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STAMINA UDIENZA PER IL RIESAME DEL PROVVEDIMENTO DI SEQUESTRO DELLE CELLULE AL NOSOCOMIO DI BRESCIA, IL PM GUARINIELLO AMMETTE UN GRAVE ERRORE MA VUOLE MANTENERE IL SEQUESTRO

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L’avvocato Gianluca Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola apre il vaso di pandora, solleva l'eccezione di incapacità del giudice per violazione del criterio di riparto di funzione nelle fasi del procedimento/processo. Chiesta la declaratoria di nullità ai sensi del 178 C.P.P

di Cinzia Marchegiani

Torino- Stamattina grande colpo di scena all’udienza nella maxiaula numero 3 presso il tribunale del riesame al Palazzo di Giustizia di Torino in merito al sequestro preventivo autorizzato dal GIP Francesca Christillin, che oltre al sequestro delle provette aveva imposto tra l’altro agli Spedali Civili di Brescia di tutelare e salvaguardare la vitalità dello stesso materiale biologico presente nel laboratorio. Le famiglie di ben 11 pazienti avevano chiesto il dissequestro, non solo delle cellule ma anche di tutte le attrezzature della Stamina Foundation. Un repentino ribaltamento della situazione sembra far sperare i familiari titolari di questa richiesta e stranamente citati come parte lesa dallo stesso Raffaele Guariniello. Un sequestro che a quanto sembra sia stato attivato per impedire le infusioni che attendevano la piccola Noemi Sciarretta (affermazione alquanto pesante e da investigare di Luca Pani, direttore generale AIFA) poiché era stata chiesta una valutazione pre e post infusione, che poteva finalmente chiarire l’arcano anche della pericolosità, poiché  a tutt’oggi non esiste un documento agli atti che lo dimostra (anzi esistono esattamente prove del contrario). Anche il documento del sequestro riporta essere fondamentale per un’azienda ospedaliera del calibro degli Spedali Civili di Brescia l'attivazione del follow up di una terapia anche se non vi era alcuna sperimentazione, poiché è un dovere dell’ospedale dover provvedere a tale valutazione.

A chiarirci il colpo di scena di quest’udienza che tiene in sospeso le vite di questi malati, è l’avvocato Gianluca Ottaviano, legale della famiglia Spinazzola. Il Pm Raffaele Guariniello nella sua memoria depositata lo scorso 13 settembre 2014 dichiara che il Collegio non ha il potere di annullare il provvedimento del sequestro, anzi si deve mantenere vivo anche se c’è stato un errore poiché il PM doveva incaricare il GUP e non il GIP. Questa incompetenza funzionale per Guariniello sembra sanabile attraverso il dispositivo normativo di cui all'art. 27 c.p.p. Ma l’Avvocato Ottaviano va oltre: "non è applicabile l'articolo 27 del c.p.p relativo alla incompetenza territoriale; anche secondo gli orientamenti delle sezioni unite della Cassazione, sent. n. 25/99, l'’incompetenza funzionale equivale al disconoscimento della ripartizione delle attribuzioni del giudice in relazione allo sviluppo del processo e riflette i suoi effetti direttamente sulla idoneità specifica dell’organo all’adozione di un determinato provvedimento. Essa, pur non avendo trovato un’esplicita previsione neppure nel nuovo codice di procedura penale, proprio perché connaturata alla costruzione normativa delle attribuzioni del Giudice ed allo sviluppo del rapporto processuale, è desumibile dal sistema ed esprime tutta la sua imponente rilevanza in relazione alla legittimità del provvedimento emesso dal giudice, perché la sua mancanza rende tale provvedimento non più conforme ai parametri normativi di riferimentoE' un’incompetenza grave che pone il GIP nell’impossibilità di conoscere nel merito quanto di competenza del GUP. E’ ravvisabile un’incompetenza talmente intensa da potersi intendere come forma di incapacità del giudice e per questo ho chiesto la declaratoria di nullità ai sensi dell’art. 178 c.p.p., per cui il sequestro depositato dalla Cristillin a Brescia dovrebbe ritenersi nullo all’origine.

