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SINAI, DISASTRO AEREO: C'ERA UNA BOMBA NELLA STIVA

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Tempo di lettura 4 minuti Gli inquirenti sospettano che qualcuno che poteva accedere alla stiva dell’aereo abbia collocato la bomba o all’interno di un bagaglio o sopra

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di Angelo Barraco
 
Continuano senza sosta le indagini in merito al disastro aereo del Sinai, adesso a parlare sono gli inquirenti britannici che attribuiscono l’esplosione ad una bomba che si trovava nella stiva del velivolo. La notizia la si apprende tramite la BBC online, dove si legge inoltre che gli inquirenti sospettano che qualcuno che poteva accedere alla stiva dell’aereo abbia collocato la bomba o all’interno di un bagaglio o sopra uno di essi, il tutto prima del decollo. Gli inquirenti britannici, in piena fase investigativa, non escludono l’ipotesi del guasto anche se le voci di un attentato diventato sempre più frequenti e l’ombra del sospetto è sempre più presente verso chi indaga. Un elemento che poteva e doveva far luce sulla vicenda era senza ombra di dubbio la scatola nera del velivolo, ma fonti vicine alle indagini riferiscono i dati raccolti dalla scatola nera non aiutano a chiarire la situazione ed emerge inoltre che “tutti i sistemi funzionavano regolarmente e l’aereo dopo il decollo ha quasi raggiunto l'altezza prestabilita, dopo è avvenuto un evento dopo il quale la registrazione di tutti i parametri si è fermata in un attimo”. 
 
In merito all’attentato ha espresso la sua opinione anche il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama che per la prima volta cha riferito in un’intervista “Credo ci sia la possibilita' di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai e la stiamo valutando seriamente”, anche David Cameron sostiene si sia trattato di una bomba: “E' più probabile che sia stata una bomba”. Tanti sono i voli sospesi in seguito all’attentato poiché molte compagnie hanno deciso di non volare su quel tratto. 
 
Fonti dell’intelligence Usa citate dalla Cnn riferiscono che a causare l’esplosione dell’aereo russo sarebbe stata una bomba che si trovava all’interno di una valigia o all’interno di un bagaglio a mano.
 
Le fonti precisano inoltre che la matrice dell’attentato sarebbe l’Isis o un gruppo affiliato. La fonte ha riferito che le indagini non sono ancora concluse. L’ipotesi che viene avvalorata sarebbe quella del bagaglio portato a bordo grazie a due elementi che hanno permesso ciò: la mancanza di controlli nello scalo e la complicità di un impiegato dell’aeroporto di Sharm el-Sheik. Intanto i jihadisti dell’Isis tornano a parlare dell’incidente aereo con un nuovo messaggio: “Non siamo obbligati a svelarvi il modo in cui abbiamo abbattuto l'aereo, ma ve lo diremo solo quando e come vorremo noi. Voi controllate le scatole nere, visionate il relitto e provate a confermare che non è stato abbattuto, se ci riuscite. Noi l'abbiamo abbattuto, voi morirete di rabbia”. Il messaggio audio è stato pubblicato su diversi siti jihadisti. Una prima analisi, seppur parziale, esclude l’impatto esterno, a riferirlo è Miles O’Brien, analista dell’aviazione Usa che alla CNN ha riferito: “il numero dei lampi di calore è fondamentale: se ne è stato rilevato uno solo , questo in qualche modo potrebbe allontanare l'ipotesi del lancio di un missile e portare all'idea di un'esplosione a bordo dell'aereo”. Il presidente Valdimir Putin, ad un incontro tenutosi pochi giorni fa in merito ad disastro aereo ha riferito che le indagini sullo schianto A-321 dovranno andare avanti sino a quando sarà necessario. L’incontro si è tenuto con il ministro dei Trasporti Maxim Sokov che ha aggiunto: “Non ci sono dubbi che tutto debba essere fatto per avere un quadro obiettivo di quanto accaduto, agire di conseguenza”. In seguito all’attentato molti voli sono stati sospesi, l’irlanda non volerà  su quello spazio aereo fino a nuovo ordine, la Gran Bretagna ha sospeso i voli. 
 
