NEMI, UN’ALTRA BUFERA GIUDIZIARIA INVESTE IL COMUNE: INDAGATI ALBERTO BERTUCCI E GIOVANNI LIBANORI

Chiara Rai

Nemi (RM) – Un’altra bufera giudiziaria per il sindaco di Nemi Alberto Bertucci, questa volta indagato per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perché in veste di amministratore del Comune di Nemi, nell’ordinanza 21 del 26 agosto 2010 “falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio di Nemi” l’idoneità del campo, visto il certificato di agibilità del campo di gioco che consente agli spettatori di accedere alle tribune in muratura e ciò sebbene l’impianto sportivo fosse privo di certificato di agibilità, privo di attestazione di allaccio alla pubblica fognatura, privo di certificazione antincendio e addirittura composto da alcuni manufatti abusivi (tribuna per ospiti, toilette, due magazzini, spogliatoi e club House).

Indagato anche il consigliere di maggioranza Giovanni Libanori

Una vicenda, quella del campo sportivo Iorio che non ha risparmiato neppure l’attuale consigliere di maggioranza Giovanni Libanori, il quale è indagato anch’egli per “falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici”, perfino recenti, perché addirittura si sarebbe spacciato per il sindaco di Nemi attestando la perfetta idoneità del campo sportivo. In pratica Libanori, “attribuendosi la qualifica di primo cittadino del Comune di Nemi nel nulla osta “disponibilità campo giuoco stagione sportiva 2012/2013 del 16 luglio 2012 (già eletto consigliere di maggioranza) falsamente attestava, riferendosi al campo sportivo Iorio, la perfetta idoneità da ogni punto di vista normativo sulla sicurezza ed agibilità del campo di giuoco e degli annessi servizi e strutture a corredo” e ciò sebbene l’impianto sportivo risultava privo delle attestazioni su riportate.

Alberto Bertucci, il quale in campagna elettorale promise che avrebbe riaperto lo stadio già i primissimi giorni dopo l’elezione, adesso si ritrova indagato per falso ideologico nonché rinviato a giudizio per turbativa d’asta e frode nei confronti dello stesso Comune che amministra e rappresenta.


Si stanno scrivendo le pagine più nere nella storia del Comune di Nemi.

Un sindaco doppiamente perseguito dalla giustizia penale è una onta troppo pesante da digerire. E’ quantomeno umiliante essere rappresentati, in questo momento storico, da persone che arrogantemente dicono di perseguire la legalità, come ha sempre asserito il consigliere indagato Libanori (che addirittura avrebbe firmato in veste di sindaco quando invece non lo è) e che invece fanno pesare sulla cittadinanza una reale vergogna per il fatto di essere amministratori in carica nell’occhio del ciclone della Magistratura.

Si pensa a fare feste a riempirsi la bocca di presunte incensazioni da parte della stampa Europea, sicuramente ignara che al timone di uno dei paesi più preziosi di bellezze naturalistiche e archeologiche dei Castelli Romani c’è un sindaco che sta subendo un processo per aver tentato di frodare il proprio Comune e probabilmente potrebbe subire anche un altro processo per aver dichiarato il falso.

La matematica non è un’opinione e quando i nonni parlano con i proverbi affermando che “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” non gli si può certo controbattere sventolando la bandiera della legalità e dandogli dei rimbambiti!

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NEMI CASO BERTUCCI INDAGATO, BERTUCCI SI AUTOASSOLVE E GETTA FANGO SU CHI FA INFORMAZIONE. CHIARA RAI RISPONDE A BERTUCCI

Redazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Alberto Bertucci candidato sindaco della lista civica Uniti per Nemi

 

Ecco la nota di Bertucci:

“GRANDE BUFALA SUL CASO BERTUCCI, SI E’ DATA ENFASI AD UN FATTO DOVE LE INDAGINI SI SONO CHIUSE GIA’ DALLO SCORSO ANNO SENZA NESSUN RISULTATO.