Insomma una defiance imperdonabile quella di Guariniello che sembra aver sbagliato segreteria, invece di depositare al GUP, porta i documenti al Gip, però chiede comunque il sequestro del materiale biologico e dell’attrezzatura di Stamina. L’avvocato Ottaviano ha trovato il grande vizio di forma di questa inquisizione su Stamina, il provvedimento di sequestro preventivo dovrebbe da considerarsi nullo ex art. 178 lett. a del c.p.p. poichè il GIP è privo di potere decisionale in ordine allo stato del procedimento. Lo stesso Ottaviano spiega nel dettaglio che il provvedimento richiesto dal PM in data 14. 08.2014 è stato emesso dal GIP solo in data 21.08.2014, in epoca successiva sia alla richiesta di rinvio giudizio (del 14 luglio 2014), sia alla stessa fissazione dell’udienza preliminare (rinvio giudizio del 15 luglio 2014 con fissazione dell'udienza preliminare per il giorno 4 novembre 2014). Ed è proprio con la richiesta di rinvio a Giudizio che il P.M trasmette il fascicolo contenente la notizia di reato, la documentazione relativa alle indagini espletate e i verbali degli atti compiuti davanti al giudice per le indagini preliminari e per questo è solo il GUP (Giudice dell’Udienza Preliminare) essere il titolare competente ad emettere misure cautelari. Per questo motivo il GIP ha incompetenza funzionale poichè ha emesso un provvedimento in violazione proprio delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i giudici.

Tutto sembra puntare all’incompetenza funzionale del GIP procedente che ha emesso un provvedimento in palese violazione delle norme sulla ripartizione delle attribuzioni fra i Giudici in relazione allo sviluppo del processo/procedimento…. ma nel riesame del dissequestro delle cellule a Brescia c’è molto di più…come il certificato n173 prodotto dall’ISS non messo agli atti, mentre i Nas si recano a casa di una famiglia di un piccolo paziente per chiedere l’interpretazione del documento, quando la frase ha una semantica precisa e tanto, tanto altro ancora….

Il blocco totale delle terapie, conseguenza del sequestro da parte del Gip a Brescia del materiale biologico è creato per evitare realmente la verifica pre e post infusione della piccola Noemi, come aveva detto nell’intervista Luca Pani a La Stampa, lo scorso 26 agosto 2014?
Se così fosse, sarebbe da chiedersi cosa ci sia realmente dietro, in fondo le valutazioni dovevano essere eseguite indipendentemente da una sperimentazione (citazione Sequestro GIP)… e lo stesso avvocato Ottaviano ci spiega come tutto l’impianto documentale del sequestro è costituito da ipotesi per spiegare i fatti costituiti invece da certificati e analisi strumentali rilasciati da strutture pubbliche o private accreditate e attestanti plurimi miglioramenti conseguiti che i pazienti hanno ottenuto dopo le infusioni o al peggioramento in seguito al blocco delle stesse, mentre vengono assunti come "consistenti prove" lettere aperte, addirittura interviste e dichiarazioni di esperti che non sono però venuti mai in contatto con il metodo stamina e sono diventati una ferrea risonanza accusatoria per mezzo di dichiarazioni squisitamente narrative, cioè senza un documento tangibile, al contrario di tutta quella documentazione istituzionale e sanitaria che ne avvalora la non pericolosità e non tossicità.

