ROMA, SOUMAHORO CONTRO LA PROPOSTA DI "SCHIAVITU'" DI ALFANO: "SCENDEREMO IN PIAZZA"
Redazione
Continua a sollevare polemiche su polemiche l'uscita di ieri del ministro dell'interno Angelino Alfano in merito alla richiesta avanzata dallo stesso ai Comuni di applicare una circolare che permetta di far lavorare gratis i migranti anziché farli stare con la mani in mano. A scatenare la sua furia è Aboubakar Soumahoro, portavoce della Coalizione Internazionale Sans-papiers, Migranti, Rifugiati e Richiedenti asilo (CISPM) e membro dell'Esecutivo Nazionale USB: "Il ministro Angelino Alfano chiede ai comuni di far lavorare gratis migranti e richiedenti asilo che risiedono nei loro territori. Come se non bastasse il sistema del business dell'accoglienza, che ha visto la sua massima espressione in 'Mafia capitale, con lo sfruttamento dei lavoratori e la trasformazione dei migranti in merce di scambio a discapito dei loro diritti e dignità".
Tutti in piazza. Soumahoro lancia poi l'iniziativa di scendere in piazza: "Finalmente si chiude il cerchio delle leggi o dispositivi che introducono le nuove forme di schiavitù nel XXI secolo – aggiunge – perché è la schiavitù il comune denominatore tra l'ennesima scandalosa e incivile richiesta del ministro Angelino Alfano, la legge Bossi-Fini, il jobs act e il lavoro gratis a Expo. A questo punto andremo in piazza con palette e scope il prossimo 22 maggio, nell'ambito della Giornata Internazionale d'Azione contro il Regolamento Dublino III, per la regolarizzazione e la rottura tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro. Chiamiamo tutti a portare con sé palette e scope, ma per spazzare via ogni forma di razzismo, sfruttamento e schiavitù»
EXPO 2015 MILANO E QUELLA BRUTTA FIGURA DI ALFANO
Il ministro Alfano, in un altro paese avrebbe fatto subito le valige. Le sue ultime parole famose ora chiedono la sua stessa testa e le dimissioni: “rafforzato i poteri di prefetto, questore e di tutte le forze dell'ordine per prevenire le infiltrazioni, mentre su quello dell'ordine pubblico è stato messo a punto un sistema di flussi di informazione che servirà a impedire a chi vuole rovinare la giornata del primo Maggio di farlo
di Cinzia Marchegiani
Milano – L’inaugurazione dell’Expo 2015 ha lasciato il marchio di un’Italia inetta, incapace a prevenire anche le minacce sfacciatamente anticipate di gruppi palesemente guerraioli. I black bloc, si confermeranno coloro che non hanno rispetto delle regole, della libertà degli altri, del patrimonio privato e comune dei cittadini. Poco importa, devastare e bruciare negozi, macchine, ridurre un cencio una città, l’importante lasciare il segno e che segno. Su questa ennesima sciagura Angelino Alfano si conferma una disgrazia per la sicurezza italiana e non solo, considerato che questo evento internazionale accoglierà i turisti da tutto il mondo. Era il 21 aprile 2015 quando sul sito del suo Ministero Interno si leggeva la sua strategia affinché sull’EXPO 2015 a pochi giorni dall’inaugurazione la sicurezza sarebbe stata un vanto. «Sono 490 gli obiettivi sensibili che a Milano saranno controllati dalle forze dell'ordine già presenti sul territorio e da un contingente di rinforzo composto da oltre 3.700 unità». Lo spiegava il ministro dell’Interno Angelino Alfano nella prefettura di Milano, al termine del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato per fare il punto sugli aspetti connessi alla pianificazione del sistema sicurezza, a pochi giorni dall’inaugurazione di Expo 2015. Si tratta di un lavoro, proseguiva poi Alfano, «che ha permesso di applicare l'interdizione a 79 imprese non in regola con l'antimafia e di effettuare 109 ispezioni nei cantieri e 7 dinieghi dalla whitelist delle imprese. Lo Stato ha fatto tutto il lavoro possibile per evitare che qualcuno approfittasse dell’evento». Sul fronte delle minacce terroristiche il ministro illuminava che il decreto antiterrorismo ha rafforzato i poteri di prefetto, questore e di tutte le forze dell'ordine per prevenire le infiltrazioni, mentre su quello dell'ordine pubblico è stato messo a punto un sistema di flussi di informazione che, come ha dichiarato il ministro, «servirà a impedire a chi vuole rovinare la giornata del primo Maggio di farlo».
