AMATRICE DICE SI AL REFERENDUM : IL GRIFONI NON E’ UN FUMETTO DELLA "DC COMICS".

Riceviamo e pubblichiamo la nota dell'Amministrazione comunale di Amatrice

Ecco la nota:

Amatrice (RI) – La storia inizia il 25 OTTOBRE 2013 con una delibera del Consiglio Comunale contro la Casa della Salute ed una richiesta, inviata alla Regione Lazio e parlamentari di riferimento del territorio reatino, del rispetto delle previsioni del Decreto 80/2010, cd. ‘Polverini’.

Il 6 NOVEMBRE 2013, poi, è all’ordine del giorno, votato all’unanimità dal Consiglio della VI Comunità Montana (9 Comuni), il sostegno alla delibera del Comune di Amatrice del 25 ottobre 2013 contro la Casa della Salute.

CHE SUCCEDE DA ALLORA AD AGOSTO DI QUEST’ANNO? …SILENZIO ASSORDANTE! DOV’ERANO I SALVATORI DELLA PATRIA?

E veniamo ai giorni nostri:

Il 5 AGOSTO 2014 viene pubblicato il Decreto che riconosce lo status di “presidio di area disagiata” a Monterotondo-Bracciano-Subiaco, e declassa il Grifoni di Amatrice a “Casa della Salute”.
Nel frattempo il giorno 16 agosto è convocato il Consiglio Comunale per il giorno 20 agosto, con all’ordine del giorno: indizione di Referendum consultivo ai sensi dell’art. 30 dello Statuto Comunale.
A questo punto si scatenano i media (SKY tg24, TG1 nazionale, TG3 nazionale), le principali testate giornalistiche regionali e nazionali, la stampa on line, diversi network radiofonici nazionali.
Il 20 agosto, giorno fissato per il Consiglio Comunale, alle ore 15:32 è licenziato un comunicato stampa dalla Cabina di Regia della Regione Lazio che, con riferimento al F. Grifoni, testualmente recita: “la polemica di questi giorni in merito al futuro dell’ospedale di Amatrice non ha motivo di esistere perché nella struttura verranno comunque garantiti ai cittadini i medesimi livelli di assistenza previsti per i presidi delle zone disagiate, come già esposto alla Commissione Sanità dell’Amministrazione Comunale di Amatrice” (vedremo poi che è un falso) ..

SILENZIO ASSORDANTE PER ALCUNI GIORNI, SI LECCANO LE FERITE, NON SI ASPETTAVANO TUTTO CIO’.

Nel frattempo, si diffonde una solidarietà totale nei confronti del Comune di Amatrice: Sindacati, Diocesi, semplici cittadini, Unindustria, Federfarma, C.R.E.S.T. (Comitato Regionale Emergenza Sanitaria Toscana), C.I.M.O. (Comitato Italiano Medici Ospedalieri) e tanti altri ancora … ed ecco allora arrivare Batman Melilli che, in data  25 agosto, sul Giornale di Rieti, rilascia le seguenti dichiarazioni: “per Amatrice la soluzione Casa della Salute rischia di non essere funzionale alle esigenze di un territorio così fragile per numero di utenti e sono certo che la regione saprà individuare la soluzione migliore”.

DOMANDA: SE LA SOLUZIONE CASA DELLA SALUTE NON E’ PRATICABILE PERCHE’ ASPETTARE QUASI UN ANNO PER PRENDERE POSIZIONE, A GIOCHI ORMAI FATTI?