E proprio nel riesame del sequestro delle cellule a Brescia che emerge con tutta la sua forza il conflitto di interesse della senatrice Cattaneo e le sue forti affermazioni che vedono le cellule staminali mesenchimali prive di attività nei riguardi delle malattie degenerative del tessuto nervoso, e soprattutto l’incapacità di differenziarsi in neuroni, mentre lo stesso professor Antonio Uccelli che in merito ha già avviato una sperimentazione clinica superando la fase I descrive le importanti proprietà delle MSC che qui rimettiamo a memoria di quanto abbiamo già descritto nell’inchiesta realizzata dall’Osservatore d’Italia lo scorso novembre 2013: “le MSC sono cellule pluripotenti che si differenziano dalle cellule staminali emopoietiche (o HSC) per alcuni importanti proprietà: 1) transdifferenziazione, evidenziata in animali da esperimento, che permette alle MSC di differenziarsi in cellule molto specifiche saltando da un cammino differenziativo ad un altro, in fibroblasti, condroblasti, neuroni, cellule epitelieali etc; b) proprietà anti infiammatorie/immomodulanti e C) la funzione neuroprotettiva che sono entrambe proprietà importantissime, già nel 2012 spiegate al via del primo studio clinico di fase II al mondo mirato a studiare la sicurezza e l'efficacia dell'uso delle cellule staminali mesenchimali contro la sclerosi multipla. A presentare il progetto in occasione del 28esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims) in corso a Lione fu lo stesso Antonio Uccelli, responsabile del Centro per lo studio e la cura della Sm e malattie demielinizzanti dell'universita' di Genova. Un passo in avanti verso la conferma che le staminali funzionano davvero contro la sclerosi multipla, dunque, anche se è stato specificato che sono impiegati solamente in quei pazienti che hanno tessuti nervosi non ancora completamente danneggiati:”Gli studi eseguiti nei nostri laboratori sono stati i primi, nel 2005, a dimostrare l'efficacia di questo trattamento su modello animale. Un risultato che e' stato confermato da altri laboratori e che ha creato consenso per far si' che ci fosse un razionale consistente per procedere con la sperimentazione sull'uomo. La fase I (già confermata) ha valutato soprattutto la sicurezza del trattamento. La convinzione degli studiosi e' che "le cellule staminali non solo facciano immunomodulazione, cioé blocchino l'auto-aggressione del sistema immunitario al sistema nervoso (e' quello che fanno i farmaci attualmente utilizzati contro la sclerosi multipla), si vuole dimostrare che queste cellule hanno un valore aggiunto e cioè sono anche in grado di rilasciare fattori protettivi dei tessuti e che favoriscono la riparazione.”

Tutto molto pittoresco se non fosse che dietro a tanta burocrazia, tante affermazioni facilmente attaccabili e gaffe rocambolesche, ci siano in corsa la vita di malati e dei loro familiari che son costretti a tornare sempre nelle aule del tribunale quando specifiche leggi, come la 57/2013, la sentenza si Strasburgo e quella di Helsinki proteggano e tutelino i malati nel poter ricevere quelle terapie che finora si son dimostrate dei salvavita….non frutto di sensazioni e suggestione, ma di documentazione concreta e agli atti. Sotto lente l’operato dell’Aifa con le sue ordinanze e delle testimonianze narrative, senza alcuna prova documentale degli scienziati che sono finiti come elemento di prova regina contro la documentazione concreta che i malati hanno sempre dimostrato e dichiarato…

Il Collegio per ora si è riservato e scioglierà la stessa riserva il prossimo19 settembre….comunque vada sono state sollevati troppi quesiti inquietanti su questa immenso intreccio all’italiana, e molti si chiedono auspicabile una super inchiesta che valuti l’operato di tutti gli attori…

Possibile che delle famiglie che dovrebbero riserbare le energie per combattere quotidianamente le piaghe di queste terribili malattie, devono correre da nord a sud, catapultati centinaia  e centinaia di chilometri dai propri figli, per incontrarsi nei processi che rimandano all’infinito un diritto sancito a chiare lettere ovunque?
.
A questo punto ci si chiede se sia in programma un intervento del procuratore Capo Giancarlo Caselli, visto il grave errore confermato dallo stesso Procuratore Guariniello…errore che va ricordato non è semplicemente amministrativo, ma fatto sulla pelle dei malati, in barca a leggi di Stato e ordinanze di altri giudici… Comunque vada, ogni giustizia rimandata, è una giustizia negata, e nel caso di questi malati, ogni minuto era e sarà prezioso. 