ORA LA PROCURA INDAGA, IPOTESI DI REATO DEVASTAZIONE
Per la procura i violenti che hanno messo a fuoco e ferro la città di Milano, dovranno rispondere del reato di devastazione. Per ora sono state arrestate cinque persone, ma le indagini, coordinate dal Procuratore Maurizio Romanelli, capo del pool antiterrorismo, continuano poiché sotto la lente d’ingrandimento sono finite, tramite i filmati acquisiti, tutte le persone che incappucciate hanno dato fuoco alla città, alle macchine, negozi e filiali di banche, sgretolando vetrine con pietre, molotov e bombe carta. L’ipotesi di reato contestato, previsto dall’articolo 419 del c.p. prevede pene comprese tra un minimo di 8 anni e un massimo di 15 anni di carcere.
RISARCIMENTI AI CITTADINI, PAGA LA REGIONE LOMBARDIA
Il governatore lombardo, Roberto Maroni, al termine del comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza proprio sui danni cagionati ai proprietari dei negozi, macchine e banche ha annunciato che la Regione Lombardia metterà a disposizione un milione e mezzo di euro per risarcire i cittadini dei danni subiti durante gli incidenti nel corso della manifestazione No Expo a Milano.
LA CITTA’ SOTTO ASSEDIO, MA LE FORZE DELL’ORDINE HANNO EVITATO SPARGIMENTO DI SANGUE
Il prefetto Alessandro Pansa, capo della Polizia, ha spiegato il perché i teppisti sono stati lasciare agire:”L'Expo non si poteva macchiare di sangue, né dei manifestanti, né delle forze dell'ordine": La strategia tenuta sul campo dalle forze dell'ordine per contenere i manifestanti violenti è stata svelata, poiché è stato valutato che non valeva la pena intervenire e arrestare perché avremmo creato danni ancora più gravi:” I veri obiettivi dei violenti, sottolinea Pansa – erano piazza Duomo e la Scala.
Ora quelle stesse parole del Ministro Alfano risuonano come una beffa: "è stato messo a punto un sistema di flussi di informazione che servirà a impedire a chi vuole rovinare la giornata del primo Maggio di farlo” che la regione Lombardia laverà con 1,5 milioni di euro, alla faccia della crisi e povertà delle famiglie italiane. In un altro paese il ministro avrebbe fatto le valigie ed espatriato…ma siamo in Italia dove ormai non ci vergogna più di nulla.
STRAGE GIORNALE PARIGI: PER ITALIA LIVELLO ALLERTA ELEVATO
Redazione
"Abbiamo un livello di allerta elevatissimo benche' non ci sia nessuna traccia concreta di un segnale specifico organizzativo di eventuali attentati". Lo ha detto intervenendo a Porta a Porta il ministro dell'Interno Angelino Alfano in riferimento all'attacco a Charlie Hebdo.
"Abbiamo rafforzato le misure di protezione – ha ricordato Alfano – tutti gli obiettivi possibili sono presidiati, in particolare quelli francesi, americani ed ebraici. Stiamo dando il meglio di noi stessi". "Siamo di fronte ad una sfida immane, grandissima" per affrontare la quale "c'e' bisogno non di parole razziste ma di lucidita' e di una strategia chiara: le posizioni estremiste alimentano odio e reazioni a catena", ha concluso il ministro dell'Interno
UNA VEGLIA DI PREGHIERA. UN MIRACOLO PER BERSANI
Non rimane che un tentativo. Chiamare Don Ciotti che ormai fa parte dell’entourage del premier incaricato, invitarlo ad organizzare una fiaccolata ed una veglia di preghiera per il miracolo che sospira Pierluigi.
