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Suikoden I & II HD Remaster, il ritorno dei capolavori di un’epoca ormai lontana
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1 mese faon

Suikoden I e il suo sequel, Suikoden II, rappresentano senza alcun dubbio due dei migliori JRPG della storia e adesso sono tornati in versione rimasterizzata per Pc, Switch, Xbox e PlayStation. Rilasciati in uno dei momenti di massimo splendore del genere, l’epoca d’oro della prima PlayStation, che vede fra gli altri capolavori come Final Fantasy VII, Xenogears, Breath of Fire IV e molti altri. Il motivo per il quale oggi la saga di Suikoden non è molto conosciuta è purtroppo molto semplice da spiegare: non ha retto botta nelle successive iterazioni, con il terzo capitolo che non è mai stato nemmeno distribuito in Europa e gli altri che hanno visto la fanbase decrescere lentamente, fino a sparire quasi del tutto. Suikoden è sempre stato un titolo estremamente particolare. Mentre i videogame contemporanei dell’epoca si concentravano su storie fantastiche, in cui con il potere dell’amicizia si doveva eliminare l’antagonista di turno dai poteri divini, in questa saga di Konami il focus è sempre stato su un tipo di narrativa più matura, che si concentrava su di una ribellione contro uno stato opprimente. Creati da Yoshitaka Murayama, con una chiara ispirazione al folklore cinese, i primi due Suikoden sono sempre stati la punta di diamante di questa serie fino all’uscita della PS2. Parlando della giocabilità di questa remaster possiamo dire che tutto è rimasto fortunatamente pressoché invariato. Diciamo fortunatamente perché è senza dubbio una caratteristica portante dei classici JRPG vecchio stampo. Dovendosi muovere in giro per un open world e seguendo di volta in volta un obbiettivo diverso, stravolgere tale dinamica sarebbe stato un crimine. Proprio come i titoli originali non sono presenti solo i classici combattimenti a turni e gli incontri con i nemici casuali, ma vengono proprio come allora presentati elementi gestionali e persino strategici che danno un’identità propria ai titoli in questione e che, ancora oggi, nessuno è riuscito a riprodurre. Per quanto riguarda l’esplorazione l’open World dei primi due Suikoden è sicuramente più ristretto di quelli a cui il mercato contemporaneo ha abituato i fan, ma in ogni caso è ricco di cose da fare e di luoghi da visitare o esplorare. Ad intervallare le classiche città, che per quanto piccole sono tutte ben distinte tra loro, ci sono diversi dungeon colmi di nemici in cui verranno spesso presentate meccaniche uniche ma semplici. Un altro dettaglio che abbiamo notato e apprezzato è (proprio come in passato) la completa mancanza di indicatori sulla mappa del mondo e di una qualsiasi forma di quest log. Quindi se si vuole avanzare nella trama senza intoppi bisogna per forza prestare attenzione e in certi casi prendere appunti. Sarà anche una scelta vecchio stampo e che può far storcere il naso ai giocatori più giovani, ma i dialoghi con cui vengono presentati gli obbiettivi sono sempre estremamente chiari. Nei rari casi in cui la mossa da fare non dovesse essere del tutto chiara, basterà parlare con alcuni degli NPC presenti per avere un’idea in più di dove doversi dirigere, senza contare poi che è stata aggiunta la gradita possibilità di poter rileggere i dialoghi in qualsiasi momento. Insomma, perdersi è davvero molto complicato.
