ROMA VIOLENTA: LA CRIMINALITA' NON DORME MAI

di Daniele Rizzo

Chi ha visto Roma Violenta sa che non parliamo di un film fantascientifico. Chi sperava che fosse un film adatto a descrivere solo la Roma di fine anni settanta dovrà ricredersi. A quarant’anni di distanza dall’uscita del titolo torniamo infatti a confrontarci con episodi di micro (o macro, deciderà la procura) criminalità che stanno investendo la Capitale, ed in particolare la sua periferia, sempre più repressa e abbandonata.
Sono due in particolare gli episodi di cronaca che hanno scosso in questi ultimi giorni di agosto il quadrante sud est romano: il primo, l’omicidio di Pietro Pace, freddato in Via Gasperina; il secondo è l’assassinio di Andrei Gabriel Kondratovici, pugnalato alla schiena a Torre Angela.

PIETRO PACE
Teatro del primo agguato è stata la ben nota Via Gasperina, probabilmente l’arteria più conosciuta che congiunge l’Anagnina con la Tuscolana. Poco dopo le ore 21 del 26 agosto Pietro Pace, a bordo di una Golf, è stato (sembrerebbe) avvicinato da due uomini armati a bordo di uno scooter, i quali hanno esploso più colpi all’altezza della testa e del torace del quarantenne. Proprio i colpi hanno allertato un residente che ha poi chiamato il 113. Sul luogo gli inquirenti hanno svolto i dovuti rilevamenti ed hanno potuto accertare che il cadavere rinvenuto, che al momento non aveva documenti, apparteneva all’incensurato Pietro Pace, venditore ambulante di biancheria da tempo separato con la moglie e padre di una bambina di otto anni. Ad interrogarsi sul perché di questa assurda morte non ci sono solo i titolari delle indagini, ma anche il padre di Pietro, Mario. Il padre della vittima ha descritto il figlio come un bravissimo ragazzo che non ha mai avuto problemi né di soldi né di droga, quelli che solitamente sono i principali moventi per questo tipo di esecuzioni. Mario ha anche promesso un premio di centomila euro a chiunque farà pervenire informazioni utili alla cattura dei killer del figlio. Certo è che lo stile “mafioso” dell’agguato, con l’affiancamento all’auto e gli spari ad altezza viso, lascia aperti numerosi punti di domanda.

ANDREI GABRIEL KONDRATOVICI
Il 28 agosto in Via dei Coribanti, in zona Torre Angela, è stato invece trovato il corpo senza vita di Andrei Gabriel Kondratovici, ventiseienne romeno residente della zona. Il giovane giaceva esanime nel retro di un furgoncino; la portiera era aperta, e questo ha permesso la segnalazione alle forze dell’ordine da parte di un residente della zona che ha visto il furgoncino dal suo palazzo. All’origine dell’omicidio ci sarebbe una lite finita male; da escludere invece l’ipotesi di una rapina, visto che il giovane al momento del ritrovamento aveva con sé sia lo smartphone che i soldi. Dal camioncino partono inoltre delle tracce di sangue che condurrebbero al luogo dove è stato assassinato Andrei: ferito con due coltellate alla schiena, il ragazzo sarebbe infatti scappato dal suo assassino (o dai suoi, l’ipotesi è ancora al vaglio degli inquirenti) fino a raggiungere il camioncino, dove è poi morto.
Un omicidio anche questo che lascia perplessi gli osservatori esterni alla vicenda, e che lancia un nuovo monito d’allarme alla giunta capitolina e al sindaco Marino: la situazione delle periferie romane è in continua evoluzione, e se presto non si interverrà in qualche modo il degrado e l’abbandono avranno la meglio sul quieto vivere.