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STAMINA L’AVV. TIZIANA MASSARO, MADRE DEL PICCOLO FEDERICO REPLICA AL D. AMEDEO BIANCO

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La terapia infusa con il metodo Stamina non è affatto segreta. Ossia non è segreto il prodotto che viene infuso ma la metodica con cui si perviene a quel prodotto. Inoltre, appare evidente che non si è tenuto in alcun conto che i medici che solo oggi si rifiutano di eseguire le prestazioni sono gli stessi medici che hanno, per oltre e da oltre due anni, prestato la loro attività per l’esecuzione della terapia Stamina, alcuni dei quali hanno avuto persino congiunti in cura con lo stesso trattamento, gli stessi medici che hanno dichiarato che sono state effettuate oltre 400 infusioni senza effetti collaterali (come da documento allegato) e, in alcuni casi, hanno certificato risultati migliorativi, come da documenti consegnati dall’Azienda di Brescia alla Commissione Sanità di cui è membro 

di Cinzia Marchegiani

Pesaro (Marche) – Stamina continua a fronteggiare i vuoti legislativi e problemi di coerenza postumi che mette il paese ad un bivio pericoloso. L’avv. Tiziana Massaro, mamma del Piccolo Federico, malato del morbo di Krabbe replica con una lettera aperta al Dr Amedeo Bianco che rendeva pubblica la propria posizione  con un comunicato pubblicato dall'Ansa il 23 maggio 2014 in merito all'ordinanza del Tribunale di Pesaro che attribuisce un importante passo avanti nella lotta al riconoscimento dei diritti dei malati, che qui riportiamo nella sua interezza: "Le terapie segrete non possono essere somministrate. Lo vieta il Codice deontologico medico", e per questo motivo "affiancheremo il presidente dell'Ordine di Brescia e siamo solidali con tutti i medici degli Spedali Civili". Lo ha affermato il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo), Amedeo Bianco, a margine della presentazione del nuovo Codice deontologico dei medici, in riferimento all'ordinanza del Tribunale di Pesaro che incarica il presidente dell'Ordine di Brescia, Ottavio Di Stefano, di individuare i medici che possano praticare il trattamento Stamina sia tra il personale degli Spedali Civili di Brescia o avvalendosi di collaborazioni esterne”..


La seguente è l’arringa che scatta una fotografia imbarazzante della sanità pubblica italiana e proietta ombre inquietanti sulla gestione e tutela del diritto del malato:

