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SPIGOLATURE
DI ROBERTO RAGONE
La nuova Miss Italia Rachele Risaliti è di Prato: che strano, anche lei toscana. Si allarga il Giglio d’Oro? Quello che fa riflettere è che ha partecipato al concorso ‘a sua insaputa’: infatti quando le è arrivata la convocazione, non sapeva di essere stata iscritta, e ha saltato il primo casting. Scaiola ha fatto scuola?
La moglie di Renzi, Agnese Landini, insegnerà a Firenze, per chiamata da parte della preside dell’Istituto Linguistico Penao, Maria Centonze, come insegnante di ruolo. In barba a tutti i precari che vanno in pensione da precari, con una pensione da precari, dopo una vita da precari, e magari che hanno vinto un concorso per il quale i posti previsti sono inesistenti. Che strano tutto questo. E’ così facile, c’è riuscita perfino la moglie di Renzi, ad insegnare sotto casa. Oppure sbagliano tutti quelli che hanno dovuto accettare una sede distante mille chilometri? Forse bastava fare una telefonatina a Matteo…
Malgrado il conclamato e propagandato successo del Jobs Act – a Genova ribattezzato Giobatta – sono aumentati i licenziamenti. Infatti secondo Marco Travaglio, direttore del 'Fatto Quotidiano', gli effettivi 110.000 posti di lavoro veri, a tempo indeterminato, sono costati allo Stato 120 miliardi, finiti i quali i datori di lavoro hanno mandato a spasso i dipendenti, oppure hanno trasformato il contratto. L’eliminazione dell’art. 18 ha causato una vera rivoluzione nel mondo del lavoro. Secondo il quotidiano 'La Repubblica', che pubblica i dati del Ministero del Lavoro, nel secondo trimestre 2016 le assunzioni hanno subito un calo del 29%, mentre le cessazioni per fine contratto a tempo determinato sono state 1.500.000. In salita le assunzioni per apprendistato, che evidentemente godono di particolari condizioni. Licenziamenti aumentati del 7,4%, con parallelo aumento della vendita di vaucher. È noto a tutti coloro che abbiano un po’ di discernimento che i posti di lavoro non si stabiliscono per decreto; sono l’effetto di una richiesta di personale che l’azienda mette in atto quando le cose vanno bene e c’è bisogno di più gente per produrre. L’Italia è in una situazione – voluta e provocata fin dal governo tecnico – di recessione, e i consumi non ripartono, malgrado le balle spaziali del Pinocchio di turno. Centodieci miliardi dei nostri soldi regalati alle aziende che ne hanno approfittato finchè sono durati. Oggi licenziare è molto facile, assumere sempre più difficile, né i consumi possono ripartire con l’obolo della misericordia – siamo nel Giubileo straordinario – di 80 euro elargito a tutti e poi ritirato ad alcuni, nella pia illusione che potesse fare da volano per una economia moribonda. Peracottari? L’impressione è questa.
Olimpiadi: olimpiadi sì, olimpiadi no, questo è il dilemma. La storia anche recente ci racconta di quelle che da certuni si vogliono definire ‘grandi opere’, e che grandi opere non sono: piuttosto tutto fa pensare a ‘grandi abbuffate’. Siamo il Paese delle Grandi Opere, dalla TAV al Ponte sullo Stretto, che in silenzio mangia milioni di euro al mese, e che non sarà mai realizzato. Viene da pensare – absit iniuria – che ‘certe’ grandi opere si facciano o si tenti farle per compiacere gli amici degli amici. Abbiamo molto fresco il fallimento economico di Expo 2015, mille ettari di territorio cementificati, costi mai più recuperati, una città fantasma di cui non sappiamo quale sarà l’utilizzo,  in cui l’italiano medio ci ha smenato qualcosa come qualche milione di euro. Posti di lavoro sbandierati a scopo elettorale e più che altro sottopagati e sicuramente precari. Chi ha guadagnato da Expo 2015 non è stato certo l’italiano medio, né il ragazzo che ci è andato a lavorare. All’ultimo si regalavano i biglietti e si mentiva