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Dragon’s Dogma 2, il gdr fantasy targato Capcom torna su pc e console

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Dragon’s Dogma 2 è il sequel dell’omonimo gioco di ruolo per Pc e console uscito 12 anni fa. La nuova creazione targata Capcom perfeziona la formula ludica del capitolo precedente, eliminando tutti quegli elementi di ridondanza che appesantivano il gameplay aggiungendo una serie di aspetti che rendono l’esperienza di gioco molto più scorrevole e gradevole. Ma facciamo un piccolo passo indietro, a vantaggio di chi si avvicina a questo universo per la prima volta. Il ritmo di gioco del titolo si pone esattamente a metà tra un andamento compassato e la frenesia di uno “stylish-action”. Ed è proprio grazie a questa evoluzione che Dragon’s Dogma 2 incontrerà i gusti di una fetta di pubblico più ampia e appassionerà sia giocatori di vecchia data che nuovi. Ma partiamo dal principio, il nuovo gdr del colosso del gaming nipponico è ambientato in un universo di fantasia dove Vermund e Battahl, i due principali regni in cui è diviso il mondo, sono in pieno conflitto. Secondo la legge la corona spetta di diritto all’Arisen, un guerriero marchiato da un drago e destinato a sconfiggerlo per liberare il mondo dalla suo dominio di terrore. Si tratta quindi di una figura importante e rispettata, eppure al risveglio del protagonista ci si trova in cella, nonostante il marchio dimostri che sia proprio lui o lei (a seconda della scelta fatta) l’Arisen. Il fatto poi di soffrire di amnesia non gioca proprio a favore dell’eroe, ma ben presto si scopre il motivo dietro questi eventi: qualcuno si sta spacciando per l’Arisen al posto del giocatore, e sta facendo di tutto per impedire di reclamare ciò che spetta lui di diritto. Inizia così una lunga avventura per scoprire sia le menti dietro al complotto che stanno manipolando non solo la memoria del protagonista, ma soprattutto la situazione geopolitica del mondo, sia per adempiere al già scritto destino e sconfiggere l’enorme drago causa del marchio. Come i fan di vecchia data avranno già notato, la trama è molto simile alla storia del primo Dragon’s Dogma. Dragon’s Dogma 2 infatti più che un sequel sembra quasi un reboot di quanto visto 12 anni fa, una sorta di riproposizione del gioco originale con tutti gli elementi che all’epoca il creatore Hideaki Itsuno non era riuscito ad inserire. Nel 2012 Il progetto di Itsuno era molto ambizioso, ma complici un budget estremamente ridotto, idee troppo avanzate per la tecnologia dell’epoca e il fatto che si trattasse del primo vero RPG open world per Capcom, il risultato finale fu comunque buono, ma la sensazione generale fu che il titolo aveva un grande potenziale ma che non riuscisse a esprimerlo al massimo. Dragon’s Dogma 2 ripropone quindi una storia molto simile al gioco originale, ambientata in un mondo parallelo a quello precedente, mantenendo sì diversi punti in comune, ma migliorandoli, a partire dal sistema di Pedine, la caratteristica principale del gioco. Le Pedine altro non sono che NPC che accompagnano l’Arisen nel corso dell’avventura, ma caratterizzati da una intelligenza artificiale particolare che li rende più simili possibile a dei veri giocatori umani. L’idea era quella di avere una sorta di esperienza multiplayer all’interno di un titolo per giocatore singolo, e se già nel 2012 il risultato era promettente, le tecnologie moderne hanno permesso ad Itsuno di avvicinarsi maggiormente alla sua visione originale, anche se ancora con qualche limitazione.

