NEMI, PARCO GIOCHI AI LECCI: BIMBI FELICI E BIMBI INFELICI CRESCONO

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Torniamo a parlare del famigerato parco giochi di Nemi alta situato a fianco al Grembo. Dopo l’entusiasmo dell’avvenuto taglio dell’erba e del fatto che il parco giochi, sempre chiuso, era stato trovato accessibile alla collettività, dobbiamo fare qualche passo indietro e prendere atto che nei giorni successivi i cancelli si sono presentati chiusi. Allora, la domanda sorge spontanea: si tratta di un parco giochi pubblico allestito con i soldi dei cittadini oppure è semplicemente un parco giochi privato o di esclusivo utilizzo di qualcuno?

Diciamo questo perché un fil di ferro è stato apposto tra le due ante del cancello a chiusura. I genitori che vogliono portare i figli al parco devono forse tagliare il fil di ferro che chiude in maniera blanda uno spazio pubblico? Questo discorso ritorna sempre sulla carenza di pianificazione e organizzazione nel mantenere e vigilare sugli spazi pubblici. Un parco giochi deve essere aperto al mattino e chiuso la sera, o perlomeno, andrebbero indicati gli orari e  i giorni in cui la collettività ha la possibilità di far giocare i bambini all’aria aperta.

Anche oggi domenica 10 agosto 2014 alle ore 9 circa, come nel pomeriggio di ieri, il cancello era chiuso come attesta lo scatto fotografico e non vorremmo anche in questo caso prenderci una querela dalla giunta di Alberto Bertucci che anche in questo caso vedrebbe sfumato il tentativo di colpire il giornale. Ciò in quanto gli tabella de L’osservatore d’Italia sono sempre supportati da fotografie o da fonti documentali.

Vogliamo far giocare i bambini in questo nuovissimo parco? Alla giunta di Alberto Bertucci (che attualmente si trova in vacanza) l’ardua sentenza.

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NEMI, CAOS TARI: CITTADINI MOROSI O MIRACOLATI?

di Chiara Rai

Nemi (RM) – C’è caos e disorganizzazione nella gestione della Tari da parte del Comune di Nemi. Nonostante l’ormai collettiva conoscenza dei disservizi postali che attanagliano i cittadini, ci si ritrova con una locandina in mano e delle morosità a cui far fronte.  

“Partecipazione Democratica” che vede all’opposizione il consigliere comunale Stefania Osmari ha iniziato a denunciare il disservizio già nel 2012. E nel 2012 Osmari chiese al sindaco di Nemi Alberto Bertucci di intervenire per ripristinare la regolarità nella consegna della posta. All’epoca, a risentirne maggiormente, erano sopratutto i quartieri periferici del paese. Oggi la situazione si è aggravata ulteriormente, tanto che ci sono cittadini che continuano a ricevere bollette scadute o che ancora non hanno ricevuto la famosa lettera del Comune che indica il pagamento Tari e che è datata 8 luglio 2014 (quindi nei tempi per un Comune che però ha un servizio postale regolare). 

Chi non ha ricevuto la lettera ha brancolato o brancola ancora nel buio e l’unica blanda àncora di salvezza consiste in una locandina del Comune prodotta il giorno di scadenza Tari e affissa però solo da poco tempo nei bar e lungo il corso. Nella locandina si legge che il pagamento deve essere effettuato entro il 31 luglio (e il Comune lo comunica il 31 luglio stesso stando alla data che precede un timbro fresco d’inchiostro). Alcuni cittadini di Nemi hanno visto la locandina solo oggi, ad esempio. 

Nell’informativa del Comune si legge anche che il contribuente dovrà effettuare il versamento entro i dieci giorni successivi alla data di ricevimento. Ma come fa il Comune ad accertarsi quando il contribuente riceve la lettera, visto che si tratta di posta ordinaria?  Potremmo ricevere la lettera del Comune anche a Natale, allora avremmo dieci giorni di tempo?

La realtà è che il 31 luglio 2014 la Tari è scaduta e che soltanto in questi giorni (oggi per esempio è 9 agosto 2014) siamo venuti a conoscenza che qualora la bolletta non fosse stata recapitata entro questa incombente domenica 10 agosto 2014, l’ufficio tributi è a disposizione. Che l’ufficio Tributi sia sempre stato ineccepibile e a disposizione dei cittadini è un dato di fatto, quello che non capiamo è come mai  la giunta non ha ne deliberato una proroga alla scadenza del pagamento Tari (in maniera da avere un pezzo di carta ufficiale che garantisca e tuteli i cittadini) e neppure diramato a tutti tempestivamente una comunicazione sulla falsa riga di quella di tanti altri Comuni del Lazio. E’ di qualche ora fa, ad esempio, la nota del Comune di Viterbo dove viene chiaramente espresso: “ il Comune di Viterbo non applicherà alcuna sanzione a chi provvederà alla regolarizzazione del saldo Tarsu 2013 entro il 31 agosto”. 

Insomma i cittadini di Nemi hanno diritto a ricevere una proroga al pagamento che venga chiaramente indicata senza troppi giri di parole? Oppure la comunità nemese deve soltanto subire i disservizi postali e sobbarcarsi tutte le more che ne conseguono? 

