ALLARME TERRORISMO ALLE SEDI DIPLOMATICHE TEDESCHE IN TURCHIA

di Angelo Barraco
 
Turchia – Oggi è stata imposta la chiusura all’ambasciata tedesca ad Ankara e al consolato tedesco a Istanbul, la causa di tale chiusura è una possibile minaccia alla loro sicurezza. A confermarlo è il ministro degli Esteri di Berlino che ha voluto aggiungere che è stata chiusa anche la scuola tedesca a Istanbul. Tale decisione sarebbe stata presa a seguito di una minaccia “non verificabile in modo definitivo”. Emerge inoltre che la chiusura sarebbe legata a minacce dirette alle rappresentanze diplomatiche e agli interessi della Germania in Turchia. Non si esclude la chiusura di altre sedi in altri Paesi, inoltre l’ambasciata di Berlino è vicino all’ambasciata italiana. Nel pomeriggio di ieri ci sono stati attimi di panico poiché è stata rinvenuta, ad Istambul, una borsa e per un momento si è temuto un attentato. Successivamente si è appurato che all’interno vi era soltanto del cibo. Frank-Walter Steinmeier, ministro degli Esteri tedesco ha riferito: ” Abbiamo avuto indicazioni concrete di un possibile attacco alle rappresentanze tedesche in Turchia. Per questo nella notte ho deciso la chiusura. Si tratta di una misura comunque precauzionale”. Ricordiamo che domenica, ad Ankara, un attentato ha cagionato la vita a 37 persone. L’attentato è stato rivendicato da un gruppo di estremisti vicini ai ribelli del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), i Falchi della Libertà del Kurdistan, tramite un comunicato e nella nota riferiscono che la loro azione è la risposta alle operazioni di sicurezza messe in atto dalle forze turche nel sud-orientale della Turchia. Ecco uno stralcio del comunicato: “La sera del 13 marzo è stato effettuato un attentato kamikaze alle 18:35 nella strade della capitale della Repubblica fascista turca. Rivendichiamo questo attacco". 



ALLARME TERRORISMO A NAPOLI: FERMATI DUE SOSPETTI

di Christian Montagna

Napoli – E’ da una settimana circa, esattamente da quando lo scorso venerdì Parigi si tinse di sangue, che, l’Italia, è nella morsa del terrorismo islamico. A diffondersi a macchia d’olio sono la paura e il timore che in qualsiasi momento, un “lupo solitario” possa farsi esplodere.Napoli è finita nel mirino delle forze dell’antiterrorismo così come le altre grandi città europee.

 

La Guardia di Finanza ha fermato ieri all'aeroporto di Capodichino un extracomunitario munito di documenti falsi. Il pakistano era giunto in città con un volo nazionale e il suo passaporto è risultato falso.


Un altro uomo, marocchino, è stato fermato a Sorrento mentre, stringendo una copia del Corano, camminava in stato di evidente agitazione in corso Italia. Intimoriti dai fatti di cronaca recenti, i passanti hanno allertato la polizia che sta tuttora identificando il marocchino. All’arrivo della polizia, l’uomo però non ha reagito bene ed è stato portato in commissariato, rifiutandosi di sottoporsi all’esame dattiloscopico. Le indagini proseguono per accertare le identità di entrambi. Resta alta l’allerta in città.

 

Napoli crocevia internazionale per il terrorismo. Proprio lo scorso Gennaio, un’inchiesta portò alla luce la posizione di Napoli come città di transito per molti personaggi di spicco del terrorismo islamico. Dopo essere stata scoperta la principale centrale europea di produzione e distribuzione dei documenti falsi, a Napoli, si accertò anche la possibile collaborazione tra criminali e terroristi fatta di nascondigli e coperture.
A dimostrazione di ciò, le inchieste dei Ros, della Digos e della Procura Partenopea.


Da Napoli, ad esempio, passò uno dei terroristi implicati nell’attentato di Madrid: forte dei legami con il clan camorristico di Secondigliano e munito di patente italiana falsificata, era riuscito ad evadere i controlli e arrivare in Spagna.


Sempre a Napoli, infine, c’è stato uno dei primi casi di “collaboratori di giustizia” di un aderente ad una cellula terroristica islamica che, rivelò l’organizzazione gerarchica delle moschee napoletane e il consiglio ristretto che discuteva i finanziamenti ai gruppi terroristici raccolti attraverso i contributi dei fedeli e soprattutto dei commercianti.