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Sicurezza, no agli storditori elettrici alle polizie locali: “incostituzionale”

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Stop della consulta alla legge Lombardia: “Armi da offesa esclusiva dello Stato”

Addio ai “dissuasori di stordimento a contatto” alla polizia locale. E a maggior ragione ai taser, che gli impulsi elettrici li ‘sparano’. La detenzione delle armi da offesa è esclusiva dello Stato e delle sue polizie in base all’articolo 117 della Costituzione, e dunque è incostituzionale la legge lombarda del 2021 (l’articolo 5 della legge di revisione ordinamentale) che ne prevedeva l’utilizzo per le polizie locali dei comuni. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza 126 del 6 aprile scorso depositata ieri (giudice estensore della sentenza Maria Rosanna San Giorgio), sentenza visionata dalla ‘Dire’.

In una partita, quella delle dotazioni delle polizie locali, che si gioca sui dettagli, in primo luogo la giudice San Giorgio definisce perchè è da ritenere arma da offesa lo storditore a contatto. Secondo “la giurisprudenza della Corte di cassazione, lo ‘storditore elettrico’ andrebbe considerato, a tutti gli effetti, come arma comune, trattandosi di ‘strumento naturalmente destinato ad offendere l’eventuale aggressore'”. E’ pur vero, concede la giudice della Consulta, che un decreto legislativo del 2018 “ha previsto la possibilità di una sperimentazione, da avviare presso la Polizia locale, avente ad oggetto le armi comuni ad impulso elettrico”; ma servirebbe il coinvolgimento della Conferenza unificata (cioè una riunione congiunta della Conferenza Stato-città ed autonomie locali e della Conferenza Stato-Regioni, ndr) “e l’adozione di un apposito decreto ministeriale. Al di fuori di tale procedura, per converso, gli operatori della Polizia locale non avrebbero la possibilità di utilizzare i dispositivi in questione”.

La sentenza anti taser della Corte accoglie anche l’argomento del ricorrente (come sempre il presidente del Consiglio dei ministri, ndr)- nello specifico l’avvocato dello Stato Danilo Del Gaizo, mentre Maria Lucia Tamborino difendeva Regione Lombardia- che richiama la legge 110 del 1975 (“Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi”), “che proibisce il porto degli strumenti di dissuasione mediante stordimento. Con questa norma il legislatore statale avrebbe esercitato la propria competenza legislativa esclusiva nella materia de qua, entro un perimetro non valicabile dal legislatore regionale”.
E a chi sostiene che gli storditori “non siano qualificabili come arma ad impulso elettrico (giacché inidonei al lancio di dardi o freccette)”, si tratta comunque di strumenti “non annoverabili nella categoria degli ‘strumenti di tutela’, ma piuttosto in quella delle armi proprie, loro destinazione primaria essendo quella dell’offesa alla persona (ancorché a scopo difensivo)”.
Completa il quadro del semaforo rosso agli storditori a ‘ghisa’ e affini la legge 7 marzo 1986, n. 65 (Legge-quadro sull’ordinamento della polizia municipale), che, annota in sentenza la giudice San Giorgio, “avrebbe operato ‘una summa divisio’ tra ‘armamento’ vero e proprio ed altri ‘mezzi e strumenti operativi’ di cui la polizia locale può essere provvista”.

Fonte: Agenzia DIRE

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Roma, borseggi e furti nel centro storico: 19 persone arrestate nel fine settimana

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In manette anche due giovani sorpresi a derubare una mamma distratta mentre accudiva il suo bambino
 
 
ROMA – Nell’ambito dei servizi mirati alla prevenzione e al contrasto dei furti nei luoghi di maggiore interesse e affluenza del centro storico, i Carabinieri della Compagnia Roma Centro, nel corso del fine settimana, hanno arrestato 19 persone gravemente indiziate del reato di furto.
 