Il Comune scrive l’8 luglio, noi pubblichiamo il 14 luglio una nota di Partecipazione Democratica che denuncia ancora disservizi postali, il 31 luglio 2014 il Comune ricorda che il 31 luglio 2014 scade la Tari.

Un cittadino di Nemi ci scrive il 2 agosto lamentandosi di non ricevere la posta e come un veggente, predige:” Quando mi arriverà il modello F23 (precompilato e quindi non modificabile), pagherò, ma certamente incorrerò in successive more e sanzioni e non certo per mia colpa”. 

 Ma perché tanto caos? Fino a quando c’è tempo per pagare? Più che una telefonata fatta dal contribuente al Comune (perché c’è anche la beffa di pagare la telefonata) sarebbe opportuno che si facesse chiarezza, anziché programmare le vacanze agostane e fare felici i cittadini di Nemi con un po’ di schiuma in piazza Umberto I.

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NEMI: MIRACULU AU SCOLEPATU I FARINELLI

di Angelo Parca

Nemi (RM) – La richiesta d’aiuto della mamma che s’era perso “‘u pupu in mezzu ai farinelli” è stata ascoltata sebbene fosse un lancio dall’allarme simulato dal nostro giornale per evidenziare che andava tagliata l’erba al parco giochi vicino al Grembo nella zona di Nemi alta che oltretutto fino a ieri risultava chiuso e quindi non accessibile alla collettività pur essendo di fatot un parco gochi pubblico costato 25 mila euro.

Ebbene l’amministrazione ha prontamente pulito l’area e aperto i cancelli al pubblico. Non c’è più erba incolta tranne qualche pallidissimo ricordo vicino la ringhiera di confine. Siamo molto contenti che le segnalazioni che abbiamo fatto due giorni fa, oggi siano state tempestivamente accolte. Certo, per far tagliare l'erba e aprire un parco gochi siamo arrivati ad ipotizzare che una mamma nemese potesse perdersi   "'u pupu", forse se non avessimo scritto le grida sarebbero state di dieci madri disperate… morale? Se il sindaco Alberto Bertucci scendesse dalla torre d'avorio e cominciasse a girare per il territorio, scoprirebbe personalmente quanta manutenzione andrebbe fatta. Per ora bene così, obiettivo di avere un parco giochi fruibile e decoroso è stato raggiunto!

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NEMI, SEQUESTRO: DENUNCIATI DUE TECNICI COMUNALI E DUE IMPRENDITORI

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Si chiude un altro filone di una inchiesta che il nostro quotidiano l’Osservatore d’Italia ha seguito fin dall'inizio e per ben due anni: Sequestrate “Le Ville nel Parco” perché realizzate in violazione alla legge. Nell’ambito delle attività sono stati denunciati due tecnici comunali e due imprenditori; la lottizzazione è risultata di fatto abusiva con irregolarità nella destinazione d’uso degli edifici, l’illecito frazionamento delle unità abitative e difetti nel rilascio delle autorizzazioni idrogeologiche e paesaggistiche.


IL FATTO
Il provvedimento di sequestro preventivo è stato emesso dal Gip presso il Tribunale di Velletri e riguarda il complesso della “ex casa generalizia società del Verbo divino”. Le violazioni riscontrate dalle indagini effettuate dagli inquirenti coordinati dal Sostituto Procuratore della Repubblica dr. Giuseppe Travaglini hanno fatto emergere violazioni nel rilascio delle autorizzazioni per costruire da parte dell’Ufficio Tecnico Comunale del Comune di Nemi in favore delle società costruttrici. Il complesso immobiliare sequestrato è composto da vari edifici suddivisi in otto unità abitative, per un valore commerciale di circa 4 milioni di euro, modificate nella destinazione d’uso, frazionate e destinate alla vendita. La Polizia Giudiziaria insieme ai carabinieri della Stazione di Nemi diretti dal maresciallo capo Fabio Adinolfi  hanno eseguito un decreto di applicazione della misura cautelare reale del sequestro preventivo emesso dal Gip presso il Tribunale di Velletri.

COME E’ INIZIATA L’INCHIESTA
La segnalazione è partita da una denuncia tramite le colonne del nostro quotidiano L’Osservatore d’Italia da parte dell’ex sindaco Vairo Canterani, [ Articolo del 5 agosto 2012 – NEMI, VAIRO CANTERANI SCRUTA LE NUOVE "VILLE NEL PARCO" E LANCIA UN MONITO ALLE OPPOSIZIONI:"VIGILATE CON CORAGGIO E ASSIDUITA'!" ] storico esponente politico della sinistra nemese. Fu proprio Vairo Canterani il 5 agosto del 2012 a lanciare un monito alle opposizioni affinché vigilassero perché appariva molto strano che stesse nascendo un complesso residenziale proprio nel cuore del Parco Regionale dei Castelli. Vairo chiese, in quella occasione, chi avesse rilasciato le autorizzazioni e basandosi su quali leggi. L’ex sindaco si accorse di questo tentativo di lottizzazione in quanto vi era, di fronte il complesso residenziale, un grande striscione pubblicitario dello stesso in bellavista. La pubblicità fu poi repentinamente tolta dopo che il nostro quotidiano pubblicò l’articolo con la foto dello striscione. Anche l’ex assessore all’Urbanistica  di Nemi ing. Luigi Caporicci diede subito delle risposte in merito asserendo che la pubblicità fatta, evidenziava la necessità di un accertamento, in quanto, il PRG e le norme di tutela (tutte) che gravano sul sito, non avrebbero consentito nuovi edifici, ne cambi di destinazione d’uso, né modifiche del piano di campagna, né interventi di modifica dell'assetto idraulico e della permeabilità di viali e giardini.