Emanuel Galea
L’ha detto lui. Ci vuole un miracolo. Remando controcorrente, sperando contro ogni speranza, sfidando tutti, i compagni del partito e lo stesso Presidente. Incaponito, testa bassa come un ariete, passi fermi, va avanti, incurante del tempo prezioso che sta facendo perdere al Paese, mentre il prestigio nazionale, si logora sempre di più. Cerca il consenso dove non c’è. Non abbandona l’idea che qualche “cittadino” del M5s gli possa concedere la fiducia. A nulla vale che il capogruppo di questo movimento, subito dopo le consultazioni rilascia una dichiarazione dicendo: ''Non ci sono le condizioni perché noi del M5S si possa dare fiducia ad un governo fatto da questi partiti: ne' politico, ne' tecnico'' Appelli e consigli da parte di compagni ed amici, come Andrea Olivero, lo invitano a riconsiderare un maggior coinvolgimento di tutte quelle forze politiche che possono contribuire a dare avvio alla legislatura. Lo stesso Presidente non si stanca di raccomandare al segretario di pensare all’interesse generale dell’Italia per dare continuità alle istituzioni democratiche del paese. Bersani va avanti per la sua strada che, a detta di tanti, non può portare che alle urne. Nel partito trova chi lo incita ad andare avanti. Fassina non lascia alcuno spazio a trattative : “ Chi vuole l’accordo col Pdl vuole morto Bersani". Forse questo avvertimento era diretto a Renzi. Il premier incaricato non indietreggia di un millimetro e avanza una proposta a Berlusconi: fai partire il governo e scegliamo insieme il nome per il Colle . A un esponente vicino al segretario sfugge un commento, tra il serio ed il faceto: Se non stai a questa proposta, allora il capo dello Stato ce lo votiamo noi da soli. «E siamo pronti ad eleggere anche Ilda Boccassini, se serve». Ma il Pdl, per dichiarazione di Alfano, a consultazioni terminate, non lascia spazi a dubbi: “O Pdl coinvolto nel governo o nessun appoggio a Bersani". Dopo aver considerato questo scenario improbabile, risulta molto difficile comprendere in quale modo pensa di ottenere la fiducia Bersani. Non è facile capire cosa passa per la mente del segretario. Monti ormai, travolto dalla “valanga marò”, poco pensa alla fiducia a Bersani. L’episodio Terzi rende ancora più incerte le “certezze” di Bersani. Non rimane che un tentativo. Chiamare Don Ciotti che ormai fa parte dell’entourage del premier incaricato, invitarlo ad organizzare una fiaccolata ed una veglia di preghiera per il miracolo che sospira Pierluigi.
GOVERNO, GOVERNISSIMO E I MESSAGGI DI NOE': LE STELLE NON LE ABBIAMO ANCORA TOCCATE
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Chiara Rai
Lo si era detto in piena campagna delle primarie Pd che si doveva invertire rotta a favore del cambiamento e facemmo un articolo incentrato sul “bischeraccio” di Renzi. [ Art. del 09/10/2012 MATTEO, QUEL BISCHERACCIO… ]
Ma le avvisaglie del popolo vengono ascoltate soltanto a posteriori quando ormai la frittata è fatta e ci ritroviamo con un non governo, una patata bollente per Giorgio Napolitano che avrebbe sperato in un altro esito per poter lasciare la scena in un clima politico più sereno. Il voto di facciata del Pd è stato partorito ieri con un Bersani che adesso strilla al cambiamento quando qualche mese fa era impegnato a cambiare le regole per lasciare indietro Renzi. Il buon bischero che adesso se la ride sotto i baffi e che da gran signore ha preso sotto braccio Bersani mentre la zattera affonda. Ciò per accertarsi, a mio parere, che la vecchia politica tocchi i fondali più profondi.
