulla porta dell’edificio, è stata installata un’impalcatura proprio davanti all’ingresso, impedendo così la lettura del provvedimento.

La struttura, simile a una cabina di protezione, è stata rimossa nel pomeriggio.

Un telo oscurante ha coperto il foglio attestante il sequestro, rendendolo temporaneamente invisibile ai passanti. Nel frattempo, le fotografie allegate all’esposto mostrano la trasformazione degli spazi e documentano come la demolizione della canna fumaria abbia costretto l’attività commerciale a interrompere il proprio servizio di ristorazione, provocando anche un provvedimento amministrativo a suo carico.

Tra le accuse sollevate nell’esposto, si segnala inoltre che le opere edili avrebbero modificato l’altezza del tetto di circa due metri. L’inchiesta è in corso e gli sviluppi della vicenda saranno determinanti per chiarire eventuali responsabilità.

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