Per chi si stesse chiedendo: come funziona esattamente il sistema di Pedine? Eccovi la risposta. Per comprendere bene il tutto è necessario partire fin dal principio, esattamente da quando il gioco chiede di personalizzare l’aspetto del proprio Arisen. L’editor è piuttosto completo e profondo, e se si ha la pazienza necessaria si possono passare diverse ore a modificare ogni minimo dettaglio per creare l’eroe che più rispecchia il proprio gusto estetico. Lo stesso viene richiesto per realizzare la Pedina personale che accompagnerà il proprio eroe nel corso dell’avventura. Progredendo nel gioco si possono reclutare fino a due altre Pedine, ma la particolarità è che saranno quelle create da altri giocatori, che a loro volta saranno in grado di reclutare la Pedina da noi inventata. Si crea così un circolo vizioso in cui le Pedine “viaggiano” tra i vari mondi, ma non lo fanno in maniera passiva: anzi, apprendono e condividono le loro conoscenze. Può capitare infatti di reclutare la pedina di un giocatore che è più avanti nella storia e che ha già completato le missioni che si sta cercando di affrontare in quel preciso momento. In questo caso non sarà raro sentire la sua Pedina dare informazioni su dove andare o consigli strategici su come affrontare i mostri. Un dettaglio non da poco, considerato che Dragon’s Dogma 2 è piuttosto avaro di marcatori e lascia al giocatore il compito di capire cosa fare e dove recarsi spargendo indizi ma senza quasi mai dare vere e proprie indicazioni. Spesso si attivano quest semplicemente perché camminando si sente una conversazione di alcuni NPC che parlano di qualche stranezza nei dintorni, e avere una Pedina in grado di dare qualche informazione preziosa è un aiuto utilissimo. Bisogna quindi sempre essere con occhi spalancati e orecchie aguzze per evitare di restare bloccati, anche se capita raramente visto che basta esplorare per essere inondati di eventi e attività da svolgere. A volte le quest si accumulano in maniera soverchiante, tanto da essere difficile stare dietro a tutto, specialmente con le missioni a tempo. Ma niente panico, se il gioco viene affrontato con un certo criterio sarà possibile fare la maggior parte delle cose senza troppo stress. Dragon’s Dogma 2 lascia un’enorme libertà al giocatore su come affrontare l’avventura, ma spesso ignorando o svolgendo alcuni compiti ci saranno conseguenze buone o cattive rispetto alla situazione. Ad esempio se si viene a sapere di qualcuno perso in un bosco pieno di lupi, non ci si deve stupire se, rimandando troppo la missione, ad un certo punto andando nel bosco si trovino solo dei vestiti insanguinati al posto di qualcuno da salvare. La mappa di Dragon’s Dogma 2 è grande circa quattro volte quella del predecessore, ma rimane densa di attività e punti di interesse che rendono meno tediosa un’altra delle sue caratteristiche, ovvero l’assenza di cavalcature e forti limitazioni sui viaggi rapidi. Per buona parte del tempo quindi si è costretti a girare a piedi, una precisa scelta di design che aveva già creato forti controversie nel gioco originale, ma su cui Itsuno è rimasto intransigente nella sua visione. Progredendo nella storia si sbloccano delle particolari pietre da poter posizionare in qualsiasi punto della mappa per trasformarle in punti di teletrasporto, ma il loro utilizzo è limitato e a nostro avviso va riservato esclusivamente in casi di estrema necessità. In alternativa si può chiedere un passaggio alle carovane che partono dai centri abitati, ma non è raro subire imboscate o attacchi da mostri selvatici pronti a distruggere il mezzo e costringere i giocatori non solo ad una battaglia ma anche a continuare comunque a piedi il viaggio. Rimanendo in tema di battaglie, le Pedine svolgono quasi sempre egregiamente il loro dovere, posizionandosi correttamente ed eseguendo azioni offensive o di supporto che non sfigurerebbero davvero se fossero controllate da un giocatore umano. Se poi, come già detto, provengono da un mondo dove hanno già affrontato sfide simili, possono fornire un ulteriore supporto sia strategico, svelando i punti deboli della creatura da uccidere, sia pratico andando a svolgere le azioni che più si addicono alla situazione. Per quanto le Pedine siano quindi una parte centrale dell’esperienza di Dragon’s Dogma 2 non bisogna dimenticare mai tuttavia che il vero protagonista è l’Arisen.