Gent.mo Dott. Bianco,
formulo la presente in qualità di avvocato e genitore esercente la patria potestà sul minore Federico Mezzina, unitamente al sig. Vito Mezzina, per riscontrare Sua dichiarazione resa in data 23.05.14 e ripresa dall’Ansa, come di seguito riportata, attinente alla somministrazione del trattamento Stamina, al fine di significarLe quanto segue.
La Sua opposizione pare fondarsi su un errato presupposto di fatto: la segretezza della terapia infusa. Invero la terapia infusa con il metodo Stamina non è affatto segreta. Ossia non è segreto il prodotto che viene infuso ma la metodica con cui si perviene a quel prodotto.
Infatti, è l’Azienda Spedali Civili di Brescia, a mezzo dell’attività dei propri medici ospedalieri, che certifica che vengono infuse cellule staminali mesenchimali; la quantità infusa di volta in volta sia per via endorachidea che per via venosa; sono gli stessi Spedali che effettuano le analisi standard sul prodotto (dalla conta cellulare precongelamento a quella postcongelamento; test di vitalità cellulare mediante Tryplan blue e 7-ADD; Immunofenotipo (CD45+, CD14+, CD19+, CD34+, HLA–DR, CD37+, CD105+, CD44+, CD29+, CD166+, ….), test di sterilità mediante emocoltura aerobi, emocultura anaerobi, indagine batteriologica per ricerca miceti, valutazione attività telomerasica… e tutto quanto necessario ad assicurare, a detta dello stesso Spedale, tutte le garanzie di sicurezza e sterilità del prodotto cellulare eseguite a seguito della caratterizzazione del prodotto finito e ciò per ogni paziente (come da documenti allegati a titolo esemplificativo).
Tenga in conto che la caratterizzazione del prodotto viene eseguita anche dopo la somministrazione del prodotto cellulare su una quantità di cellule che vengono prelevate da quelle da infondere, sempre al fine di garantire la massima sicurezza di ciò che viene infuso.
Tali circostanze dovrebbero essere a Lei assai note atteso che fa parte, nella Sua qualità di sentore del Partito Democratico, della commissione di “Indagine conoscitiva su origine e sviluppi del cosiddetto caso Stamina” .
Qualora ciò non fosse stato approfondito durante la detta indagine ne deriverebbe una gravosa lacunosità dell’indagine stessa. Tale lacunosità sarebbe ancor più grave di quella derivante dal fatto che non vi è stata l’audizione dei genitori dei pazienti in cura, sebbene gli stessi abbiano avanzato innumerevoli richieste in tal senso che, con la presente, si devono intendere ulteriormente reiterate. Tali lacunosità sarebbero sconcertanti se l’attività della Commissione de qua fosse propedeutica a un eventuale nuovo intervento legislativo.
I primi responsabili di un intervento legislativo basato su tali presupposti saranno facilmente individuabili nel Presidente di tale Commissione, nei relatori e nei suoi membri.
Inoltre, appare evidente che non si è tenuto in alcun conto che i medici che solo oggi si rifiutano di eseguire le prestazioni sono gli stessi medici che hanno, per oltre e da oltre due anni, prestato la loro attività per l’esecuzione della terapia Stamina, alcuni dei quali hanno avuto persino congiunti in cura con lo stesso trattamento, gli stessi medici che hanno dichiarato che sono state effettuate oltre 400 infusioni senza effetti collaterali (come da documento allegato) e, in alcuni casi, hanno certificato risultati migliorativi, come da documenti consegnati dall’Azienda di Brescia alla Commissione Sanità di cui è membro.
Al fine di sottrarsi alla legge e all’ esecuzione delle ordinanze dei Tribunali è stato invocato il codice dentologico 2014, codice ancora incompleto poiché manca l'approvazione di 4 allegati prevista per il 7 giugno prossimo.
Invero chi invoca il codice deontologico richiama solo, ed esclusivamente, l’art 4 del codice deontologico, secondo cui l’esercizio professionale del medico è fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità, recita, inoltre, che il medico ispira la propria attività professionale ai principi e alle regole della deontologia professionale senza sottostare a interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura.
Ma si dovrebbe ricordare e sapere che la sopra detta formulazione è la diretta conseguenza dell’art. 3 che lo precede costituendone la premessa: “Doveri del medico sono la tutela della vita, della salute psico-fisica, il trattamento del dolore e il sollievo della sofferenza, nel rispetto della libertà e della dignità della persona”.
Inoltre, proprio tale codice stabilisce, e pretendo che si richiami e attui, la continuità delle cure: “Il medico garantisce la continuità delle cure e, in caso di indisponibilità, di impedimento o del venire meno del rapporto di fiducia, assicura la propria sostituzione informando la persona assistita” (art. 23). Invece, coloro che in questi giorni richiamano il codice deontologico pare non conoscano altra norma se non quella di cui all’art. 4, riferendosi alla terapia Stamina come terapia segreta, nonostante segreta non lo sia affatto come prima evidenziato; ignorano, nonostante sia strettamente attinente al caso di specie, l’art 22 dello stesso codice secondo cui “Il medico può rifiutare la propria opera professionale quando vengano richieste prestazioni in contrasto con la propria coscienza o con i propri convincimenti tecnico-scientifici, a meno che il rifiuto non sia di grave e immediato nocumento per la salute della persona, fornendo comunque ogni utile informazione e chiarimento per consentire la fruizione della prestazione”.

Ebbene, Federico Mezzina sta subendo grave nocumento dall’interruzione della cura; sono ricomparsi tanti dei sintomi che contraddistinguevano la malattia prima delle infusioni e la sua salute psicofisica sta regredendo e mostra sofferenze; eppure i medici si rifiutano, in violazione degli tabella 3, 22 e 23 del codice deontologico, di alleviare le sofferenze del malato, di fornire la loro prestazione senza fornire un sostituto e alcuna informazione utile e/o chiarimento che possa consentire la fruizione della stessa prestazione.

Pertanto, prima che un medico assuma una qualsiasi posizione dovrebbe conoscere e vagliare lo stato di salute di ogni singolo paziente, le sue sofferenze, il suo dolore, gli effetti collaterali e/o, come nel caso di specie, i miglioramenti ottenuti dal paziente a seguito della somministrazione di una terapia. Ne deriva che non potranno negare la continuazione di una terapia e dovranno respingere “interessi, imposizioni o condizionamenti di qualsiasi natura”.