È evidente la strumentalizzazione mediatica messa in piedi da Biaggi e Cocchi, e da chi si presta a scrivere tabella stravolgendo la verità dei fatti.  schierandosi spudoratamente per una parte politica, mancando di professionalità.
“Nella vicenda dello scuolabus ho solo un grande merito, di aver fatto arrivare l’ennesimo finanziamento al Comune di Nemi per l’acquisto di un mezzo nuovo per i bambini e per i diversamente abili, e di ciò ne sono orgoglioso”
Tra i tanti problemi che ho curato in Amministrazione Comunale, mi sono interessato anche della partecipazione del Comune di Nemi al bando emesso dalla Provincia di Roma per un finanziamento finalizzato all’acquisito di  uno scuolabus nuovo, per consentire a tutti i bambini delle scuole di Nemi di viaggiare in maggiore sicurezza e confort. Inoltre l’acquisto dell’unico scuolabus comunale avrebbe permesso a tutti gli studenti di effettuare gratuitamente gite sul territorio dei castelli romani senza ulteriori aggravi di costi per le famiglie. Fin qui tutto bene, ma appena sono riuscito a far ottenere al Comune di Nemi questo ennesimo finanziamento pari ad  €48.126, 00 è scattata da parte del duo Biaggi-Cocchi il boicottaggio dell’operazione, come per altro è capitato in altre occasioni.
Mentre tutti gli uffici comunali lavoravano per espletare le pratiche burocratiche, Biaggi dettava a Cocchi un esposto pieno di illazioni da presentare ai carabinieri, in modo da far saltare l’operazione di acquisto dello scuolabus. Così sono scattate le indagini dei carabinieri che hanno portato alla sospensione della procedura di acquisto del mezzo. Indagini iniziate e concluse ormai da tempo, che non hanno prodotto nulla, se non lo scopo del duo Biaggi-Cocchi di mettere in moto la macchina del fango per discreditare me, Bertucci, considerato ormai un nemico da abbattere, solo perché ricevevo e ricevo ancora, tanto consenso tra i miei cittadini, per i quali mi sono sempre impegnato e continuerò a farlo. I due personaggi consapevoli di aver commesso un gesto vile, architettando tutto quel movimento diabolico, hanno sempre ripetuto, mentendo a tutti noi consiglieri, che loro non sapevano i motivi per i quali i carabinieri erano venuti in comune a sequestrare i fascicoli dello scuolabus. La storia si conclude però con un lieto fine, perché lo scuolabus non acquistato lo scorso anno, lo ha acquistato qualche settimana fa il Commissario Comunale, il quale utilizzando il finanziamento provinciale, ha messo a segno in pochi mesi di sua gestione, un altro obbiettivo importante.
Resta il fatto che ogni qualvolta si progetta la denuncia di un avversario per strumentalizzarne, al momento opportuno, la posizione di “indagato”, si compie un atto …non di strategia politica bensì di bassezza morale. In tali casi uno dei competitori, al fine di prevalere sull’avversario, utilizza la denuncia pubblica, piuttosto che far prevalere le proprie idee. In altri termini …si cercano inesistenti demeriti altrui …e non si espongono i meriti propri. Ognuno di noi sa che la giustizia si muove su una macchina lentissima e che all’inizio vengono diffuse (chissà com’è !) solo le notizie che provengono dalla accusa, ma questi giochetti meschini, di bassa lega, si stanno già ritorcendo contro chi li ha ideati, come un boomerang. Voglio ricordare per rigor di cronaca, che sempre grazie al Commissario Comunale in pochi mesi il Comune è riuscito ad acquistare il Campo di calcio dei Padri Mercedari (lo attendevamo da più di 4 anni), ha ottenuto la chiusura del cantiere della frana di via Nemorense con la riapertura della strada, ha dato il via ai  lavori di chiusura del fosso delle colombe per realizzare dei parcheggi, ha varato una serie di regolamenti comunali essenziali per la gestione amministrativa. Biaggi e Cocchi, sanno ormai che tutti i cittadini di Nemi li considerano dei millantatori e dei pessimi amministratori con nessuna credibilità. Noi della Lista Civica “UNITI per NEMI” a differenza di altri, abbiamo le idee chiare sul da farsi per il paese, e la squadra di persone che mi appoggia è profondamente radicata sul territorio, personalità che godono della stima mia e di tutti i cittadini, persone competenti e volenterosi che hanno già dato dimostrazione ognuna nel loro campo di appartenenza, di capacità professionalità e concretezza. Un gruppo motivato che vuole dare il suo contributo concreto alla crescita di Nemi. Io e i miei candidati  vogliamo restituire dignità e decoro ad un paese che grida aiuto per le tante ferite inflitte. Dare via ad un programma di recupero dei sentieri, delle strade e dei vicoli di Nemi frequentati da centinaia di cittadini e turisti; La riapertura della strada Nemi-Lago per troppo tempo trascurata; Ristabilire l’ordine all’interno del centro storico con particolare attenzione alla piazza principale del paese; Ampliare la raccolta differenziata porta a porta su tutto il territorio; Affiancare la scuola affinché si scongiuri la formazione di altre pluriclassi; Verificare il perfetto funzionamento della mensa scolastica affinché sia raggiunto di nuovo un eccellente grado soddisfazione da parte dei piccoli utenti che usufruiscono del servizio; Realizzare quelle infrastrutture necessarie affinché si dia la possibilità ai nemesi ed ai turisti di parcheggiare a Nemi. Sono certo che i cittadini voteranno Alberto Bertucci perchè mi hanno chiamato per questa investitura, mi hanno sostenuto e voluto fortemente, riconoscendo quanto impegno ho profuso per Nemi, per il territorio e soprattutto per i Nemesi. Hanno sperimentato quanto è forte il mio interesse per l’intero paese, periferie comprese, troppo spesso dimenticate. I Cittadini oggi beneficiano di obbiettivi importanti da me perseguiti e messi a segno, vedi il cablaggio con la fibra ottica per il collegamento della nostra centrale telecom alla dorsale di via appia, cosi da consentire a studenti, famiglie e imprese presenti sul nostro territorio il collegamento ad internet in banda larga (ADSL). In collaborazione con i cittadini ho organizzato manifestazioni di livello nazionale; una per tutte il Campionato Italiano di Nuoto di Fondo, e grazie al nostro concittadino Fiduciario Coni, siamo riusciti a far crescere fino a puntare ad un evento Internazionale. Questo ha consentito di portare il nome di Nemi al di fuori del perimetro regionale, con grande beneficio per albergatori commercianti e ristoratori."