Per quello che riguarda il combat system, si può dire che rispetto al passato ha subito poche modifiche. Presente ancora la classica alternanza di attacchi leggeri, pesanti e abilità in base a quale delle dieci Vocazioni disponibili si decide di seguire all’inizio. Le Vocazioni altro non sono che le classi di appartenenza del proprio pg, partendo da quelle di Base classiche Guerriero, Mago, Ladro e Arciere, passando per le Ibride Arciere-Mago, Cavaliere Mistico, Eroe Leggendario e Illusionista, fino ad arrivare alle Avanzate Distruttore e Stregone. Se si è appassionati di giochi di ruolo, si può già immaginare come si differenziano gli stili di combattimento delle varie classi già dal nome, ma tra queste spiccano le novità dell’Illusionista e dell’Eroe Leggendario. Il primo sfrutta molto la potenza dell’intelligenza artificiale di Dragon’s Dogma 2, e armati solo di un semplice incenso si potrà essere in grado di portare caos e distruzione tra le file nemiche grazie a potenti allucinazioni che inducono gli avversari a scontrarsi tra loro, oppure giocare d’astuzia e ad esempio creare l’illusione di un ponte dove c’è un burrone e godersi i malcapitati piombare senza alcuna speranza nel vuoto senza capire cosa sia successo. Si tratta di una Vocazione piuttosto difficile da padroneggiare, che richiede di muoversi nelle retrovie, e soprattutto nelle prime fasi può sembrare più debole rispetto ad altre da subito più efficaci, ma una volta presa la mano vi assicuriamo che è in grado di dare grandi soddisfazioni. Discorso simile va fatto per l’Eroe Leggendario, che sulla carta è il sogno degli indecisi visto che permette di cambiare Vocazione e arma permettendo combinazioni di ogni tipo. All’atto pratico si rivela una classe impegnativa e pensata per i giocatori più esperti, con cambi non proprio immediati e soprattutto una complessa gestione dell’equipaggiamento per via del peso di tutte le armi. L’Arisen infatti è forte ma non è una bestia da soma, e organizzare un equipaggiamento funzionale che non limiti troppo i movimenti per una sola Vocazione è già una sfida, vi lasciamo immaginare cosa voglia dire gestirne più insieme. Spendendo i punti abilità si possono sbloccare nuove tecniche da utilizzare sul campo, inoltre alcuni potenziamenti possono essere trasferiti anche ad altre Vocazioni, invogliando quindi a cambiare spesso classe per sperimentare nuovi stili di combattimento senza dover ogni volta ricominciare da zero ma avere già una base solida su cui poter fare affidamento. Altra caratteristica dei combattimenti di Dragon’s Dogma 2 che torna dal precedente capitolo è la possibilità di afferrare i nemici, permettendo ad esempio di aggrapparsi alla zampa di un mostro enorme e arrampicarsi fino a raggiungere un punto debole per poi colpirlo. Per quello che concerne la longevità di Dragon’s Dogma 2, la storia principale può essere conclusa in circa 30 ore, ma esplorando al massimo l’enorme mappa il numero può come minimo raddoppiare. Il gioco inoltre ha una forte rigiocabilità, poiché molte missioni possono avere esiti diversi a seconda delle scelte fatte o semplicemente della casualità, ed è praticamente impossibile vedere tutto in un’unica run. Rimanendo in tema, un’altra delle scelte di design di Dragon’s Dogma 2 che sicuramente creano controversie è quella di avere un unico file di salvataggio. Non è possibile quindi creare personaggi multipli o crearsi dei “checkpoint” per riprendere da un punto e fare scelte diverse, ma si ha sempre la “pressione” che ogni scelta conta, perché non si può più tornare indietro. A questo si aggiunge anche il fatto che se una Pedina o un NPC muore è perso per sempre. Per chi se lo stesse chiedendo questo può succedere anche con personaggi importanti legati ad alcune missioni. Fortunatamente però si possono usare specifici oggetti per riportare in vita qualcuno, ma sono piuttosto rari e vanno anch’essi usati con molta parsimonia. Tecnicamente parlando Dragon’s Dogma 2 si difende piuttosto bene, donando sempre un colpo d’occhio piacevole e un ottimo livello di dettaglio. Quello che convince meno tuttavia è il frame rate limitato a 30 fps su console. Ottima invece la colonna sonora e il doppiaggio disponibile in inglese o giapponese e testi localizzati in italiano. Tirando le somme, il nuovo gdr di Capcom è senz’ombra di dubbio un titolo da avere se si ama il genere. Giocandolo ci si accorge che è un prodotto che vive di esagerazioni, da affrontare lentamente con curiosità e spirito di avventura. Se si decide di accettarne le regole, il mondo fantasy imbastito da Itsuno regalerà un combat system davvero appagante, estremamente creativo e ricco di momenti epici. Le quest non lineari e una mappa estremamente densa sono elementi che avrebbero potuto condurre il titolo di Capcom verso vette di eccellenza assoluta, tuttavia a frenare la salita ci hanno pensato un’intelligenza artificiale non sempre performante, qualche piccolo problema di bilanciamento tra le classi e alcune macchinosità di troppo. Dragon’s Dogma 2 rimane comunque un prodotto di altissimo livello e lasciarlo perdere a nostro avviso è un errore da non commettere assolutamente.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

