Cronaca
STAMINA INFUSIONE PER LA VITA PER FEDERICO MESSINA, MARINO ANDOLINA NOMINATO DAL TRIBUNALE DI PESARO COMMISSARIO AD ACTA
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11 anni faon
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cmontagna
Federico Messina e il Morbo di Krabbe, per lui stamina una certezza per la vita, il Tribunale di Pesaro il 3 giugno 2014 revoca la nomina del Dr Ottavio Di Stefano e la conferisce al dr Marino Andolina, a lui ora toccherà indicare e trovare gli esperti per poter procedere alle infusioni con le cellule staminali già pronte all’uso. Oggi si dovrà fare l'infusione. Da poco sembra che si è reso disponibile anche un anestesista-rianimatore, se oppongono cavilli all'ultimo momento i familiari chiederanno l’intervento dei carabinieri.
di Cinzia Marchegiani
Spedali Civili di Brescia – Per Federico Messina c’è una speranza, e si chiama Marino Andolina. Una storia becera questa di Stamina che ha sollevato le più grottesche e ignobili azioni contro dei bambini che pur non avendo certezze e soluzioni dalla medicina ufficiale, hanno trovato in una terapia cose inspiegabili che nessuno ancora vuole studiare…anzi si è creata ad arte una mistificazione e campagna aggressiva per manipolare quello che in realtà i documenti, gli accertamenti clinici e strumentali gridano a gran voce. Federico e una malattia che non da speranza, il Morbo di Krabbe è stato ricoverato presso gli Spedali Civili, e ora attende che l’infusione ordinata dal Tribunale di Pesaro nel lontano 12 dicembre 2013 possa finalmente essere somministrata. Lo stesso Tribunale, lo scorso tre giugno, a parziale modifica della sua stessa ordinanza ex art 669 duodecies c.p.c. del 13-20/05/2014 ha revocato la nomina del dottor Ottavio Di Stefano, Presidente del Consiglio direttivo dell’Ordine dei Medici di base, al quale gli era stato conferito l’incarico, quale sostituto al commissario Ezio Belleri degli Spedali Civili di Brescia di trovare e indicare medici esperti che potessero eseguire tale ordinanza e nomina ora quale ausiliario esperto il dottor Marino Andolina affinchè provveda a quanto disposto dall’ordinanza stessa. Ricordiamo che il dottor Di Stefano, ha notificato al Tribunale di Pesaro il suo diniego, rifiutandosi di convocare medici come del resto ha fatto il commissario Ezio Belleri per eseguire la prescrizione della terapie con le staminali con il metodo stamina, infatti per la picco Rita Lorefice nessuno ha alzato la mano. Marino Andolina non vede via d’uscita e se non troverà medici disposti a riprendere le infusioni, nominerà se stesso quale responsabile della terapia. La mamma Tiziana che è anche un avvocato competente e battagliareo, trova di una barbarie unica l’accanimento perpetrato non solo su suo figlio ma su tutti i bambini che con un ordinanza di un tribunale viene ostacolato un diritto costruendo muri insormontabili, depennando leggi e sentenza di Stato. Si parla spesso di obiezione di coscienza, di terapie segrete, queste manipolazioni della realtà servono solo ad impedire che la legge venga attuata, di segreto non c’è più nulla ormai, tutto è sottoposto ad analisi scrupolose e controlli clinici che stranamente o furbescamente gli stessi medici che fino a poco tempo fa conoscevano, ora dimenticano ogni riga, chissà sotto quale forza superiore. Stamina fa emergere come le verità possano essere fantasiosamente elaborate, affinché il giudizio dello spettatore, ovviamente ignaro delle documentazione agli atti, possa essere facilmente indirizzato a facile scorciatoie. Quello che manca in questo paese è la dignità e l’onore, manca la capacità di tornare sui propri passi. Ancora i palloncini da poco liberati al funerale della piccola Rita Lorefice solcano il cielo di quest’Italia, morta senza aver potuto accedere alla speranza, quella che gli aveva dato reali conquiste mediche che nessuno al mondo può arrogarsi il diritto di aver trovato. Anche per lei un’ordinanza del tribunale di Modica aveva intimato il Commissario Belleri di indicare i medici per l’infusione, medici che voltano ora lo sguardo quando fino a qualche tempo sapevano benissimo cosa infondevano e che le terapie non avevano prodotto alcun effetto collaterale, e che la stessa sentenza di Strasburgo da poco emessa ritiene un accessibile. Rita Lorefice aveva la Niemann Pick, le analisi strumentali e la valutazione del dottor Giannone lascia senza respiro: “il quadro normativo odierno, eseguito a poche settimane dalla prima infusione staminali, CONFERMA L’EVIDENTE MIGLIORAMENTO METABOLICO e quindi clinico della piccola paziente, che adesso riesce ad alimentarsi meglio e più abbondantemente (diminuzione dell’epatosplenomegalia e conseguente della iperdistensione addominale) mostrando anche EVIDENTI SEGNI di MIGLIORAMENTO delle condizioni cognitiva, dell’interazione con l’ambiente e le persone, della risposta del disagio termico e delle manovre mediche più fastidiose (miglioramento del quadro generale).”
