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Svimez promuove Taranto, volano di sviluppo

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La Svimez, Associazione per lo sviluppo. dell’industria del Mezzogiorno, ritiene che il Piano del Sud proposto dal Governo ed in particolare dal Ministro Provenzano non sia adeguato e che non risponda alla necessità di un progetto strategico per il Mezzogiorno che abbia un quadro ed una vision sostenibile e la necessità di strumenti operativi capaci di indirizzare la spesa pubblica e gli investimenti privati. È il pensiero condiviso dai relatori intervenuti al seminario webinar “Il Mezzogiorno nello Sviluppo del Paese”, promosso dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appenino Meridionale su iniziativa del Comitato Civico CammiNaTA, insieme con  l’Area Metropolitana di Napoli, da CGIL, CISL, UIL Taranto.

“In questo momento il Mezzogiorno è la risorsa fondamentale per il Paese purché ci si investa e lo si sappia interpretare. Se si guardano i numeri, ci accorgiamo che il Sud e il Paese nel suo complesso hanno perso la terza guerra mondiale rispetto agli altri Paesi europei – lo diceAdriano Giannola, Presidente Svimez – L’istituto che presiedo ha proposto un Piano per l’Italia al Ministro Provenzano che con poche operazioni può rimettere in moto il Paese e invertire la marcia, assestare e recuperare – prosegue Giannola. –  Abbiamo individuato quattro poli, quattro realtà nuove, le aree ZES: Bari, Taranto, Napoli  e Gioia Tauro. I quattro migliori porti del Mediterraneo sono in queste città. Un quadrilatero che è il Mezzogiorno continentale. Se si mettono in moto questi 4 motori collegandoli all’agricoltura e governando le aree di retro porto si aiuta il Paese a crescere. C’è bisogno di burocrazia zero e zone doganali intercluse per esempio. Non servono investimenti ma occorre renderle attrattive.  Adriano Giannola nel corso del suo intervento ha citato più volte il lavoro di Vera Corbelli come esempio di buone pratiche parlando di aree vaste e di filiere territoriali – logistiche che se connesse diventano sistemi e crescita economica del Paese.

“Il fatto che l’Europa abbia chiesto scusa all’Italia e poi abbia promesso risorse economiche con precise condizionalità – spiega Giannola –  nasce da una riflessione strategica ed opportunistica: l’Italia e il Mezzogiorno sono il baricentro del Mediterraneo. Si tratta di un mare strategico, il più trafficato del mondo.  L’Italia è un ospite in quel mare e lo è anche la Germania. Dunque perdere la frontiera sud dell’Europa significa la fine dell’Unione Europea. Ecco dunque che oggi ci sono le condizioni affinché il Mezzogiorno possa essere rilanciato. Non è per bontà questa corsa per salvare l’Italia, ma c’è l’interesse comune perché il Mediterraneo è cruciale  Facciamo una operazione verità: per 15 anni c’è stata intollerabile gestione delle risorse nel Paese. Ogni anno circa 60 miliardi di euro non vanno al sud ma al nord in barba alle leggi e gli Stati Generali non hanno fatto emergere questa cosa. L’aiuto dell’Europa oggi è fondamentale. Per la prima volta l’Europa ha capito il significato euro – mediterraneo”