Ma cosa rendeva veramente unica l’esperienza dei primi due Suikoden e oggi la sua versione rimasterizzata? Le 108 stelle. Il vero motivo, infatti, per esplorare il mondo di gioco in lungo e in largo, avventurarsi in labirinti pericolosi e raggiungere città lontane non sono i classici forzieri pieni di armature e tesori, ma il poter trovare nuovi alleati. Infatti, ad accompagnare i protagonisti, ci sono ben 108 personaggi secondari, ognuno di essi con una personalità ben distinta per quanto ovviamente non troppo approfondita, che possono essere reclutati in giro per il mondo attraverso diversi metodi. La maggior parte dei ribelli che desiderano unirsi alla causa arriveranno semplicemente avanzando con la trama, mentre per convincerne altri bisognerà batterli al loro gioco preferito, come una partita a dadi, o servirà persino imbarcarsi in una piccola quest secondaria. Questa meccanica è una delle più famose della saga, ed è innegabile che cercare nuovi alleati sia divertente. Non si tratta solo di semplici membri da poter aggiungere al party giocante, ma molti dei ribelli verranno spediti al castello dei ribelli, che fa anche da quartier generale per capovolgere il regime. Viene da sé che più persone si riescono ad arruolare nel proprio esercito e più la fortezza si sviluppa, diventa più viva con negozi e opzioni per la personalizzazione della struttura, che permettono di creare la propria base dei sogni. Negozi, potenziamenti e persino meccaniche intere come il viaggio rapido sono legate ad alcuni dei personaggi secondari da dover scovare, incentivando così il giocatore non solo a partecipare ad ogni quest secondaria in cui s’imbatte, ma anche a cercare attivamente aiutanti per poter sbloccare funzioni per un’esperienza di gioco più comoda e completa. Alcune strutture sbloccabili attraverso i personaggi reclutabili non hanno neanche una vera funzione di gameplay, ma servono comunque a rendere tutto più realistico e divertente. Per esempio, è possibile costruire una sauna e una biblioteca in cui potersi rispettivamente fare un bel bagno rilassante col party o leggere i retroscena dei diversi regni protagonisti. Ma veniamo a uno degli elementi più belli di Suikoden, ossia il sistema di combattimento e le battaglie campali. Il combattimento in Suikoden è abbastanza semplice ma non per questo meno divertente di tanti altri suoi concorrenti dell’epoca. Si ha un party attivo di sei membri schierati in due file orizzontali da tre elementi ciascuna. In prima linea si fanno e si subiscono più danni, mentre nelle retrovie invece è il contrario, quindi viene da se che conviene mettere personaggi dedicati al danno e che hanno molta energia davanti mentre è preferibile posizionare curatori e maghi nelle fila dietro. Ogni personaggio ha una gittata di attacco che si divide in Ravvicinata, Media o Lunga, abbastanza auto-esplicativa, ma a rendere il tutto più complesso ci sono dei sigilli che fungono sia da abilità fisiche uniche che da incantesimi di diversi tipi, e che non tengono conto della gittata di attacco del personaggio che li usa. Nonostante alcuni membri della resistenza abbiano delle evidenti preferenze per alcuni ruoli nel combattimento, la particolarità dei sigilli è che possono essere usati da ogni personaggio e vengono trattati come un pezzo di equipaggiamento. Questo rende la personalizzazione dei singoli combattenti estremamente semplice, potendo usare i personaggi che più ci piacciono senza dover rendere troppo conto a quanto siano effettivamente performanti sul campo di battaglia, complice anche una certa facilità di base del titolo. Con queste riedizioni dei primi due capitoli è stata anche aggiunta la possibilità di mandare avanti le battaglie in automatico o persino di velocizzarle. Purtroppo, il combattimento automatico significa solo che tutti i personaggi del party attaccheranno senza un vero e proprio criterio, mentre sarebbe stato molto più utile poter assegnare un qualche tipo di strategia al party. È anche vero che, arrivati a livelli alti, non serve davvero essere troppo creativi, e molti dei mostri che si incontrano sono solo una scusa per farmare punti esperienza e non rappresentano una vera e propria minaccia.