Alberto Bertucci


Pubblichiamo una nota del direttore de L’osservatore laziale Chiara Rai

Non si ha il coraggio di fare di nomi e cognomi del giornale e neppure del giornalista. Il caso Bertucci l’ha sollevato L’osservatore laziale con un articolo a mia firma (NEMI ELEZIONI, BUFERA SUL CANDIDATO SINDACO ALBERTO BERTUCCI), non ci si può certo nascondere dietro un dito. Per L’osservatore laziale non esiste la “stampa amica” e la “stampa nemica”, esiste il diritto dovere d’informazione. Qui non si tratta di “strumentalizzazione mediatica” e mi stupisce che chi avrebbe dovuto informare in prima persona i cittadini su fatti così gravi che già da un anno hanno investito la propria figura di ormai ex amministratore non l’abbia fatto direttamente. Ma silente, ha atteso che fosse la stampa a pubblicare un atto della Procura della Repubblica che tutto significa tranne che “stravolgere la verità dei fatti”.


In casa nostra non ci si è “schierati spudoratamente per una parte politica” piuttosto che per un'altra, in casa nostra si è fatta informazione, tanto che un quotidiano a tiratura nazionale quale IL TEMPO non ha mai smentito ciò che è stato pubblicato, ma come da prassi, a seguito della pubblicazione dell’articolo che informava del fatto di Bertucci indagato, ne è uscito un altro che ha dato la possibilità alla persona chiamata in causa di dire “sono innocente”. L’informazione funziona in questo modo.