Il Distretto dell’Appenino Meridionale, guidato da Vera Corbelli, ha stilato un “Piano per il governo e della gestione delle risorse acqua e suolo e del sistema territoriale ed infrastrutturale connesso”, quale significativo contributo al rilancio della “macro regione del Mezzogiorno” nel contesto del Bacino del Mediterraneo. “Abbiamo presentato la nostra proposta per il piano per il Mezzogiorno al Ministro Provenzano ma ad oggi non se ne vedono gli effetti “, ha detto Vera Corbelli, Segretario del Distretto dell’Appenino Meridionale e Commissario Straordinario per la bonifica di Taranto.  “Il Mezzogiorno è spesso oggetto di slogan e di annunci, per noi è stato un luogo dove  far emergere le eccellenze. La bonifica in corso a Taranto ci ha consentito di operare per diventare modello innovativo e best practices. Le attività di rigenerazione ambientale oggi in corso sull’Area Vasta di Taranto rappresentano un modello da applicare in altri luoghi con criticità ambientali simili, così come sta accadendo per Bagnoli, in Campania. In 5 anni di attività a Taranto abbiamo fatto un percorso innovativo unico, sia  dal punto di vista amministrativo burocratico che dal punto di vista dei processi scientifici e metodologici adottati.  Taranto può e deve essere protagonista di un’azione di rilancio del Mezzogiorno e dell’intero Paese. Tale attività passa anche per un altro patrimonio del territorio: la risorsa acqua. Un patrimonio sul quale noi già stiamo investendo con la pianificazione strumenti a livello europeo nazionale ed europeo. L’area  del Distretto dell’Appennino Meridionale che si configura con una sua dimensione fisiografica, – ha aggiunto la  Corbelli –  rappresentando nel contempo uno scenario sul quale  impostare una strategia attiva e partecipata del governo del sistema territoriale-ambientale, quale volano per l’avvio di processi economici e sociali di estremo rilievo nell’attuale congiuntura economica, concorrendo all’attivazione di dinamiche di crescita i cui riverberi positivi possono ricadere sui tessuti socio-economici del Mezzogiorno e del Paese. Ad oggi, nel contesto nazionale ed internazionale, “processi e percorsi integrati” configurati in una visione olistica, come quella ipotizzata, sono stati sviluppati e in corso di realizzazione in ristrette aree o per singole tematiche che hanno dato e stanno fornendo riscontri particolarmente positivi. La stessa Autorità ha in corso azioni così strutturate in aree pilota ed in contesti altamente complessi, con ritorni tecnico-operativi-gestionali di alta significatività, come è il caso del laboratorio in scala reale Taranto”.

Si tratta di temi sui quali opera e lavora l’Associazione Cammina_Ta, promotrice del seminario e impegnata per il rilancio del Mezzogiorno. “Le leggi operanti in materia di pianificazione, intesi come sintesi di urbanistica e economia, sono spesso poco aderenti alle complesse realtà territoriali e alle loro necessità di sviluppo socio-economico. La prima legge risale al 1942 – spiega Terenzio Lo Martire, Presidente CammiNaTa – e tutte quelle che sono succedute non hanno mai perso le radici dello standard urbanistico, che se andava bene nel periodo della ricostruzione post bellica oggi purtroppo non va più bene. Purtroppo se è necessario parlare di infrastrutture “nazionali” è altrettanto evidente che la domanda da porsi è se queste infrastrutture sono realmente importanti per lo sviluppo strategico , o forse è il caso di cominciare a parlare di aree strategiche per le quali le armature rappresentano lo scheletro di supporto ? Forse è il caso di cominciare a pensare lo sviluppo come un sistema organico e funzionalmente gerarchizzato”.

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Cerveteri, oli esausti e rifiuti pericolosi in un’autofficina: sequestrata l’intera area e denunciato il titolare

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I Carabinieri della Stazione di Cerveteri, in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Forestale di Civitavecchia, nonché del personale A.S.L. e Ufficio Tecnico e Polizia Locale di Cerveteri hanno svolto un’attività ispettiva presso un’autofficina.
Nel corso del controllo sono emersi gravi violazioni, sia sul piano amministrativo che su quello ambientale: non solo l’esercizio verificato è risultato privo delle previste autorizzazioni e comunicazioni agli Enti preposti, ma l’area ove il medesimo sorge è risultata caratterizzata dalla presenza di varie tipologie di rifiuti, soprattutto olii esausti, speciali e pericolosi, non adeguatamente trattati come invece previsto dalla vigente normativa di settore.
Il titolare dell’attività, immediatamente sospesa, è stato pertanto segnalato per i vari profili di responsabilità sia all’Autorità Giudiziaria che a quella sanitaria, mentre l’intera area interessata è stata posta sotto sequestro.