Le sentenze finora emesse, quelle che attribuiscono un diritto alla vita, non vengono decise in base alla pietà e alla sofferenza, ma dopo lo studio e la valutazione delle cartelle cliniche, delle analisi eseguite nei laboratori del nosocomio di Brescia, delle alternative inesistenti prodotte dalla letteratura medica. Ora si deve cominciare a riavvolgere questi nastri che stanno diventando nauseabondi, pieni di inquietanti ombre che stanno facendo deridere dell’Italia. Documenti ignorati, contagiati dalle menzogne, sentenze disattese, medici che prima non erano obiettori poi diventano inconsapevoli di cosa si inietta, terapie prima pericolose perché infettavano ora sono diventate segrete…. Comunque vada l’operato che cercano di passare sotto la candeggina rimane macchiato, se prima somministravano terapie l’hanno fatto con il dolo, sapendo che erano pericolose, se ora non lo fanno perché le reputano segrete o forse perché qualcuno li minaccia, stanno vietando materialmente un diritto e dei benefici acquisiti. Oggi la democrazia e la scienza/coscienza sono minacciati da ordigni che spero presto qualcuno disattivi. La morte della piccola Rita non ha allarmato nessuno e la magistratura sta facendo il lavoro che spetterebbe alla scienza e ai medici. Come un grande setaccio questa penosa disputa sta facendo venire a galla tutti gli attori che sono direttamente interessati alla sepoltura di stamina. C’è chi continuerà a beneficiare dei fondi e finanziamenti statali ed europei per le ricerche e manipolazioni delle staminali embrionali, che non potranno mai aiutare questi bambini poichè tuttora definite dall’EMA pericolose e cancerogene e non brevettabili ma che continuano a ricevere contributi generosi per le sottostimate aspettative e terapie mai commerciabilizzabili. Un vero business per alimentare il gioco delle cattedre e dei baronati universitari, che stanno depredando immense cifre a fondo perduto. Sembra che proprio dall’Europa arrivino dei vincoli importanti che però questi scienziati tacciono, i loro segreti e le proprie disavventure non sono stati messi sui giornali a caratteri cubitali…ma l’Osservatore d’Italia è andata ad indagare oltre le alpi… Le beghe e rivalse tra scienziati rimane l’unico effetto ottico che partorisce questa shakespeariana storia, piena di sunpence, di bugie, di controllo mediatico, di condizionamenti…tutto teso a mantenere importanti ruoli prestigiosi, molto lontani dalla vera “scienza medica“ che ha altre qualità e per fortuna. A ricordarci come i ricercatori non siano esenti da squallide mistificazione manipolazione è la Seduta Plenaria del 24 giugno 2005 proposta dal prof. Giovanni Federspil dove il Comitato Nazionale per la Bioetica, Presidenza del Consiglio dei Ministri decise, con voto unanime, di attivare un gruppo di lavoro sul tema del Conflitto di interessi in medicina: ”la storia della scienza testimonia ampiamente come nell’ultimo secolo siano stati compiuti numerosi e cospicui falsi descrittivi. Mentre in molti casi non possono sussistere dubbi sulla volontà del ricercatore di ingannare la comunità scientifica, in altri i confini fra l’autentico 'falso' e l’imprecisione o lo scarso rigore metodologico di una ricerca appaiono sicuramente più sfumati. Appare quindi evidente come nella ricerca biomedica – ed in modo speciale in quella più strettamente connessa con i problemi clinici – gli orientamenti di un ricercatore possano essere diretti e motivati non solo dai problemi conoscitivi o dall’esclusivo desiderio di trovare un rimedio a situazioni morbose, ma anche da interessi personali o da quelli connessi con le istituzioni di cui quel ricercatore fa parte. Questa complessa situazione, nella quale si trovano spesso i ricercatori biomedici, e soprattutto quelli che si applicano a problemi terapeutici, ha fatto sospettare che un numero più o meno rilevante delle ricerche che vengono oggi condotte non siano così neutrali ed oggettive come sarebbe desiderabile fossero. E’ necessario invece riconoscere che, come è stato affermato da più parti, il conflitto d’interessi tende a configurarsi come una condizione che potrebbe dar luogo o addirittura promuovere comportamenti eticamente riprovevoli. In altre parole, il conflitto d’interessi non è un comportamento, ma una “condizione” e, pertanto, esso non può essere in sé riprovevole: ogni uomo, infatti, lungo l’arco della sua vita, si trova innumerevoli volte in condizioni di conflitto d’interessi e questo status non è eliminabile dalla vita umana. Questo principio non può essere che quello del bene del paziente: ogni volta che un conflitto d’interessi produrrà un comportamento clinico nel quale l’interesse costituito dal bene del paziente verrà posposto ad un diverso interesse, quel conflitto dovrà essere giudicato eticamente censurabile.
Quando qualcuno si arroga il diritto di violare i diritti di altri in nome della scienza o vattelapesca, con quell’accanimento indicibile, non vi meravigliate che sotto gatta ci cova.
Oggi Stamina scriverà un’altra pagina della storia del diritto e della scienza…comunque andrà tutti hanno perso e nessuno nei confronti di queste piccole vite è innocente.