A quel proposito fu lanciato un appello al sindaco di Nemi Alberto Bertucci affinché facesse fare verifiche sul caso. Ma a quel punto le indagini dei carabinieri della stazione di Nemi su incarico del Sostituto Procuratore dr Giuseppe Travaglini della Procura di Velletri erano già repentinamente iniziate.

LE NOSTRE INDAGINI
Dopo ricerche e riscontri abbiamo evidenziato che c’era un documento del Parco Regionale dei Castelli Romani che l’8 gennaio del 2010 rilascia all’amministratore di “AEDES ITALICA S.p.a.” tale Giorgio Cumino un nulla osta valido per cinque anni per “lavori di sistemazione servizi a reti”.

Nel nulla osta del Parco Regionale dei Castelli Romani si legge testualmente: “Considerato che l’opera ricade in zona L – attività agroforestali, del P.R.G. del Comune di Nemi e Considerato che dall’esame istruttorio dell’Ufficio Tecnico dell’Ente è risultato che le opere previste in detto progetto, per il loro carattere, possono ritenersi compatibili con il contesto ambientale”. Dunque si capisce che il Parco nel rilasciare il Nulla osta si basò sull’esame istruttorio dell’allora ufficio Tecnico comunale. Fatte queste due considerazione il Parco mette in chiaro che il nulla osta si rilascia a condizione che sia mantenuta la permeabilità dei suoli e siano ripristinati i luoghi in origine.

L’ufficio Tecnico del Comune di Nemi ha quindi dichiarato che “le opere previste in detto progetto, per il loro carattere, possono ritenersi compatibili con il contesto ambientale”.  Cosa abbiamo fatto, per capirne di più? Siamo andati sul sito ufficiale del Comune di Nemi e, nell’albo pretorio, a nome di  “Giorgio Cumino” risultano esserci due permessi di costruire uno datato 5 gennaio 2011 (richiesta pubblicazione albo pretorio permessi di costruire N. 1 E 2 DEL 2011. pratica edilizia n. 1459 anno 2009 Cumino Giorgio permesso a costruire n. 1/2011) e l’altro sempre con la stessa data (Permesso Di Costruire D.p.r. 380/2001 – richiesta pubblicazione albo pretorio permessi di costruire N. 2 del 05/01/2011. pratica edilizia n. 1458 anno 2009 Cumino Giorgio PERMESSO A COSTRUIRE N. 2/2011) ma purtroppo i due allegati non sono risultati consultabili. Peccato che quei permessi non avrebbero dovuto essere rilasciati.

PER APPROFONDIMENTI LEGGERE tabella CORRELATI SU: http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=11367&arg=3&red=1




NEMI, MEZZOGIORNO DI FUOCO: “DUE SINDACI” PER UN MALCAPITATO?

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Nemi è una piccola comunità e, volenti o nolenti, le cose si vengono sempre a sapere, soprattutto quando avvengono per strada, alla presenza dei cittadini, dei commercianti, dei semplici turisti che passano e… anche davanti ai nostri occhi.

Così la gente osserva, valuta, mormora e soprattutto cerca di capire cosa stia realmente succedendo da qualche tempo a questa parte. L’ultimo caso di cui tutti parlano ultimamente è quello che riguarda le attività commerciali, vero e proprio cuore pulsante della cittadina.

Domenica 6 luglio i commercianti nemesi hanno vissuto un vero e proprio “mezzogiorno di fuoco” con il comandante della Polizia Locale Gabriele di Bella che, alla presenza dello spettatore assessore al Commercio Pietro Pazienza, ordinava perentoriamente al vigile che era al momento in servizio, di controllare uno per uno tutti gli esercizi commerciali del centro di Nemi al fine di sanzionare tutti coloro che non risultassero in regola con l’occupazione del suolo pubblico.

Il  tutto  a voce alta e con gestualità tali da richiamare l’attenzione dei presenti. Un ordine che per il vigile è stato come un fulmine a ciel sereno, ricordiamo che era mezzogiorno di domenica, e al quale il vigile in servizio non poteva certo rifiutarsi di obbedire.
 
Così iniziava il  calvario e, bottega dopo bottega, il vigile ottemperava all’ordine ricevuto, facendo i conti con le innumerevoli lamentele dei controllati che avranno pensato intensamente e non senza polemiche più che a lui, al Comandante e al Sindaco di Nemi Alberto Bertucci, ai quali probabilmente saranno "fischiate le orecchie". Ciò che ha gettato nello sconcerto i commercianti di Nemi è stato il repentino cambio di rotta dell’atteggiamento assunto dall'amministrazione comunale e dallo stesso Gabriele Di Bella fino al giorno prima rispetto agli esercenti con i quali si era instaurata una collaborazione tesa a regolarizzare eventuali posizioni irregolari. Poi, improvvisamente il Comandante ha acceso l’inferno, scatenando il suo sottoposto che ha dovuto operare un bel giro di vite, senza troppi convenevoli. 