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Robotaxi Tesla, il trasporto pubblico del futuro è in arrivo l’8 agosto

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Elon Musk ha sganciato una nuova bomba attraverso X (l’ex Twitter). A quanto detto dal Ceo sembra propio che Tesla presenterà un robotaxi a guida autonoma il prossimo 8 agosto. I modelli Tesla con Fsd (Full Self-Driving) “saranno sovrumani a tal punto che sembrerà strano in futuro che gli esseri umani guidino automobili, anche se esausti e ubriachi!” ha detto in un post su X lo scorso marzo. Musk ha anche affermato che i proprietari di veicoli Tesla con Fsd potranno far sì che le loro auto fungano da robotaxi, anziché rimanere parcheggiate. Nonostante il suo potenziale, l’introduzione dei veicoli a guida autonoma negli Stati Uniti è stata finora incerta e difficile in quanto sia i legislatori che il pubblico esprimono preoccupazioni sulla sicurezza. San Francisco è stata un banco di prova per la tecnologia. I robotaxi di Google Waymo in città sono stati presi di mira da vandali contrari ai veicoli autonomi, mentre Cruise, di proprietà di GM, ha sospeso a tempo indeterminato il suo servizio di robotaxi alla fine di ottobre, dopo che diversi incidenti hanno scatenato una repressione da parte delle autorità di regolamentazione della California. Anche la funzione “pilota automatico” di Tesla è stata messa sotto esame e accusata di aver “gonfiato” le proprie capacità per favorire le vendite. La rivelazione del robotaxi di Tesla arriva poco dopo che Reuters ha reso noto che la società ha abbandonato il piano di produrre un modello di auto elettrica low cost, con un prezzo di circa 25mila dollari per favorirne l’adozione nel mercato di massa. Musk ha però negato la notizia. La società cinese di veicoli elettrici Byd nel quarto trimestre ha strappato a Tesla lo scettro di regina mondiale dell’elettrico per vendite.

F.P.L.

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MW3, la stagione 3 porta un numero incredibile di novità

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MW3 (qui la nostra recensione) si amplia ancora una volta con l’arrivo della stagione 3, ma questa volta lo fa in maniera a dir poco mastodontica. Mercoledì 3 aprile è arrivato su Pc, Xbox e Playstation, uno dei più grandi rilasci di contenuti nella storia di Call of Duty. Un’esperienza completamente connessa, grazie alla massiccia integrazione di contenuti con Warzone Mobile. Il Gruppo Konni ha lasciato un segno indelebile su Fortune’s Keep e ora sta occupando un altro territorio: la famigerata Rebirth Island che torna in Warzone. La stagione 3 rilascia inoltre uno dei più grandi drop di mappe multigiocatore di sempre, con ben sei nuove mappe Core 6v6. Sono incluse anche quattro armi base gratuite, otto parti aftermarket, partite classificate (tra cui Resurgence su Rebirth Island), l’arrivo di Makarov e Snoop Dogg e due nuovissimi operatori per il Battle Pass premium, Banshee e Hush. Con la Season 3 sarà possibile giocare nella modalità Cattura la Bandiera, ma sono in arrivo anche Minefield, One in the Chamber e, più avanti nel corso della stagione, le playlist Scorta e Vortex. Inoltre arrivano nuovi perk e, nel corso della stagione, una nuova Tactical EMD Mine a un nuovo Enhanced Vision Goggles. Ma andiamo ad esaminare più nello specifico le novità in arrivo.

