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Cultura e Spettacoli

Siena, scoperto un tesoro unico nelle terme a San Casciano dei Bagni

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Piscine ribollenti di acqua calda e curativa in uno scenario mozzafiato, con salti di quote, terrazze digradanti nel verde, fontane, colonnati, giochi d’acqua.

A San Casciano dei Bagni in Toscana, piccolo borgo nella provincia di Siena che ancora oggi conta molto sul turismo termale, gli archeologi sono impegnati da tre anni in uno scavo che ha già fatto parlare di sé con il ritrovamento di una grande vasca, oggetti votivi, altari dedicati agli dei, persino un bassorilievo con l’immagine di un grande toro e uno splendido putto in bronzo, capolavoro di età ellenistica.

Ma la vera sorpresa, racconta in anteprima all’ANSA l’archeologo Jacopo Tabolli, è arrivata in queste ultime settimane con la scoperta delle reali dimensioni del santuario, che era stato degli etruschi e che i romani nei primi secoli dell’impero vollero rifondare rendendolo monumentale.

Eccezionale al punto da ordinare alla zecca il conio di un tesoro di sfavillanti monete in argento, oricalco e bronzo destinate forse proprio alle offerte dell’imperatore, per onorare quegli dei che dovevano vegliare sulla sua salute e su quella dei tanti notabili romani pronti ad affrontare il viaggio verso questo luogo sacro . “Un contesto senza uguali in Italia e nel Mediterraneo antico”, sottolinea appassionato Tabolli, che insegna all’Università degli stranieri di Siena e qui guida dalla prima ora il progetto, promosso dal comune con la concessione del ministero della cultura e portato avanti insieme a Emanuele Mariotti, direttore dello scavo, Ada Salvi della soprintendenza oltre ad atenei italiani e internazionali.

Una scoperta eccezionale, spiega, “per le dimensioni dell’area del santuario, molto più grandi di quello che potevamo immaginare, con diversi edifici sacri, altari, piscine”. Le riprese dall’alto con il susseguirsi di marmi, strutture, e vasche di ogni forma e dimensione che emergono dal fango, sono emozionanti. Ma a stupire è anche la qualità e la rarità del tesoro di oggetti emersi in queste ultime settimane di scavo. Il più importante, dice Tabolli, è forse uno strabiliante utero in bronzo che risale agli anni tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero romano: “Nei santuari etruschi e poi in quelli romani dedicati alla fertilità è frequente trovare uteri in terracotta, in bronzo sono rarissimi”, spiega il professore. A dispetto delle temperature roventi, ogni giorno di questo cantiere è stato ad alto tasso di adrenalina, “con scoperte continue”, racconta, da un incredibile orecchio in bronzo dei primissimi anni dell’impero che un certo Aulus Nonnius aveva dedicato agli dei per ringraziarli della guarigione, a una gamba e persino un rarissimo pene, sempre in bronzo. Senza contare le monete: “oltre tremila e tutte di fresco conio” come ha documentato Giacomo Pardini, esperto dell’Università di Salerno. “Uscite dalla zecca di Roma e subito portate a San Casciano ad onorare la sacralità del luogo e molto probabilmente i suoi momenti fondativi”, ragiona Tabolli. Meraviglie a cui si aggiungono splendidi altari scolpiti nel travertino locale.

Il ministro della cultura Franceschini applaude: “Una scoperta davvero eccezionale che conferma l’importanza di questo scavo e del lavoro egregio portato avanti in questi anni”, commenta all’ANSA mentre il dg musei, Massimo Osanna annuncia che ci sono già i fondi per dare vita a San Casciano ad un museo interamente dedicato alle scoperte del Bagno Grande: “Lo apriremo in un palazzo cinquecentesco del centro storico – anticipa Osanna- per allestirlo con i reperti già scavati e quelli che arriveranno”.

ant’è, il lavoro dell’ultima campagna di scavo, la settima, come al solito portata avanti coinvolgendo frotte di studenti, ha acceso nuova luce su alcune fasi della storia di questo incredibile santuario, frequentato anche all’epoca dei Medici, tanto che Federico Borromeo – sì proprio il cardinale che tutti noi ricordiamo dai Promessi Sposi – venne fino a qui per ben due volte nel 1600 e poi nel 1601 per curare un dolorosissimo quanto misterioso “mal di guancia”. “Stiamo recuperando quello che resta del porticato costruito nel ‘500 dai Medici”, che poi spostarono il centro termale nella zona di Fonteverde, a due chilometri dall’antico santuario, spiega l’archeologo. Intanto sono state trovate le prove di un drammatico crollo che coinvolse la zona del Bagno Grande negli ultimi anni del III secolo d.C., quando nel terreno si aprì una voragine profonda più di due metri che fece sprofondare quasi tutto, vasche, edifici, colonnati. I romani cercarono di rimediare al disastro avviando una possente operazione di restauri e interpretarono quella devastazione come un prodigium, un segnale mandato dagli dei. “Proprio qui nel cuore della voragine – indica Tabolli – innalzarono un nuovo altare e sulle macerie costruirono una nuova piccola vasca con tanto di gradini per rendere più facili le immersioni”. Una determinazione che la dice lunga sul fascino di un luogo amato e frequentato da più di duemila anni. E che in autunno, con la ripresa degli scavi, potrebbe riservare ancora chissà quali sorprese.

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Roberto Rossellini, un maestro del cinema italiano

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Tra i suoi film più celebri: “Roma, città aperta” (1945), considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano

Roberto Rossellini, uno dei più grandi registi del cinema italiano e mondiale, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cinema con la sua visione innovativa e il suo approccio rivoluzionario alla narrazione cinematografica.