Pochi giorni fa l’Isis ha reso noto un video in cui esulta in merito allo schianto dell’aereo russo nel Sinai e definiscono Vladimir Putin un “maiale”, inoltre nel video riferiscono che quanto è accaduto è soltanto l’inizio e questa sarebbe una vendetta per i raid in Siria. Nel video reso noto riferiscono “Invaderemo il vostro Paese e uccideremo la vostra gente”. Ma non è possibile verificare l’autenticità del video. Intanto Russia ed Egitto hanno negato l’autenticità delle precedenti rivendicazioni sulla tragedia da parte dell’Isis. Ricordiamo che l’ipotesi terrorismo era stata smentita dal ministro dei Trasporti russo Maksim Sokolov, ritenendola non attendibile. avevaa dichiarato inoltre: “Ora diversi mass media pubblicano informazioni variegate secondo cui l'aereo sarebbe stato abbattuto da un missile antiaereo lanciato dai terroristi. Questa informazione  non puo' essere considerata attendibile”. Intanto sul luogo in cui è avvenuto lo schianto sono stati trovati degli “elementi che non hanno a che fare con la struttura del velivolo”. Gli elementi in questione ovviamente potrebbero essere “materiale trasportato dai passeggeri, per esempio di attrezzature per l'immersione”, ma saranno le analisi sulle scatole nere a dare risposte a quanto è accaduto.
 
La vicenda. Il mese di ottobre si è chiuso con una tragica notizia che ha scosso tutto il globo, un aereo di linea russo è precipitato nel Sinai centrale, in Egitto. A bordo c’erano 224, tra cui diversi bambini, nessun membro dell’equipaggio si è salvato. L’aereo, un Airbus A-321 della piccola compagnia siberiana Kogalymavia, era decollato in mattinata da Sharm el-Sheikh per San Pietroburgo. L’aereo è precipitato in una zona in cui combattono i jihadisti dell’Isis ma fonti della sicurezza egiziana hanno attribuito l’origine del disastro ad un “guasto tecnico” e quindi hanno escluso l’atto terroristico. Ma emerge inoltre che il comandante dell’aereo precipitato aveva chiesto un atterraggio di emergenza,   l'ente aeronautico russo Rosaviatsia ammetteva che si erano perse le tracce dell'aereo sulla penisola del Sinai e che 23 minuti dopo il decollo, avvenuto "alle 6.51 ora di Mosca" da Sharm el-Sheikh, meta turistica molto in voga tra i russi, l'Airbus non aveva "contattato Larnaca (Cipro)" come previsto ed era "scomparso dai radar".  Putin intanto ha ordinato l’avvio delle indagini in merito a quanto accaduto.

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Cronaca

La Conferenza Episcopale Nordica riafferma la vicinanza all’Ucraina

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Lo scorso mese di maggio il cardinale Anders Arborelius OCD di Stoccolma e il vescovo Erik Varden OCSO di Trondheim hanno compiuto una visita di solidarietà in Ucraina a nome della conferenza episcopale nordica e quindi di tutti i cattolici dei paesi nordici. Sono rimasti profondamente commossi da ciò che hanno visto: il calvario che l’Ucraina sta attualmente attraversando, la continua distruzione di obiettivi civili, le atrocità contro gli indifesi e i bambini, ma anche il coraggio, la perseveranza e il lavoro umanitario degli ucraini.
 
Come vescovi nordici, hanno invitato tutti i credenti ad un’azione pacifica contro questa terribile guerra. A questo scopo è stata scelta la domenica di Pentecoste per celebrare la venuta dello Spirito Santo, quindi per rafforzare la fede che il Signore con la sua potenza salvifica può davvero rinnovare la faccia della terra attraverso i suoi fedeli seguaci. Per questo i vescovi hanno chiesto che la messa principale di Pentecoste in tutte le parrocchie e comunità dei cinque Paesi nordici fosse celebrata per la giustizia e la pace in Ucraina. Allo stesso tempo, chiedendo che le offerte raccolte vengano indirizzate alla Caritas dell’Ucraina, il cui impegno è grande. La Caritas concretizza il sostegno delle diocesi nordiche con pacchi alimentari e igienici per i più bisognosi. La necessità di questo tipo di aiuto fondamentale è grande e sta solo crescendo. la diocesi ha invitato i fedeli ad utilizzare i giorni venturi per preparare i cuori e le menti, ringraziando i fedeli per la loro generosità.
 