Ed ecco poi arrivare Robin, il Consigliere Regionale Mitolo, che sul Corriere di Rieti, in data 26 agosto scorso afferma: “per Amatrice sono previsti posti letto che nel Piano Polverini non c’erano. Mi sembrano sinceramente strane le posizioni di questi giorni assunte dal Sindaco Pirozzi”.
SIC !!!!! Dimenticando, il Consigliere Mitolo, che oggi ad Amatrice abbiamo già un reparto di Medicina con posti letto per acuti.
Batman Melilli è scatenato e su Sabinia TV, in data 28 agosto scorso, afferma che ha risolto tutto lui, che ha visto il 27 e 28 agosto il Presidente Zingaretti e che “per l’Ospedale di Amatrice si manterranno le scelte previste dal D. n. 80/2010 e si migliorerà l’offerta di servizi sanitari attraverso la previsione di un polo integrato con l’Ospedale di Rieti ed un servizio specifico di riabilitazione’’.
Nella “mission impossibile”, viene accompagnato, secondo quanto risulta dalle sue dichiarazioni alla stampa, dall’Assessore Regionale Fabio Refrigeri, dal Consigliere  Regionale Daniele Mitolo,  oltre che dal Direttore Generale della ASL di Rieti,  d.ssa Figorilli.
Nel frattempo, il 27 agosto scorso, sul profilo facebook di Rodolfo Lena, Presidente della Commissione Sanità della Regione Lazio, viene pubblicato un post con questa sua dichiarazione: “Dietrofront sul Decreto 80 Polverini: salvi gli ospedali di Bracciano, Monterotondo e Subiaco….la Regione ha dato un nuovo futuro a questi ospedali salvandoli dalla cancellazione prevista e sancita dal decreto 80/2010,  OBIETTIVO RAGGIUNTO”.
Rispondono soddisfatti al post i suoi elettori, e un certo Nazzareno Neri addirittura scrive “non avevamo dubbi sulla tua efficienza e soprattutto sulla tua coerenza, in campagna elettorale a Bracciano ci avevi promesso che ti saresti battuto per la non chiusura dell’ospedale. FATTO !!!’’
Per carità, complimenti al presidente Lena che si è interessato delle sorti dei Presidi della sua area di riferimento. Andando però a ritroso nel tempo, ricordiamo, e ci sono le registrazioni, che durante la campagna elettorale di febbraio del 2013, l’aspirante Consigliere Fabio Refrigeri dichiarò: “per il Grifoni di Amatrice non ci sarà nessun problema”.
Sia chiaro a tutti che oggi, i Presidi di Monterotondo, Bracciano e Subiaco sono classificati in area disagiata, mentre il Grifoni di Amatrice è stato declassato a casa della salute con Decreto n. 247 del 25 luglio 2014.

COME MAI SOLO ORA TUTTO QUESTO INTERESSAMENTO ? DOV’ERANO PRIMA ? AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA !

Perché dal 25 ottobre 2013, data in cui il Consiglio del Comune di Amatrice si è dichiarato contro la Casa della Salute, nessuno si è degnato di rispondere ? Misteri della politica reatina !

Infine, piccolo passaggio sulla “politichella”  locale di Amatrice:

–          il giorno 16 agosto alle ore 11:58 viene fatta fotocopia del Decreto n. 247/2014 dalla Segreteria del Sindaco di Amatrice e veniva consegnata al Consigliere Poli, che non ne sapeva nulla e che paventava ad alcuni esponenti di maggioranza (Consigliere Filippo Palombini e Assessore Piergiuseppe Monteforte) che il Decreto 247/2014 fosse un falso;

–          il Consigliere Poli, il giorno del Consiglio del 20 agosto scorso, legge un Comunicato stampa della Cabina di Regia della Regione Lazio, che è un falso. Infatti in esso si dichiara che “…..nella struttura verranno comunque garantiti ai cittadini i medesimi livelli di assistenza previsti per i presidi delle zone disagiate come già esposto alla Commissione Sanità dell’Amministrazione Comunale di Amatrice”. La Commissione Sanità del Comune di Amatrice non ha mai incontrato la Cabina di Regia della Regione Lazio.

–          nel prolisso comunicato stampa del 29 agosto 2014 la minoranza dice che bisogna prendere esempio dall’atteggiamento conciliante e dialogante del Sindaco di Magliano in Sabiana.  Mi pongo una domanda: cosa ha oggi Magliano?  Niente,  ha una Casa della Salute. Fa bene il collega Graziani, al quale sono legato da vincoli di amicizia, loro omettono però di dire che lo stesso Graziani dichiara alla stampa “solidarizzo con il sindaco di Amatrice che si sta muovendo benissimo e aggiungo che se loro fanno ricorso al TAR lo vincono, a differenza di Magliano il pronto soccorso dista da Amatrice più di un’ora.  Quello è assicurare la salute agli abitanti? ”;