Stupisce il fatto, invece, come “Castellinews”, dove dilaga la pubblicità di Alberto Bertucci, abbia lavorato la notizia. Dapprima ha riportato un articolo a mia firma, tagliato e cucito ad hoc per dare la notizia fugace e secca, quindi senza commenti. E dopo un richiamo a Castellinews, è stata tolta la mia firma e sostituito lo scarno pezzo con “Redazione”. Oggi invece Castellinews non ha avuto il minimo scrupolo a riportare, questa volta in maniera rapida e con tutti i commenti, il comunicato di Bertucci tal quale, dove si evince chiaramente il tentativo di screditare un professionista quale mi ritengo di essere e che collabora da qualche mese con lo stesso Castellinews. Dunque Castellinews, non solo ha voluto gettare fango sulla mia persona pubblicando un comunicato stampa senza avere avuto l’accortezza di spendere due righe in mio favore, ma ha anche attaccato indirettamente una sua stessa collaboratrice sul suo giornale online. Mi ritengo una professionista che da anni, non ha mai favorito nessuno ma ha sempre cercato i pezzi di carta per provare le notizie diffuse.

Ebbene si legge ancora una volta con stupore che cade quasi nella più profonda compassione, che Bertucci continua a fare titoli più che discutibili. Questa volta ha detto che le indagini sono chiuse già da un anno e senza alcun esito. Ebbene, la Magistratura non chiude mai le indagini senza che ci sia un esito. Se le indagini si fossero concluse, come afferma Bertucci senza fornire in merito alcun pezzo di carta da poter pubblicare, perché la Magistratura non si è ancora espressa?

Il processo penale comprende tutte le attività svolte per giungere all'accertamento del reato, dall'esercizio dell'azione penale fino al passaggio in giudicato della sentenza; il procedimento penale comprende, oltre a tali attività, anche le indagini preliminari, svolte dal pubblico ministero e dalla polizia giudiziaria, volte a permettere al pubblico ministero di decidere se esercitare o meno l'azione penale.
Un anno, in questo caso, non è stato sufficiente a chiudere le indagini. Infatti, non risulta esserci ne un rinvio a giudizio e neppure un'archiviazione.

Detto questo, qualora ci fosse un proscioglimento, ci auguriamo di essere tra i primi a divulgare tale notizia. Ma per il momento non abbiamo pezzi di carta che avvalorino tale esito.

Non credo, inoltre, che i cittadini debbano dire grazie ad Alberto Bertucci se adesso c’è un pulmino parcheggiato nell’area dei Padri Mercedari a Nemi. Infatti, da amministratore, Alberto Bertucci non è riuscito ad acquisire lo scuolabus, ma come giustamente detto da Bertucci stesso, è stato il Commissario Prefettizio Fabio Maurano ad essere riuscito a perfezionare l’acquisto.

Infatti, per chi non ricordasse, l’allora responsabile dell’Ufficio Tecnico Miglietta (che dall’atto della Procura risulta indagato) ha provveduto ad annullare tutti gli atti riferiti allo scuolabus, in sede di autotutela, con determinazione numero 33 del 25 febbraio 2011. Le irregolarità commesse, si legge nella determina, palesano lesione di riservatezza. «Considerato che la lesione della riservatezza ha capacità invalidante – si legge ancora  – che si riflette sulla gara a causa della circolazione anticipata di alcune informazioni con relativa compromissione dell’effettivo confronto concorrenziale». Miglietta giustifica l'annullamento degli atti adducendo la frase "per ristabilire la legalità".  Insomma più di così, che altro aggiungere? A che pro i cittadini dovrebbero ringraziare? Non volendomi dilungare oltremodo, colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che hanno compreso, invece, i motivi della scelta che ha fatto L’osservatore laziale di pubblicare un atto della Procura corredato da un articolo scritto di mio pugno. Colgo l’occasione per ringraziare anche coloro i quali con tanta enfasi mi hanno augurato buona Pasqua. Gli auguri sono arrivati da tutte le parti, anche da persone impensabili che si trovano a rappresentare enti che tutelano la nostra meravigliosa vegetazione. Ringrazio e con infinita trasparenza continuo il mio lavoro.

Chiara Rai

 




CASO BERTUCCI INDAGATO, BOTTA E RISPOSTA TRA GIOVANNI LIBANORI (UDC) E CHIARA RAI (L'OSSERVATORE LAZIALE)

 

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Giovanni Libanori indirizzata al nostro direttore Chiara Rai sul caso Bertucci indagato.

Pubblichiamo inoltre la risposta del nostro direttore Chiara Rai a Giovanni Libanori sul caso Bertucci indagato.