Ma c’era davvero la necessità di controllare negozio per negozio, per giunta di domenica? Non sarebbe bastato controllare in ufficio le autorizzazioni rilasciate dal Comune per accertare quali fossero le attività commerciali irregolari e quindi diffidarle?

E il questionario inviato ai commercianti a marzo del 2013 è stato completato? Che fine ha fatto?

Per onor del vero, è che da quando il solerte e stakanovista comandante Gabriele Di Bella ha assunto la carica di Comandante dei Vigili Urbani di Nemi, la sua figura sembra essersi sovrapposta a quella del primo cittadino Alberto Bertucci. Questo probabilmente perché il Di Bella palesa una personalità forte e autoritaria prendendo decisioni nette e rivoluzionarie sebbene, a volte, opinabili.  Il tutto con una autonomia tale da sembrare che non solo il sindaco abbia realmente lasciato carta bianca al comandante venuto dalla Capitale, ma che sia stato addirittura folgorato da questa personalità, tanto che più di qualcuno parla di una cittadina con due Sindaci…

I cittadini di Nemi cominciano a chiedersi se dietro tutta questa “gestualità” e carisma ci sia anche concretezza nel risolvere gli adempimenti d’ufficio e le numerose responsabilità che prevede la carica di comandante della Municipale. Questo in quanto fino ad oggi, in merito alla gestione del Comune e della sicurezza i risultati sembrano davvero scarseggiare. Molti sono curiosi di sapere come si sono conosciuti Alberto Bertucci e Gabriele Di Bella e come abbia fatto il primo cittadino di Nemi a convincere Di Bella a fare il pendolare Roma – Nemi per comandare la Polizia Municipale di un piccolo paesino della provincia romana.

Sotto la forte autorità del comandante si è ritrovato in particolare uno dei suoi sottoposti, il vigile che fin quando non è arrivato Gabriele Di Bella, aveva la massima stima da parte del sindaco e di tutta l’amministrazione e che oggi sembra essere caduto in disgrazia, tanto da ricevere continue lavate di testa con toni poco urbani anche di fronte ai cittadini di Nemi, molti dei quali non sanno spiegarsi il perché di un così repentino ribaltamento di considerazione. Tutto questo è sotto gli occhi della collettività e tanti si chiedono perché il sindaco possa permettere tale cambiamento di rotta senza intervenire in difesa soprattutto della decorosa immagine della propria Polizia Locale. Anche perché certe situazioni non aiutano certo a lavorare meglio e chi paga le conseguenze è Nemi e i suoi cittadini.

Per quanto riguarda il nostro giornale, intendiamo rassicurare i nostri lettori di Nemi che sarà nostro dovere andare fino in fondo ad analizzare singolarmente, anche avvalendoci di avvocati ed esperti della Corte dei Conti, i provvedimenti disciplinari adottati nei confronti del malcapitato agente di Polizia Municipale per capire come possa essere accaduto che in brevissimo tempo possa essere diventato un pessimo esempio di dipendente pubblico. Tra l’altro la commissione disciplinare è composta dal Segretario Comunale, in qualità di presidente, dal Responsabile dell’Area Tecnica Rosanna Galanti e inspiegabilmente dallo stesso Gabriele Di Bella. Comunque,  il beneficio del dubbio e del sospetto sono leciti e quindi vogliamo escludere di pensare che il vigile in questione sia diventato, come dire, “un bersaglio da colpire”. Ma sicuramente non è così, almeno lo speriamo.

Sarà interessante approfondire le motivazioni del contendere, valutare i fatti e le tempistiche  che stanno alla base dei numerosi provvedimenti disciplinari di cui è stato destinatario colui che, ripetiamo, fino a pochi mesi orsono godeva della piena fiducia del Sindaco Alberto Bertucci. 

Che dice il Sindaco di questi fatti? E’ difficile che venga a darci spiegazioni su fatti e retroscena ma ai cittadini di Nemi , prima o poi dovrà renderne conto.

 




NEMI, GARA DI NUOTO E AUTORITA': " CI E' SEMBRATO DI VEDERE 2 ABUSI"

di Angelo Parca

Nemi (RM) – Ai posti di partenza, pronti e via. Mi è sembrato di vedere due abusi avrebbe detto il canarino Titty rivolgendosi a gatto Silvestro.

In questo caso siamo nel territorio comunale di Nemi e in piena area super protetta del Parco Regionale dei Castelli Romani ma la vista e il binocolo da “Osservatori” non ci manca. Il sito della gara, ci siamo accorti dalle fotografie scattate domenica scorsa, ha ben due “stranezze” incastonate nella Valle del lago, all’interno del parco Regionale dei Castelli Romani in un ambiente super protetto.

Proprio alla presenza delle Istituzioni, partendo dal sindaco di Nemi Alberto Bertucci al vicesindaco Edy Palazzi al vigili urbani egregiamente coordinati dal comandante Gabriele Di Bella, agli assessori comunali, alle forze dell’ordine, insomma all’intera pletora Istituzionale.

Le stranezze in realtà sono manufatti: trattasi di un grazioso chalet con veranda e di un’altra costruzione sempre con verandine. Non stiamo parlando di pittura alle pareti, intonaci o quant’altro, ma parliamo di costruzioni intere che è molto difficile non vedere.