–          l’ultima chicca è il comunicato stampa di domenica scorsa in cui, portando come un trofeo la riconvocazione del Consiglio (non sanno che la riconvocazione non cambia i “numeri” e le “decisioni” assunte il 20 agosto) dicono che il Referendum è una buffonata.  Scopro però, nelle dichiarazioni di voto del Capogruppo di minoranza Luca Poli del Consiglio del 20 agosto scorso, che lo stesso affermava “allora propongo Signor Sindaco una mozione che possa essere, mi permetta, che i Consiglieri di minoranza propongono a Lei e al Consiglio che se qualora, dandoci un tempo breve, brevissimo, non fossero mantenuti da parte della Regione Lazio gli impegni con la Commissione Sanità che è stata ratificata un verbale di Consiglio, quella del 29 giugno 2004 (leggasi 2014) di concerto con i Consiglieri di maggioranza si deciderà di procedere con tutte le azioni che riterremo opportune, anche quello di un Referendum di secessione. Ma proviamo a farlo, a pretendere queste cose, perché se andiamo l’unica cosa che perdo è che ho paura che perdere è che fondamentalmente non abbiamo, se non abbiamo o se non le mettiamo prima delle garanzie di dove andiamo, che cosa ci venga dato, solo questo. Facciamo un tentativo e poi siamo tutti uniti, grazie”.
Il tutto, oltre che sul verbale, è riscontrabile dalle registrazioni del Consiglio comunale, …e ci fermiamo qui.

Alla luce di tutti questi avvenimenti e contraddizioni, oggi abbiamo votato per l’indizione del Referendum Consultivo, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto comunale, e ribadiamo con forza che il nostro unico interlocutore resta e sarà solo il Presidente Nicola Zingaretti a cui nessuno, siamo convinti, ha posto il problema Grifoni di Amatrice prima del 25 luglio 2014.
Il Presidente Zingaretti  è l’unico che può modificare il Decreto 247/2014, il resto sono solo fumetti della casa editrice “DC Comics”.
 




AMATRICE, REFERENDUM SECESSIONISTA: DOVE SI VA?

 

"Lasciare una regione per entrare in una altra è certamente per i cittadini una spesa non solo economica; significa un nuovo “distretto” amministrativo e una ridefinizione del territorio, con tutto quello che questo comporta."

 

Redazione

Amatrice (RI) – La convocazione del Consiglio del 01.09.2014 testualmente recita: ”Proposta indizione referendum consultivo per distacco del Comune di Amatrice dalla Regione Lazio, ai sensi dell’art. 30 dello Statuto Comunale”.

"Ancora una volta non si indica “dove dovremmo andare”,  – Dichiarano attraverso una nota da "Insieme per Amatrice" – cosa di non poco conto prosegue la nota –  e assolutamente necessaria per il proseguimento delle procedure per un successivo eventuale distacco; non c’è nella storia italiana un comune che indice un referendum senza indicare a quale regione intende afferire. Se si procederà in questo senso avremo ancora una volta una delibera inutile; infatti, approvata l’indizione di tale referendum, occorrerà procedere ad un nuovo referendum che stabilisca in quale regione afferire (Marche? Abruzzo? Dove???). E poi ….dove andremo garantiranno le nostre richieste? O andremo ad aggravare i loro ed i nostri problemi? Possiamo mai pensare di essere considerati affidabili offrendo a chi ci ospiterebbe un tentativo di secessione così maldestramente proposto, visto che si è dovuto riconvocare un altro consiglio comunale per votarlo? Non era stato già dichiarato alla stampa che la votazione era già avvenuta (vedi sito ufficiale del Comune di Amatrice)? Ne consegue che il Comune di Amatrice verosimilmente faccia falsa informazione! Oggi riteniamo sia fondamentale pretendere che i  diritti essenziali dei cittadini, certezza della cure, scuola, infrastrutture, possano e debbano essere garantiti in egual modo a tutti. Ed è per questo che, con un sincero e fortissimo senso di appartenenza al territorio e alle sue tradizioni, questa minoranza, sostenuta  da molti concittadini, sta cercando di ricostruire l’immagine di credibilità e di affidabilità della nostra città, in questi giorni maldestramente compromessa. E’ ora che in Regione non solo ascoltino le nostre richieste, ma che le attuino, perché non vogliamo e non possiamo più aspettare. Certo!!  Sicuramente non è con un atto di secessione che si possa addivenire ad un confronto democratico tra le parti. In Regione chi deve sapere sa già, chi deve decidere lo fa, e continuerà a farlo con chi dimostra credibilità, e non delibererà quanto concordato con chi minaccia “ferragostane secessioni”. E quindi questo spiega, ancora una volta, perché siamo contrari alla “secessione” ed al vostro goffo e ridicolo tentativo di realizzarla”. Ricordiamo inoltre che lasciare una regione per entrare in una altra è certamente per i cittadini una spesa non solo economica; significa un nuovo “distretto” amministrativo e una ridefinizione del territorio, con tutto quello che questo comporta. – La nota di Insieme per Amatrice conclude – Vogliamo dire  che siamo alle comiche finali? Il teatrino è finito? Ancora una volta mera e sterile superficialità, in disprezzo dell’intelligenza dei cittadini e delle Leggi."