 

Ecco la lettera di Giovanni Libanori a Chiara Rai

Gentile Direttore,
ho letto con molta attenzione l’articolo pubblicato sul numero del 05.04.2012 del Suo giornale in relazione al “caso” Bertucci ed ho dedicato la stessa attenzione alle Sue considerazioni sulla cosiddetta questione morale, delle quali l’articolo predetto è colmo.
Pertanto, al fine ….di soddisfare il Suo “interesse” e la Sua “curiosità” circa le mie le considerazioni, di seguito gliele espliciterò non prima, però, di aver alimentato qualche sospetto sulla fonte della notizia da Lei data in quanto l’avviso di garanzia dovrebbe essere un atto segreto.
La norma di riferimento prevede, invero, la sua segretezza in quanto essa deve garantire l’indagato dal pericolo che potrebbe derivare dalla “pronuncia” di condanne anticipate ma deve altresì consentire alla persona sottoposta ad indagini preliminari l’esercizio del diritto costituzionalmente garantito alla difesa. Per le considerazioni che precedono, la legge prescrive dell’avvio delle indagini se ne dia opportuna e tempestiva notizia solo all’indagato stesso.
Per restare sempre in tema di “interesse”, sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data. E ciò solo per sapere se almeno sotto il profilo della diffusione delle notizie sia stata rispettata la norma di riferimento…a meno che non si voglia credere che la notizia che ci occupa sia stata fornita direttamente dagli indagati….
In relazione al provvedimento cautelare del sequestro, mi permetto altresì, di osservare che la possibilità di esecuzione dello stesso anche durante l’orario notturno è una delle facoltà che usualmente e normalmente la legge riconosce agli organi di polizia giudiziaria. Tale circostanza mi è stata riferita da alcuni amici che esercitano la professione di avvocato…verifichi anche Lei, sono sicuro che tra le Sue amicizie più strette …vi è qualche avvocato.
Anzi, riferiscono i miei amici che tale facoltà è addirittura prevista su dei moduli ciclostilati.
Ho ritenuto di dover fare la precisazione che precede in quanto dalla lettura del Suo articolo emergeva enfatizzata la circostanza che per la esecuzione del sequestro disposto a carico di Bertucci fosse stata prevista anche la possibilità di agire nottetempo. …diamo alle cose il giusto peso.
Mi permetta ancora di complimentarmi con Lei per le Sue evidenti ….doti di preveggenza.
Credo di poter dire che quando Lei, sempre nell’articolo in questione, argomenta circa il pericolo che potrebbe derivare dalla gestione della cosa pubblica da parte di persone che hanno agito in modo illegale e no trasparente per l’acquisto di uno scuolabus (…figurarsi per altre cose più importanti)…Lei pronuncia una sentenza di condanna. Così facendo, Lei anticipa gli esiti di un processo che tale ancora non è e che allo stato di fatto si trova nella fase delle indagini preliminari.
Ad ogni buon conto, posto il Suo interesse circa le mie considerazioni, Le dirò che la questione morale dovrebbe riguardare persone il cui comportamento sia già stato oggetto di valutazione da parte dell’autorità giudiziaria e non invece azioni, come quelle di cui si discute, di persone sottoposte ad indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica che ben potrebbero concludersi con una richiesta di archiviazione (quindi senza celebrazione di processi) ovvero con sentenza di proscioglimento (in ipotesi di celebrazione della fase dibattimentale).
Il rischio che si corre nell’esprimere giudizi come quello da Lei offerto nell’articolo in esame, è quello di condannare prima del dovuto delle persone per bene ….e ciò sarebbe orribile e terribile al tempo stesso ….mi creda sulla parola Direttore…Le parlo con cognizione di causa ed esperienza personale…..
Quindi, credo che allo stato bene faccia la Procura della Repubblica ad indagare su delle ipotesi delittuose delle quali essa ha avuto conoscenza in quanto i cittadini debbono avere la certezza che chi amministra la cosa pubblica agisce nel rispetto della legge. Pertanto, manifesto la più assoluta e piena fiducia nelle istituzioni e negli organi che per legge sono preposti al compimento di certe attività nell’interesse della comunità tutta confidando nella sollecita opera della magistratura.
Relativamente alle valutazioni etiche in ordine ai possibili atteggiamenti che il Bertucci dovrebbe assumere ritengo che, trattandosi per l’appunto di etica, essi siano esclusivamente personali e strettamente correlati ai valori ai quali ognuno di noi fa riferimento che, potrebbero anche non coincidere con quelli della maggioranza dei cittadini ovvero potrebbero essere assolutamente identici con quelli.
Infine, relativamente alle parole espresse dal Presidente del partito nel quale milito non posso che sottoscriverle tutte. Credo che non vi sia persona alcuna disposta a tollerare azioni illecite compiute da singoli – ed occasionate dal ruolo rivestito – ai danni della comunità. Per tale ragione è auspicabile ogni controllo da parte degli organi preposti a tale attività tra i quali rientra anche la Procura della Repubblica che sulla base di una notizia di reato ad essa pervenuta svolge i prescritti controlli per arrivare all’accertamento della verità dei fatti.
Un ultimo richiamo….le conclusioni però vanno tratte a …fatti accertati.
Mi permetta di darLe un consiglio Direttore ….sia sempre prudente ed equilibrata e per il tifo ….si rechi allo stadio.
Con immutata stima.
Giovanni Libanori