Per certo posso dire che lo stato di salute di Federico Mezzina non è stato da Lei, come da nessuno altro che si è espresso sulla vicenda de qua, minimamente esaminato; non sono stati sentiti i medici e/o gli operatori sanitari che lo hanno in cura, non sono stati visionati gli esami strumentali relativi alla deglutizione a cui è stato sottoposto il bambino, non sono stati visionati i suoi esami emato-chimici, pre e post infusione relativi all’indicazione di sofferenze del fegato e/o ad accumulo di metaboliti nel sangue.
Nessuno clinico ha fornito un raffronto di fatto, e/o fondato su pubblicazioni scientifiche, tra lo stato di Federico Mezzina e quello di altro paziente affetto dalla stessa patologia e dalla stessa mutazione genetica, al fine di poter compiere un’analisi comparativa che possa escludere che lo stato di salute di Federico Mezzina sia determinato dalla terapia cellulare con il metodo Stamina effettuata dal minore, unica terapia a cui è stato sottoposto lo stesso.

Il comportamento oggi tenuto dei medici costituisce violazione non solo della legge e delle ordinanze ma anche del codice deontologico!
Inoltre, lo stesso codice deontologico all’Art. 15 prevede che “Il medico può prescrivere e adottare, sotto la sua diretta responsabilità, sistemi e metodi di prevenzione, diagnosi e cura non convenzionali nel rispetto del decoro e della dignità della professione”.
Poiché il minore ha un medico prescrittore che si è assunto la responsabilità della terapia, lui, e solo lui, potrebbe decidere di sospendere la stessa terapia.
Nel caso de quo, il medico prescrittore di Federico Mezzina ha offerto la propria disponibilità agli Spedali Civili di Brescia ad effettuare le infusioni con il metodo Stamina!!
Una possibile obiezione di coscienza, ove la stessa fosse normativamente prevista (e non lo è) e nei limiti stessi della previsione normativa (che non esiste) sarebbe applicabile solo al medico infusore.
Giova ricordare che l’esercizio dell’obiezione di coscienza può essere esercitato solo in presenza di una norma giuridica che legittima e scrimina il suo esercizio. Per esemplificare: la legge n. 194/1978 esplicitamente riconosce il diritto all’obiezione di coscienza in caso di aborto mentre nel caso di specie nessuna norma autorizza l’esercizio dell’obiezione di coscienza.
Vi è più. La stessa norma che legittima l'obiezione in caso di aborto non può riferirsi anche all'assistenza antecedente e conseguente all'intervento, riconoscendo al medico obiettore il diritto di rifiutare di determinare l'aborto ma non di omettere di prestare l'assistenza prima ovvero successivamente ai fatti causativi dell'aborto, in quanto deve comunque essere assicurata la tutela della salute della donna, anche nel corso dell'intervento di interruzione della gravidanza (Cassazione penale , sez. VI, sentenza 02.04.2013 n° 14979).
Pertanto, oltre al fatto che non sussiste alcuna norma che legittimi l’obiezione di coscienza nel caso di specie, anzi, vi è una legge – la 57/13 – che autorizza e legittima la somministrazione della terapia, si evidenzia che un’eventuale obiezione di coscienza non può estendersi alle attività precedenti, successive e/o concorrenti all’infusione.
Quindi, nulla osterebbe all’esecuzione della terapia autorizzata così come nulla legittimerebbe l’astensione dall’esecuzione di quella stessa terapia!