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AMATRICE: TRA OSPEDALE E SECESSIONE IL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA DENUNCIA IL CAOS TOTALE

Redazione

Amatrice (RI) – Il Gruppo Consiliare di minoranza del Comune di Amatrice in riscontro all'articolo pubblicato su questo quotidiano lo scorso 25 agosto a firma del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi [ AMATRICE, OSPEDALE E SECESSIONE: QUELLA "PATATA BOLLENTE" PER NICOLA ZINGARETTI ] ha inviato la seguente nota:

Nota del Gruppo Consiliare di Minoranza di Amatrice:

"Egregio Sindaco Pirozzi,
nel leggere il comunicato stampa che LEI ha inviato  in  24 agosto 2014 “LA FORZA DELLA RAGIONE”  rimaniamo un po’ attoniti ed un po’ basiti nel credere che stiamo prendendo atto di quanto licenziato dall’Amministrazione Comunale di Amatrice sulla problematica dell’ ospedale locale nella seduta del Consiglio Comunale del 20 c.m.. E sulla quale vicenda, da qualche giorno si riversano fiumi di inchiostro sui giornali e per cui assistiamo a innumerevoli  interviste al Sig. Sindaco e non solo, sui canali televisivi nazionali e non.
Se l’obiettivo da raggiungere fosse stato e fosse ancor oggi, quello di dare visibilità sui media, al Sindaco Pirozzi, certamente potremmo dire che Lei e la sua magnifica squadra c’è riuscita in pieno. In particolar modo il suo “servizio stampa”.
Ma siccome l’intento che si prefiggono gli amministratori seri ed impegnati, è quello di risolvere i problemi dei cittadini, attraverso i canali che le istituzioni prevedono, e cioè trattare, trattare e trattare ancora; nel caso specifico, con la Regione Lazio, a cui spetta la programmazione sanitaria ed ospedaliera; ci saremmo aspettati che invece di fare tanto baccano, si fosse cercato un contatto diretto, immediato, con la Presidenza della Giunta Regionale del Lazio, con la Presidenza della Commissione Sanitaria Regionale, pretendendo di ottenere quello, che conoscendolo loro già, al nostro territorio e ai nostri cittadini, spetta.
Del resto quanto sopra esposto non è altro che quello che sta perseguendo il Sindaco di Magliano Sabino, Alfredo Graziani, il quale, vedi il messaggio di lunedì 25 agosto, sostiene che a mezzo di una continua e fruttuosa trattativa spera di portare in porto risultati positivi.
Ma veniamo un po’ più nella specificità del tema che stiamo esaminando.

Premesso che, nel Consiglio Comunale del 20/08/2014 non si è proceduto a nessuna votazione per quanto attiene la proposta di un referendum consultivo sul distacco dalla Regione Lazio; ma ci sono state soltanto delle dichiarazioni di voto dei due gruppi consigliari di maggioranza  e di minoranza.
Le ricordiamo, infatti, Sindaco, che lo hanno constatato e pubblicizzato che la votazione non c’è stata, i “media”, che Lei, ha fatto intervenire a quel consiglio.   Noi da parte nostra, siamo ancora in attesa del verbale dello stesso, per eccepire nei modi e nei tempi sanciti dai regolamenti, con contestazioni legittime. 
Ci permettiamo di ricordare a Lei  Sindaco, che in Consiglio Comunale può esserci la votazione di un argomento senza che ci siano le dichiarazioni di voto, ma non possono esserci le dichiarazioni di voto, senza la successiva doverosa, palese votazione.
Se così non è, non vi è  nessun atto che può essere dimostrato che sia stato votato.