sulle presenze alla manifestazione. Ha avuto molto più successo la passerella sul lago dello scultore Christo, che – miracolo! – durante la sua breve apparizione sul lago – non di Tiberiade – ha fatto camminare sulle acque un milione e mezzo di visitatori. La Olimpiadi tanto desiderate da alcuni, per interessi che in Italia abbiamo imparato ad immaginare, non sono un buon affare per le città. Infatti lasciano, indistintamente, un lungo strascico di debiti mai saldati, che nel caso di Roma andrebbero ad accrescere quello già storico e consolidato. Certo se c’è già un buco, facciamo un buco e mezzo, tanto nessuno mai lo riempirà. Peccato che per il debito pubblico l’EU ci chieda il pareggio di bilancio: pensate se lo chiedessero per Roma!
Intanto la figlia del ministro Padoan, Eleonora, è stata assunta in Cassa Depositi e Prestiti, controllata – guarda un po’ – proprio dal Ministero del Tesoro. Pare che a vedere la figlia, Padoan abbia esclamato: “Tesoro, ti assumo”. Dopotutto i padri che ci stanno a fare? Dovranno pur dare una mano ai figli. L’assunzione è avvenuta dopo aver risposto ad un bando interno, chiamato ‘procedura interna di job acting’ – ricorda qualcosa? – al quale hanno risposto in tre, ma soltanto due sono stati assunti. Naturalmente – manco a dirlo – a tempo indeterminato.
A Catania sospesa la partita di calcio, con grande disappunto dei tifosi, parchè la presenza di Renzi alla Festa dell'Unità richiedeva tutti gli agenti disponibili in assetto antisommossa per garantire l'ordine pubblico. Il nostro premier ha stabilito un record: ha attirato più gente lui da solo, che ventidue uomini in mutande che si contendono la stessa palla allo stadio. Comunque soltanto mille hanno avuto il privilegio di vederlo – si fa per dire – da vicino: infatti la minima distanza consentita da Polizia e Carabinieri era superiore al lancio di un pomodoro, di cui era stato vietato il porto, per l'occasione. Pare che alcuni, nonostante tutto, siano stati fermati e segnalati per detenzione e porto abusivo di pomodori troppo maturi, mentre altri, con uova e cavolfiori, l'hanno fatta franca. La contestazione al premier, di cui è stata data in sordina doverosa notizia ai Tiggì renziani, non è stata ripresa nè trasmessa dalla TV, in rispetto al nostro (?) Presidente del Consiglio. Il quale difende sempre la cause sbagliate, tipo le Olimpiadi a Roma e la nuova Riforma Costituzionale – ricordiamo che difendeva anche le trivellazioni in Adriatico, che continuano nonostante tutto, e lasceranno reperti di archeologia industriale in mezzo al mare, e forse un giorno saranno oggetto di gita turistica. Peccato che, appena giunto al pulpito, don Matteo si sia lasciato andare ai soliti slogan, riguardanti i vecchi leader – quelli che lui avrebbe rottamato – e il futuro, del quale essi vorrebbero privare le nuove generazioni. Delle quali lui si fa portavoce. Ma è lui, il dottor Matteo Renzi, un appartenente alle nuove generazioni? Ne dubitiamo fortemente. Il sospetto, legittimo, è che dica questo per conquistare proprio i voti di quelle nuove generazioni che lui dichiara di voler difendere; anche se non si capisce bene come, data la sua politica, che difende solo le banche e sè stesso, oltre che le cause sbagliate. "I cittadini sono la mia scorta" ebbe a dire un giorno. Meno male che ha cambiato idea, assumendo una ventina di grossi Van con vetri oscurati, che lo accompagnano in corteo nei luoghi in cui vuol fare bella figura. Forse perchè ha visto Obama quando lo accompagnano gli agenti della CIA, e ritiene di non voler essere da meno. Infatti il suo super aereo Renzi Air Force One è ancora inutilizzato negli hangar in Romania dove costa allo Stato – cioè a noi – circa quarantamila euro al giorno. Diviso ottanta, quanti pensionati potrebbe gratificare di ottanta euro ogni mese?