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Monterotondo, ladre in azione: arrestate 3 giovani donne

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MONTEROTONDO (RM) – I Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, hanno denunciato tre giovani donne di origini romene, appartenenti all’insediamento spontaneo di via Tiburtina a Roma, gravemente indiziate del reato di ricettazione.
Dopo una segnalazione di furto giunta al 112, i Carabinieri sono intervenuti in un supermercato eretino dove hanno fermato tre donne nel tentativo allontanarsi, dopo essere state notate mentre cercavano di impossessarsi di alcuni prodotti dagli scaffali.
I successivi accertamenti svolti dai Carabinieri hanno consentito di rintracciare il veicolo utilizzato dalle fermate, all’interno del quale i Carabinieri hanno rinvenuto un grosso quantitativo di prodotti alimentari asportati da un altro supermercato.
Le donne, non avendo fornito una valida giustificazione sulla provenienza della merce, sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Tivoli per il reato di ricettazione, ed è stato notificato loro il provvedimento di allontanamento dal comune di Monterotondo, emesso dal Questore di Roma, con divieto di ritorno per 3 anni.



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Roma, tempi duri per i borseggiatori: dal 1 marzo in manette 71 persone

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ROMA – Nelle ultime 48 ore, i servizi antiborseggio messi in atto dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, intensificati nelle aree del centro storico maggiormente frequentate dai turisti e a bordo dei mezzi pubblici nonché presso le stazioni della metropolitana della Capitale in virtù delle festività della Santa Pasqua, d’intesa con la Procura della Repubblica di Roma, sono state arrestate 14 persone, tutte gravemente indiziate del reato di furto aggravato.
Dal 1 marzo, i Carabinieri dipendenti dal Gruppo di Roma, in totale, hanno arrestato 71 persone per borseggi nel centro di Roma e a bordo dei mezzi pubblici.
I Carabinieri della Stazione di Roma Via Vittorio Veneto hanno arrestato 4 cittadini cileni di età compresa tra i 31 e i 21 anni, sorpresi subito dopo aver asportato con destrezza il portafogli e il cellulare ad un turista italiano, intento a salire sul convoglio metropolitano fermata “Spagna”. Refurtiva prontamente recuperata e restituita alla vittima.
In piazza dei Cinquecento, i Carabinieri della Stazione di Roma Macao hanno arrestato due minorenni di origini bosniache di 13 e 17 anni, sorpresi insieme ad un complice che è riuscito a scappare, subito dopo aver sottratto il portafogli ad un turista che era intento a salire le scale di accesso alla metropolitana.
Stessa sorte per due cittadine romene di 20 anni entrambe, senza fissa dimora, arrestate dai Carabinieri di Roma Piazza Farnese, poiché sorprese in via dei Fori Imperiali, subito dopo aver asportato con destrezza il portafoglio ad un turista, che non si era accorto di nulla.
Presso la fermata metropolitana linea A fermata “Manzoni”, i Carabinieri della Stazione di Roma Viale Eritrea hanno arrestato due cittadini georgiani di 48 e 42 anni, già noti alle forze dell’ordine, sorpresi e bloccati subito dopo aver asportato lo smartphone ad un turista francese. Telefono immediatamente recuperato e restituito alla vittima.
I Carabinieri della Stazione di Roma Viale Libia hanno arrestato due cittadine bosniache di 24 e 51 anni, sorprese presso la fermata metropolitana “Cornelia”, subito dopo aver asportato con destrezza il portafogli di una turista austriaca.
A bordo del convoglio metropolitano, altezza fermata “Barberini”, i Carabinieri della Stazione di Roma Piazza Bologna hanno bloccato e arrestato un cittadino colombiano di 28 anni, sorpreso subito dopo aver asportato con destrezza il portafogli ad un passeggero tedesco che non si era accorto di nulla.
Sempre alla fermata “Barberini”, questa volta i Carabinieri della Stazione di Roma Salaria hanno arrestato in flagranza un cittadino romeno di 52 anni, sorpreso mentre tentava di impossessarsi con destrezza di un portafogli di un turista americano. Dagli ulteriori accertamenti, il 52enne è risultato anche destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Roma, per la stessa tipologia di reato.
Tutte le vittime di furto hanno sporto regolare denuncia-querela e tutti gli arresti sono stati convalidati.



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