Ecco la risposta di Chiara Rai a Giovanni Libanori

Ciao Giovanni,
noto con dispiacere che prima mi davi del tu e adesso hai deciso di darmi del lei. Dato che leggo che la stima da parte tua nei miei confronti è immutata, mi permetto continuare a darti del tu, in fondo non sono passate così tante ore da quando sia io che tu ci parlavamo in questi termini.
Volevo, prima di tutto, complimentarmi con te per il fatto di aver risposto prontamente quando chiamato in causa, anche se devo dire che non ho soddisfatto per intero la mia curiosità.
Ho notato che dai toni pacati dell’incipit della tua apprezzabile lettera sei poi “scaduto”, consentimi il termine, in uno spicciolo linguaggio da “stadio”. Su questo intendo risponderti subito: il mio tifo nei confronti della legalità sarà sempre da stadio e su questo non esiterò a fare dei commenti. Io non mi ritengo soltanto una cronista (che riporta in maniera asettica i fatti, ma una giornalista in grado di esprimere il proprio punto di vista). Ciononostante, ho notato la tua poca attenzione nel leggere il mio articolo quando dico che essere indagati non significa essere colpevoli e via dicendo.
Il mio articolo non vuole condannare nessuno, ma disserta su principi etici che forse tu non condividi con la mia stessa enfasi.
Nel farti i miei migliori auguri di buona Pasqua, mi permetto suggerirti una lettura molto interessante: “La deontologia del giornalista” a cura di Michele Partipilo. Sicuramente è più interessante per me che per te, ma dato il fatto che ti sei inoltrato in competenze giornalistiche, ho ritenuto utile segnalarti questa buona lettura.
Esiste il rispetto del segreto professionale. Questo principio figura non solo nella legge professionale  quant’anche nel Testo unico sulla privacy e nell’articolo 200 comma 3 del cpp.
Il segreto professionale, però, è tutelato soprattutto dall’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (legge 4 agosto 1955 n.848) e dalle sentenze Goodwin, Roemen e Tillack della Corte di Strasburgo dei diritti dell’uomo. La Convenzione europea tutela espressamente le fonti dei giornalisti, stabilendo il diritto a “ricevere notizie”. Tu mi dici che “sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data”. E io ti rispondo che non potrò soddisfare la tua curiosità. La sentenza Roemen del 25 febbraio 2003 della quarta sezione della Corte europea dei diritti dell’uomo allarga la protezione delle fonti fiduciarie dei giornalisti. Inoltre la Corte europea ha affermato che “il diritto del giornalista a non rivelare le sue fonti informative non può essere considerato come un privilegio da riconoscere o non a seconda del carattere lecito o illecito  della fonte, ma costituisce  parte della libertà di stampa e deve essere trattato con la massima attenzione.
Non amo ricorrere a citazioni di leggi e leggine ma intendo concludere e soddisfare in parte la tua curiosità. Scusami se mi permetto ma tu affermi cose errate e non più in vigore. Riporto fedelmente una tua espressione: “la legge prescrive dell’avvio delle indagini se ne dia opportuna e tempestiva notizia solo all’indagato stesso. Per restare sempre in tema di “interesse”, sarebbe per l’appunto interessante sapere come Lei ha avuto conoscenza della notizia data. E ciò solo per sapere se almeno sotto il profilo della diffusione delle notizie sia stata rispettata la norma di riferimento…a meno che non si voglia credere che la notizia che ci occupa sia stata fornita direttamente dagli indagati….