Sindaco Pirozzi,  Lei che dal 1994 -20 anni- calca la scena politica amministrativa locale e provinciale, conosce o dovrebbe conoscere tali procedure, e non scivolare su simili quisquilie da “regazzi”, e non avrebbe bisogno di consultare “esperti “ di diritto come da Lei dichiarato a stampa, che hanno confermato questa “superficialità”, considerato anche la delicatezza del tema all’ordine del giorno.
Nonostante la mancanza di atti deliberativi a riguardo, Lei Sindaco Pirozzi sbandiera ai quattro venti che il Comune di Amatrice ha deliberato la secessione dal Lazio.
Ma tant’è, Lei continua a proclamare che ha una maggioranza “coesa”, per carità nessuno di noi potrebbe mai immaginare il contrario, ma ci tolga un dubbio, perché deve sempre sentire il bisogno di riaffermarlo, forse per farlo capire ai suoi?
Il consiglio del 20.08.14 si apre con una mozione a firma Catenacci capogruppo di maggioranza, dove si ribadisce la volontà di aprire una seria trattativa con la Regione Lazio per rimodulare i servizi sanitari del locale presidio ospedaliero; domanda: ma la Catenacci ed il suo Sindaco, LORO, non noi, si parlano? visto che propongono soluzioni differenti al problema, visto che il motivo dell’ordine del giorno del Consiglio Comunale era: “PROPOSTA INDIZIONE REFERENDUM CONSULTIVO PER DISTACCO DEL COMUNE DI AMATRICE DALLA REGIONE LAZIO AI SENSI DELL’ ARTICOLO 30 DELLO STATUTO COMUNALE” quindi che motivo c’era di proporre una mozione? Vedremo di seguito….

Il gruppo di minoranza in Consiglio Comunale prende atto della volontà riportata nella mozione a firma Catenacci, dichiara di condividerla ma eccepisce che la procedura seguita non rispetta la normativa vigente, per la quale la mozione Catenacci doveva essere portata a conoscenza della minoranza almeno 24 ore prima dei lavori del Consiglio Comunale, e per questo aspetto procedurale ma non  solo, preannuncia un voto di astensione.
Domanda: se anche noi avessimo votato a favore della mozione, Lei Sindaco, avrebbe rinunciato a procedere nel consiglio, e a mettere ai voti la richiesta di proposta del referendum consultivo? Abbiamo seri dubbi che lo avrebbe fatto, anzi siamo sicuri del contrario, e lo spieghiamo subito.
La presentazione di questa mozione è pretestuosa, ha il solo scopo di tentare di sminuire, con un bieco tentativo, l’opposizione.
Infatti ribadiamo, come minoranza, che il nostro intendimento è quello di difendere a tutti i costi quello che ci spetta, tentando e percorrendo tutte le strade, perché Amatrice , i suoi cittadini, le sue tradizioni e i suoi valori sono per noi, sacri, e non li abbandoniamo, né vogliamo caricare loro  di responsabilità di scelte che riteniamo scellerate.

Per questo coerentemente ci siamo astenuti, perché riteniamo inutile richiedere , come espresso dalla mozione , ancora una volta, alle istituzioni regionali, quello che loro conoscono da tempo.
Vogliamo solo passare all’incasso, non serve ribadirlo, e questo compito, è nostro, in qualità di amministratori, none compito dei cittadini che già subiscono attraverso il pronunciamento in un referendum.
E poi Sindaco, la mozione Catenacci è stata votata , Lei la ha “protocollata” alla Regione Lazio? Noi e i cittadini non ne abbiamo notizia, quindi a che serve?!
Ma a questo punto con la mozione Catenacci votata dalla maggioranza con l’astensione della minoranza i lavori del consiglio , ripetiamo, si sarebbero potuti chiudere, con un risultato di positiva risoluzione, senza procedere al dibattito sulla indizione del referendum che cozza con quanto ripetuto nella mozione Catenacci, appunto.