Nel particolare, i Carabinieri del Comando Roma Piazza Venezia hanno bloccato due 22enni romeni, senza fissa dimora, che, in piazza dell’Esquilino, approfittando della distrazione di una mamma che stava accudendo il suo bambino, le hanno sfilato la borsa lasciata appesa alle maniglie del passeggino. I due sono stati arrestati e la refurtiva recuperata.
 
I Carabinieri hanno poi arrestato 8 cittadini stranieri – tre di etnia rom e due sudamericani – sorpresi a derubare i passeggeri a bordo della metropolitana linea “A”, in particolare tra le fermate “Barberini” e “Colosseo”, e altri 4 – un cittadino italiano e tre sudamericani – sorpresi a derubare turisti intenti a cenare ai tavoli esterni dei locali del centro storico, sfilando portafogli e telefoni cellulari da borse e zaini appoggiati sulle sedie.
 
Infine, altre 5 persone, tutte senza fissa dimora e con precedenti, sono state arrestate dai Carabinieri del Nucleo Scalo Termini dopo essere stati sorpresi a rubare all’interno dei negozi della Galleria Forum Termini.
 
Le vittime dei furti hanno tutte presentato regolare denuncia e nel corso delle udienze tenutesi presso le aule di piazzale Clodio, gli arresti sono stati convalidati.
 



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Amatrice, la Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato ospite d’onore al Palio dei Somari Sindaci

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AMATRICE (RI) – La Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato è stata l’ospite d’onore alla nota manifestazione culturale del “Palio dei Somari Sindaci” che si è svolta, nel week end appena trascorso, ad Amatrice, davanti ad una folta presenza di spettatori.
 
A margine del “Palio dei Somari” vero e proprio, tenutosi nel “somarodromo”, nei pressi del “Ponte della Rinascita”, ad Amatrice, nella mattinata del 26 marzo 2023, si è tenuta, presso il monumento i Caduti del terremoto del 24 agosto 2016, all’interno del Parco Don Minozzi, una breve cerimonia di raccoglimento alla quale era presente un Picchetto d’Onore della Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato.
 
Nel pomeriggio della stessa giornata, poi, a conclusione della manifestazione, la Fanfara a Cavallo della Polizia di Stato si è esibita, eseguendo brani del proprio vasto repertorio musicale che spazia dalla musica contemporanea alla musica classica, davanti a numerosi entusiasti spettatori.
 
 



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Soriano nel Cimino, Palazzo Chigi Albani torna ad essere del Comune

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Il Sindaco Roberto Camilli: “Un momento importante per la nostra comunità”

Una notizia importante per la comunità di Soriano nel Cimino che è stata accolta con gioia e soddisfazione. Uno dei palazzi simbolo del paese dei Cimini torna ad essere totalmente proprietà del Comune. La decisione è stata presa all’unanimità dal Consiglio provinciale dopo un lungo confronto tra le Amministrazioni, che si è concluso con la vendita, all’amministrazione comunale di Soriano nel Cimino, dei tre quinti dell’immobile. La rimanente parte, infatti, era già di proprietà del Comune.

“Un percorso lungo che ha portato ad un risultato importante per il nostro paese. – fa sapere il Sindaco Roberto Camilli e tutta l’amministrazione comunale – L’amministrazione provinciale ha accolto con entusiasmo la proposta di acquisto, da parte del Comune di Soriano nel Cimino, al fine di recuperare e valorizzare al meglio il suggestivo palazzo”.

Un traguardo importante che rappresenta anche il primo passo verso un più ampio progetto di recupero, valorizzazione e promozione della struttura, già interessata negli ultimi anni dagli interventi di recupero messi in atto dal Comune, che si è aggiudicato l’intera proprietà dell’immobile rivalutato al netto degli interventi strutturali già eseguito nel corso di questi anni. Un esempio di buona politica tra le Amministrazioni per preservare e salvaguardare un bene storico di tutti.

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