Certamente non si può pensare che il richiamo al codice deontologico, che pare volutamente, impropriamente e inopportunamente, limitato all’art. 4, costituisca norma per l’esercizio dell’obiezione di coscienza atteso che, mutatis mutandis, si deve ritenere che il codice deontologico medico secondo la Cassazione civile a SS.UU, (sentenza 25.06.2013 n° 15873) non abbia carattere normativo.
Da ciò ne deriva, ictu oculi, che un comportamento, anche se consentito dal codice deontologico, qualora violi una legge non è scriminato e costituisce fatto reato.
Penso che sia superficiale ricordare che le cellule staminali di Stamina sono state analizzate dall’ISS, da cui è scaturito il comunicato stampa del Ministero della salute n. 173/13 e che dopo tale analisi sia stata varata una legge, in vigore, che ne consente l’utilizzo.
Penso sia superficiale evidenziare che Lei sa benissimo che vengono infuse cellule staminali anche se poi, in Commissione Sanità della Regione Lombardia, ha fornito informazioni non condivise e/o condivisibili scientificamente attesa la dichiarazione da Lei rilasciata nel convegno “Medici e Magistrati” del novembre 2013: “In commissione speciale misi a disposizione dei senatori quel poco di letteratura medica sulle cellule staminali mesenchimali esistente. Non c'è nessuna evidenza né letteratura scientifica che sostenga come tali cellule possano diventare cellule del sistema nervoso. Se così fosse sarebbe davvero un fatto epocale. Tentai anche di fornire ai decisori le informazioni sul cosiddetto metodo, ma nessuno fu in grado di trovarle. Poiché, però, a Brescia alcuni pazienti erano già in cura, suggerii la sperimentazione scientifica per tentare di instradare qualcosa che era già partito all'interno di un sistema con regole precise”.
Questa Sua dichiarazione merita almeno tre osservazioni che evidenzieranno la insostenibile contraddizione che oggi manifesta e la Sua scarsa informazione sull'argomento, molto grave visto che anche da Lei dipende l'annunciato nuovo testo legislativo che si prefigge di cancellare le cure compassionevoli a Brescia:
1) La letteratura medica sulle cellule staminali è tantissima, altro che 'poco di letteratura '.
2) Che le cellule staminali mesenchimali si possano trasformare in neuroni è scientificamente provato. Non chieda all'estero, non chieda in Ungheria. Per non scomodarsi chieda in Italia, consulti la Cell factory del Policlinico di Milano, si faccia avere delucidazioni dal prof. Gianni Pezzoli, dall'ISS. Le facilito la ricerca indicandole un link dal quale partire:
http://blog.ilgiornale.it/locati/2013/11/19/quando-gli-scienziati-dicono-bugie-le-staminali-possono-diventare-neuroni/
Qui il prof. Pezzoli precisa che “le mesenchimali sono staminali multi-potenti, si trasformano in altri tipi di cellule e se opportunamente istruite possono riparare i circuiti motori. Producono fattori di crescita che vengono utilizzati da altre cellule in difficoltà. Quando abbiamo chiesto l’autorizzazione all’istituto superiore di Sanità abbiamo mostrato che le cellule prelevate dal midollo osseo dei pazienti, trattate in laboratorio, hanno rilasciato il fattore di crescita BDNF (fattore neutrofico cerebrale)”. Legga il resto.
In quello stesso convegno del novembre 2013 intervennero anche Francesco De Ferrari, professore di Medicina Legale all'Università degli Studi di Brescia e Luciano Eusebi, professore di Diritto penale alla Cattolica di Milano. Le ricordo le loro dichiarazioni:
“Non capisco il disagio manifestato dai medici del Civile che hanno proposto il trattamento Stamina, soprattutto perché questo disagio è emerso solo dopo il blocco dell'Agenzia italiana del farmaco. Capisco invece il magistrato che, proprio sulla base del fatto che quel trattamento qui a Brescia era stato accolto, ordini ai medici bresciani di praticarlo. I giudici non hanno voluto forzare la volontà di nessuno perché hanno creduto che, se qui era stato proposto, qui era dunque anche bene accetto”(F. De Ferrari).
“Su stamina ci sono indizi razionali di attendibilità che meritano di essere verificati. Li hanno riscontrati alcuni medici evidenziando un decorso molto inconsueto per alcune malattie. È molto importante che accertatori esterni e pluridisciplinari lo verifichino. Perché sono convinto che la verifica dell'evoluzione dei pazienti sia in linea con i principi della medicina moderna che si basa sulle prove” (L. Eusebi).
Non condivido il Suo essere “molto preoccupato” dall’Ordinanza del Tribunale di Pesaro, poiché “mette il presidente Di Stefano in una palese situazione di conflitto di interesse istituzionale” perché, mi spiace doverLe ricordare, che lo stesso Dott. Di Stefano ha fatto parte del Comitato Etico che ha autorizzato la terapia cellulare con Stamina all’Ospedale di Brescia senza che possa essere addotta come scusante la circostanza che alla richiesta da parte dello stesso Comitato Etico sull’inizio delle terapie de qua “L'Aifa disse no e il comitato etico respinse la richiesta dell'uso compassionevole. Successivamente, l'azienda richiese nuovamente all'Aifa adducendo altre motivazioni e l'Aifa disse che non ravvisava elementi ostativi. Il comitato etico si adeguò".
Ma i medici non dovrebbero essere liberi da condizionamenti di qualsiasi natura? I medici non dovrebbero avere una diligenza qualificata nell’autorizzare e somministrare, o meno, delle cure, dei trattamenti?
Quei medici, allora, o sono responsabili per il loro operato al momento dell’autorizzazione e somministrazione delle cure o lo sono oggi!!
Comunque sono responsabili o per i fatti di ieri o per quelli di oggi!
Quindi la Sua preoccupazione nei riguardi della posizione del Dott. Di Stefano è del tutto priva di fondamento.
Il Dott. Di Stefano, nella Sua pregiatissima qualità di ausiliario del Giudice, deve dare attuazione all’ordinanza del Tribunale così da rispettare, altresì, le numerose norme del codice deontologico sopra richiamate.
Mi spiace dover ricordare che vi è stata l’analisi cellulare da parte dell’ISS e la successiva emanazione della legge; mi spiace dover evidenziare che non vi sono stati effetti collaterali dalla somministrazione della terapia; mi spiace dover porre in risalto i miglioramenti ottenuti a seguito di quella terapia; mi spiace dover opporre che non vi è legge che legittima l’obiezione di coscienza de qua; mi spiace dover evidenziare la violazione del codice deontologico nel momento in cui i medici non hanno assicurato la propria sostituzione e si sono sottratti alla terapia senza fornire un sostituto e le dovute informazioni, e si siano lasciati condizionare in violazione dello stesso codice deontologico; mi spiace evidenziare lo stato di malessere psicofisico in cui versa Federico Mezzina a causa dell’interruzione della terapia; mi spiace evidenziare la mancata audizione dei genitori presso la commissione Senato; mi spiace che troppi soggetti stanno interferendo contro la legge e gli ordini dei giudici pur essendo soggetti che rivestono un ruolo politico.
Resto in attesa di Suo cortese riscontro e porgo cordiali saluti.

