“SOLDI SPARSI”: IL FILM ANCORA NON USCITO SULLA STRAGE DI ACCA LARENZIA

di Chiara Rai

Ci chiediamo, tra proclami e annunci, quando uscirà veramente il film “Sangue Sparso”. Un film girato nell'estate del 2011 per essere distribuito gratuitamente anche alle scuole tramite la Regione Lazio.

Una storia che ripercorre la strage di Acca Larenzia del 1978, fino ad arrivare all'uccisione di Paolo Di Nella del 1983. E’ stato presentato nel 2012 presso la sede della Croce Rossa Italiana a Roma e in quell’occasione è stato mandato in onda il trailer. Si tratta di un lungometraggio che racconta le vicende avvenute tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80, i così detti "anni di piombo".

Siamo appena entrati nel 2014 ma il film ancora non è uscito nelle sale cinematografiche. C’è grande attesa per questo debutto ma anche un grande silenzio. Eccezion fatta per le dichiarazioni dell’autrice, Emma Moriconi, e la produttrice, Sabrina Virgili che di recente hanno precisato di aver ritirato la domanda di contributo avanzata alla Fondazione An dopo i cicloni della Magistratura e lo scandalo che ha investito la stessa fondazione. I soldi sarebbero serviti per una più ampia distribuzione sul territorio nazionale del film Sangue Sparso.

Comunque il film ha goduto di finanziamenti pubblici. Il progetto è stato approvato dalla Regione Lazio, Assessorato alla Cultura Settore Audiovisivi sotto la giunta Polverini. Dell’uscita nel 2014 ne danno notizia il Giornale d’Italia di Storace e altre testate tra cui il quotidiano Il Tempo.
La produttrice Emma Moriconi è anche redattrice del Giornale d’Italia e moglie di Roberto Buonasorte.

Sul suo blog Andrea Manicone, uno tra gli attori di “Sangue Sparso” scriveva il 25 luglio 2011 che il film vedrà la luce il prossimo gennaio del 2012 e sarà distribuito in tutti i cinema d’Italia. Quando ieri, il 6 gennaio 2014, abbiamo raggiunto al telefono Andrea Manicone, tra i registi e attori più di spicco nel centro sud, lo stesso sentendo che volevamo parlare di "Sangue Sparso" ha così esordito: “Pensavo di avere da voi qualche notizia riferita alla data di uscita del film. – Ha detto Manicone, il quale ha però sottolineato che il film è un prodotto di grande spessore e incuriosito ha chiesto se ci fosse un trailer da visionare – Non sento Emma Moriconi da qualche tempo, sinceramente penso di non sentirla da luglio del 2012”. Insomma Manicone ci è sembrato sorpreso che si stesse parlando di un progetto di diversi anni fa di cui adesso se ne sono perse le tracce. Quando a Manicone è stato chiesto se almeno fosse stato retribuito per la parte da attore nel film Sangue Sparso, quest’ultimo ha risposto con molta onestà: “Non ho mai chiesto compensi – ha detto – ne reclamato nulla e per questo non posso avanzare alcuna pretesa. Certo sinceramente eravamo rimasti con Emma che ci saremmo sentiti in merito. Avevo capito che comunque avremmo definito un compenso con tutta calma. Ma comunque ripeto ho partecipato al film perché lo ritengo di spessore, poi parliamo di diversi anni fa quindi non ricordo di preciso i particolari”.

Sorprende però che l’attore non sia stato invitato alla presentazione del film presso la Croce Rossa e non abbia neppure visionato il trailer. Il 31 ottobre del 2012 Emma Moriconi dichiarava alla giornalista Giovanna Serricchio che il film sarebbe uscito col nuovo anno e quindi nel 2013. Perché questo film da quando è stato girato, non ha visto ancora luce? “Lo sfondo sociale della pacificazione sociale” del 10 luglio 2011 come disse Emma Moriconi ad Agorà Tv ancora non lo si è percepito.

Intanto meglio sapere di più sulla Legge Regionale e finanziamenti per l’audiovisivo nel Lazio Il 14 marzo 2012 è stata approvata dal Consiglio Regionale. Gli strumenti principali della Legge, che prevede una dotazione di 45 milioni di euro, sono il Centro Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo e il Fondo Regionale, nati proprio con l’obiettivo di assorbire e sostituire le competenze della costellazione di interventi del passato. Il metodo di assegnazione dei fondi è indirizzato verso coloro che hanno indirizzato nel Lazio una certa percentuale della propria opera cinematografica o audiovisiva qualificata come prodotto culturale. Grazie al Fondo la produzione dell’opera potrà beneficiare di una sovvenzione determinata in misura percentuale delle spese sotto la linea sostenute nella nostra regione, dietro presentazione delle relative fatture quietanzate.

Ora la legge la conosciamo, sappiamo che questo film è stato girato, sappiamo che qualcuno ha prestato il proprio “ingegno” senza percepire compensi e sappiamo che finora oltre agli annunci non è uscito nulla.

L’attenzione e l’attesa sono sempre alte, ma per adesso più che sangue sparso sembrano “soldi sparsi” nel senso sembrano finanziamenti che ancora non hanno trovato “concretezza” nel panorama cinematografico culturale italiano.

E per di più, lo diciamo oggi, 7 gennaio 2014, che ricorre il 36 esimo anniversario della strage di Acca Larenzia, se non dovesse uscire o dovessero emergere ombre sulla gestione della produzione del film si rivelerebbe come una totale mancanza di rispetto nei confronti di ragazzi morti ammazzati per degli ideali politici.