Ebbene, Giovanni, il segreto istruttorio è un'espressione che indica il divieto di divulgazioni di notizie relative a indagini giudiziarie. Il segreto istruttorio è stato abolito nel 1989 con il Codice di procedura penale "Vassalli" e sostituito dal segreto investigativo.
Dal momento in cui l'indagato viene a conoscenza dell'indagine sul proprio conto, l’atto non è più segreto e può essere divulgato ai cittadini.

Intendo risponderti anche sul fatto della perquisizione in orario notturno e sulle mie amicizie più strette.
Ho tanti amici avvocati e tanti amici metalmeccanici e tanti amici che come me non amano titoli ne cariche. Questo non significa niente. Ho scritto “anche in orario notturno” perché così è scritto nell’atto pubblicato in allegato all’articolo. Questo è quanto. Se poi sia prassi o meno, poco importa, è prassi nei confronti delle persone indagate.

In merito ai giudizi etici, che tu, giustamente ritieni “siano esclusivamente personali”, ti rispondo che hai perfettamente ragione. Sono personali e ognuno di noi ha dei valori di riferimento. I miei valori mi portano alla seguente riflessione lecita e libera di poter fluttuare nel mondo del web: Se fossi stata indagata (non ancora colpevole) non mi sarei mai permessa di candidarmi a sindaco. E’ più chiaro adesso? Lo posso dire?

Pertanto le mie non sono  conclusioni ma sincere considerazioni che mi sento libera di formulare sia come professionista e sia come cittadina. Condivido con te che la prudenza e l’equilibrio sono virtù importanti ma per chi le osserva quotidianamente, il tuo consiglio seppur gradito non è utile. Tant’è.

Cordialmente

Chiara Rai
 




NEMI ELEZIONI, BUFERA SUL CANDIDATO SINDACO ALBERTO BERTUCCI

ALLEGATO ALL'ARTICOLO COPIA DEL DECRETO DI PERQUISIZIONE E SEQUESTRO DELLA PROCURA DI VELLETRI NEI CONFRONTI DEL CANDIDATO SINDACO NEL COMUNE DI NEMI ALBERTO BERTUCCI

 

Chiara Rai

Come risulta dall’informazione di garanzia prodotta in copia, la Procura della Repubblica di Velletri ha aperto un fascicolo per turbativa d’asta e iscritto nel registro degli indagati, dallo scorso 11 Aprile, Alberto Bertucci, Riccardo Schiaffini, Mauro Cesaretti e Gianpaolo Miglietta, accusati del reato di turbativa d’asta in concorso sancito dagli tabella 353 e 110 del codice penale. I quattro risultano indagati perché in concorso tra loro, Miglietta quale responsabile del procedimento e dell’Ufficio Tecnico del Comune di Nemi e Bertucci quale vicesindaco del Comune di Nemi, mediante collusioni turbavano la gara bandita da Miglietta per il Comune di Nemi e avente ad oggetto l’acquisto di uno scuolabus al fine di far aggiudicare la fornitura alla ditta Car Ind srl di Mauro Cesaretti.

La Procura ha disposto la perquisizione, anche in orario notturno, dell’abitazione, del luogo di lavoro e di ogni altro immobile in uso anche non esclusivo degli indagati e dei veicoli in loro uso.