Avv. Tiziana Massaro

Si allega: Analisi cellulare; dichiarazione di assenza di effetti collaterali 

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L’impatto di 5G e connessioni veloci sul gaming

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È ormai diverso tempo che gli esperti di gaming, per quanto riguarda il lato produttivo, affermano di come l’introduzione della connessione 5G sia un vero e proprio spartiacque per quanto riguarda la giocabilità. Il primo ambito in cui questa nuova risorsa sarà tangibile è il “cloud gaming”: di fatto un accesso in modo diretto allo streaming per quanto riguarda i videogame. Il funzionamento è molto simile a quanto accade già normalmente per le serie tv ad esempio: mediante connessione Internet si accede ad un catalogo online più o meno vasto, si seleziona il film o la serie che si vuole visionare e si preme play. Questa modalità è già presente da tempo perché richiede una velocità di connessione variabile: è chiaro che una fibra è preferibile rispetto al 4G, ma su entrambe le modalità è possibile visionare i contenuti in streaming. Per i videogame il discorso è differente perché si tratta di giochi infinitamente più pesanti rispetto ad un normale film, ragion per cui il 5G apre le porte a tutti a questa nuova modalità di fruizione.

Il cloud gaming non è stato scoperto ora ma si trovano le sue radici nel “lontano” 2010: cronologicamente si parla solo di decennio fa ma in ambito videoludico i cambiamenti sono stati abissali. All’epoca furono due start up ad avvicinarsi a questo nuovo modo di giocare: Onlive e Gaikai, entrambe acquistate dalla Sony, che non a caso è tra le poche aziende ad aver già il suo servizio di cloud gaming, Playstation Now. Funziona come un qualsiasi abbonamento di una piattaforma online di streaming: a fronte di un pagamento mensile, l’utente può accedere a tutto il catalogo Sony (si parla di circa 700 videogame, in costante aggiornamento).