Ma Lei sarebbe andato avanti comunque , e ci avrebbe propinato “il piano B”, cioè che,” per provocazione”, saremmo potuti arrivare anche alla secessione.
E tutto sarebbe finito in gloria.
NON ci caschiamo Sindaco!
Le ribadiamo, che i giochi si fanno a carte scoperte, e si lavora, tutti, per il solo bene di AMATRICE.
Se si ritiene di dover trattare con la Regione Lazio non occorre, anche per un aspetto formale e di buon gusto o di buona educazione, di indire nello stesso tempo un referendum per staccarsi dal Lazio, da farsi, come sempre da Lei dichiarato alla stampa “…nella primavera 2015”, e rivestire il Palazzo Comunale di striscioni o manifesti con frasi che certamente non favoriscono i buoni rapporti istituzionali con i nostri interlocutori.
Perché non subito, come da Lei invocato ?
Lei quindi, sempre in Consiglio Comunale,  ci propina Le sue personali ragioni sulle motivazioni di cui all’ordine del giorno, che a ben guardare rappresentano(le si possono riascoltare tranquillamente) la SUA volontà di ergersi a capo di una “chiamata alle armi generale”( vedi il tentativo di difendere altre situazioni similari sia regionali che extraregionali) che trova motivazioni solo in parte riconducibili a solo esigenze amatriciane, e che a ben vedere con il Nostro Ospedale hanno ben poco a che fare.
Ci mette dentro di tutto e di più, dalla Salaria, alla Sanità, alla vessazione tributaria ecc….ecc.. finché si arriva al “sorcio” …. ed al “biscottificio” ipotizzando che la Regione Lazio ce l’abbia con Amatrice, che il Lazio non ci merita ecc….ecc….
Nella foga del discorso, Lei sindaco Pirozzi, talmente preso dal ruolo di colui che è il “Braveheart” di Amatrice e non solo, come da Lei suggerito, non si rende conto di non aver fatto votare i Consiglieri Comunali e pertanto chiude i lavori del Consiglio Comunale.
Si è nella più totale confusione in quanto Lei Sindaco, e con Lei la maggioranza e la squadra di coloro che partecipano ai lavori per battere le mani, pensate che si sia deliberata l’indizione del referendum, ma così non è.
Tant’è vero che  Lei è costretto ad indire un nuovo Consiglio Comunale per lunedì 1 settembre 2015 alle ore 17,30.
 Ma se anche lo fosse stato; il referendum, sarebbe in netto contrasto con quanto affermato nella mozione a firma Catenacci, e riaffermato da noi sopra.
In ultimo, sempre Lei Pirozzi, annuncia durante il suo intervento nel dibattito in Consiglio Comunale del 20 c.m. che nella seduta della Giunta Municipale (in cui poi abbiamo scoperto che eravate presenti solo Lei, il Vicesindaco, e l’Assessore Monteforte, assenti?! Invece, i Consiglieri delegati Catenacci e Palombini) del giorno 20.08 ore 17,15 si è dato incarico ad un legale per presentare  come  peraltro previsto ed anche possibile un  ricorso al TAR avverso il decreto del commissario ad Acta del 25 luglio 2014 n. U00247 avente ad oggetto “adozione della nuova edizione dei Programmi Operativi 2013-2015 a salvaguardia degli obiettivi strategici di Rientro dai disavanzi sanitari della Regione Lazio” a firma Nicola Zingaretti.
Noi nel dichiararci favorevoli al ricorso al Tar, caro Sindaco, non disdegniamo di mettere in atto qualsiasi azione legale che comunque ci possa tutelare, nel malaugurato caso che non ci vengano riconosciuti i diritti non solo promessi, ma che ci spettano.
Ma questo non significa che vogliamo la secessione.
Ed anche questo potrebbe essere in contraddizione con il contenuto della mozione Catenacci, mozione, ripetiamo, da voi maggioranza votata.
La mozione, tra l’altro, ci risulta essere stata presentata in data 19 c.m. , la Giunta Comunale (presenti Sindaco, Vicesindaco e Assessore) si è riunita alle ore 17,15 del giorno 20 , meno di quattro ore prima del Consiglio Comunale; per  chi vuole e può capire, non c’è bisogno di altro.
Ma Lei è il Sindaco, e se crede che noi abbiamo risentimenti personali, sbaglia di grosso.
Lei signor Sindaco Pirozzi, quando indossa il titolo di Sindaco, non è un capo popolo che lascia poi come Pilato, la responsabilità delle scelte al POPOLO.
Lei deve, perché investito di un mandato democratico del popolo, che lo ha eletto, (tutto il popolo, anche di quella parte che non lo ha scelto), deve, dicevamo, saper condurre il suo Comune in porti certi e sicuri, come eventuali alternative. E questo Lei non lo ha ancora chiaro.
Lei non lo sa ancora, e ci spiace ricordarglieLo, non sa  ancora, dove dovremmo andare, altrimenti avremmo potuto già esserci, se fosse stato tutto vero quello per cui discutiamo.
Se lo sarà, per quanto ci riguarda, non avremo discussioni da fare, saremo davanti a tutti, ma avendo però  avuto concrete  certezze da coloro che volessero accoglierci.
In conclusione Sig. Sindaco, Le saremo grati se nel prosieguo del suo mandato nei suoi vari interventi, Lei possa usare un linguaggio più consono alle istituzioni che Lei, la maggioranza, e noi di minoranza rappresentiamo.
Che ci sia più rispetto, per le procedure da seguire, “DURA LEX, SED LEX”, e che, come è scritto nel  SUO comunicato “…per carità di patria non vado oltre, sarebbe come sparare sulla croce rossa…”, frase della quale poteva, se Lei ne è l’autore, farne a meno per la spocchia e la spavalderia che ne traspare. Usi un linguaggio che è più adatto ai livelli quali l’Istituzione di Amatrice che rappresentiamo, merita.
A questo punto crediamo, anche che, proprio per ”la forza della ragione”, dopo 20 anni di una sua ininterrotta attività amministrativa ancora intervenire sulle tematiche del linguaggio, sia tutto dire.
Questo è solo uno dei tanti nodi che verranno al pettine .