Alcuni punti della trama particolarmente importanti dei primi due capitoli di Suikoden I e II HD Remaster, verranno sottolineati proprio come in passato da combattimenti particolari, che servono appunto ad evidenziare la gravità della situazione che si sta vivendo, riuscendo anche a creare un certo pathos. Durante questi duelli, il protagonista verrà messo di fronte ad un solo avversario, e si avrà la possibilità di scegliere tra tre semplici azioni: attaccare, parare o assaltare. In realtà è tutto molto più semplice di come appare, essendo un sistema alla carta, sasso forbice. In base al dialogo del nemico bisognerà decidere quale azione è la più appropriata, e se si sarà fatta la scelta giusta allora avverrà un piccolo scontro animato in cui il protagonista avrà la meglio. Tendenzialmente le frasi passive dovrebbero spingere i giocatori ad attaccare, mentre grosse dichiarazioni di guerra dovrebbero far intendere che è meglio assumere una posa difensiva. Lo stesso identico sistema viene adottato nelle battaglie campali, dove invece la forza delle truppe viene calcolata in base a quanti ribelli si è riusciti a reclutare. In questo caso, oltre ai tre semplici tipi di azione, ce ne saranno anche di speciali come ad esempio poter spiare la prossima mossa nemica o convincere una parte dei soldati avversari ad arrendersi. Si tratta ovviamente di meccaniche molto simili tra loro ed estremamente semplici, tuttavia Suikoden 2 riesce a ribaltare completamente le battaglie campali trasformandole in dei veri e propri incontri strategici su griglia, e vi assicuriamo che tali battaglie sono veramente divertenti da giocare ed estremamente avvincenti. Ancora una volta, dove il primo Suikoden funziona, il secondo titolo eccelle, perché non solo il gameplay cambia completamente grazie alla possibilità di poter sfruttare vantaggi di terreno, ma ci sarà persino la possibilità di veder morire permanentemente le truppe che si schierano, perdendo così alcuni dei personaggi che si è faticato tanto ad ottenere che fungevano da comandanti delle unità sbaragliate dal nemico. Una feature questa davvero punitiva ma che rende le battaglie campali un momento davvero incredibile e che spinge il giocatore a ponderare più che bene le scelte da effettuare. A livello di differenze con i giochi originali, questa edizione remastered va a semplificare la mole di menù e sottomenù che rendeva gli originali davvero scomodi. Nonostante il lavoro svolto, però, cambiare equipaggiamento ai personaggi attivi è ancora un’esperienza davvero complessa. Ogni personaggio ha infatti un inventario limitato, e può equipaggiare qualcosa solo se ha abbastanza spazio, mentre per poter cambiare sigillo o armatura è necessario per forza aver nel party attivo il membro a cui voler toglierle o aggiungerle. Insomma, un un bel lavoro di svecchiamento almeno per queste sezioni del primo Suikoden sarebbe di sicuro stato utile, ma in ogni caso la cura che è stata posta in altri punti dei due titoli trasuda davvero passione. Ogni sfondo è stato completamente ridisegnato da zero, e gli effetti di luce sono stati modernizzati con dei risultati a dir poco stupefacenti. Nonostante gli “sprite” dei personaggi siano rimasti pressoché identici, lo stesso non si può dire dei loro ritratti che sono stati curati da Junko Kawano in persona (la disegnatrice originale), dando così nuova vita ai disegni che già avevano fatto breccia nei cuori dei fan. Il comparto artistico quindi è davvero ben fatto, anche grazie a dei character design parecchio ispirati e ad ambientazioni che lasciano col fiato sospeso, che adesso splendono come mai prima. Come detto in apertura, questi primi due Suikoden sono stati riproposti al pubblico con poche ma sostanziali differenze, rendendo l’esperienza di gioco simile a quella originale ma di sicuro più semplice da approcciare a dei giocatori che si affacciano per la prima volta a questo mondo. Questa HD Remaster di Suikoden I e II è un chiaro messaggio d’amore di Konami verso tutti i suoi vecchi fan, ma anche un grande regalo per tutti i nuovi giocatori che non hanno mai avuto modo di provare la magnificenza di questi due videogiochi. Ben fatto, un gran bel lavoro Konami!
GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Gameplay: 8,5
Sonoro: 9
Gameplay: 9,5
VOTO FINALE: 9
Francesco Pellegrino Lise
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