SPAGNA, DELITTO ISABEL CARRASCO: UN DISEGNO PREMEDITATO

di Cinzia Marchegiani


Leon (Spagna) – Arrestate e portate in località diverse María Montserrat González Fernández di anni 55 e la figlia Montserrat Martínez González Triana, 35, madre e figlia rispettivamente, lo stesso giorno dell’assassinio di Isabel Carrasco.

Il delitto prende sempre più la forma di un disegno premeditato. Una vendetta maturata nel corso degli anni, da quando appunto la figlia aveva perso il lavoro nel Consiglio provinciale nel 2011. Proprio mercoledì 14 maggio 2014 sono state condotte, ovviamente in tempi diversi, al tribunale, dove in presenza del giudice, pubblico ministero e il proprio avvocato difensore sono state ascoltate. Dai giornali spagnoli si apprende la confessione del delitto della madre che ha rilasciato alla polizia, mentre inizialmente aveva rifiutato di testimoniare: “Ho pensato di ucciderla due anni fa dopo aver lasciato mia figlia per strada. La odiavo. Lei era la colpa di tutto. Ho pensato di uccidere diverse volte. Mia figlia ha perso 25 chili a causa di Isabel e costretta a prendere sonniferi.”

Da alcune velate indiscrezioni si legge che Montserrat Triana avesse da poco perso un contenzioso, dopo essere stata licenziata, gli era stata addebitata una somma da restituire alla provincia di Léon, che secondo Isabel Carrasco aveva guadagnato in maniera illecita durante il suo periodo iniziale di lavoro itinerale.

Il giudice, il capo della corte di Istruzione n ° 4 di León mercoledì sera ha deciso, per le indagate, il carcere provvisorio senza possibilità di cauzione presso Villahierro, nella città di Mansilla de las Mulas.

Ma loro posizione sembra aggravarsi ulteriormente poiché le news spagnole informano che nella casa di Montserrat Martínez González Triana la polizia avrebbe trovato documenti che possono far sospettare che anche nel passato, le due complici, abbiano provato a commettere lo stesso reato di cui ora si son macchiate. Rimane il fatto che madre e figlia ora sono accusate di omicidio, la Maria Montserrat Gonzalez come autore e sua figlia come complice e occultamento. Ma il crimine si fa ancora più complesso e nebuloso dall’arrivo nella scena imputata, di una terza persona, l’agente Raquel Gago, della polizia locale, che ha consegnato al distretto l’arma del delitto, una Taurus con tre colpi su sei sparati. Gaco ha riferito di esserne venuto in possesso dopo che uno sconosciuto gliel’ha consegnata. Lo stesso agente ora è indagato per non aver informato i suoi superiori del contatto personale che ha avuto con il detentore dell’arma del delitto.

Una follia, un odio maturato negli anni proietta bruscamente la Spagna nella realtà della disperazione. Ora gli investigatori dovranno capire chi ha aiutato madre e figlia a organizzare questo delitto, che nella sua efferatezza lascia una fotografia assurda, perché consumato in pieno giorno, senza alcuna remora dei testimoni che passivi hanno dovuto assistere al delitto. Una strage che forse poteva essere prevenuta, il dubbio e la dinamica da accertare è scoprire quante volte queste donne, mosse da una vendetta personale, hanno pedinato la vittima in attesa che fosse senza protezione o comunque sola….e la passeggiata sul quel ponticello che sovrasta il fiume di Bernesga è la testimonianza che Isabel Carrasco era una sorvegliata speciale. 

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