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Editoriali

Il Consiglio di Stato: “Non ci sono fondi per la disabilità” dobbiamo limitare l’inclusione scolastica

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Il titolo preannuncia una possibile “tragedia” che sta colpendo la dignità umana, questa è pura follia! L’inclusione della disabilità ha seguito un iter legislativo molto complesso che va consolidato ogni giorno con dei progetti validi a livello nazionale/europeo. Sentir parlare di limitare i fondi di bilancio che promuovono l’inclusione della disabilità è disfunzionale alla nostra etica morale.

La scuola italiana negli ultimi decenni si è impegnata sempre più in termini di inclusione, pertanto i “cantieri che si sono aperti” devono essere lavorati e non serrati. Sull’inclusione scolastica sono stati fatti numerosi studi, convegni e seminari; ad esempio l’Università Alma Mater di Bologna riconosce un grande merito al professore Andrea Canevaro, nonché il pioniere della prima cattedra di pedagogia speciale in Italia. Purtroppo, venuto a mancare da qualche anno, il professore Canevaro ha scritto i cardini su cui poggia la pedagogia speciale, ha studiato e fatto ricerca su molti punti chiave della disabilità: in particolare proprio sul concetto di inclusione.

È intervenuto con tecniche e strategie innovative tali da diffondere tre concetti chiave: il disabile non è diverso, ma tutti siamo uomini diversi, la consapevolezza dell’assenza di giudizio, il sostegno alla disabilità e le famiglie come fulcro del suo pensiero pedagogico.
Ostacolare oggi questi studi è come buttare una “mina” su tutto quello che è stato fatto da numerosi professionisti, insegnanti di sostegno e docenti. Inoltre, tutto quello che il Consiglio di Stato Italiano ha detto non ha fatto altro che creare malcontenti, delusioni e rabbia, nonché profonde ferite che colpiscono gli animi dei ragazzi/e, gli studiosi, le istituzioni e le famiglie stesse.
Il taglio dei fondi riguarderebbe non solo la disabilità certificata, ma anche le fragilità di alcuni ragazzi/e (i DSA e i BES). In tal caso, crollerebbe l’istituzione scuola, il ruolo degli insegnanti di sostegno e le progettazioni che si organizzano (es. i Piani Educativi Individualizzati).

Le famiglie sono molto preoccupate dopo la sentenza n° 1798/2024, poiché quest’ultima non riguarderebbe solo la violazione del diritto all’istruzione degli studenti disabili, ma anche di tanti altri servizi importanti come il trasposto, la riabilitazione e le cure. Le amministrazioni certificano, così, che il diritto allo studio per i disabili vale meno degli altri, riportando-ci ad un concetto terrificate: la discriminazione. Concetto, quest’ultimo, che non deve “esistere” in una repubblica democratica come l’Italia.


Se i fondi per l’assistenza scolastica stanno finendo, non bisogna certo infierire contro le situazioni più deboli. In tal caso si vanno ad infrangere i principi della nostra Costituzione Italiana quali, la dignità, l’uguaglianza, l’inclusione e le pari opportunità.

Pertanto, diciamo NO a questi possibili “tagli” ne va della nostra reputazione personale e collettiva.

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Editoriali

Giovani e lavoro: sfide e opportunità nell’era post-studi

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Tra aspettative, realtà del mercato e nuove competenze: come i neolaureati affrontano l’ingresso nel mondo professionale

Il passaggio dal mondo accademico a quello lavorativo rappresenta un momento cruciale nella vita di ogni giovane. Oggi, più che mai, questo transito è caratterizzato da sfide complesse e opportunità in rapida evoluzione. L’era digitale, la globalizzazione e i cambiamenti socio-economici hanno ridisegnato il panorama professionale, creando nuove aspettative e richiedendo competenze sempre più specifiche.

Secondo recenti studi dell’ISTAT, in Italia il tasso di disoccupazione giovanile si attesta intorno al 30%, un dato allarmante che sottolinea le difficoltà incontrate dai neolaureati nel trovare un’occupazione coerente con il proprio percorso di studi. La dott.ssa Maria Rossi, sociologa del lavoro presso l’Università di Milano, commenta: “I giovani di oggi si trovano di fronte a un paradosso: sono la generazione più istruita di sempre, ma faticano a trovare la loro collocazione nel mercato del lavoro.”

Uno dei principali ostacoli è il disallineamento tra le competenze acquisite durante il percorso di studi e quelle richieste dalle aziende. Il dott. Luca Bianchi, responsabile delle risorse umane di una multinazionale, spiega: “Spesso i neolaureati hanno una solida base teorica, ma mancano di competenze pratiche e soft skills essenziali nel mondo del lavoro, come la capacità di lavorare in team, la flessibilità e la gestione dello stress.”