L’introduzione del 5G ha un impatto anche sui luoghi in cui si potrà effettivamente giocare. Ad oggi, infatti, per avere una funzionalità di gioco fluida e non perdere in immediatezza si preferisce utilizzare connessioni wifi, anche se il dispositivo prescelto è un tablet ad esempio, o un computer portatile, che permettono dunque di essere utilizzati ovunque. È evidente, perciò, che con le connessioni più presenti al momento, cioè 3G e 4G, si preferisce utilizzare giochi e passatempi che non richiedono un grande dispendio in termini di connessione. Ci sono una pluralità di app che possono essere scaricate e permettono di giocare anche in modalità offline come nel caso di quiz, parole crociate o giochi ispirati a diversi sport. Allo stesso modo, rientrano in questa categoria i rompicapo e tutti gli altri piccolo software come tutti i giochi di carte che puoi trovare online, dal poker alla classica briscola, dalla scopa alla scala 40, i quali richiedono sempre un dispendio di connessione irrisorio. L’introduzione del 5G rivoluziona anche questo aspetto, evitando perciò l’ormai nota coincidenza tra la figura del gamer e la persona che resta rintanata per ore e ore all’interno della propria camera da letto.

Un altro aspetto non secondario dell’impatto del 5G sul gaming riguarda l’abbattimento dei costi. Questo perché i giochi sono disponibili in streaming e possono funzionare grazie alla connessione Internet, di conseguenza non sarebbe più fondamentale comprare l’ultima console uscita o utilizzare il computer di ultima generazione. È chiaro, però, che ad una console migliore corrisponde una maggiore attenzione ai dettagli all’interno del videogioco perché la qualità audio-video risulterebbe indubbiamente eccellente rispetto a console precedenti.

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WWE 2K24, il wrestling torna su pc e console in forma smagliante

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WWE 2K24 torna in forma smagliante su Pc, Xbox e PlayStation per celebrare al meglio i 40 anni di WrestleMania, l’evento più importante per gli appassionati della disciplina. Proprio per l’occasione la classica modalità Showcase è stata ribattezzata Showcase… of the Immortals, riprendendo uno dei nomi con cui viene spesso chiamata WrestleMania. La struttura è quella a cui il titolo ha abituato i suoi fans, ovvero una serie di incontri con precisi obiettivi dove viene chiesto di ricreare alcuni momenti chiave degli scontri, con transizioni che passano dal gameplay a filmati di repertorio con grande fluidità. A presentare questo incredibile quanto avvincente viaggio nel tempo c’è Corey Graves, attuale commentatore di Smackdown che ci introduce i 21 match più rappresentativi di WrestleMania, passando da classici come Hulk Hogan contro André the Giant di WrestleMania III e Razor Ramon contro Shawn Michaels di WrestleMania X fino ai più recenti Roman Reigns contro Cody Rhodes e Rhea Ripley contro Charlotte Flair della scorsa edizione. Oltre ai filmati di repertorio sono presenti anche interviste ad alcuni degli stessi lottatori create appositamente per commentare le loro sensazioni durante gli incontri, creando un archivio storico di sicuro interesse per tutti gli appassionati. Lo Showcase si conferma quindi come il fulcro dell’offerta di WWE 2K24, ma questa è solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda i contenuti presenti in game. Fra le modalità principali offerte torna MyRISE, tipologia di gioco dove una volta creata la propria SuperStar del wrestling, personalizzata tramite lo straordinario editor, si possono intraprendere due strade, ovvero Undisputed per i lottatori maschili e Unleashed per quelli femminili. La prima storia vede i giocatori vestire nei panni di un lottatore abbastanza mediocre che improvvisamente riceve l’occasione della vita quando il titolo Universale diventa vacante. Ovviamente Roman Reigns (il campione Universale nel mondo reale) diventerà il principale avversario in un viaggio che come da tradizione rivela parecchi colpi di scena, tradimenti e scelte che possono modificare lo svolgimento degli eventi. La seconda storia invece mette i players nei panni di una wrestler di una compagnia indipendente che ha l’occasione di farsi strada in WWE accompagnando la sua allieva Psycho Sally, scoprendo tuttavia che si tratta di un mondo ben diverso da quella a cui era abituata. Si tratta di un percorso maggiormente incentrato sui dilemmi morali e su come il successo può cambiare le persone, oltre a mettere in risalto molte difficoltà e dinamiche dietro la stessa WWE. Ovviamente i personaggi creati in MyRISE possono essere utilizzati anche in altre modalità di gioco, tra cui le storiche Universe e MyGM, perfette se ci si vuole cimentare con un aspetto più manageriale e meno d’azione. Universe infatti è un vero “parco giochi” in cui poter decidere i roster degli show, le faide, gli eventi, l’assegnazione di titoli e via discorrendo, così da poter dare sfogo a tutti i propri sogni se si fosse i padroni indiscussi della WWE e poter creare tutte le storie che si vogliono. In maniera simile MyGM mette i giocatori nei panni di un General Manager alle prese con la gestione del proprio brand, qui ovviamente è necessario far quadrare il bilancio tra gesione degli show, contratti delle Superstar, talent scout e soprattutto le richieste del grande capo Triple H. Compiere tale impresa non è certo una passeggiata, ma una volta apprese le dinamiche di gioco affrontare questa modalità è un’esperienza davvero appagante e divertente. Tra i nuovi manager introdotti in WWE 2K24 sono presenti lo storico Teddy Long, e tra i brand da gestire oltre a Smackdown, RAW e NXT ci sono anche la WCW e la ECW. Insomma, come avrete capito, di carne a cuocere ce n’è davvero moltissima.