Questo ultimo tentativo di sfidare Grillo con un programma radicale, Pierluigi, è in obbligo di farlo e pur di accattivarsi l’acquolina dell’ex comico ha iniziato a parlare delle coppie gay e della loro emergenziale esigenza di tutela giuridica. Questa stracciatella non è roba per gli italiani che votando il Movimento 5 Stelle hanno dato un chiaro messaggio ai parrucconi e parassiti politici.
Adesso chiunque provi ad avvicinarsi al timone capisce immediatamente che gli elettori hanno impostato il pilota automatico verso lo sfacelo. Questa ridicola storia che uscire dall’Europa è la nostra salvezza è la beffa oltre il danno che è già sotto gli occhi della collettività. Renzi ha detto che forse il vero problema è che c’è stata troppa poca Europa, ma questo è un concetto che andrebbe approfondito per essere realmente apprezzato. Se la Germania sale e noi scendiamo sarà mica perché l’Europa, i tedeschi, l’abbiano interpretata nella giusta maniera?
Invece no, poveri disgraziati in questo momento l’unico paragone che l’universo politico vorrebbe farci digerire è quello con la Grecia. Nulla togliendo a questo godibile popolo e paese, noi italiani pesiamo molto d più della Grecia nel piatto Europeo. Dunque stavolta, tocca riequilibrare i ruoli e farla finita di fare paragoni sbagliati.
Probabilmente lo scenario sarà questo: Grillo ci riporterà al voto ma senza riforma elettorale, Bersani colerà a picco, il Pdl galleggerà perché da buon “Noe”, Alfano, ha fatto appello alla “responsabilità e dialogo” indirizzando questi due termini ad un interlocutore che mai e poi mai potrà calarsi le braghe in favore di un governassimo. Renzi si prenderà la rivincita con gli arretrati e Berlusconi, allora, si troverà davanti un competitor di cui avere timore. Nessuno ha la palla di cristallo, tocca aspettare ma in merito ai risultati di Pierluigi, adesso siamo inutilmente contenti di asserire “lo avevamo detto”.
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BERLUSCONI, CAPOLISTA AL SENATO PER TUTTE LE REGIONI
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Redazione
Silvio Berlusconi sarà capolista al Senato in tutte le regioni.
Per il Lazio
Alla Camera, dopo Alfano e Cicchitto, la governatrice dimissionaria del Lazio Renata Polverini. Al quinto posto Beatrice Lorenzin, che ha perso la sfida con Francesco Storace per correre a presidente della Regione per il partito.
Nel collegio Lazio 2, al sesto posto Francesco Battistoni, il consigliere regionale che denunciò il caso Fiorito alla Regione.
MONTI INTENDE DIMETTERSI: ACCELERATORE SULL'APPROVAZIONE DELLA LEGGE DI STABILITA' ….POI A CASA!
Redazione
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha stasera ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Senatore Mario Monti.
Il Presidente della Repubblica ha prospettato al Presidente del Consiglio l'esito dei colloqui avuti con i rappresentanti delle forze politiche che avevano dall'inizio sostenuto il Governo e con i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Il Presidente del Consiglio ha dal canto suo rilevato che la successiva dichiarazione resa ieri in Parlamento dal Segretario del PdL on. Angelino Alfano costituisce, nella sostanza, un giudizio di categorica sfiducia nei confronti del Governo e della sua linea di azione.
Il Presidente del Consiglio non ritiene pertanto possibile l'ulteriore espletamento del suo mandato e ha di conseguenza manifestato il suo intento di rassegnare le dimissioni. Il Presidente del Consiglio accerterà quanto prima se le forze politiche che non intendono assumersi la responsabilità di provocare l'esercizio provvisorio – rendendo ancora più gravi le conseguenze di una crisi di governo, anche a livello europeo – siano pronte a concorrere all'approvazione in tempi brevi delle leggi di stabilità e di bilancio. Subito dopo il Presidente del Consiglio provvederà, sentito il Consiglio dei Ministri, a formalizzare le sue irrevocabili dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica.
