GENOVA, ALLUVIONE: RENZI SMENTITO DA UN DOCUMENTO

di Cinzia Marchegiani

Genova 
– Sembra un film grottesco ma purtroppo non è neanche uno scherzo. Matteo Renzi dalla sua bacheca di Facebook, spiega la sua strategia per affrontare l’incubo che la città alluvionata sta affrontando ed esordisce con il titolo del suo monologo dal titolo, Genova e non solo! Poi parte in picchiata e lascia esterefatti tutti:”Adesso tutti a strapparsi le vesti, tutti a indossare la faccia contrita d'ordinanza. Ma diciamoci la verità: del dissesto bisogna occuparsi quando non ne parla nessuno, non quando ci sono i titoloni in prima pagina che tra poche ore saranno già dimenticati. I ragazzi che sorridono spazzando via il fango di Genova sono bellissimi e ci dimostrano che c'è una generazione di giovani che non è come viene raccontata in modo superficiale e banale. Ma non bastano. C'è bisogno di sbloccare i cantieri, come abbiamo iniziato a fare con l'unità di missione. Di superare la logica dei ricorsi e controricorsi che rendono gli appalti più utili agli avvocati che non ai cittadini, come abbiamo previsto con il disegno di legge delega sulla Pubblica amministrazione. Di coordinare la protezione civile con un maggior ruolo del livello centrale come prevede la riforma costituzionale del titolo V. Si chiamano Sbloccaitalia, riforma della P.A., riforma costituzionale, riforma della giustizia, cantieri dell'unità di missione le priorità per l'Italia che vogliamo. C'è l'emergenza certo. Non manca e non mancherà il sostegno del Governo e penso innanzitutto a quei commercianti che hanno preso il mutuo per pagare i danni del 2011 e sono di nuovo da capo. Ci saranno forme di ristoro anche per i privati, è giusto e doveroso e urgente. Non voglio che si arrendano, noi stiamo concretamente dalla loro parte. E non semplicemente con le pacche sulle spalle. Ma se vogliamo essere seri, se vogliamo evitare le passerelle e le sfilate da campagna elettorale, l'unica soluzione è spendere nei prossimi mesi i due miliardi non spesi per i ritardi burocratici. E cambiare finalmente le cose: portare a termine le riforme che noi abbiamo proposto e contro cui altri stanno facendo ostruzionismo in parlamento. Basta scaricabarile: è il tempo del coraggio e nessuno può tirarsi indietro. Vedo i ragazzi che spalano il fango dalle strade e a loro va il mio grazie. Userò la stessa determinazione per spazzare via il fango della mala burocrazia, dei ritardi, dei cavilli. Potete esserne sicuri. E assicuro ai genovesi, che non si sono piegati e che si sono rimboccati le maniche per spalare via fango e detriti dal loro futuro, l'impegno economico del Governo fin dalla legge di stabilità cui stiamo lavorando in queste ore.”

Belle, belle parole, un premier e uno statista lungimirante a leggere, ma a conti fatti, quelli che poi chiariscono la situazione reale sembra che non sia così. E a denunciare l’esatto contrario è Riccardo Fraccaro, Portavoce M5S alla Camera dei Deputati della Repubblica Italiana, che riporta un documento datato 5 agosto 2014 inviato a Palazzo Chigi con cui le ditte chiedevano di consentire l’immediato avvio delle opere per risolvere le criticità idrogeologiche del territorio: “Rimandare e temporeggiare ancora espone la collettività al concreto rischio di veder riaccadere la tragedia del novembre 2011”, si faceva riferimento alle sei persone che morirono a causa delle piogge. Ed ora Fraccaro M5S accusa il Presidente del Consiglio di aver ignorato questo grido di allarme, le ditte non hanno ricevuto neppure uno straccio di risposta e puntualmente si è verificata l’ennesima catastrofe. La fotografia di Fraccaro lascia basiti, soprattutto anche dopo lo sfogo di Matteo Renzi sul social network:”Siamo di fronte ad un dissesto annunciato che poteva essere evitato, anzitutto ascoltando le istanze del territorio. Renzi si assuma le responsabilità politiche del disastro colposo che ha flagellato Genova: era stato informato dei rischi e non è intervenuto, aveva promesso 1,5 miliardi per la tutela del territorio e non ha stanziato un centesimo. Appena 2 mesi fa, i legali delle ditte incaricate della messa in sicurezza del torrente Bisagno avevano avvisato il premier della necessità di avviare subito i lavori per evitare le esondazioni.”

Renzi se ci sei batti un colpo…anzi un badile!