Parlando sempre di aspetti gestionali torna anche la modalità MyFACTION, una sorta di “Ultimate Team” dove spendendo le diverse valute virtuali (o reali) si possono aprire pacchetti e ottenere diverse carte che rappresentano lottatori, manager e così via, creando poi la propria fazione da far scontrare con quelle degli altri giocatori nelle Guerre tra Fazioni 2.0, una evoluzione rispetto alla prima versione vista nel precedente capitolo. Una delle principali novità riguarda la possibilità di comprare direttamente specifiche carte, senza doversi quindi affidare alla fortuna degli “sbustamenti”. Tale opportunità permette di trovare le proprie Superstar preferite o le carte che mancano per avere un team altamente competitivo. Parlando invece delle modalità più “dirette” oltre a tutte le tipologie di match già esistenti nelle precedenti versioni sono state introdotte quattro nuove tipologie di scontri, ovvero Casket Match, Ambulance Match, Gauntlet Match e Special Referee Match. Il Casket Match è stato reso popolare da Undertaker, e l’obiettivo è quello di rinchiudere l’avversario in una bara posta a bordo ring. Molto simile anche l’Ambulance dove invece di una bara bisogna rinchiudere l’avversario dentro un’ambulanza, anche se ovviamente il vero divertimento è spostare l’azione sul tetto del mezzo… Il Gauntlet Match invece non è che una serie di battaglie in sequenza dove continua chi riesce a “schienare” l’avversario, per cui iniziare per primi è sicuramente più impegnativo ma anche più soddisfacente portare a casa la vittoria. Molto interessanti anche gli Special Referee Match dove la Superstar preferita può vestire i panni dell’arbitro, offrendo un punto di vista inedito. Naturalmente parlando della WWE e tutto può accadere, per cui si può cercare di avvantaggiare un lottatore con un conto veloce o penalizzare uno con un conto lento, fare finta di non vedere scorrettezze o prendere direttamente parte all’azione picchiando chi prova a contestare le decisioni del giocatore. In tutto questo però bisogna porre attenzione a non tirare troppo la corda, perché la dirigenza potrebbe decidere di rimpiazzare il giocatore con un vero arbitro. Nonostante non sia una nuova tipologia di match è da segnalare anche un rinnovamento dei Backstage Brawl che ora supportano fino a 4 giocatori e nuove interazioni ambientali, come ascensori funzionanti e vetrate da spaccare con la testa del malcapitato di turno, oltre a nuovi oggetti come microfoni e bottiglie che possono anche essere lanciati per colpire dalla distanza. Insomma, gli amanti del wrestling con WWE 2K24 potranno divertirsi per moltissime ore.