La riunione era presieduta dal  Vescovo Czeslaw Kozon, Copenhagen, con la presenza del Cardinale Anders Arborelius OCD, Stoccolma, vicepresidente, del Vescovo Bernt Eidsvig Can.Reg, Oslo, di Mons. David Tencer OFMCap, Reykjavik, del Vescovo-Prelato Berislav Grgic, Tromsø. del Vescovo-Prelato Erik Varden OCSO, Trondheim e di padre Marco Pasinato, amministratore della diocesi di Helsinki. La diocesi finlandese, circa 16mila fedeli, è ancora in attesa della nomina da parte di Papa Francesco del nuovo vescovo titolare, che succeda al vescovo emerito Teemu Sippo, in pensione dal 2019.

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Esteri

Ucraina, la Russia fa saltare in aria la centrale idroelettrica di Kakhovka

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Le forze russe hanno fatto saltare in aria la diga di Nova Kakhovka, nella parte controllata da Mosca della regione di Kherson: lo ha reso noto l’esercito di Kiev, come riportano il Guardian e Ukrinform.

La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata fatta saltare in aria dalle forze di occupazione russe.

La portata della distruzione, la velocità e il volume dell’acqua, le probabili aree di allagamento sono attualmente in corso di verifica. Tutti i servizi funzionano. La situazione viene monitorata”, ha affermato il Comando operativo sud. 

La notizia è confermata anche dal ministero delle emergenze russo che però accusa Kiev affermando che la diga di Nova Kakhovka è stata “parzialmente distrutta” a causa di bombardamenti ucraini, e sottolineando che non c’è pericolo per la popolazione delle regione. La diga, controllata dai russi, è un impianto strategico per il rifornimento di acqua alla Crimea, annessa alla Russia. Il capo della locale amministrazione filorussa, Vladimir Leontiev, citato dall’agenzia Ria Novosti, ha tuttavia detto che le forniture idriche alla penisola non dovrebbero essere interrotte. 

Alcuni meccanismi della diga sono stati danneggiati “per un bombardamento ucraino” e c’è stato un innalzamento di 2,5 metri del livello dell’acqua nel bacino, ma la diga stessa “non è stata distrutta” e “non ci sarà una catastrofe”, ha aggiunto Leontyev che ha tuttavia aggiunto che potrebbe rendersi necessaria l’evacuazione di circa 300 case a valle, nelle località di Korsunki e Dnepryan. Secondo un corrispondente dell’agenzia russa Ria Novosti sul posto, le forze ucraine continuano a bombardare con l’artiglieria l’area della diga.

La centrale idroelettrica di Kakhovka è stata completamente distrutta “a seguito dell’esplosione della sala macchine dall’interno” e non è riparabile, riferisce l’emittente statale ucraina Suspilne, che cita la società statale Ukrhydroenergo. L’operatore gestisce numerose centrali idroelettriche lungo i fiumi Dnipro e Dniester.

I danni provocati alla diga di Kakhovka “potrebbero avere conseguenze negative per la (centrale nucleare di Zaporizhzhia), ma la situazione è sotto controllo”, afferma l’operatore nucleare ucraino Energoatom. Lo riporta il Guardian. “La notte del 6 giugno 2023, gli invasori russi hanno fatto saltare in aria la diga dell’Hpp (la centrale idroelettrica di Kakhovska, ndr)”, ha scritto l’operatore in un comunicato spiegando che i livelli dell’acqua “in rapida diminuzione” nel bacino idrico rappresentano una “minaccia aggiuntiva per la centrale nucleare di Zaporizhzhia temporaneamente occupata”. Per ora, tuttavia, lo stagno di raffreddamento della centrale nucleare è pieno, ha aggiunto. “L’acqua del bacino idrico di Kakhovsky è necessaria affinché la stazione riceva energia per i condensatori delle turbine e i sistemi di sicurezza della Znnp (la centrale di Zaporizhzhia, ndr). Lo stagno di raffreddamento della stazione è ora pieno: alle 8:00 il livello dell’acqua è di 16,6 metri, sufficiente per le esigenze della stazione”, ha spiegato Energoatom.