Ecco i fatti: Dopo aver bandito una gara per la procedura aperta per la fornitura di uno scuolabus, Miglietta, modificando la gara, formulava quattro richieste di offerta per la fornitura di uno scuolabus indirizzandole alle quattro ditte che Riccardo Schiaffini, titolare della ditta appaltatrice dei trasporti presso il Comune di Nemi, aveva indicato a Bertucci. Tra queste offerte Miglietta aggiudicava la gara alla ditta di Cesaretti al prezzo di euro 49 mila 950 Iva esclusa, sebbene tale prezzo fosse superiore a quello posto a base d’asta (euro 48 mila 126 iva inclusa). Dopo l’aggiudicazione, Cesaretti riduceva l’offerta ad euro 40 mila 105 iva esclusa ma consegnava presso il deposito dello Schiaffini un veicolo diverso da quello oggetto della gara perché avente solo 19 posti anziché i 30 indicati nell’atto di aggiudicazione.

Il delitto di turbata libertà degli incanti di cui all’art. 353 c.p. mira essenzialmente a garantire che le gare (pubblici incanti, licitazioni) in cui sia interessata la pubblica amministrazione si svolgano in modo libero e regolare consentendo una corretta concorrenza fra i partecipanti al fine di pervenire, a giuste e convenienti condizioni per la vendita di beni o l’aggiudicazione di servizi. Oggi è accaduto con uno scuolabus, ma domani potrebbe riguardare assunzioni e incarichi che per legge devono seguire un preciso e trasparente iter, in quanto la cosa pubblica non può essere gestita con comportamenti che rischiano di trascinarsi dietro un accusa grave come la collusione. La collusione è un accordo fraudolento che una parte stabilisce con un’altra parte per ottenere vantaggi.
L’art. 353 recita infatti: “Chiunque, con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, impedisce o turba la gara nei pubblici incanti o nelle licitazioni private per conto di pubbliche Amministrazioni, ovvero ne allontana gli offerenti, è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa da centotre euro a milletrentadue euro. Se il colpevole è persona preposta dalla legge o dall'Autorità agli incanti o alle licitazioni suddette, la reclusione è da uno a cinque anni e la multa da cinquecentosedici euro a duemilasessantacinque euro”.

Allora in tutta questa storia a pagarne le spese sono i cittadini, perché non solo il Comune di Nemi per la prima volta ha visto indagati degli amministratori per il grave reato di turbativa d’asta. Se quindi non si riesce a gestire nella legalità un semplice affidamento di uno scuolabus figuriamoci se si dovessero toccare argomenti più sostanziosi.

Ebbene, la posizione dei quattro indagati, ad oggi, risulta immutata. Sull’attuale candidato a sindaco Alberto Bertucci, pesa quindi un reato che è punito con la reclusione e che certamente non da lustro ad una aspirante primo cittadino che dev’essere in grado di garantire legalità e correttezza degli atti amministrativi, siano questi gare d’affidamento che qualsiasi altro atto. Certo è che essere indagato non significa essere colpevole. La presunzione d'innocenza è un principio del diritto penale secondo il quale un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva. Certo è inoltre, che essere indagato significa che si è soggetti ad indagini in ordine ad un determinato fatto che ha una rilevanza ai fini della applicazione della legge penale. Pertanto, coloro i quali si assumono la responsabilità di candidarsi ad amministratori, che hanno il dovere di gestire la cosa pubblica nella legalità e nella trasparenza, dovrebbero sentire anche la responsabilità di presentarsi agli elettori con una posizione personale integra e inattaccabile. E quindi candidarsi a sindaco soltanto quando l’intero iter giudiziario ne sentenzi l’eventuale non colpevolezza. La legge, comunque, non vieta agli indagati di candidarsi per amministrare la cosa pubblica, ma l’etica personale del “buon politico” sì.

"La questione morale esiste, pensare che fosse stata superata significa vivere fuori dalla realta'". Lo ha detto in diverse occasioni il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini che ha aggiunto "purtroppo rispetto al passato all'epoca della tanto malfamata prima Repubblica, spesse volte si ruba solo per sé, per arricchimento personale. I controlli sono la migliore garanzia per gli onesti e la Corte dei Conti svolge un lavoro encomiabile".

A tal proposito, sarà interessante conoscere che posizione prenderà l’Udc, rappresentata a livello locale da Giovanni Libanori (che sostiene la candidatura di Bertucci) in merito alla questione morale che investe il caso Bertucci.