Ebbene, siamo sicuri che il comandante dei Vigili e gli agenti presenti alla manifestazione di domenica, data la loro lodevole solerzia, si saranno sicuramente accorti delle “anomalie” che offre il panorama.

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NEMI, SERVIZIO POSTALE: PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA, "ALLA RICERCA DELLA POSTA PERDUTA"

Redazione

Nemi (RM) – I disservizi postali non si sono attenutati a Nemi, anzi peggiorano. In altri Comuni alcuni sindaci hanno diffidato Poste Italiane e i disservizi sono diminuiti. Partecipazione Democratica torna su questo tema e denuncia per la seconda volta il fatto che tutti i cittadini di Nemi hanno problemi a ricevere la posta. 

Ecco la nota di Partecipazione Democratica


Abbiamo più volte denunciato le inefficienze dell’amministrazione di Alberto Bertucci. Ad esse , purtroppo, i cittadini di Nemi debbono sommare anche quelle dovute ad altri. Denunciammo già nel 2012 l’inizio del disservizio postale. Le poste italiane, ormai, fanno di tutto (gratta e vinci-finanziamenti-mutui casa-vendita oggettistica ecc.) fuorché quello che dovrebbe essere la loro missione principale: spedire e consegnare la posta. I cittadini di Nemi, da allora, sono costretti a subire le conseguenze di questa fantasiosa mutazione di Poste Italiane S.p.A.: ricevono la loro posta (quando la ricevono) a distanza di mesi. Bollette scadute e rischio di distacco delle forniture (gas – luce-telefono), mancati rinnovi di assicurazioni, ritardo nel ricevimento di cartelle esattoriali, di comunicazioni, di inviti a presentarsi, con il rischio concreto di pagare salate more. Nemi è ripiombato agli inizi del novecento. E Bertucci? Nel 2012 invocammo un suo intervento per far cessare il disservizio che, allora, coinvolgeva solo i quartieri periferici del paese. Oggi, come detto, il problema si è addirittura aggravato. E’ tutta Nemi a non ricevere la posta. Tra i compiti di un primo cittadino c’è anche quello di far sentire la voce della propria comunità nei confronti di istituti, come le poste, finanziati dalla fiscalità generale per garantire un servizio pubblico dignitoso e non intermittente quando va bene ed inesistente il più delle volte. Bertucci si dia da fare! Comprendiamo che la stagione estiva è appena agli inizi e lui è preso nell’organizzare le sue amate feste paesane. Trovi il tempo, però, di far qualcosa di utile per i cittadini di Nemi, che hanno il diritto all’immediato ripristino di un servizio degno di questo nome. 




NEMI FOTOVOLTAICO: LA SOCIETA’ DEL SINDACO NON PRESENTA I BILANCI PER DUE ANNI DI SEGUITO

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono ben due anni che la società della quale il sindaco di Nemi Alberto Bertucci detiene il 32 per cento delle quote non presenta il bilancio d’esercizio nonostante la presentazione del documento contabile sia obbligatoria. Eppure non vi è traccia alcuna di trasparenza a riguardo. Quindi, il bilancio d'esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d'informazione dei dati economici, patrimoniali e finanziari dell'impresa per tutte le classi di portatori di interesse nei suoi confronti: creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione; soggetto economico e/o management; azionisti di maggioranza e di minoranza.

La società di cui il primo cittadino di Nemi detiene le quote ha iniziato l’attività il 16 luglio 2012, appena due mesi dopo l’elezione di Alberto Bertucci a sindaco di Nemi (Maggio 2012).

La società si chiama Solar Seneca Srl e ha sede legale in un garage/magazzino situato in via Riccardo De Sanctis detto Vittorio, ex via delle Colombe al civico 3, quest’ultimo tra l’altro ex residenza del primo cittadino Alberto Bertucci. La sede secondaria e operativa della Solar Seneca invece è situata in via di Tor Paluzzi, 123 ad Albano Laziale.

La società si occupa delle attività di risparmio nel campo energetico e dell’utilizzo delle risorse energetiche naturali compresa l’attività di installazione di impianti fotovoltaici e comunque di tutto ciò che riguarda il mondo delle energie rinnovabili. In particolare la Solar Seneca Srl è dotata di gruppo di specialisti in diverse discipline organizzate in un comitato permanente e specifico per la ricerca e lo studio di soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente e sulla proposizione di tecnologie sempre più avanzate sul risparmio energetico: per l'assistenza tecnica, amministrativa, commerciale e legislativa, per favorire e promuovere ricerche avanzate nel settore e ricercare innovazioni tecnologiche sul risparmio e nuove forme di energia rinnovabili alternative, per l'Assistenza finanziaria finalizzata al reperimento di fondi per la realizzazione dei progetti richiesti.

Dunque è di estrema importanza sapere se la stessa presenti un regolare bilancio ai fini della trasparenza, in quanto nel bilancio è presente anche l'elenco fornitori. E per un sindaco di un'amministrazione comunale che negli ultimi due anni ha rilasciato diverse autorizzazioni paesaggistiche finalizzate all'installazione del fotovoltaico, può venire qualche dubbio ai cittadini che potrà essere risolto solo con il rispetto dei criteri di trasparenza da parte della società di cui il sindaco è socio. A maggior ragione perché la società che fornisce l'installazione di impianti fotovoltaici potrebbe avere a che fare con l'amministrazione comunale di riferimento. Dunque la domanda alla quale non si riesce ad avere risposta è la seguente: la Solar Seneca ha lavorato nel territorio di Nemi? Sono stati concessi permessi per pannelli fotovoltaici riferiti a lavori poi effettuati dalla Solar Seneca?