Per colmare questo gap, molte università stanno implementando programmi di alternanza scuola-lavoro e stage curriculari. La prof.ssa Giulia Verdi, docente di Economia all’Università di Roma, afferma: “È fondamentale creare un ponte tra il mondo accademico e quello professionale. Gli stage e i tirocini offrono agli studenti l’opportunità di mettere in pratica le loro conoscenze e di familiarizzare con le dinamiche aziendali.”

Un altro aspetto cruciale è l’orientamento professionale. Molti giovani si sentono disorientati di fronte alla molteplicità di opzioni e alla rapida evoluzione del mercato del lavoro. Il dott. Marco Neri, psicologo del lavoro, sottolinea l’importanza di un approccio proattivo: “È essenziale che i giovani inizino a riflettere sul loro futuro professionale già durante gli studi, esplorando diverse opportunità e costruendo un network di contatti.”

L’era digitale ha anche aperto nuove strade per l’autoimprenditorialità. Sempre più giovani scelgono di avviare startup o di intraprendere carriere da freelance. Andrea Russo, 28 anni, fondatore di una startup nel settore tech, racconta: “Ho deciso di creare la mia azienda perché volevo mettere in pratica le mie idee e avere un impatto diretto. È una sfida enorme, ma anche un’opportunità di crescita incredibile.”

Tuttavia, non mancano le criticità. La precarietà lavorativa e i contratti a tempo determinato sono spesso la norma per i neoassunti. La dott.ssa Laura Bianchi, esperta di politiche del lavoro, evidenzia: “C’è il rischio di creare una generazione di lavoratori perennemente precari. È necessario un intervento legislativo per tutelare i giovani e incentivare le assunzioni a tempo indeterminato.”

Le aziende, dal canto loro, stanno cercando di adattarsi alle nuove esigenze dei giovani lavoratori. Flessibilità oraria, smart working e programmi di formazione continua sono alcune delle strategie adottate per attrarre e trattenere i talenti. Il dott. Paolo Verdi, CEO di una media impresa, spiega: “Investiamo molto nella formazione e nel benessere dei nostri dipendenti. I giovani oggi cercano non solo uno stipendio, ma un ambiente di lavoro stimolante e in linea con i loro valori.”

In conclusione, l’approccio dei giovani al mondo del lavoro è caratterizzato da una miscela di entusiasmo e preoccupazione. Se da un lato ci sono sfide significative da affrontare, dall’altro le nuove generazioni hanno a disposizione strumenti e opportunità senza precedenti. La chiave per il successo sembra risiedere nella capacità di adattarsi, di apprendere continuamente e di coltivare una mentalità aperta e flessibile.

Come sottolinea la prof.ssa Verdi: “Il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente. I giovani che riusciranno a navigare queste acque turbolente, combinando competenze tecniche, soft skills e una buona dose di resilienza, saranno quelli che tracceranno il futuro del mondo professionale.”

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Cronaca

Diocesi di Roma e gestione patrimoniale: scelte controverse, cambiamenti interni e accuse di “furto” [INCHIESTA #3]

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Dalla gestione ecclesiastica a quella commerciale: i timori per il futuro del patrimonio diocesano

Negli ultimi mesi, la Diocesi di Roma è stata al centro di una serie di eventi che hanno suscitato preoccupazioni riguardo alla gestione del suo vasto patrimonio immobiliare. Diverse decisioni amministrative e nomine interne hanno alimentato il dibattito tra chi teme che la struttura stia subendo cambiamenti significativi, con ripercussioni sia sul patrimonio che sui rapporti interni.

Il Caso dell’immobile sul Lungotevere

Un esempio emblematico riguarda la stipula del contratto di locazione per un immobile situato in lungotevere dei Vallati, concesso alla società “Wellington Polo Fashion s.r.l.”.

Purtroppo c’è di mezzo una presunta falsificazione degli atti

L’operazione ha sollevato numerose domande e, tra l’altro, nonostante la firma del contratto, la società non ha ancora versato il primo e il secondo canone di locazione. La situazione ha destato perplessità, considerando che è stato accordato anche uno stralcio del debito preesistente e una dilazione del pagamento in cinque anni. Ci si chiede se le condizioni stabilite siano state realmente vantaggiose per la Diocesi o se vi siano state delle leggerezze nella stipula dell’accordo.

