Sistema elettorale maggioritario, la Corte costituzionale dice no al referendum leghista

Il referendum sul sistema elettorale maggioritario è stato dichiarato “inammissibile” dalla Corte Costituzionale, che lo scorso giovedì 16 gennaio si è espressa, dopo otto ore di camera di consiglio.

Il referendum era stato proposto dalla Lega e sostenuto anche da otto Consigli regionali, fra cui quello ligure, con il presidente Giovanni Toti in testa.

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Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 23/01/2020

Il referendum mirava a
proporre ai cittadini di esprimersi a favore o contro l’abrogazione delle norme
sulla distribuzione proporzionale dei seggi elettorali.

La Corte ha motivato il
respingimento del referendum per una “assorbente ragione dell’eccessiva
manipolatività del quesito referendario”.

Una decisione che ha
scatenato le ire del leader leghista Matteo Salvini, che ha chiaramente parlato
di una “difesa del vecchio sistema, con Pd e 5 Stelle che restano attaccati
alle poltrone”.

Il ministro delle Riforme
Federico D’Incà ha subito annunciato che il Governo andrà avanti “per superare
il Rosatellum e dare al paese una legge elettorale proporzionale con soglia
alta”.

E il proporzionale trova
soddisfatti anche il pentastellato Luigi Di Maio e il segretario del Pd Nicola
Zingaretti. Per Giovanni Toti, invece, la decisione della Corte Costituzionale,
“ci riporta indietro alla Prima Repubblica, in quanto con il sistema
maggioritario, gli elettori avrebbero finalmente potuto scegliere i propri
parlamentari, le alleanze, il Governo del Paese prima del voto”. Ora, sempre
secondo Toti, “il rischio è che la maggioranza parlamentare voti una legge
proporzionale, che ci riporterà alla Prima Repubblica, consentendo ai partiti
di accordarsi dopo il voto, alle spalle dei cittadini, mandando a Roma una
serie di raccomandati, senza nessuna esperienza sul territorio”.