Non ci è dato saperlo, non avendo presentato il bilancio di esercizio per due anni consecutivi, ovvero per il 2012 e ad oggi, considerato che il termine ultimo per il deposito salvo casi particolari è scaduto lo scorso 29 giugno 2014, anche per il 2013.

E a questo punto soltanto gli organi preposti potranno effettuare tale importante verifica per escludere eventuali presunti e non accertati reati quali conflitto d'interesse o altro.

Intanto, a seguito di una delle nostre inchieste, nella quale facevamo presente che Alberto Bertucci percepiva una indennità piena in qualità di Sindaco pari a 1.353, 51 euro lordi al mese e allo stesso tempo risultava essere lavoratore a tempo determinato. (La legge stabilisce, Tuel – Testo Unico degli Enti Locali, che un sindaco se è lavoratore dipendente e non ha richiesto l’aspettativa deve prendere l’indennità dimezzata del 50%), improvvisamente, il sindaco non compare più nell'elenco Inps dei braccianti agricoli per l'anno 2013. Si è tolto. A buon intenditor poche parole.

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di Chiara Rai

Nemi (RM) – Sono ben due anni che la società della quale il sindaco di Nemi Alberto Bertucci detiene il 32 per cento delle quote non presenta il bilancio d’esercizio nonostante la presentazione del documento contabile sia obbligatoria. Eppure non vi è traccia alcuna di trasparenza a riguardo. Quindi, il bilancio d'esercizio non è soltanto un insieme di documenti da redigere secondo gli obblighi di legge, ma è la fonte principale d'informazione dei dati economici, patrimoniali e finanziari dell'impresa per tutte le classi di portatori di interesse nei suoi confronti: creditori, dipendenti, clienti e fornitori, organi statali di controllo, fisco, pubblica amministrazione; soggetto economico e/o management; azionisti di maggioranza e di minoranza.

La società di cui il primo cittadino di Nemi detiene le quote ha iniziato l’attività il 16 luglio 2012, appena due mesi dopo l’elezione di Alberto Bertucci a sindaco di Nemi (Maggio 2012).

La società si chiama Solar Seneca Srl e ha sede legale in un garage/magazzino situato in via Riccardo De Sanctis detto Vittorio, ex via delle Colombe al civico 3, quest’ultimo tra l’altro ex residenza del primo cittadino Alberto Bertucci. La sede secondaria e operativa della Solar Seneca invece è situata in via di Tor Paluzzi, 123 ad Albano Laziale.

La società si occupa delle attività di risparmio nel campo energetico e dell’utilizzo delle risorse energetiche naturali compresa l’attività di installazione di impianti fotovoltaici e comunque di tutto ciò che riguarda il mondo delle energie rinnovabili. In particolare la Solar Seneca Srl è dotata di gruppo di specialisti in diverse discipline organizzate in un comitato permanente e specifico per la ricerca e lo studio di soluzioni per la salvaguardia dell'ambiente e sulla proposizione di tecnologie sempre più avanzate sul risparmio energetico: per l'assistenza tecnica, amministrativa, commerciale e legislativa, per favorire e promuovere ricerche avanzate nel settore e ricercare innovazioni tecnologiche sul risparmio e nuove forme di energia rinnovabili alternative, per l'Assistenza finanziaria finalizzata al reperimento di fondi per la realizzazione dei progetti richiesti.

Dunque è di estrema importanza sapere se la stessa presenti un regolare bilancio ai fini della trasparenza, in quanto nel bilancio è presente anche l'elenco fornitori. E per un sindaco di un'amministrazione comunale che negli ultimi due anni ha rilasciato diverse autorizzazioni paesaggistiche finalizzate all'installazione del fotovoltaico, può venire qualche dubbio ai cittadini che potrà essere risolto solo con il rispetto dei criteri di trasparenza da parte della società di cui il sindaco è socio. A maggior ragione perché la società che fornisce l'installazione di impianti fotovoltaici potrebbe avere a che fare con l'amministrazione comunale di riferimento. Dunque la domanda alla quale non si riesce ad avere risposta è la seguente: la Solar Seneca ha lavorato nel territorio di Nemi? Sono stati concessi permessi per pannelli fotovoltaici riferiti a lavori poi effettuati dalla Solar Seneca?

Non ci è dato saperlo, non avendo presentato il bilancio di esercizio per due anni consecutivi, ovvero per il 2012 e ad oggi, considerato che il termine ultimo per il deposito salvo casi particolari è scaduto lo scorso 29 giugno 2014, anche per il 2013.

E a questo punto soltanto gli organi preposti potranno effettuare tale importante verifica per escludere eventuali presunti e non accertati reati quali conflitto d'interesse o altro.

Intanto, a seguito di una delle nostre inchieste, nella quale facevamo presente che Alberto Bertucci percepiva una indennità piena in qualità di Sindaco pari a 1.353, 51 euro lordi al mese e allo stesso tempo risultava essere lavoratore a tempo determinato. (La legge stabilisce, Tuel – Testo Unico degli Enti Locali, che un sindaco se è lavoratore dipendente e non ha richiesto l’aspettativa deve prendere l’indennità dimezzata del 50%), improvvisamente, il sindaco non compare più nell'elenco Inps dei braccianti agricoli per l'anno 2013. Si è tolto. A buon intenditor poche parole.