Oltre ad aggiungere nuovi contenuti e tipologie di incontri, Visual Concepts ha migliorato e rifinito il gameplay e le modalità già viste in WWE 2K23. Sul ring è possibile eseguire nuove tipologie di payback o scambiarsi colpi a ripetizione attraverso una serie di semplici QTE. Salendo sulle corde, poi, è possibile lanciarsi su un gruppo di avversari anche fuori dal ring, mentre è stata aggiunta qualche interazione in più nel backstage. Da quando la serie è tornata dalla pausa dopo il disastroso 2020 è stata intrapresa la giusta strada con un equilibrio tra arcade e simulazione con comandi semplici e intuitivi, e WWE 2K24 non fa eccezione andando solo a limare e aggiungendo nuove opzioni. Dal punto di vista tecnico WWE 2K24 si presenta con classica risoluzione in 4K su Xbox Series X e 60 fps solidi. Tirando le somme, quest’ultimo titolo dedicato al wrestling riesce senxz’ombra di dubbio ad offrire tutta una serie di contenuti che terranno incollati sullo schermo gli appassionati di lotta libera. Rimanendo in tema di abitudini i titoli della serie hanno sempre offerto una marea di contenuti, e WWE 2K24 non fa eccezione. Tra Showcase, MyRISE, MYGM, Universe, MyFACTION e tutte le possibilità di match liberi il gioco può tenervi occupati per centinaia di ore, a cui poi si aggiungono le sfide online e la Creation Suite con cui perdersi tra le infinite possibilità di personalizzazione di personaggi, arene, moveset e perfino i cartelloni del pubblico. Quest’anno inoltre il roster ha raggiunto l’incredibile numero di oltre 200 lottatori provenienti da tutte le epoche e brand, e altri ne verranno aggiunti con i prossimi DLC. Se proprio dovessimo trovare qualche lato negativo questo possiamo dire che WWE 2K24 offre un comparto tecnico buono ma non all’altezza dei tempi, e il motivo principale probabilmente è lo sviluppo ancora cross-gen. Da una parte è comprensibile come lasciare indietro una base di milioni di utenti non sia facile, ma più passa il tempo e più diventa difficile giustificare certi modelli poveri di dettagli, animazioni legnose e una fisica dei capelli quasi assente. Ad onore del vero qualche piccolo passo avanti è stato fatto, in particolare per l’illuminazione e le animazioni facciali che a detta degli sviluppatori sono state rinnovate da zero per il 90 per cento dei lottatori, ma il risultato è ancora sotto le aspettative. Tornano poi alcuni problemi di hitbox soprattutto quando si usano le armi e una intelligenza artificiale altalenante che passa da momenti di grande stupidità ad altri dove improvvisamente diventa invincibile, rendendo l’esperienza a volte frustrante, specialmente in modalità come lo Showcase dove bisogna eseguire specifiche mosse e l’avversario a volte proprio non ne vuole sapere di collaborare. In ogni caso WWE 2K24 è un titolo veramente divertente e ben fatto, a nostro avviso chiunque ami il mondo del wrestling dovrebbe giocare a questo videogame.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 9

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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Malware, nel 2023 l’Italia è la nazione più colpita dagli attacchi in tutta Europa

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Nel 2023, l’Italia è stato il primo Paese in Europa e il quarto al mondo più colpito dagli attacchi malware. Il dato è emerso da uno studio dell’azienda di sicurezza Trend Micro, che rivela come nella classifica delle nazioni più interessate dalla minaccia informatica, l’Italia sia preceduta solo da Giappone, Stati Uniti e India. Lo studio sottolinea anche un cambiamento nelle tattiche dei cybercriminali, che scelgono i propri obiettivi con maggiore attenzione. Gli attacchi prendono di mira profili selezionati e si affidano meno a campagne di hacking generiche. Il numero totale di malware intercettati in Italia nel 2023 è stato di 277.616.731, nel 2022 il dato era fermo a 246.941.068. Si tratta di un primato negativo in Europa per il terzo anno consecutivo, e quarto al mondo dopo Giappone (1.169.219.233), Stati Uniti (993.996.354) e India (288.557.845). I settori più colpiti sono la sanità, il bancario, la pubblica amministrazione. L’Italia è inoltre settima a livello globale per infezioni da macro malware, particolari minacce che agiscono in maniera complessa come i normali software, persino in grado di scrivere documenti e inviarli via email. L’Italia ha subito 8.343 attacchi di questo tipo. I ransomware diffusi verso gli utenti italiani sono stati, sempre nel 2023, 19.632, mentre le minacce tramite posta elettronica ammontano a 206.694.717. Gli esperti di Trend Micro affermano che, in generale, è del 10% l’aumento dei tentativi di infezione rispetto al 2022. “Assistiamo ad un cambiamento del panorama delle minacce”, spiegano da Trend Micro , “con i criminali che optano per la qualità delle campagne piuttosto che per la quantità: Invece di lanciare attacchi a una gamma più ampia di utenti e di affidarsi alle vittime che cliccano sui link dannosi presenti nei siti web e nelle email, vengono lanciati attacchi più sofisticati che utilizzano la specificità per ingannare un campo più ristretto di vittime di alto profilo. Ciò consente di eludere i livelli di rilevamento precoce, come i filtri di rete e di posta elettronica”. Un dato sicuramente allarmante che deve far riflettere sulla reale necessità di utilizzare misure precauzionali all’avanguardia e sempre aggiornate.

F.P.L.

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