Le novità in arrivo su MWZ:

La storia di Dark Aether continua: i giocatori potranno mettersi in gioco in una missione di salvataggio su larga scala dopo che la dottoressa Jansen è entrata in una nuova e terrificante regione dell’Etere Oscuro. In arrivo anche la “Terza Frattura”: un paesaggio di vuoto etereo che ospita orrori che inducono alla follia, tra cui una nuova e diabolica variante di Discepolo. I giocatori potranno fornire supporto di fuoco a Ravenov e trovare la dottoressa Jansen prima che venga consumata dall’oscurità. Sfide e schemi della Stagione 3: i giocatori potranno sbloccare i livelli di prestigio per acquisire le Sfide Zombi e raccogliete tre nuovi Schemi per migliorare i propri progressi. Inoltre è pronto a scendere in campo il signore della guerra Rainmaker: rintanato sull’isola di Rahaa, questo psicopatico pesantemente corazzato fa piovere fuoco d’artiglieria e ha poca considerazione per le sue forze. Sebbene il suo complesso sia facile da raggiungere, mettere piede sull’isola con gli arti ancora attaccati al corpo potrebbe essere una sfida più complessa da affrontare da soli o con gli amici.

Anche Warzone si aggiorna:

Come già detto i giocatori potranno tornare su Rebirth Island, ma l’area non sarà proprio uguale al passato, infatti ci saranno alcune ad attendere i giocatori. Scanner biometrici. Display intelligenti. Weapon Trade Station. Una nuova missione del Resurgence Champion su Rebirth Island. Condizioni orarie variabili che cambiano l’atmosfera ma non la visibilità dell’azione. Infiltrazioni in cui la Torre dell’acqua, il Faro e persino il tetto della prigione vengono distrutti all’inizio dell’avventura. E una serie di segreti da scoprire. I combattimenti ottimizzati per Rebirth Island arriveranno nella Stagione 3. Call of Duty: Warzone Ranked Play – Resurgence su Rebirth: Le partite classificate continuano con una nuova mappa da padroneggiare. Saranno utilizzate le stesse regole e innovazioni di Resurgence.

C’è tanto anche sul verante Mobìle e multiplayer.

Dopo un lancio monumentale, Call of Duty: Warzone Mobile offre un gameplay su una grande mappa grazie alle partite a Verdansk e a Rebirth Island, disponibili fin da ora, insieme alle mappe multigiocatore e alle playlist. I giocatori possono livellare armi e exp su qualsiasi piattaforma, collegando il loro account Activision su Warzone Mobile. Al lancio, la prima stagione unificata di Call of Duty: Warzone Mobile è collegata alla Stagione 3 di Call of Duty: Warzone e MW3. Sarà possibile ottenere nuove armi base gratuite e otto nuove parti aftermarket, sbloccare nuovi operatori e guadagnare oltre 100 contenuti con BlackCell e Battle Pass. Oltre a quanto detto la mappa Rust, amatissima dai fan, si aggiunge al pool di mappe, insieme a due nuove modalità Battle Royale, Plunder e Buy Back! Inoltre, le torri UAV sono pronte a rivelare le posizioni dei nemici in tutta Rebirth Island. Eventi: i player potranno assemblare la squadra perfetta giocando a tutti gli eventi settimanali e ottenendo skin operatore e progetti delle armi.

Insomma, anche questa volta lo shooter targato Activision offre un quantitativo di contenuti pazzeschi, tutti mirati a rendere l’esperienza di Call of Duty ancora più imponente e divertente di quanto lo sia stato fino ad ora.

Francesco Pellegrino Lise

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