Se ne conclude, che la confusione addebitata al nostro gruppo di minoranza è poca cosa rispetto a quello che regna all’interno della sua compagine, “CAOS TOTALE”.
Anche noi, siamo fieri di procedere a testa alta, e con cuore sincero.
AMATRICE 29.08.2014                                                     
IL GRUPPO CONSILIARE DI MINORANZA
  DEL COMUNE DI AMATRICE"

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AMATRICE: UN PEZZO DI LAZIO CHE SE NE VA?

Redazione

Amatrice (RI) – Il Consiglio Comunale della Città di Amatrice ha deliberato a maggioranza, nella seduta del 20 agosto 2014, che potrà essere celebrato un referendum consultivo per abbandonare la Regione Lazio.  

E’ stato anche approvato il quesito a cui dovranno rispondere i cittadini amatriciani: ‘’ Volete che il territorio del Comune di Amatrice sia separato dalla Regione Lazio ? ’’

"L’amministrazione comunale costretta a questa scelta dalla stessa Regione Lazio, – si legge nella nota dell'Amministrazione amatriciana –  sorda e cieca sul gravissimo disagio economico e sociale in cui si trova da troppi anni il nostro territorio, area interna, dove sono inesistenti le politiche regionali di sostegno e dove, ora, si vuole negare anche il diritto alla salute. E’ la Regione Lazio che non ci vuole più! Il nostro è un grido di dolore.

Abbiamo tollerato lo scippo delle risorse finanziarie destinate al miglioramento della S.S. Salaria e dirottate su Roma, abbiamo tollerato i tagli sul trasporto pubblico locale, dissetiamo la Capitale – che sfrutta a piene mani le nostre risorse idriche -, ogni anno siamo costretti a dare battaglia sui tentativi di chiusura dei nostri plessi scolastici, e tolleriamo pure una addizionale Irpef da maglia nera, la più alta d’Italia, e che serve a ripianare i debiti abnormi della sanità romana.

E’ arrivato il momento che ci facciano capire cosa si vuole fare dei territori marginali, se non ci vogliono noi ce ne andiamo.

Ora basta, diciamo forte e chiaro alla Regione Lazio che non siamo disposti a tollerare oltre, il Presidio ospedaliero Grifoni è l’unico veramente montano nell’intero territorio regionale, e ha pieno titolo e diritto, così come quello di Acquapendente – nostra sorella di sventura – di vedere riconosciuto lo status di ‘presidio di area disagiata’ che la Regione Lazio ha ritenuto, invece, dover concedere ai presidi ospedalieri di Monterotondo, Subiaco e Bracciano.

Il Consiglio Comunale di ieri ha deciso: la parola va ai cittadini, saranno loro ad esprimere la volontà o meno di appartenere ad una  Regione che fino ad oggi ci ha mortificato e ci ha  costretto ad un lento e costante declino frutto di costanti tagli lineari.

La comunità amatriciana chiede norme, strumenti di amministrazione, competenze e risorse finanziarie pari a quelle riconosciute nell’intero Paese a  zone certificate montane e disagiate come la nostra, in cui i residenti siano cittadini dotati di pari opportunità e del diritto alla salute, così come sancito dalla nostra Costituzione.

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AMATRICE: IL SINDACO SERGIO PIROZZI CHIEDE A NICOLA ZINGARETTI DI RAVVEDERSI

di Angelo Parca

Amatrice (RI) – Sergio Pirozzi sindaco di Amatrice lancia un messaggio netto al presidente della Regione Lazio: “Adesso è il momento che il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti ci invii un segnale concreto e riconosca lo status di presidio in zona disagiata per l'ospedale Grifoni come giusto che sia”.

E’ passata la proposta di referendum lanciata dal primo cittadino amatriciano nella quale viene chiesto ai cittadini se ritengono sia ancora il caso di restare nella territorio della Regione Lazio e sotto la sua giurisdizione amministrativa alla luce del fatto che il presidio ospedaliero di Amatrice verrà trasformato in casa della salute anziché restare un presidio munito di pronto soccorso così come previsto dal decreto 80 precedente, meglio conosciuto come decreto Polverini.

