Sfascisti, faranno fuori Salvini come Berlusconi?

Già il 28 di agosto l’editorialista de Il Tempo Marcello Veneziani scriveva così: “Faranno fuori Salvini e so chi metteranno al suo posto”. Una nefasta profezia, che però trova cassa di risonanza in ciò che sta accadendo in queste settimane. Abbandonato ormai l’argomento dei migranti, ora il governo che gli Italiani hanno votato e che l’opposizione compatta – da centrodestra a centrosinistra e sinistra, cosa epocale – sta cercando di scalzare, ognuno per i propri interessi politici, è sotto un attacco mai accaduto nella storia della nostra repubblica.

S’è scomodato perfino Tajani, dichiarando in televisione che: “Questo governo va fermato, perché fa male all’Italia”

Accenti da marcia su Roma, e speriamo che nessuno sia così idiota da raccogliere questa istigazione all’insurrezione. Di fessi, purtroppo, siamo pieni e qualcuno potrebbe sentirsi autorizzato a compiere atti che, se fossero visti dall’altra parte, andrebbero classificati come ‘fascisti’. Mentre quelli che tuonano su media scritti e parlati sono ‘sfascisti’, o ‘disfattisti’, se qualcuno gradisce un termine caro al ventennio. Perché di questo si tratta. Salvini e il suo governo, in tandem con Di Maio, è sottoposto ad un bombardamento becero e cieco. Assistiamo alle riserve del PD, ancora rivitalizzate da un fertilizzante renziano, che in televisione recitano a memoria la lezioncina piena di bugie, facendo terrorismo politico e psicologico, senza nessuna attinenza con la realtà.

Accusare l’attuale governo di immobilismo, di inconcludenza e di incompetenza è davvero una menzogna

Come lo è accusarlo di continue liti e fratture. La verità è sotto gli occhi di tutti: i programmi trovano attuazione, i contrasti momentanei – ove ce ne fossero – servono ad aggiustare il tiro, nell’interesse del cittadino. Le accuse di populismo e sovranismo sono state respinte al mittente da un intervento sacrosanto del premier Conte: in realtà la sovranità del popolo è nell’articolo 1 della nostra sempre citata e ancor più disattesa Costituzione – proprio da coloro che accusano altri di violarla. Siamo all’assurdo. Attaccare un governo finalmente eletto – dopo quattro imposti – tramite regolari consultazioni, dimostra quello che da tempo sosteniamo su queste colonne. Cioè che chi comanda è l’Europa, con i suoi ‘poteri forti’; quei poteri che si sono opposti alla Brexit e che hanno paura di una eventuale Italexit, che soltanto vantaggi porterebbe alla nostra nazione. Chi teme quest’ultima soluzione è in realtà la Germania, che ne uscirebbe – lei sì – con le ossa rotte. Prova ne sia l’uscita che a suo tempo ci fu dell’Italia dal ‘Serpente monetario’: il Paese riprese vigore, le esportazioni aumentarono e ci fu un’ondata di benessere. Aggiunge Marcello Veneziani, nel suo editoriale su Il Tempo del 28 di agosto, che tutte le persone con cui ha parlato sono contente di questo nuovo governo, che finalmente fa ciò che piace ai cittadini. Di converso, tutti i media lo attaccano ferocemente. Allora noi ci chiediamo: che fiducia possiamo dare ai tiggì che mostrano soltanto aspre critiche al governo e alle sue iniziative, e anche, che fiducia possiamo dare ad alcuni ‘giornaloni’ che in prima pagina pubblicano non notizie, ma valutazioni faziose dell’azione di governo? È chiaro che anche questi ultimi sono di parte, magari legati ai finanziamenti pubblici. Quello che Renzi si è preoccupato di fare, quand’era al potere, è stato di infiltrare suoi fedelissimi nei gangli vitali dell’Amministrazione pubblica, e ora questa sua accortezza – che qualcuno potrebbe definire ‘totalitarista’ – gli torna utile.

Renzi non è morto – politicamente – , i traffici del cognato con i milioni di dollari dell’UNICEF non sono perseguibili, come riportano alcuni giornali in prima pagina

Salvato, il cognato, da una legge definita ‘ad personam’. Se manca una denunzia, nessuno potrà perseguire l’autore – presunto – dell’ammanco di 6 milioni e 600.000 dollari raccolti per i bambini meno fortunati, e dirottati – secondo alcune fonti ufficiali – verso le aziende di casa Renzi. Il giglio magico esiste ancora, ed è infiltrato nei gangli più profondi della nostra amministrazione pubblica: prova ne sia che Ermini – un avvocato di provincia fedelissimo di don Matteo – è stato eletto, con l’appoggio del centrodestra, alla presidenza del CSM, e sappiamo quale sia la potenza anche politica di questo organismo. E Berlusconi ne sa qualcosa. Tutti condannano lo sforamento programmato al 2,4% – mentre pare che l’Italia sia addirittura in avanzo primario – al contrario di ciò che accade alla Francia di Macron, la quale, lungi dall’essere criticata dai soliti buonisti per aver chiuso le frontiere ai migranti, si permette un 2,8%, con il beneplacito dell’establishment internazionale, a cui lui tiene bordone. L’impressione è che tutti temano che le misure adottate sortiscano l’effetto voluto, e che questo sia la fine della sinistra e della sua politica. Chi critica questo governo e le sue iniziative non ricorda che quando era al potere il PD l’Italia non aveva la benchè minima possibilità di crescita, sempre proclamata ma mai avvenuta, nella linea menzognera adottata anche oggi. Il reddito di cittadinanza, o di inclusione, o ciò che si vuole, porterà non soldi ai fannulloni, ma eliminerà sacche di povertà oggi irraggiungibili – perché il PD al potere per almeno cinque anni non ha fatto nulla? – e rimetterà in circolazione il denaro erogato. Anche le pensioni, se fossero aumentate, potrebbero portare vantaggio al mercato interno. Il pensionato, quello al di sotto dei mille euro, – che oggi è la maggioranza – si deve privare di tante cose, e per lo più non arriva a fine mese. Auspicando che i tagli ai ‘diritti acquisiti’ siano effettuati presto: un diritto, non ‘acquisito’, ma sancito dalla nostra Costituzione – sempre lei – è fra l’altro quello alla salute e al benessere del cittadino, senza discriminazioni di alcun genere. Soprattutto di emolumenti assurdi in un paese che si picca d’essere civile e democratico. L’aumento rimetterebbe in circolo buona parte delle somme, dando impulso all’economia interna. Insomma, le pensioni tornerebbero all’ovile sotto forma di impulso al commercio e aumento del gettito fiscale. La crescita non si stabilisce per decreto. Va preparata con misure strutturali, ciò che questo governo sta facendo, con grande capacità, nonostante l’opposizione dica il contrario – e il ministro Savona ne testimonia. Contro questo governo si è scatenato l’inferno. Speriamo che gli Italiani siano più intelligenti di quelli che lo vogliono affossare, e si regolino di conseguenza.

Roberto Ragone