Nato l’8 maggio 1906 a Roma, Rossellini ha contribuito in modo significativo allo sviluppo del neorealismo italiano e ha influenzato generazioni di cineasti con la sua ricerca di autenticità e verità sullo schermo.

Il contributo di Rossellini al cinema è stato caratterizzato da una profonda sensibilità umana e da una volontà di esplorare le complessità dell’esistenza umana attraverso storie realistiche e vicine alla vita di tutti i giorni. I suoi film sono spesso ambientati in contesti sociali e politici tumultuosi, e riflettono le sfide e le contraddizioni del mondo contemporaneo.

Tra i suoi film più celebri vi è “Roma, città aperta” (1945), considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano. Il film, ambientato durante l’occupazione nazista di Roma, segue le vite di un gruppo di persone coinvolte nella Resistenza contro il regime fascista. Con “Roma, città aperta”, Rossellini ha introdotto una nuova forma di narrazione cinematografica, caratterizzata da una fotografia cruda e realistica, da una recitazione naturale e da una trama focalizzata sui personaggi e sulle loro esperienze individuali.

Un altro capolavoro di Rossellini è “Paisà” (1946), una raccolta di episodi che raccontano le conseguenze della Seconda Guerra Mondiale in diverse regioni italiane. Attraverso storie di speranza, dolore e resilienza, il regista offre uno sguardo profondo e umano sulla realtà post-bellica del Paese.

Nel corso della sua carriera, Rossellini ha continuato a sperimentare e a innovare, esplorando nuove forme di narrazione e abbracciando nuovi temi e generi. Con “Stromboli” (1950), ha portato il neorealismo sullo sfondo di un’isola vulcanica, esplorando il conflitto tra la natura e la civiltà. Con “Viaggio in Italia” (1954), ha creato un ritratto intimo e psicologico di un matrimonio in crisi, aprendo la strada al cinema d’autore europeo.

Rossellini ha dimostrato una straordinaria abilità nel cogliere l’essenza umana e nel portare sullo schermo le emozioni e le contraddizioni della vita quotidiana. Il suo contributo al cinema italiano e mondiale rimane senza pari, e la sua eredità continua a ispirare e influenzare i cineasti di oggi. Con la sua visione audace e la sua sensibilità unica, Roberto Rossellini rimane un gigante del cinema, il cui lavoro continuerà a essere ammirato e studiato per generazioni a venire.

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Cultura e Spettacoli

Tarquinia, fervono i preparativi per la 75esima edizione della “Fiera del Lido”

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Dal 3 al 5 maggio saranno presenti 250 espositori divisi per tipologia: dalle macchine agricole a quelle industriali; dai prodotti di ferramenta e casalinghi al plein air; dall’area dedicata all’enogastronomia a quella del mercato e dell’artigianato

Fervono i preparativi per la Fiera del Lido, Mostra mercato macchine agricole, in programma a Tarquinia dal 3 al 5 maggio.

Giunta alla 75esima edizione, la fiera si proporrà soprattutto come mostra di macchine agricole con aziende provenienti da tutta Italia, che presenteranno le ultime novità del settore. La tre giorni proporrà un ricco programma di eventi con concerti, laboratori per bambini e degustazioni di prodotti tipici locali. Sarà presente anche l’associazione “Il Mercante in Fiera” con un villaggio al cui centro ci saranno prodotti artigianali antiquariato. Non mancherà una zona dedicata al modellismo sia statico che dinamico.

“Sono previsti circa 250 espositori divisi per tipologia: dalle macchine agricole a quelle industriali; dai prodotti di ferramenta e casalinghi al plein air; dall’area dedicata all’enogastronomia a quella del mercato e dell’artigianato – fanno sapere dalla Pro loco Tarquinia -. Due terzi degli spazi previsti sono già prenotati. Per favorire ulteriormente la partecipazione, – proseguono dalla Pro loco – abbiamo pubblicato sul sito www.prolocotarquinia.it una pagina in cui è possibile trovare tutte le informazioni e scaricare la documentazione necessaria per formalizzare l’iscrizione come espositore”.

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Castelli Romani

Castel Gandolfo, grande attesa per l’appuntamento con Osho

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Giovedì 29 febbraio, alle ore 18.30 presso i locali de “La Quintessa” in via Spiaggia del Lago 20 la presentazione del libro “Er pugno se fa co la destra o co la sinistra?”

“Er pugno se fa co la destra o co la sinistra?” (Rizzoli) è il libro di Federico Palmaroli (Osho) che sarà presentato giovedì 29 febbraio, alle ore 18.30, a Castel Gandolfo (Roma).

L’ideatore e animatore de “Le Frasi di Osho” sarà l’ospite d’onore dei Cocktail d’Avanguardia, l’appuntamento culturale promosso da Meta Magazine e Meta Promotion, presso i locali de La Quintessa in via Spiaggia del Lago 20 a Castel Gandolfo. Nella suggestiva cornice del Lago Albano il noto vignettista presenterà il suo ultimo libro “Er Pugno se fa co la destra o co la sinistra?”. A dialogare con l’autore ci sarà il giornalista Andrea Titti.

“Abbiamo scelto di invitare Federico Palmaroli”, sottolinea Andrea Titti, “per aprire la nuova stagione dei Cocktail d’Avanguardia, perché riteniamo la sua arte abbia offerto un modo nuovo di comunicare la politica e la società di questo tempo. Ironico e pungente, dando nuova linfa e rappresentazione al linguaggio della romanità. Un vero esponente di avanguardia appunto”.

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