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NEMI SCUOLA: MOZIONE "REFUGIUM PECCATORUM"

 

"Se il figlio di un nobile aggrediva uno schiavo, l'episodio veniva coperto o addirittura capovolto: lo schiavo si era ribellato e il guerriero aveva risposto. La famiglia dello schiavo torturato in cambio del silenzio avrebbe ricevuto un pasto caldo da mettere in tavola. E così se un fedelissimo del vassallo o re o capo faceva la stessa cosa, la dinamica era pressoché la stessa in virtù di una fedeltà mafiosa e deleteria. Questi episodi creavano malcontento nel resto del popolo, nella massa, lo zoccolo duro che si guadagnava il pane con il duro lavoro. E questi negli anni iniziarono a ribellarsi, tanto da dare vita a tante micro rivolte che però hanno generato negli anni un drastico indebolimento del sistema feudale o rete vassalla o come lo vogliamo chiamare".

 

di Chiara Rai

Nemi (RM) – Tema scuola. La mia libertà di critica che va di traverso a più di qualcuno, mi porta a tornare su questa annosa questione. Ricordiamo che Nemi spesso e volentieri è specchio d'Italia, una questione che adesso si è risolta come si suol dire a tarallucci e vino o pane e nutella se vogliamo, con la pace delle coscienze collettive e prevacanziere. Sono bastate due mozioni (acqua di rosa) a mostrare i propri compassionevoli sentimenti per cancellare con un colpo di spugna tutte le responsabilità.

Perché ce ne sono di responsabilità, eccome se ce ne sono. Mi porterò dietro un vagone di critiche, ma l'ho messo in conto. Premetto che non penso che l'attuale sindaco Alberto Bertucci sia l'origine di tutti i mali, ma non penso neppure che sia giusto giustificare chi ha chiesto il voto promettendo di cambiare radicalmente lo stato dei fatti e non solo non è accaduto ma i miei forti dubbi mi spingono a credere che non ci abbia minimamente provato. E poi non si sta criticando l'operato presente bensì l'operato passato e presente perché prima l'attuale sindaco era ASSESSORE ALLA SCUOLA e poi primo cittadino.

La scuola cantiere, uno scempio che deturpa il paesaggio, è sempre lì a ricordare alla collettività che dev'essere finito e non ultimo a ricordare il fallimento delle politiche di sinistra e di destra. Perché non si sono mai terminati questi lavori? Colpa delle ditte? Basta come scusa? Ai posteri l'ardua sentenza. Anche se può apparire un discorso ostico da comprendere, in questa storia della scuola che si sta smantellando e svuotando anno dopo anno, a contribuire al suo perire lento è stata anche e soprattutto la convinzione di alcuni che una carica istituzionale, una bolla appiccicata momentaneamente sul petto potesse conferire poteri divini a loro e a tutti i propri famigliari.

Nella rete vassalla, i vassalli erano solitamente nobili medio rango, prevedeva una sorta di capo barbaro circondato da i suoi fedelissimi che si collocavano sempre su un alto gradino della scala sociale in quanto assoldati dal re, dal capo, insomma dei veri e propri guerrieri scelti. I benefici, gli onori e le immunità rendevano questi signori intoccabili in tutti gli ambienti. Questo sistema, progreditosi col tempo, non è stato affatto reciso da alcuno ma silente ha lavorato sempre sotto traccia producendo sangue, corruzione e morti bianche. Il crollo delle istituzioni in virtù di favoritismi e piaceri che sono tutt'ora deleteri per chi li produce e per chi li mette in atto.

Se il figlio di un nobile aggrediva uno schiavo, l'episodio veniva coperto o addirittura capovolto: lo schiavo si era ribellato e il guerriero aveva risposto. La famiglia dello schiavo torturato in cambio del silenzio avrebbe ricevuto un pasto caldo da mettere in tavola. E così se un fedelissimo del vassallo o re o capo faceva la stessa cosa, la dinamica era pressoché la stessa in virtù di una fedeltà mafiosa e deleteria. Questi episodi creavano malcontento nel resto del popolo, nella massa, lo zoccolo duro che si guadagnava il pane con il duro lavoro. E questi negli anni iniziarono a ribellarsi, tanto da dare vita a tante micro rivolte che però hanno generato negli anni un drastico indebolimento del sistema feudale o rete vassalla o come lo vogliamo chiamare.

Questa digressione serve a ricordare che con l'evoluzione del sistema sociale, della specie e con la nascita di un sistema democratico e la morte della monarchia, sono stati stilati quei principi fondamentali che oggi chi ha la sete di potere vorrebbe capovolgere per far spirare un pò di vento a favore di quella rete ormai sgangherata: non devono esserci diseguaglianze e discriminazioni di sesso o di razza o di condizioni personali e sociali. Non devono esserci figli o figliastri che generano malcontento che svuota le istituzioni e quei principi fondamentali che dovrebbero essere fulcro di qualsiasi famiglia che cresce i propri figli e la domenica si batte la mano sul petto chiedendo di essere lavato dai peccati. Questo concetto unito alla volontà di cercare voti in un ambiente che dovrebbe rimanere "intoccabile" come è la scuola ha generato un fuggi fuggi delle persone "normali" che non cercano escamotage per tirare avanti ma si alzano e vanno al lavoro tutte le mattine e che devono accompagnare i propri figli a scuola. Ora dovranno alzarsi prima, ma forse preferiscono una levataccia ad altro.