Il pericolo di un “disastro nucleare” alla centrale di Zaporizhzhia “aumenta rapidamente”, ha affermato invece Mykhailo Podolyak, consigliere del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino Zelensky. “Il mondo è di nuovo sull’orlo di un disastro nucleare, perché la centrale nucleare di Zaporizhzhia ha perso la sua fonte di raffreddamento. E questo pericolo sta aumentando rapidamente”, ha dichiarato Podolyak in un messaggio ai media

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“L’Italia vola nei Paesi Baschi”: Bilbao ora è a due ore di volo da Roma

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Presso il Centro Multimediale Interattivo dell’Ufficio spagnolo del turismo a Roma è stato organizzato l’evento “L’Italia vola nei Paesi Baschi” nel corso del quale è stato presentato il nuovo collegamento aereo Roma – Bilbao della compagnia aerea Volotea.
 
Hanno preso parte alla presentazione Juan Baliño Gangoiti, responsabile della promozione di Bilbao Turismo (Ente municipale del Turismo di Bilbao), e Valeria Rebasti, International Market Director Italy della Volotea. L’evento ha costituito  l’occasione per scoprire Bilbao, la città più grande e il centro economico della comunità autonoma dei Paesi Baschi in Spagna. Città d’arte e d’avanguardia, nei prossimi mesi sarà sede di importanti festival musicali ed eventi sportivi internazionali. In particolare, Gangoiti, anche con l’ausilio di ottimi filmati, ha introdotto le varie sfaccettare di una città, e di una regione, che, da una profonda crisi industriale, negli ultimi 30 anni ha realizzato una tumultuosa crescita culturale, economica e turistica.
 
Gangoiti ha ricordato come i Paesi baschi stiano attraendo molti investimenti esteri, per raggiungere, nel 2022, un valore di oltre 5 mdi. €. Come attrattività turistica, nel 2022 sono stati circa 3,3 milioni i turisti arrivati, di cui 1,6 milioni solo a Bilbao, per una disponibilità di 18.193 posti letto in 991 alberghi. Il solo celebre museo Guggenheim ha ricevuto 1,2 milioni di visitatori. mentre l’aeroporto locale registrava un traffico di 5,1 milioni di passeggerei; una qualità della vita invidiabile abbinata ad una sicurezza  che hanno reso Bilbao ed i paesi Baschi destinazione che attrae sempre più italiani, il che è facilitato dai comodi collegamenti introdotti dallo scorso aprile da Roma, come ha riferito Valeria Rebasti, ma anche da altre città italiane,rotte che partono per Bilbao dall’Italia e viceversa, e che in questo 2023 saranno ben sei.
 
Attiva in Italia dalla sua fondazione nel 2012, Volotea la collega a 5 destinazioni spagnole, Barcellona, Bilbao, Oviedo, Valencia e Madrid; da Roma a Bilbao sono ora due i collegamenti ma da novembre diventano tre, data la buona risposta ricevuta dalla clientela italiana. Sempre Rebasti ha aggiunto che “ metteremo in vendita un’offerta commerciale per l’Italia in linea con le cifre pre-Covid, servendo oltre 158 rotte, operando oltre 23.500 voli con il 69%dell’offerta di posti verso le isole e la metà della nostra rete italiana sarà internazionale”. In definitiva, Volotea sembra volersi lasciare alle spalle con fiducia ed ottimismo la grave crisi del trasporto aereo che ha colpito tutte le compagnie durante la pandemia.



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