Il sindaco Pirozzi, di centrodestra, ribadisce che non è una questione di colore politico ma si tratta soltanto di dati oggettivi che non si sa per quale motivo vengono palesemente ignorati. 

“L’atteggiamento del presidente della Regione Lazio è un insulto all’intelligenza comune – aggiunge il primo cittadino di Amatrice – io chiedo soltanto il presidio che mi era stato riconosciuto dal decreto 80 con un punto di primo soccorso e la riabilitazione post acuzie che manca sul territorio reatino. Non entro nelle decisioni prese rispetto agli altri presidi di Bracciano, Subiaco e Monte Rotondo che distano soltanto 15 chilometri dagli ospedali più grandi, ma mi sento offeso perché la Regione ha creato una clausola di salvaguardia per questi tre siti che al contrario non ha creato  per Amatrice”.

Peraltro Sergio Pirozzi parla di un comunicato stampa imbarazzante della Regione Lazio uscito nel pomeriggio di ieri 20 agosto 2014 dove sostanzialmente vengono date delle rassicurazioni: “Che ci dicano state tranquilli non basta – dice il sindaco – adesso è il momento di chiedere scusa alle popolazioni di Amatrice e dintorni e che venga dato un segnale. Tutto gira intorno a Roma, che almeno ci lascino la salute”

Che Amatrice sia una zona disagiata non vi è dubbio: la cittadina si trova a 1000 metri di altezza e a 67 chilometri da Rieti in zona sismica classificata uno. 

“La nostra non è una presa di posizione nei confronti del presidente Nicola Zingaretti – dice ancora Pirozzi –  il deficit della sanità laziale viene da decenni, io gli chiedo di ravvedersi e che ad Amatrice e Acquapendente venga riconosciuto questo status di presidio disagiato, altrimenti penso che sia dato soltanto ad un determinato bacino elettorale piuttosto che valutare dati oggettivi, ma non voglio pensare male”.

La domanda del sindaco Sergio Pirozzi è questa: il Lazio ci vuole ancora o no? Volete ancora restare nel Lazio? I cittadini in un processo di democrazia partecipata si esprimerà. “Il nostro – conclude il sindaco –  non è un salto nel buio. Dateci un segnale. Levateci tutto ma non la speranza”. 


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di Alberto De Marchis

Amatrice (RI) – Venti di guerra ad Amatrice dove l’amministrazione di Sergio Pirozzi ha indetto un Consiglio comunale straordinario per il prossimo mercoledì 20 agosto 2014 finalizzato ad autorizzare la proposta di referendum da sottoporre alla cittadinanza al fine di uscire dalla Regione lazio. Il primo cittadino spiega che basterà il sì dei due terzi del Consiglio “poi saranno i cittadini a decidere dove andare”, ma è del tutto probabile che la scelta ricadrà sul vicino Abruzzo. 

“Abbiamo percorso tutte le strade – dichiara il sindaco di Amatrice – abbiamo dialogato con tutti, con la Regione lazio e con la Asl, ma se la situazione rimane questa non ci fermeremo e andremo altrove. Anche Amatrice vuole la clausola di salvaguardia prevista dall’emanando decreto che, così come è stato proposto, ci penalizzerà trasformando il nostro ospedale in casa della salute, a differenza di quelli di Monterotondo, Bracciano e Subiaco considerati disagiati”.

“Una regione che considera presidio ospedaliero in ‘area disagiata’ quello di Monterotondo, Bracciano, Subiaco e non quello di Amatrice non ci rappresenta più! – Prosegue Pirozzi – Ora basta, noi ce ne andiamo! Siete tutti invitati a partecipare al Consiglio comunale in sessione straordinaria il giorno 20 agosto 2014, alle ore 21, presso il centro culturale s. Giuseppe. All’ordine del giorno: indizione di referendum consultivo per uscire dalla Regione lazio”

La vicenda 

Il Commissario alla sanità laziale Nicola Zingaretti, avrebbe deciso che il Presidio Ospedaliero Grifoni diventerà Casa della Salute in quanto allo stesso non è stato riconosciuto lo ‘status’ di ‘presidio di area disagiata’. Mentre nella  bozza di decreto tale ‘status’ è stato invece riconosciuto ai presidi di Monterotondo, Subiaco e Bracciano.

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