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di Angelo Parca

[IN FONDO ALL'ARTICOLO IL VIDEO DELL'ESCLUSIVA INTERVISTA RILASCIATA A L'OSSERVATORE D'ITALIA DA MAURIZIO LUPINI]

Roma / Strage di Acca Larenzia – “Avevamo deciso io e Bigonzetti di comprare dei cornetti – ricorda Maurizio Lupini sopravvisuto alla strage del 1978 – proprio al laboratorio di fronte. – Lupini prosegue nel racconto -Nel rientrare, vediamo una persona che a me ha dato all’occhio ed era il presunto palo, infatti io ho detto: “Questa persona non mi piace”. Ma poi rientrammo, senza farci più caso, nella spensieratezza dell’essere incoscienti a vent’anni, pensavamo che queste cose non potessero mai succedere a noi. Decidemmo poi di uscire, io ero l’ultimo e ho spento la luce e come spengo la luce sento il primo sparo e penso subito a un mortaletto di capodanno e in un attimo quel colpo ha preso Bigonzetti in un occhio. Ecco se potessi proiettare l’immagine di Bigonzetti mi ricordo questo corpo innalzato per aria di almeno un metro e con questo impermeabile bianco discendere come due ali di uccello, tutto a rallentatore. Mentre invece, nella realtà, gli spari erano veloci, infatti è successo tutto in un attimo. Richiusi la porta, non so come feci ma eravamo tutti buttati a terra e dopo dieci minuti vidi il sangue rientrare, pensavo fosse il sangue di Enzo, quando apro la porta trovo questo corpo a terra poi Bigonzetti era un ragazzone era un metro e ottanta faceva anche karate. Mi ero tutto sporcato di sangue, tentai di portarlo a me, lo portai al centro di questo piazzale ma ormai era morto la materia cerebrale era fuoriuscita.

Dall’altra parte c’era Ciavatta, che mi disse “a Maurì mi brucia tutto dentro” l’ambulanza è arrivata 30 minuti dopo. Trenta minuti prima si sarebbe potuto forse salvare ma il destino ha voluto che quel giorno morissero quei due ragazzi. Sembravo uscito da una macelleria mi interrogò la polizia e non mi dissero se mi volevo lavare le mani. Fin quando all’alba gli dissi che volevo andare via perché avevo quell’odore di sangue di un mio fratello che non andava via e volevo tornare a casa. – Maurizio Lupini, dopo un attimo di silenzio conclude – Un fratello sì! E per qualche giorno il sangue mi rimase nelle unghie, non riusciva ad andar via”.


I Fatti:
Verso le 18:20 del 7 gennaio 1978 mentre si apprestavano ad uscire dalla sezione di via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano a Roma, per recarsi nel quartiere Prati cinque giovani furono colpiti dai colpi di diverse armi automatiche sparati da un gruppo di fuoco formato da 5 o 6 persone: uno di loro, Franco Bigonzetti, ventenne iscritto al primo anno di medicina e chirurgia, rimase ucciso sul colpo. Vincenzo Segneri ferito ad un braccio, insieme a Maurizio Lupini e a Giuseppe D'Audino riuscirono a rientrare all'interno della sede chiudendo la porta blindata dietro di loro e a sfuggire all'agguato di stampo terroristico. L'ultimo del gruppo, Francesco Ciavatta, studente di diciotto anni, pur essendo ferito tentò di fuggire attraversando la scalinata situata a lato dell'ingresso della sezione ma, inseguito dagli aggressori, fu colpito nuovamente alla schiena e morì in ambulanza, arrivata sul posto dopo oltre 30 mi
nuti, durante il trasporto in ospedale.

Nelle ore seguenti, col diffondersi della notizia dell'agguato tra i militanti missini, una sgomenta folla di attivisti organizza un sit-in di protesta sul luogo della tragedia. In seguito, forse per il gesto di un giornalista che, distrattamente avrebbe gettato un mozzicone di sigaretta nel sangue rappreso sul terreno di una delle vittime della sparatoria, iniziarono dei tafferugli e scontri provocando l'intervento delle forze dell'ordine con cariche e lancio di lacrimogeni. Uno di questi colpì anche l'allora segretario nazionale del Fronte della Gioventù (FdG) Gianfranco Fini.
I carabinieri spararono anche alcuni colpi in aria mentre, uno di loro, il capitano Edoardo Sivori, sparò mirando ad altezza d'uomo ma la sua arma si in
ceppò. L’ufficiale, allora, si fece consegnare la pistola dal suo attendente e sparò di nuovo, questa volta centrando in piena fronte il diciannovenne Stefano Recchioni, militante della sezione di Colle Oppio e chitarrista del gruppo di musica alternativa Janus.
Il giovane morirà dopo due giorni di agonia.

Alcuni mesi dopo l'accaduto, il padre di Ciavatta, portiere di uno stabile in Via Deruta 19, si suicidò per la disperazione bevendo una bottiglia di acido muriatico.
Per la 36 ricorrenza della strage si legge sulla pagina del gruppo Fb di Acca Larenzia: “Ex PDL, ex FLI, ex AN, Fratelli D'Italia, Destra. 7 Gennaio per voi oggi è chiuso. Apertura Sezione: ore 21 Presente con Casa Pound. ore 22 Presente con Forza Nuova”.