LAZIO PISANOPOLI, ROBILOTTA (NUOVO PSI – PDL): "BERLUSCONI PRIGIONIERO DELLE CORRENTI?"
Riceviamo e pubblichiamo
Nota di Donato Robilotta – Presidente del Nuovo Psi del Lazio, già Consigliere Regionale.
Resto francamene senza parole nel vedere che Berlusconi e Alfano, mentre annunciano di voler resettare completamente il PDL a livello nazionale, non riescono a Roma e nel Lazio a far fare un passo indietro a un gruppo dirigente che negli ultimi anni ha fatto solo disastri.
E’ stravagante poi che proprio questo stesso gruppo dirigente oligarchico oggi annunci la cancellazione del PdL e la presentazione di una lista civica alle prossime elezioni regionali e del Comune di Roma, con una tipica operazione gattopardesca, non avendo neanche l’onestà intellettuale di fare autocritica o di fare un piccolissimo passo indietro.
Il Pdl a Roma e nel Lazio non ha solo bisogno di primarie ma anche di democrazia, che spesso quegli stessi che oggi chiedono le primarie hanno soffocato sul nascere, e soprattutto di selezione di una classe dirigente adeguata e di governo.
Infatti può capitare di vincere le elezioni, perché Berlusconi in quel momento tira al massimo, ma all’atto di andare a governare il Pdl ha dimostrato a livello locale tutta la sua impreparazione e la mancanza di uomini adatti.
Il tempo per intervenire è scaduto ma mi illudo ancora che Berlusconi e Alfano possano intervenire energicamente facendo pulizia a Roma e nel Lazio prima che le macerie seppelliscano tutto.
02/10/2012 PISANOPOLI, ARRESTATO "ER BATMAN"
30/09/2012 REGIONE LAZIO, PRIMAVERA LAZIALE: ONTA E MACERIE
30/09/2012 REGIONE LAZIO, ALLE URNE ENTRO IL 2012?
29/09/2012 ROMA, STEFANIA PRESTIGIACOMO DISGUSTATA DAL PDL SALUTA E SE NE VA
STORACE: "NON AMMAZZATE L'ALTERNATIVA ALLA SINISTRA"
Redazione
“Mi metto nei panni di un elettore pidiellino e tento di capire che succede. Abbiamo promesso il rinnovamento con Alfano, ritorna Berlusconi. – Dichiara Francesco Storace leader de La Destra, che prosegue – Per carità sono contento che Silvio sia di nuovo in campo, ma non capisco perché lo fa sfasciando una coalizione che aveva creato lui e si chiamava centrodestra. Ora siamo soli e vedo i nostri parlamentari smarriti, timorosi di perdere la poltrona e praticamente incapaci di lanciare un progetto nuovo. Avevamo promesso meno tasse, e stiamo appoggiando un governo che non ci pensa proprio per niente a ridurle. Avevamo promesso un milione di posti di lavoro, ma non si contano più i disoccupati. Garantivamo autonomia alla Nazione con le politiche antiimmigrazione con la Libia, cercavamo una via indipendente per il gas con la Russia, eravamo in prima fila nel mondo con Finmeccanica a far schiumare di rabbia gli americani e ora eccoci al servizio di Germania e Banca centrale europea. In più, leggo che dobbiamo tornare al proporzionale e molti parlamentari del mio partito discutono come se niente fosse del governo di larga coalizione prossima ventura con Bersani e compagnia! “Rivoglio il centrodestra”, strillerei se fossi quell’elettore. E invece pare che la rassegnazione sia padrona del campo. Grillo o astensione,dicono i più. Manco per idea, dobbiamo urlare a tutti. Facciamola conoscere questa nostra splendida Destra, spieghiamo che vuol dire sovranità di un popolo,abbattiamo ogni barriera creata per tentare di fermarci. E anche quell’elettore guarderà a noi. Perché l’alternatva alla sinistra non può essere stata improvvisamente ammazzata. Se il Pdl rinuncia, qualcun altro ci pensera’.”