Riunioni a porte chiuse e preoccupazioni

La mancanza di comunicazioni ufficiali ha generato un clima di incertezza. Diverse riunioni si sono susseguite, con l’intento di affrontare la questione, e sembrerebbe che alcune figure chiave stiano cercando di individuare eventuali responsabilità.

Tra i nomi coinvolti, si parla del Vicegerente Mons. Baldassare Reina, della Cancelliera Maria Teresa Romano figure di rilievo nell’amministrazione della Diocesi e anche del Notaio Carlo Cavicchioni.

Le dimissioni e le nomine

In questo contesto, un altro evento significativo è stato quello delle recenti dimissioni del dott. Davide Adiutori, unico addetto dell’Ufficio Patrimonio della Diocesi. Adiutori lascerà il suo incarico il prossimo 30 settembre, un fatto che ha alimentato ulteriori dubbi su possibili difficoltà interne nella gestione del patrimonio. Le sue dimissioni sono viste da molti come un segnale preoccupante, poiché potrebbero lasciare spazio a cambiamenti significativi nella gestione delle risorse immobiliari.
Parallelamente, è stata resa pubblica la nomina di Don Renato Tarantelli Baccari a Vicario episcopale giuridico-amministrativo, con poteri straordinari nella gestione degli enti della Diocesi. La nomina, firmata dal Santo Padre in data 24 giugno 2024, conferisce a Don Tarantelli un ruolo di grande responsabilità, oltre a diversi altri conferiti in precedenza, con l’autorità di coordinare gli ambiti giuridici e amministrativi della Diocesi di Roma.

La Diocesi di Roma potrebbe presto trasferire tutto il suo patrimonio immobiliare nelle mani dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA), l’ente che gestisce i beni e le risorse economiche della Città del Vaticano. C’è anche il timore che, oltre agli immobili, il Santo Padre possa acquisire presto anche il controllo del patrimonio mobiliare (cioè i beni non immobili come titoli finanziari o denaro) della Diocesi.
Inoltre, con una logica che sembra più vicina a quella di un’impresa commerciale che a una struttura ecclesiastica, è stato deciso di smembrare il settore centro della Diocesi di Roma. Questo settore sarà suddiviso tra gli altri settori presenti a Roma, senza tener conto delle specificità e delle necessità di questa particolare e speciale realtà della Diocesi. Questo cambiamento potrebbe dare al Vicario Episcopale un maggiore controllo sugli enti che si trovano nel centro di Roma, come le rettorie e altre strutture religiose. L’obiettivo sembrerebbe essere quello di consolidare il potere e appropriarsi del patrimonio accumulato nel corso di tanti anni grazie ai contributi dei fedeli. In futuro, anche questi beni potrebbero essere trasferiti sotto la gestione diretta del Santo Padre.

Cambiamenti al vertice e riorganizzazione Interna

L’inchiesta giornalistica che sta portando avanti questo quotidiano mette in luce anche altre dinamiche interne, come la nomina di Don Alessandro Caserio a direttore dell’Ufficio Amministrativo.

Caserio, amico di lunga data di Don Tarantelli, ha assunto il ruolo dopo la partenza della dott.ssa Cristiana Odoardi, che si era precedentemente dimessa e anche lui come la Odoardi non ha competenze economiche avendo forse una laurea in architettura.

Questi spostamenti interni sollevano domande sull’effettiva indipendenza delle nomine e sui possibili conflitti di interesse.
In aggiunta, vi sono segnali di una riorganizzazione del personale all’interno del Vicariato. Alcuni dipendenti e sacerdoti che non si sono allineati con la nuova linea amministrativa sarebbero stati gradualmente allontanati, alimentando un clima di tensione tra chi teme un progressivo accentramento del potere.
Mentre la Diocesi di Roma attraversa questo periodo di cambiamenti, molti fedeli e osservatori restano in attesa di capire quali saranno le implicazioni a lungo termine delle recenti decisioni. Le domande sulla gestione del patrimonio e le dinamiche interne sollevano interrogativi che potrebbero influenzare la fiducia nella trasparenza e nell’amministrazione della Chiesa a livello locale.
Resta da vedere come si evolveranno gli eventi nei prossimi mesi e se le scelte attuate porteranno ad ulteriori divisioni all’interno della Diocesi. La gestione del patrimonio, un tema delicato e cruciale, continua a essere un argomento di grande interesse per chi segue da vicino le vicende della Chiesa romana.

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