La stanchezza ha generato questo enorme migrare in altri lidi, persino da persone che si credeva non avrebbero mai portato via loro figli. E invece l'azione ha superato il verbo. Un verbo che non è stato utilizzato nella giusta maniera da chi avrebbe dovuto urlare e invece ha taciuto lasciando che si consumassero tra quattro mura episodi di discutibile moralità. Ma queste sono elucubrazioni mentali di chi non vuole semplicemente che finisca tutto nel dimenticatoio addolcito con un pò di pane e nutella e qualche schiumata in piazza.

Condividere, produrre e presentare mozioni che vogliono "salvare" la scuola non può essere un'azione che funge da refugium peccatorum. Da due anni a questa parte non ho visto banchetti in piazza per campagne di sensibilizzazione a favore della scuola, non ho visto azioni di trasparenza o mea culpa per episodi ACCIDENTALI, non ho visto volontà di abbattere quel malato sistema, non ho visto proteste o manifestazioni.

Adesso ci si è lavati la coscienza, si è tutti d'accordo nel salvare un bene comune, è bastata una letterina e una seduta per sentirsi tutti meglio. E già ci si è infilati il costume per andare al mare, poi forse, in corso d'opera il fato cambierà le cose e il vento spirerà di nuovo a favore tanto da ripresentarsi agli occhi della gente come i salvatori della patria. In fondo è così che funziona da millenni.

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NEMI: SCUOLA A SERIO RISCHIO CHIUSURA

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Chiara Rai

Nemi (RM) – Sembrerebbe che l'unica scuola di Nemi sia a rischio chiusura. Le medie, che negli ultimi anni hanno subito accorpamenti, non avrebbero raggiunto il numero minimo per poter formare classi. Il rischio c'è anche per le elementari.

Da sempre la scuola di Nemi si presenta come un cantiere incompleto e negli anni gli amministratori che si sono occupati della scuola non hanno fatto abbastanza per evitare questo lento decesso. Oltre a qualche corso collaterale, sport in odore di elezioni, gli interventi per la sicurezza e incolumità dei bambini non sono stati incisivi.

Basti pensare alle condizioni della palestra: non in sicurezza, umida e all'esterno incastonata in un cantiere oltretutto pieno d'immondizia. Solo dopo i controlli dei carabinieri e della Asl, è stato fatto qualche intervento. Il servizio di mensa scolastica ha suscitato polemiche su polemiche. Ma veramente ciò che ha contribuito maggiormente all'impoverimento del paese di una simile ricchezza è stata la strumentalizzazione politica. Ci spieghiamo meglio, ovvero è stato pensare che la scuola fosse un bacino di voti da cui attingere e quindi tutte le parti politiche o gli aspiranti politici vi hanno fatto campagna elettorale, tanto che la stessa moglie dell'attuale primo cittadino Alberto Bertucci non ha avuto il buon gusto di non candidarsi puntualmente ogni anno a genitore rappresentante d'Istituto, creando diversi malcontenti, talmente evidenti che c'è chi ha fatto fagotto e portato via i propri figli da Nemi a Genzano e molti altri lo faranno quest'anno.

Ogni anno, alle elezioni che hanno visto candidata Celestina Corcione, la scena era quella di vere e proprie elezioni amministrative: il marito che sulla rampa che porta alla scuola, bacia e saluta tutti e accompagna i suoi amici fino sull'uscio.

Sappiamo bene che qualche malpensante mette in giro le voci che il nostro giornale ha contribuito ad affondare l'istituzione scolastica grazie ad "tabella verità", ma è ben chiaro che ad affondarla è stata la sete di potere e di fare campagna elettorale dalla mensa, alla caldaia, agli infissi installati dagli amici del sindaco, ai gatti e ratti, alla scuola cantiere e ad elezioni degne di un celebre film tra i cui attori ricordiamo Robert De Niro e Al Pacino.

Chi è stato assessore alla Scuola è la stessa persona che indossa la fascia da Sindaco: parliamo di Alberto Bertucci che ha mosso i suoi primi passi di campagna elettorale proprio su quella rampa, dicendo che il malgoverno Cocchi stava facendo morire la Scuola e che solo lui sarebbe stato in grado di risollevare il Paese. Al nostro giornale sono arrivate denunce di genitori e di persone che non hanno voluto tacere rispetto a condizioni per nulla fantascientifiche.

Questo voler fare campagna elettorale nella scuola, si ricordi la spregevole missiva firmata da presunti genitori che affermavano che addirittura una docente facesse campagna elettorale in classe, ha distrutto la stessa Istituzione scolastica e adesso si cercano i colpevoli da mettere alla gogna mentre i responsabili sono coloro che siedono e si sono seduti in Comune che avevano la responsabilità così grande di far vivere un polmone fondamentale quale la cultura in un paese che invece pian piano diventa carente di servizi. La cultura è la linfa di ciascuna comunità, tagliata questa risorsa si tornerà al medioevo.

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